Microeconomia pdf PDF

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Course Microeconomia
Institution Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli
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appunti di microeconomia ...


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MICROECONOMIA Per quasi 1800 anni dal punto di vista della crescita della ricchezza non si è avuto quasi nulla. Dal 1000 al 1800 la regione più ricca era l’Asia, mentre nel 1900 la ricchezza si è iniziata a concentrare dell’Occidente. Grazie all’avvento del capitalismo, dal 1800 ad oggi è diminuito il livello dell’inuguaglianza tra ricchi e poveri. Tra il 1700 e il 1800 è nata la disciplina dell’economia, essendo cambiato il modo di produzione. Con l’avvento del capitalismo cominciò l’economia, prima di questo periodo la produzione avveniva nelle case e poi veniva rivenuta nei mercati, la cosiddetta industria a domicilio, i mercati erano soprattutto un luogo sociale e non dove venivano fatti affari. Karl Polanyi definì l’economia pre-capitalistica “embedded” nella società (incorporata nella società). L’emergere del capitalismo generò una Grande Trasformazione: produzione realizzata in fabbriche; il mercato ebbe la principale funzione di comprare-vendere; Il perseguimento di un vantaggio economico e il progresso diventarono i principali obbiettivi dell’agire economico. Molti pensatori e filosofi cercarono di comprendere questo cambiamento:   

ADAM SMITH: mercato come strumento di coordinamento RICARDO: importanza del commercio MARX: capitalismo come sistema conflittuale.

(Anche se questi economisti sono più simili di quanto si pensi, basta pensare all’elogio del capitalismo in Marx e alla divisione in classi di Smith) All’inizio del XX una rivoluzione intellettuale trasformò l’economia politica (l’economia dei classiciquelli prima scritti-) in scienza economica; un fattore chiave è stato l’acquisizione del concetto di equilibrio dalla fisica (un sistema è in equilibrio quando non ci sono incentivi che lo fanno spostare). Economia deriva dal greco che significa “gestire una famiglia/ una cosa”. L’economia è vista come la scienza delle decisioni e infatti proprio per “gestire” è necessario prendere delle decisioni. Queste decisioni sono semplici se le risorse sono abbondanti; al contrario se le risorse sono scarse esiste il problema di come utilizzarle in modo efficiente (la microeconomia dice come queste decisioni devono essere prese). L’economia è lo studio di come la società gestisce delle risorse scarse; Le società moderne sono costituite da diversi individui. Non c’è un singolo individuo che decide per tutti. L’economia spiega come gli individui nella società prendono decisioni e descrive come questi interagiscono tra di loro (oggetto della microeconomia) e la forze e le tendenza che derivano da questa interazione e che influenzano l’economia nel suo complesso (oggetto della macroeconomia). MICROECONOMIA: studia il comportamento individuale degli agenti economici – consumatori, produttori – e le strutture istituzionali in cui essi interagiscono (imprese e mercato) MACROECONOMIA: studia le variabili economiche aggregate, come il tasso di crescita del PIL, inflazioni, andamento dei tassi d’interessa etc…

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I 7 principi della Microeconomia 1. Gli individui affrontano scelte alternative. Questo principio deriva dalla scarsità delle risorse; ad esempio consumo o difesa, lavoro o tempo libero … 2. Il costo di qualcosa è ciò a cui si rinuncia per ottenerlo. Nel prendere delle decisioni gli individui comparano costi e benefici di scelte alternative; quello che conto è il costo opportunità (cioè il costo della miglior opzione alternativa a cui è necessario rinunciare per intraprendere l’azione desiderata) e non il costo monetario. 3. Gli individui razionali pensano “al margine”. Gli individui decidono sulla base di costi e benefici al margine, non sulla base di costi e benefici medi. 4. Gli individui rispondono agli incentivi. Decidono comparando costi e benefici marginali; un’azione è preferita ad un’alternativa se: BM > CM (benefici marginali > costi marginali). 5. Lo scambio può rappresentare un vantaggio per tutti. [Scambio -> efficienza -> più scambio]

