Non per profitto - Riassunto dettagliato e completamente sostitutivo del libro PDF

Title Non per profitto - Riassunto dettagliato e completamente sostitutivo del libro
Course Didattica della letteratura italiana (se
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Riassunto dettagliato e completamente sostitutivo del libro ...


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RIASSUNTO DEL LIBRO “NON PER PROFITTO” di Martha Nussbaum Introduzione – Tullio de Mauro Libro muove dal confronto tra le tradizioni e i sistemi educativi di due paesi soprattutto, Stati Uniti e India> importante anche per capire il ruolo dell’educazione nelle società contemporanee. CI richiama alla complessità di ciò che chiamiamo scuola o educazione n.b scuola sistema compplesso, eterogeneo, connesso da legami diversi con differenti società, culture, saperi, tradizioni nazionali…>> intrico di rapporti che si annodano intorno alla scuola: N. analizza i rapporti di influenza che le opinioni dominanti in materia educativa hanno sulle politiche scolastiche e d’altra parte, le influenze che a sua volta il sistema educativo ha o può avere sullo sviluppo economico e politico delle società. Al centro della sua analisi: il ruolo che la classicità/la presenza e conoscenza del passato hanno nell’acquisizione di una visione e coscienza storica necessarie alla formazione intellettuale e civile delle giovani persone del mondo di oggi. Giornalista americano (Samuelson) convinto vi sia una stretta relazione tra scuola e sviluppo economico-> N vuole mettere in discussione ciò: MA ciò non significa negarlo, come molti fanno dicendo che “la cultura non si mangia” ma analizzarlo e leggerlo nella complessità delle vicende educative e storiche. dappertutto la scolarizzazione ha spinto in alto il reddito> collegamenti tra aumento scolarizzazione di massa e sviluppo pil> ma ritorno sul reddito è alto nei paesi avanzati; meno della metà nei paesi a basso reddito (es Africa, America Latina) > Samuelson sosteneva come questo dimostrasse i limiti della scuola a compensare i problemi fuori dalla classe, famiglie rotte (?), violenza di strada, indifferenza all’educazione>>> non di sola scuola vive lo sviluppo economico, MA di più complicate politiche di investimento che migliorino le condizioni in cui le scuole operano perché esse agiscano più positivamente sullo sviluppo.

 visione semplificata e meccanica di rapporti scuola e sviluppo economico poco adeguata ed ha effetti perversi sull’idea che ci si fa della scuola. Alcuni hanno iniziato a sostenere in America l’importanza di innovazione tecnologica e hard sciences> tecniche e scienze, a discapito di quelle materie considerate inutili A partire da anni 70 del 900 anche in Europa l’ondata scientifica ha spinto diversi paesi europei decidere di contrarre il ruolo dello studio delle lingue classiche nella formazione mediosuperiore o con un indirizzo ginnasiale, umanistico specifico; o escludendo il greco e con la presenza di latino come materia opzionale, riducendo ore> anche quando si è mantenuto insegnamento pessimo>> tsunami anticlassicista (e antistorico)  N in libro propone diverse tesi contro scelta anticlassicista un sistema scolastico nel mondo di oggi non può badare solo a far crescere il Pil,

