Neoclassicismo Storia dell\'arte riassunto sintetico PDF

Title Neoclassicismo Storia dell\'arte riassunto sintetico
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Course Storia dell'arte 
Institution Università degli Studi di Udine
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Storia dell’Arte Neoclassicismo Autore: Canova Amore e Psiche Monumento funebre Maria Cristina d’Austria Autore: Jean Jacques David Giuramento degli Orazi La morte di MaratIl periodo neoclassicistaQuesto periodo va dal 1750 al 1810, in seguito nasce il movimento romantico; da un movimento raziona...


Description

Storia dell’Arte  Neoclassicismo



Autore: Canova Amore e Psiche Monumento funebre Maria Cristina d’Austria



Autore: Jean Jacques David Giuramento degli Orazi La morte di Marat

Il periodo neoclassicista Questo periodo va dal 1750 al 1810, in seguito nasce il movimento romantico; da un movimento razionale fondato sulla ricerca dell’ordine inizia un movimento basato sul sentimento. Neoclassicismo significa “ritorno al classicismo” romano e greco, lo stimolo che dà via a questo periodo è il ritrovamento a Pompei ed Ercolano, da parte di Winckelman, di alcune copie di statue greche e romane come l’Apollo. In questo periodo vi è una riscoperta della bellezza secondo la mitologia e gli eventi storici, in particolare il David rappresenta la storicità mentre Canova il mito. Gli autori neoclassicisti rappresentano le opere secondo un’ottica razionalistica, il personaggio è senza sentimento e passione, i momenti vengono rappresentati prima di avvenire e dopo l’avvenimento. Amore e Psiche

 Leggenda Amore e Psiche sono i due protagonisti di una nota storia narrata da Apuleio all'interno della sua opera Le Metamorfosi, anche se è considerata risalire ad una tradizione orale antecedente all'autore. La trama rispecchia tradizioni favolistiche note in tutti i tempi: la figlia minore di un re suscita l'invidia di Venere a causa della sua straordinaria bellezza, la quale manda suo figlio Cupido affinché la faccia innamorare dell'uomo più brutto della terra, ma il giovane, vedendola, se ne innamora e la porta con sé in un castello. Alla fanciulla, che ignora l'identità del dio, è negata la vista dell'amato, pena l'immediata separazione da lui. Tuttavia, istigata dalle due sorelle invidiose, Psiche non resiste al divieto e spia Amore mentre dorme: il giovane dio, svegliato da una goccia della candela che Psiche teneva in mano mentre l' osservava, fugge per non far più ritorno, ma quando Psiche lacerata dal dolore per la perdita dell' amato si getta da una rupe, un attimo prima che tocchi terra, Amore la prende fra le sue braccia così salvandola. La novella si conclude con le nozze e gli onori tributati a Psiche, assunta a dea. Amore e Psiche - Canova Museo del Louvre (1793-1800) L'opera rappresenta, con un erotismo sottile e raffinato, il dio Amore mentre contempla con tenerezza il volto della fanciulla amata, ricambiato da Psiche da una dolcezza di pari intensità.L'opera rispetta i canoni dell'estetica di Winckelmann. Le due figure sono infatti rappresentate nell'atto subito precedente al bacio, un momento carico di tensione, ma privo dello sconvolgimento emotivo che l'atto stesso del baciarsi provocherebbe nello spettatore.

