Title | Metrica-latina, nozioni fondamentali e regole di pronuncia |
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Course | Letteratura Latina |
Institution | Università degli Studi di Bari Aldo Moro |
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Metrica-latina, nozioni fondamentali. Regole della pronuncia del latino....
PROF. CANANA’ MASSIMILIANO
METRICA LATINA: NOZIONI FONDAMENTALI Le regole per la pronuncia del latino sono tre: 1) l'accento tonico non cade mai sull'ultima sillaba (legge della baritonèsi), per cui non esistono parole tronche (a parte adhùc, illìc, illùc e simili, che però in origine erano adhùce, illìce, illùce); 2) l'accento tonico non può mai cadere oltre la terzultima sillaba (legge del trisillabismo), per cui possono esistere solo parole sdrucciole (ad es. ìncipit); 3) nelle parole di tre o più sillabe, i casi sono due (legge della penultima): se la penultima sillaba è lunga, l'accento cade su di essa (es.: vidēre = vidére); se la penultima sillaba è breve, l'accento cade sulla sillaba precedente (es.: legĕre = lègere). Mentre la metrica italiana è accentuativa, la metrica latina è quantitativa, cioè: 1. si basa sul principio della successione di sillabe lunghe e sillabe brevi; 2. i versi non prevedono un numero fisso di sillabe; 3. non esiste una posizione fissa agli accenti ritmici; 4. può alterare gli accenti tonici; 5. non usa la rima.
La metrica latina e greca, invece, è quantitativa; essa cioè: 1. si basa sul principio musicale della successione di sillabe lunghe e brevi (le prime vengono "tenute" un tempo doppio delle seconde); 2. non prevede un numero fisso di sillabe (ad es. l'esametro può averne da 12 a 17); 3. non assegna una posizione fissa agli accenti ritmici
(detti ictus metrici); 4. può alterare la pronuncia naturale delle parole; 5. non impiega la rima.
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La PROSODIA è il complesso delle regole dell'accentazione e della quantità sillabica delle parole. Vediamo alcuni principi fondamentali:
una sillaba è breve se contiene una vocale breve (es.: ĕ); una sillaba è lunga se contiene una vocale lunga (es.: ē) o un dittongo; una sillaba è ancìpite se la sua quantità è indifferente.
La quantità delle sillabe si può vedere dal vocabolario sillabe, ma esistono anche alcune regole: i dittonghi (ae, au, ei, eu, oe, ui) sono lunghi; una vocale breve, quando è seguita da due o più consonanti, viene
considerata lunga; una vocale che precede due consonanti di cui la prima è una muta +
liquida è in positio debilis è può essere considerata sia breve che lunga cioè ancipite. una vocale seguita da un'altra vocale è considerata breve; unius, istius, ipsius, ullius, totius hanno la -i di -ius lunga; la -i finale è lunga; la -o finale è lunga; la -u finale è lunga; -as, -os, -es finali sono lunghe; -is finale è generalmente breve; -us finale è generalmente breve; una parola non monosillaba, che termini in consonante diversa da s,
ha l'ultima sillaba breve; i monosillabi che escono in vocale sono generalmente lunghi; i monosillabi che escono in consonante sono generalmente brevi; le sillabe che terminano in -c sono lunghe; sono brevi le enclitiche -que, -ve, -ne.
PRINCIPI DI METRICA LATINA Si dice piede l'unità di misura metrica, cioè un gruppo di sillabe brevi e lunghe riunite sotto un ICTUS (= accento ritmico). La lettura metrica di un verso si chiama SCANSIONE.
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I piedi principali sono: = trochèo (lunga - breve) = dàttilo (lunga - breve - breve) = spondèo (lunga - lunga) = giambo (breve - lunga) = trìbraco (breve - breve - breve) = anapesto (breve - breve - lunga) Si dicono ACATALETTICI i versi che terminano con un piede intero, CATALETTICI i versi che hanno l'ultimo piede mancante di una o più sillabe. All'interno di un verso esistono delle pause ritmiche di lettura: - la cesura (da caedo = taglio), che spezza un piede (mai una parola); - la dièresi (dal greco diairèo = separo), che non spezza mai un piede, ma cade sempre alla fine di esso.