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posto che ci riesca.--> oggi più che ieri un sistema scolastico deve educare persone capaci di vivere la vita di società democratiche Citazione (Donne)> nessun umano è un’isola, intero in sé stesso; ognuno è un pezzo di continente, una parte del tutto. Se una zolla è levata via dal mare, l’Europa si fa più piccola, come se fosse sparito un promontorio, o il maniero di un tuo amico o la tua stessa dimora. La morte di ogni uomo mi diminuisce, perché io sono coinvolto nell’umanità. E dunque non cercare mai di sapere per chi suona la campana, essa suona per te. >> importante educare a ciò nella società di oggi, così in movimento: cittadini responsabili, conoscenza e comprensione dell’altro, del lontano nello spazio e nel tempo [NUOVI SCENARI]  Formazione a conoscenza geostorica di taglio antropologico e critico, e in ciò importanza di classici, portatori eccellenti di visioni del mondo che hanno condizionato alle radici la nostra cultura. + Argomentazione linguistica che suggerisce di formare le persone alla conoscenza e al gusto delle tradizioni classiche: nostre lingue europee sono intrise di latino e attraverso il latino di greco Questo testo si propone di dimostrare che le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica. Purtroppo, l’uomo morale, l’uomo compiuto, sta sempre più cedendo il passo, quasi senza accorgersene, all’uomo mercante, l’uomo dall’orizzonte limitato. Questo processo sta causando la rovina dell’equilibrio morale e sta dando vita ad organizzazioni prive di anima. Oramai in troppe scuole la preparazione punta su un tipo di cose che anche una macchina ben programmata riesce a fare meglio di un essere umano. Viene così messo da parte lo scopo principale dell’istruzione, il raggiungimento di una vita ricca di significato. Appare evidente che la presenza e la conoscenza del passato sono necessarie alla formazione intellettuale e civile dei giovani nel mondo di oggi. Purtroppo invece i rapidi progressi scientifici degli ultimi secoli hanno portato ad una visione meccanica dei rapporti tra scuola e sviluppo economico e quindi si è pensato che la scuola dovesse dare più importanza alle tecniche e alle scienze trascurando lo studio di quelle cose inutili che sono i classici e più in generale la storia . Un sistema scolastico nel mondo di oggi non può badare soltanto a far crescere il prodotto interno lordo, non può concentrarsi solo su quelle materie che sembrano in un rapporto più diretto con la crescita economica. Oggi più di ieri un sistema scolastico deve educare persone capaci di vivere la vita di società democratiche. La complicata storia recente del mondo, che intreccia terre e popoli diversi, obbliga i sistemi educativi a formare cittadini responsabili e non sudditi, individui che siano disponibili ad un’autentica comprensione dell’altro, alla reciprocità, all’ascolto, allo scambio. Non può più bastare una formazione cronachistica o erudita ma occorre una preparazione di taglio antropologico e critico. Un fatto non secondario è che le nostre lingue europee sono intrise di latino e, attraverso il latino, di greco. Le nostre parole, le parole delle nostre lingue europee, sono nate all’interno della

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tradizione greco-latina e l’inglese è la più latina e neolatina delle lingue europee. Ciò che è interessante è che nei paesi arabi tutti si rendono conto che l’istruzione tecnica o la sola istruzione scientifica non bastano perché questi tipi di istruzione sono ossessionate dall’inseguimento delle ultime novità. Dobbiamo invece tener presente che sono estremamente necessarie la conoscenza dei classici ed un’autentica educazione letteraria, storica e filosofica. Tutto ciò è ancora più urgente se si pensa all’istupidimento indotto dalle società consumistiche ed alla corsa ai beni materiali che diventano padroni dell’anima.