6. Solitamente i mercati sono uno strumento utile per organizzare le attività economiche. Gli individui e le imprese che operano in un mercato competitivo sono guidati da una “mano invisibile” (Smith); per il raggiungimento dell’ottimo sociale. La competizione è benefica quando esistono tanti compratori e venditori. 7. L’intervento pubblico può migliorare i risultati del mercato. In caso di fallimenti del mercato, il decisore pubblico può intervenire per promuovere efficienza e/o equità. Alcune volte però ci possono essere dei fallimenti dello stato. I TEMI DELLA MICROECONOMIA Spiega come si determinano i prezzi; in un’economia pianificata (non capitalista) i prezzi sono definiti dal decisore pubblico, in un’economia di mercato sono determinati dall’interazione tra consumatori, lavoratori e imprese (compratori e venditori determinano il prezzo di beni scambiati). L’economia offre una spiegazione e interpretazione di eventi osservati, questa spiegazione si basa su teorie sviluppate a partire da delle assunzioni iniziali e a partire da queste assunzioni l’economista sviluppa dei modelli matematici volti a rappresentare il comportamento di imprese, mercati e agenti economici. ANALISI POSITIVA: spiega come funziona un sistema economico e di predire come cambierà nel tempo. È utile nello studio delle politiche pubbliche ANALISI NORMATIVA: riguarda i problemi legati al benessere sociale, esaminando ciò che può andare verso o contro il bene comune. Studia il modo in cui raggiungere un obiettivo che la gente considera importante. L’economia è una scienza che utilizza il metodo scientifico. È una scienza sociale (il suo laboratorio è la società). Per studiare i fenomeni reali in un mondo complesso, gli economisti creano dei modelli economici, in qualsiasi modello abbiamo una variabile esogena (se il suo valore è dato in un certo modello, è dato nell’analisi, è determinato da processi esterni al modello esaminato) e una variabile endogena (il suo valore è determinato internamente al modello). La microeconomia utilizza sempre gli stessi strumenti:  Ottimizzazione vincolata: quando un individuo vuole fare la scelta migliore tenendo conto di ogni possibile limitazione o restrizione sulle scelte. È formata da una funzione

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obiettivo (la funzione che il decisore vuole massimizzare o minimizzare) e i vincoli (i limiti imposti al decisore). I problemi dell’ottimizzazione vincolata possono essere risolti utilizzando la valutazione marginale, l’aggettivo marginale in micro indica come una variabile dipendente cambi come risultato di un incremento unitario della variabile indipendente. Il costo marginale misura l’impatto incrementale dell’ultima unità di una variabile indipendente sulla variabile dipendente, può essere visto come il tasso di variazione.  Analisi dell’equilibrio: è uno stato o una condizione che permane finché un fattore esogeno rimane costante  Statica comparata: usata per esaminare come un cambiamento in una variabile esogena può influire sul livello di una variabile endogena. Si compara un’istantanea iniziale, che dato un insieme di valori iniziali delle var. esogene, ci dà i livelli delle var. endogene, mentre una seconda istantanea ci dice come la var. endogena sia cambiata in risposta alla sollecitazione esogena.

Domanda e offerta Mercato: istituzione economica in cui un gruppo di produttori e consumatori acquistano e vendono un dato bene o servizio. Per istituzione si intende un insieme di regole, formali o informali, che regolano il mercato. I produttori (imprese) determinano l’offerta. I consumatori determinano la domanda. I mercati sono studiati nell’analisi della domanda e dell’offerta (ADO) che aiuta a comprendere come le condizioni economiche mondiali influiscono su prezzi e produzione di mercato; analizzare l’impatto delle politiche adottate; studiare come le tasse, i sussidi e le tariffe influiscono su consumatori e produttori. Quantità offerta: quantità che i produttori sono disposti a vendere sul mercato dato una serie di variabili. Queste variabili determinanti sono: il prezzo di mercato, costo dei fattori produttivi, tecnologia e aspettative. Legge dell’offerta: la quantità di offerta di un bene aumenta all’aumentare del prezzo del bene (l’aumento del prezzo aumenta i ricavi e così i produttori aumentano la produzione). La funzione matematica che approssima questa legge è la curva di offerta, ci dice per ogni prezzo la quantità che un’impresa è disposta a vendere, tenendo costanti le altre determinanti che influenzano l’offerta. Ha pendenza positiva. Sulle ascisse la quantità e sulle ordinate il prezzo. P