Nella lettura metrica bisogna tener presente alcuni fenomeni: SINALEFE: una sillaba finale in vocale o terminante in -m si fonde con la sillaba iniziale della parola seguente se questa comincia con vocale o con h. Es.: conticuere omnes = conticueromnes; cuiquam aut = cuiquaut. DIALEFE: quando invece due sillabe contigue di parole diverse non si fondono. AFERESI: si verifica la caduta della sillaba iniziale delle forme verbali es o est se queste sono precedute da parole terminanti in vocale o in -m. Es.: tactus aratro est = tactus aratrost. IATO: si verifica quando, per motivi metrici, tra le due vocali che si incontrano non avviene sinalefe. Es.: pecuri et (Virgilio), dove -i non si elide. SINCOPE: caduta di una vocale breve all'interno di una parola. Es: caldus per calidus. APOCOPE: caduta della vocale finale. Es: nec per neque.
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SINIZESI O SINERESI: fenomeno che consiste nel considerare unite in una sola sillaba due vocali che appartengono a due sillabe diverse. Es.: di-e-i (trisillabo) = di-ei (bisillabo). DIERESI: è l'opposto del precedente: consiste nel considerare separate due vocali che appartengono a un dittongo. Di solito è segnalata dal simbolo ¨ sopra la seconda vocale del dittongo. Es.: au-rum (bisillabo) = a-ü-rum (trisillabo).
SCHEMA DEI PRINCIPALI VERSI
1. Esametro dattilico catalettico: Esempio:
Tìtyre, tù patulaè recub àns sub tègmine fàgi Ascolta sìlvestrèm tenuì Musàm meditàris avèna.
Schema delle cesure e delle dièresi:
a = semiternaria b = semiquinaria c = trocaica d = semisettenaria e = dièresi bucolica Esempio: Tìtyre, tù patulaè || recubàns sub tègmine fàgi (cesura semiquinaria) sìlvestrèm || tenuì Musàm || meditàris avèna (cesure semiternaria + semisettenaria)
2. Distico elegiaco (esametro+pentametro): quondàm |
Ascol solùm te nòsse ta
Catùllum,
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Lèsbia, nèc prae mè | vèlle tenère Iovèm.
3. Endecasillabo falecio: Esempio:
Cùi don ò lepid ù m
A nov ùm libè llum scolta
à rid à modo pùmic e èxpolìtum?
4. Trimetro giambico (senario giambico): Esempio:
Phasèlus ìlle quèm vidètis, hòspitès
Ascolta
La forma pura, costituita da sei giambi, è piuttosto rara; al posto del giambo possiamo trovare alcune soluzioni metriche: lo spondeo, il trìbraco, l'anapesto, il dattilo e perfino il rarissimo proceleusmàtico (successione di quattro brevi). = giambo = spondèo = trìbraco = dàttilo = anapesto
5. Trimetro giambico scazonte (coliambo): Esempio:
Misèr Catulle, dèsinas inèptìre
Ascolta
6. Strofe saffica minore (3 endecasillabi saffici + 1 adonio):
Esempio:
Fùri et Àurelì, comitès Catùlli, Ascolta
sìve in èxtremòs penetràbit Ìndos, lìtus ùt longè resonànte Eòa tùnditur ùnda.
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7. Strofe alcaica (2 endecasillabi alcaici + 1 enneasillabo alcaico + 1 decasillabo alcaico):
Esempio:
Vidès ut àlta | stèt nive càndidum Ascolta
Soràcte nèc iam | sùstineànt onus silvaè labòrantès gelùque flùmina cònstiterìnt acùto.
8. Asclepiadeo maggiore: Àlfene ìmmemor àt || que ùnanimìs || Esempio:
fàlse sodàlibùs, Ascolta iàm te nìl miserèt, || dùre, tuì || dùlcis
amìculì?...