La gestualità e il movimento introducono anche la dimensione del tempo eternizzato dall'artista in un attimo sublime, che rimane in sospeso. Anche i personaggi, nei corpi adolescenziali e con le loro forme perfette, sono idealizzati secondo un principio di bellezza assoluta e spirituale. Il gruppo scultoreo è posto, con il consenso dell'autore, su una pedana rotante, in modo che lo spettatore possa coglierne in pieno i pregi formali. Le due figure si intersecano tra di loro formando una X morbida e sinuosa che dà luogo ad un'opera che vibra nello spazio. La scultura è realizzata in marmo bianco, levigato e finemente tornito, sperimentando con successo il senso della carne, che Canova mirava a ottenere nelle proprie opere. La monocromia, in contrasto alla drammaticità e al pittoricismo barocco, è un canone del neoclassicismo che Canova riprende per menomare la carica espressiva. Monumento funebre a Maria Cristina D’Austria – Canova Augustinerkirche di Vienna (1798-1805) L’altro tema prediletto da Canova è la rappresentazione dei monumenti funerari, questi soggetti all’interno della sua contemporaneità sono frequenti anche grazie all’opera “Dei Sepolcri” di Foscolo. La commissione di questo grande cenotafio si deve a Alberto di Sassonia-Teschen, in occasione della morte della sua consorte Maria Cristina, nel 1798. L'obiettivo dell'opera è di rendere omaggio alla memoria di questa donna e alle sue molteplici virtù. L'opera si mostra come un'imponente piramide bianca aperta al centro da una buia apertura, verso la quale si dirige una triste processione. La rigidità dell'insieme caratterizza il nuovo orientamento artistico della scultura funeraria, abbandonando il movimento presente nella tradizione barocca di stampo berniniano. La piramide marmorea, oltre all'ingresso segnato da due massicci stipiti inclinati e da un architrave con scritto uxori optimae Albertus ("Alberto alla sua ottima moglie"), presenta sulla parte alta un medaglione col ritratto di Maria Cristina in bassorilievo, sostenuto dalla personificazione della Felicità, accompagnata a sinistra da un putto: questo elemento è il sostituto neoclassico della statua del defunto visibile nei monumenti barocchi. La processione sale da sinistra una breve gradinata; tutti i personaggi sono segnati da una mesta espressione e dal capo chino: si tratta della personificazione della Virtù sostenente il vaso delle ceneri tra due fanciulle; della Pietà che accompagna sotto braccio un vecchio cieco, che si sostiene con un bastone, affiancato a sinistra da una bambina. L'intera processione è seguita dalla scia di un drappo, che accompagna fino al buio interno, simbolo del mondo dei morti, a sottolineare la continuità tra vita e morte. Sulla destra due figure dormienti: un leone, simbolo della Fortezza, altra virtù di Maria Cristina, e, poggiato sul suo dorso, un genio alato dai dolci lineamenti che rappresenta il marito.

Il Giuramento degli Orazi - Il David (1784)

Museo del Louvre Il tutto si svolge in un freddo porticato di una domus romana in cui un raggio di luce illumina la scena principale che è spostata sulla sinistra. Sulla scena sono rappresentati i tre fratelli Orazi pronti al combattimento contro i Curiazi. I tre giovani giurano massima fedeltà e grande onore alla loro famiglia ricevendo in seguito le armi consegnate dal padre. I

personaggi sono contemporaneamente uniti, hanno le gambe divaricate e sembrano quasi tutt’uno. Il vecchio padre è al centro del punto di fuga, a destra in posizione arretrata c’è la madre degli Orazi che copre col suo velo i figli più piccoli, mentre le due cognate si guardano. Il momento cruento del combattimento non è mostrato, è rappresentato l’attimo precedente; le donne che assistono alla scena hanno un’espressione rassegnata. La scena è teatrale ed enfatizzata, l’eroe e la patria vengono esaltate. La morte di Marat – Il David ( 1793) Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles Jean-Paul Marat, detto l'Amico del popolo, è stato un politico, medico, giornalista e rivoluzionario francese. Tra i protagonisti della Rivoluzione francese, che egli sostenne con la sua attività giornalistica, politicamente vicino ai Cordiglieri, fu deputato della Convenzione nazionale francese dal 20 settembre 1792 e, dal 5 aprile 1793, fu eletto presidente del Club dei Giacobini. Fu assassinato dalla girondina Charlotte Corday. Marat viene ucciso nella sua vasca da bagno, Il David interpreta quest’eroe in maniera umile rappresentandolo in modo sobrio, quasi monastico, i pochi oggetti raffigurati rappresentano la povertà. Prima le ambientazioni di Marat erano realistiche, con cartine geografiche e la presenza dell’assassina, Il David rappresenta Marat in modo pienamente neoclassicista. Vi è una divisione dell’opera in due sezioni: la parte bassa del quadro rappresenta l’essere mentre quella alta il non essere; inoltre la verticalità del soggetto è contrapposta l’orizzontalità della morte. In quest’opera ci sono riferimenti alla “Pietà” di Michelangelo e alla “Deposizione del Cristo” di Caravaggio....


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