CAPITOLO PRIMO – LA CRISI SILENZIOSA Ci troviamo nel bel mezzo di una crisi molto profonda: non ci si riferisce allla crisi economica, ben conosciuta da tutti e su cui i governi stanno cercando di porre soluzioni ma una crisi silenziosa, che passa inosservata ma che rischia di essere ben più dannosa per il futuro della democrazia> la crisi mondiale dell’istruzione.  radicali cambiamenti riguardo a ciò che le società democratiche insegnano ai loro giovani, e su tali cambiamenti non si riflette abbastanza. Le nazioni sono sempre più attratte dall’idea del profitto; esse ed i loro sistemi scolastici stanno mettendo da parte senza criterio tutti quei saperi che sono indispensabili a mantenere viva la democrazia. Se questa tendenza dovesse continuare, i paesi di tutto il mondo ben presto produrranno generazioni di docili machine anziché cittadini a pieno titolo, in grado di pensare da sé, criticare la tradizione e comprendere il significato delle sofferenze e delle esigenze delle altre persone. In tutto il mondo gli studi umanistici ed artistici vengono ridimensionati nell’istruzione primaria, secondaria e universitaria. I saperi umanistici vengono visti dai politici come fronzoli superflui in un’epoca in cui le nazioni vogliono eliminare tutto ciò che in apparenza non serve a restare competitivi sul mercato globale. In altre parole, ciò che conta sembra essere solo il profitto mentre una vera educazione non ha niente a che fare col profitto ma si basa sul pensiero critico, sugli ideali, sull’immaginazione. Oggi il pensiero creativo e critico è sotto attacco perché i governi preferiscono inseguire il profitto a breve termine. I governi preferiscono inseguire il profitto a breve termine garantito dai saperi tecnico-scientifici più idonei a tale scopo. Siamo sempre più alla ricerca dei beni che ci piacciono, ci proteggono e ci fanno stare comodi; siamo preoccupati solo del nostro “rivestimento materiale”. MA Ci stiamo dimenticando dell’anima, di cosa significa per il pensiero uscire dall’anima e unire la persona al mondo in una maniera ricca e complessa; ci stiamo dimenticando di cosa significa considerare un’altra persona come un’anima, anziché come un semplice strumento utile per realizzare i propri progetti. Sono le capacità di pensiero e di immaginazione che ci rendono umani, e che fanno delle nostre relazioni qualcosa di umanamente ricco, non le relazioni basate sulla manipolazione. La democrazia è

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destinata a cadere se non viene costruita sul rispetto e sulla cura, sulla capacità che noi abbiamo di provare pensieri ed emozioni, su ciò che abbiamo fino a qui detto, di vedere le persone come esseri umani e non ogget. Al contrario oggi si ricerca solo la crescita economica e non ci si pongono troppe domande su dove va l’istruzione e su dove vanno le società democratiche. La spinta al profitto induce molti leader a pensare che la scienza e la tecnologia siano fondamentali per il futuro dei loro paesi. Certamente una buona istruzione tecnico-scientifica è fondamentale ma essa non può portare a trascurare altre capacità fondamentali come quella di pensare criticamente, di mettersi in ascolto dell’altro, di condividere i problemi dell’altro. L’istruzione quindi non può essere solo orientata al profitto ma deve assolutamente essere orientata a realizzare una cittadinanza più inclusiva. Ciò fondamentale anche per salute di qualsiasi democrazia al suo interno e per la creazione di una cultura mondiale in grado di affrontare con competenza i più urgenti problemi del pianeta. Tali capacità associate a studi umanistici e artistici:   

capacità di pensare criticamente capacità di trascendere i localismi e affrontare i problemi mondiali come “cittadini del mondo” capacità di raffigurarsi simpateticamente la categoria dell’altro

In realtà anche l’istruzione orientata al profitto dovrebbe basarsi sullo spirito umanistico, cioè sulla ricerca del pensiero critico, sulla sfida dell’immaginazione, sulla vicinanza empatica alle esperienze umane più varie. La scienza, studiata correttamente, è amica degli studi umanistici e non certo loro nemica. Anche questi studi possono sviluppare spirito umanistico: stimolo delle capacità di pensiero critico, analisi logica e immaginazione. N.b. lei parlerà considerando soprattutto due realtà: Stati Uniti, dove vive e insegna // India: dove ha condotto gran parte della sua recente ricerca sulla formazione>> India tiene una gloriosa tradizione di istruzione umanistica e artistica, illustrata soprattutto nelle idee e nell’operato del grande Tagore, che gettò le fondamenta della nazione democratica in Europa e Stati Uniti (n.b. riguardo a stati uniti parlerà molto anche di esperimenti educativi es uso metodo socratico, …). Certamente la formazione non ha luogo soltanto a scuola ma deve svolgersi anche all’interno delle famiglie> una politica pubblica sensibile a ciò dovrà prendere in considerazione il sostegno delle famiglie nell’impegnativo compito di sviluppare le capacità dei bambini. Anche cultura dei pari e norme sociali e istituzioni politiche hanno una funzione importante, influendo in lavoro svolto da scuole e famiglie. N.b. scuola non prepara solo a cittadinanza ma anche al lavoro e, cosa molto importante a una vita dignitosa, degna di essere vissuta> e studi umanistici e artistici molto importanti per ciò. Va ripetuto ancora una volta che bisogna assolutamente perdere l’ossessione della crescita economica e riscoprire l’importanza di una educazione ai valori ed al pensiero critico perché solo così le democrazie potranno mantenersi vive e salde. La capacità di cogliere i problemi dell’altro

