Title | Non chiederci la parola - Montale |
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Author | Chiara Carcione |
Course | Letteratura Italiana |
Institution | Università degli Studi di Siena |
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spiegazione della poesia "Non chiederci la parola" di Eugenio Montale...
NON CHIEDERCI LA PAROLA – Montale È il primo componimento della sessione “Ossi di seppia” e risale al 1923. È una sorta di manifesto, una dichiarazione di poetica rivolta al lettore che accomuna Montale ai poeti della sua generazione. Montale disprezza/invidia l'uomo sicuro di sé, gli manca la stabilità che gli conferirebbe un'identità. La “parola” nell'ultima strofa diventa “formula” (= certezza di significato). I poeti non hanno la certezza di significato, invece della formula chiara possono dare solo una SILLABA STORTA (“secca come un ramo” - correlativo oggettivo). Il CROCO è un fiore giallo e in mezzo alla polvere si vede poco (esso richiama la Ginestra di Leopardi). Oggi i poeti non possono dare un messaggio positivo come in passato, i poeti non hanno più il dono della spiegazione. I poeti non sono quello che vorrebbero essere e non vogliono quello che sta succedendo. Nella prima e nella terza strofa, Montale fa l'identikit del lettore di poesie che pende dalle labbra del poeta e ha fiducia che lui gli dia delle risposte → ma Montale stronca questa convinzione che gli uomini hanno sui poeti. Perché gli uomini hanno questa aspettativa sui poeti? Perché il poeta, come Dio, crea → la poesia vuol dire creare, la poesia crea un linguaggio....