Qs= Qs (P) S (supply)

=> quantità offerta = funzione del prezzo

Q's > 0 (la derivata prima positiva)

p₁ q₁

Q

Ci possono essere dei movimenti lungo la curva, causati da variazione del prezzo sul mercato; e cambiamenti delle curva stessa, causati da una variazione delle altre determinanti dell’offerta (tecnologia, costo dei fattori produttivi e aspettative)

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p₂

p₂ q₂

q₂

q₁

q₁

Se i costi di produzione diminuiscono, le imprese possono produrre la stessa quantità ad un prezzo inferiore o una maggiore quantità allo stesso prezzo. La curva di offerta si sposta verso destra (da Sa S’).

Se il prezzo diminuisce, le imprese ridurranno la quantità prodotta. Movimenti lungo la curva di offerta.

Quantità domandata: è la quantità che i consumatori sono disposti a comprare, quella che effettivamente acquistano. Le variabili che influiscono su essa sono: il prezzo sul mercato, il reddito del consumatore, le preferenze del consumatore, i prezzi di altri beni e le aspettative del consumatore (un consumatore che lavora a tempo indeterminato ha una prospettiva di comprare di più rispetto a chi è disoccupato). Abbiamo una domanda derivata cioè che deriva dalla produzione e vendita di altri beni; e una domanda diretta che deriva dal desiderio dei compratori di consumare direttamente il bene stesso. Legge della domanda: la quantità domandata di un bene diminuisce all’aumentare del prezzo del bene stesso. Curva di domanda: indica la quantità aggregata di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare ai vari prezzi, tenendo fissi gli altri fattori. Ha una pendenza negativa. P

QD = QD(P)

p₁

&

Q'D < 0

D q₁

Q

Ci sono dei movimenti lungo la curva, causati da una variazione del prezzo; e ci sono dei movimenti della curva stessa, causati dalla variazione delle altre determinanti della domanda. Beni sostituti: quando la riduzione del prezzo di un bene causa una riduzione della quantità domandata di un altro bene Beni complementi: la riduzione del prezzo di un bene causa l’aumento della quantità domandata dell’altro bene

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P D

D'

p₂ p₁

q₁ Se il prezzo aumenta, i consumatori ridurranno la quantità domandata. Movimenti lungo la curva di domanda.

q₂

Q

La quantità domandata aumenta quando aumenta il reddito. Un reddito più elevato sposta la curva verso destra.

IL MECCANISMO DI MERCATO

Il punto dove si intersecano domanda e offerta è il punto di equilibrio (E) – la quantità offerta è uguale alla quantità domandata. Quando la quantità offerta è maggiore della quantità domandata si avrà un eccesso di offerta. Quando la quantità domandata è superiore alla quantità offerta si avrà un eccesso di domanda. In un libero mercato, il meccanismo di mercato è la tendenza del prezzo al variare fin tanto che il mercato non è in equilibrio. Quando un evento esterno cambia l’equilibrio di mercato, bisogna capire se causa uno spostamento della domanda o dell’offerta (o entrambe), bisogna capire in che direzione si sposta la curva e come lo spostamento influenza il prezzo e la quantità di equilibrio. Tutto questo è vero se siamo in un mercato PERFETTAMENTE COMPETITIVO. • Aumento della domanda + curva dell’offerta invariata = prezzo di equilibrio più alto e maggiore quantità d’equilibrio • Diminuzione dell’offerta + curva della domanda invariata = prezzo di equilibrio più alto e minore quantità d’equilibrio • Diminuzione della domanda + curva dell’offerta invariata = prezzo di equilibrio più basso e minore quantità d’equilibrio. • Aumento dell’offerta + curva della domanda invariata = prezzo di equilibrio più basso e maggiore quantità d’equilibrio.