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deve essere aumentata perché vi sono già troppe divisioni all’interno della società moderna. Non dobbiamo essere costretti a scegliere una forma di educazione che promuove il profitto e una forma di educazione che alimenta una buona cittadinanza. Un’economia fiorente richiede le stesse qualità formative che rafforzano la buona cittadinanza. Innanzitutto, è fondamentale che tutti i cittadini abbiano le stesse possibilità di accedere all’istruzione di qualità dal momento che in molti paesi in via di sviluppo ci sono differenze impressionanti tra maschi e femmine, ricchi e poveri, città e campagna. >> nessun sistema educativo funziona bene se reca vantaggi sono alle elite benestanti: disparità di accesso a istruzione di qualità è una problematica scottante in tutte le democrazie moderne, ancora più eclatanti in molti paesi in via di sviluppo. CAPITOLO 2 – ISTRUZIONE PER PROFITTO, ISTRUZIONE PER DEMOCRAZIA Per pensare a un’educazione alla cittadinanza democratica dobbiamo pensare a cosa sono le nazioni democratiche, e per cosa lottano. Cosa significa dunque progredire per una nazione? Ci dobbiamo allora interrogare su che cosa sia il vero progresso per una nazione. Secondo un certo modo di vedere, progredire significa aumentare il prodotto interno lordo (Pnl> prodotto nazionale lordo), cioè i guadagni complessivi di una nazione. Questo indicatore del successo nazionale è da decenni il criterio impiegato da tutto il mondo dagli economisti per valutare la qualità della vita di un paese, come se costituisse la rappresentazione più valida della qualità della vita di un paese nel suo complesso. = Secondo questo modello di sviluppo l’obiettivo a cui una nazione deve tendere consiste nella crescita economica. Non appare alcun interesse per l’equità sociale, per la costruzione di una democrazia stabile, per un vero miglioramento della qualità della vita degli esseri umani. Va ripetuto che ricchezza non significa sviluppo perché, ad esempio, il Sudafrica dell’apartheid era in cima agli indici dello sviluppo: c’era molta ricchezza in Sud Africa, e il vecchio modello di sviluppo riconosceva questo successo, e lo premiava ignorando completamente le impressionanti disparità distributive, il brutale regime di segregazione e le carenze nei servizi sanitari ed educativi che lo accompagnavano. (gli studi empirici hanno finora dimostrato che libertà politica, salute e istruzione sono scarsamente correlati alla crescita) Oggi questo modello è rifiutato da molti teorici dello sviluppo e tuttavia continua a informare numerose politiche specialmente quelle promosse da Usa. I sostenitori del modello economico (vecchio modello) amano dire che la crescita economica porterà automaticamente tutto il resto: sanità, istruzione, diminuzione delle disuguaglianze sociali ed economiche. Tuttavia, per adesso non sembra che questo ragionamento porti a questi risultati: es le conquiste nella sanità e nell’istruzione restano ben scarsamente correlate alla crescita economica>> produrre crescita economica non ha prodotto e non produce democrazia. Inoltre, questo modello non porta necessariamente alla formazione di una popolazione sana, impegnata ed istruita, in seno alla quale le opportunità di una buona vita siano alla portata di tutte le classi sociali.

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 Nonostante ciò tutti vogliono la crescita economica e la tendenza è anzi verso una sempre maggiore fiducia nei confronti di quello che chiama “vecchio paradigma”, piuttosto che verso una prospettiva più complessa e articolata di ciò che le società dovrebbero cercare di conseguire per le persone. >> in entrambe le realtà nazionali che l’autrice ha deciso di analizzare, India e America, emerge l’opposizione a queste tendenze > ma in nessuna delle due le politiche sono state ripensate con sufficiente chiarezza in termini di sviluppo umano. -> hanno davvero i due paesi scelto un paradigma di sviluppo umano in contrapposizione a un paradigma di crescita economica adattato ai fini distributivi. Tuttavia, entrambe le nazioni hanno una costituzione in cui si protegge dalla tirannia un nucleo di diritti fondamentali che non possono essere abrogati, anche se si vuole pensare solo all’economia (nemmeno nella prospettiva di enormi vantaggi economici). Entrambi i paesi garantiscono una gamma di diritti civili e politici e assicurano a tutti i cittadini l’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzioni di razza, sesso o appartenenza religiosa. L’elenco indiano comprende anche l’istruzione obbligatoria primaria e secondaria e il diritto a sollevarsi dalle condizioni più misere (una vita dignitosa).  sia stati uniti che india rifiutano idea che per una nazione il modo giusto di progredire consista semplicemente nella ricerca di massimizzazione della crescita economica. (questo ad esempio sostenuto da nazioni europee che destinano i fondi alle facoltà scientifiche e tecniche e li tagliano drasticamente a quelle umanistiche / Usa non hanno mai avuto un modello di formazione scolastica puramente orientato alla crescita economica> diversamente da molti altri paesi gli Usa hanno un modello di istruzione universitaria basato sulle discipline umanistiche -> quando si accede nei college o nelle università non si studia una solo materia ma soprattutto i primi anni gli studenti frequentano un gran numero di corsi, soprattutto materie umanistiche (questo anche in grado secondario).> il modello umanistico è ancora abbastanza solido ma si trova sotto attacco in questi tempi di difficoltà economica. Altro aspetto della tradizione formativa statunitense che rifiuta ostinatamente l’assimilazione all’approccio orientato alla pura crescita economica è il suo tipico accento sulla partecipazione attiva del bambino alla ricerca e alla problematizzazione>>> Se si pensa a due continenti come l’India e l’America vi sono altre riflessioni da fare. Questi continenti ultimamente stanno dando molta importanza allo sviluppo economico ma facendo ciò stanno dimenticando che nei loro paesi vi sono stati dei pedagogisti che invece hanno dato estrema importanza al sapere: in India non si può dimenticare la figura di Tagore, in America quelle di Dewey e Alcott. A dire il vero anche in Europa nello stesso periodo abbiamo importanti pedagogisti che condividono tutti le stesse idee: Froebel in Germania, Pestalozzi in Svizzera e Maria Montessori in Italia; Rousseau. Secondo questi pensatori la formazione non consiste nell’assimilazione passiva di fatti e tradizioni culturali, bensì nell’abituare la mente a diventare attiva, competente e responsabilmente critica verso le diversità del mondo>> vs idea di bimbi seduti in proprio banco tutto il giorno che semplicemente assorbivano, per poi riproporre a memoria tutto il materiale che veniva loro somministrato. Questa idea di apprendimento attivo,

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che prevede l’adesione ad un tipo di pensiero e ragionamento critico che ha le sue lontani radici in Socrate non si può conciliare con un insegnamento meccanico e con test standardizzati. Ecco perché in America, nonostante tutto, questo modello di istruzione critica resiste ancora mentre in India sta cominciando ad entrare veramente in crisi. (questo modello ha influenzato moltissimo in America) per il momento, non esiste negli stati uniti un modello di istruzione puramente finalizzato alla crescita economica. L’india è più prossima ad averne uno, nonostante influsso di Tagore, che cercò di costruire la sua scuola su idea di pensiero critico e sensibilità empirica, che fondò una università incentrata su un modello di formazione umanistica interdisciplinare, le università indiane d’oggi, come quelle europee, sono strutturate su un modello basato su una singola materia, piuttosto che sul paradigma delle arti liberali. Scuole di Tagore oggi hanno perso loro particolarità, loro principi pedagogici uniformandosi a resto delle scuole >> modello di apprendimento tanto rifiutato da Tagore, con bambini che apprendono passivamente, ormai è molt...


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