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Elasticità Misura la sensibilità dei consumatori e produttori a variazioni delle condizioni di mercato. Misura la reazione dei consumatori e produttori, tanto maggiore, tanto è elastica. Definizione: è la variazione percentuale della quantità domandata/ offerta determinata dalla variazione del prezzo/ reddito di un punto percentuale. 1. Elasticità della domanda rispetto al prezzo. Misura la sensibilità della quantità domandata al prezzo; è la variazione percentuale della quantità domandata (Q) determinata dalla variazione del prezzo (P) di un punto percentuale.

EQ,P =

%∆𝑄

%∆𝑃

=

∆𝑄/𝑄 ∆𝑃/𝑃

=

∆𝑄 𝑃 ∆𝑃 𝑄

Il valore dell’elasticità deve sempre essere negativo, ciò rifletta il fatto che la curva di domanda ha pendenza negativa. Significato Classificazione La quantità domandata è Domanda perfettamente completamente insensibile al inelastica prezzo Tra 0 e -1 La quantità domandata è Domanda inelastica relativamente insensibile al prezzo -1 L’aumento percentuale della Domanda con elasticità quantità domandata è uguale unitaria al decremento percentuale del prezzo (variazioni uguali in valore assoluto) Tra -1 e - ∞ La quantità domandata è Domanda elastica relativamente sensibile al prezzo. -∞ Ogni incremento del prezzo si Domanda perfettamente traduce in una riduzione della elastica Sopra è nulla quantità domandata fino a zero, e ogni decremento del prezzo si traduce in un Sotto è infinita aumento all’infinito della quantità domandata (Dato il prezzo il consumatore è disposto a consumare qualsiasi quantità) La domanda è elastica per i beni di lusso, nel lungo periodo e quando ci sono beni sostituti. Valore di EQ,P 0

La domanda è inelastica per i beni primari, nel breve periodo e quando non ci sono beni sostituti. CURVA DI DOMANDA LINEARE (linea retta) => Q = a- bP

∆𝑄 ∆𝑃

= pendenza

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a e b sono costanti positive. “a” esprime gli effetti di tutti i fattori diversi dal prezzi, è un determinato punto della curva, è l’intercetta verticale. “b” riflette la misura in cui il prezzo di un bene influenza la quantità domandata. Quando devo tracciare il grafico devo invertire la funzione di domanda, il pezzo in funzione della quantità domandata. La curva di domanda inversa riferita alla curva di domanda lineare è: P=

𝑎 𝑏

-

1

𝑏

Q; il termine a/b è il

prezzo al quale la quantità domandata scende a 0. L’elasticità della domanda al prezzo per la curva di domanda lineare è:

∆𝑄 𝑃

𝑃

EQ,P = ∆𝑃 𝑄 = - b 𝑄 [La pendenza, –b, misura la variazione assoluta della

quantità domandata determinata da una variazione unitaria del prezzo; mentre questa elasticità misura la variazione percentuale della quantità domandata determinata da una variazione dell’1% del prezzo]. ELASTICITA’ PUNTUALE: elasticità di prezzo in un punto specifico della curva di domanda. ELASTICITA’ D’ARCO: elasticità di prezzo calcolata in un intervallo di prezzi. EQ,P =

∆𝑄ᴰ 𝑃 ∆𝑃 𝑄 ᴰ

CURVA DI DOMANDA CON ELASTICITA’ AL PREZZO COSTANTE: Q = a P ᵇ Dove a e b sono costanti positive e il termine “-b” rappresenta l’elasticità della domanda rispetto al prezzo lungo questa curva. L’elasticità puntuale sempre uguale a -1. 2. Elasticità della domanda rispetto al reddito: è il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del reddito, con il prezzo e tutti gli altri fattori costanti. Può essere positiva (indica che la domanda di un prodotto cresce al crescere del reddito del consumatore) o negativa (la domanda di un prodotto diminuisce al crescere del reddito del consumatore).

Eq,i =

∆𝑸/𝑸 ∆𝑰/𝑰

∆𝑄 𝐼

= ∆𝐼

𝑄

3. Elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo: il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata di un bene (i) e la variazione percentuale del prezzo di un altro bene (j). ∆𝑄𝑖 /𝑄𝑖 ∆𝑄𝑖 𝑃𝑗 EQi,Pj = = ∆𝑃𝑗 /𝑃𝑗 ∆𝑃𝑗 𝑄𝑖 Può essere negativa o positiva, se positiva l’aumento del prezzo del bene j fa aumentare la domanda del bene i => i e j sono beni sostituti. Se negativa, un prezzo più alto del prodotto j fa diminuire la domanda del prodotto i => beni complementi. 4. Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo: variazione percentuale della quantità offerta per ogni variazione percentuale del prezzo, mantenendo costanti tutti gli altri fattori da cui dipende l’offerta.

EQ,P =

∆𝑄ᴼ 𝑃

∆𝑃 𝑄ᴼ

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Per un prodotto è conveniente distinguere una curva di domanda di lungo periodo ( rif. al periodo di tempo nel quale il consumatore può adattare pienamente le proprie decisioni di acquisto a cambiamenti di prezzo) e una curva di domanda di breve periodo ( rif. al periodo di tempo in cui il consumatore non può adattare le proprie abitudini d’acquisto a cambiamenti di prezzo), la curva di lungo periodo è più orizzontale rispetto alla curva di breve. La curva di offerta di lungo periodo (rif. al periodo di tempo in cui il venditore po’ adattare le proprie decisioni d’offerta a cambiamenti di prezzo) è più piatta rispetto alla curva di offerta di breve periodo (dove il venditore non può adattare le sue decisioni d’offerta a cambiamenti di prezzi). Per i beni durevoli la domanda di mercato di lungo periodo è meno elastica rispetto a quella di breve periodo. Nel caso dei beni che possono essere riciclati, l’offerta di mercato nel lungo periodo può essere meno elastica rispetto all’offerta di breve periodo. Quando un modesto cambiamento dell’offerta ha un grande impatto sul prezzo di mercato del prodotto, la domanda di quel prodotto è molto probabilmente inelastica; quando un grande spostamento dell’offerta per un prodotto ha un impatto relativamente piccolo sul prezzo di mercato, la domanda per il prodotto è molto probabilmente elastica.

TEORIA DEL CONSUMATORE Descrive le scelta fatte dal consumatore: come allocare il proprio reddito tra i diversi beni e servizi al fine di massimizzare il benessere individuale. Tre componenti principali: 1. Preferenze del consumatore: dati due panieri (combinazione di beni e servizi acquistabili da un consumatore) qualsiasi, favoriscono delle indicazioni sulla desiderabilità dell’uno rispetto all’altro, ipotizzando che siano disponibili a costo zero. Le preferenze devono essere complete, il consumatore è in grado di assegnare un ordine di preferenza [A è preferito rispetto a B etc… ma ciò non significa che si consuma A perché dipende poi dal costo]; le preferenze sono transitive, così ciascuna scelta effettuata dal consumatore è coerente con l’altra [A>B, B>C allora A>C]; e infine vale il principio di non sazietà (“più è meglio”) o monotonicità, grazie al quale per un consumatore è meglio avere una quantità maggiore almeno di un bene. => le preferenze per essere razionali e coerenti devono essere complete, transitive e rispettare la non sazietà. Ordinamento ordinale: mette in ordine di preferenza i panieri ma senza indicare l’intensità delle preferenze. Per analizzare le scelte del consumatore è sufficiente. Ordinamento cardinale: misura quantitativa dell’intensità della preferenza di un paniere su un altro. Le 3 assunzioni ci permettono di rappresentare le preferenze con una funzione di utilità, che misura il grado di soddisfazione che un consumatore trae da ciascun paniere.  Caso di un solo bene: la funzione di utilità è U= U(y) dove y è la quantità del bene consumato. Tanto maggiore è y tanto maggiore è U. si è interessati a conoscere come varierà il livello di soddisfazione ∆U in risposta a un cambiamen...


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