Psicologia Sociale - Riassunto completo e dettagliato del libro PDF

Title Psicologia Sociale - Riassunto completo e dettagliato del libro
Author Jessica Poggi
Course Psicologia sociale
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Riassunto completo e dettagliato del libro...


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PSICOLOGIA SOCIALE CAPITOLO 1 - CHE COS’È LA PSICOLOGIA SOCIALE? La psicologia sociale è il ramo della psicologia che studia l’interazione tra le persone: manifestazioni, cause, conseguenze e processi psicologici coinvolti. Secondo Allport la psicologia sociale è l’indagine scientifica di come pensieri, sentimenti e comportamenti degli individui siano influenzati dalla presenza oggettiva, immaginata o implicita degli altri. Ovviamente ciò porta a distinguere la psicologia sociale dalle altre discipline della psicologia grazie a:  Presenza oggettiva: è la presenza fisica di altre persone  Presenza immaginata: immaginare di essere in presenza di altre persone  Presenza implicita: l’interazione umana attribuisce significato alle cose Norme: Uniformità negli atteggiamenti e nei comportamenti che definiscono l’appartenenza a un gruppo e differenziano i gruppi tra di loro. La psicologia sociale differisce dalle discipline affini o correlate: a differenza della antropologia o della sociologia essa si concentra sull’interazione sociale tra gli individui o i gruppi, focalizzandosi sul ruolo dei processi psicologici che si attivano nella mente dell’individuo. LIVELLI DI SPIEGAZIONE Il riduzionismo consiste nella spiegazione di un fenomeno attraverso il linguaggio e i concetti propri di un livello di analisi inferiore, solitamente con una conseguente riduzione della capacità esplicativa. In pratica la società viene spiegata in termini di gruppi, i gruppi in termini di processi interpersonali e così via, il problema è che la teoria non è in grado di proporre una risposta alla domanda scientifica di partenza, se il livello di analisi non si sintonizza con il livello a cui la domanda è stata posta essa rimane senza risposta. La psicologia sociale è stata considerata riduzionista per natura in quanto cerca di spiegare il comportamento sociale rimandandolo ai processi cognitivi e motivazionali. Doise: ipotizza una soluzione al problema, si accetta che esistono differenti livelli di spiegazione, ma sforzarsi di costruire teorie che integrino formalmente concetti provenienti da diversi livelli. Quindi la psicologia sociale si è sviluppata in modo tale da divenire il punto di intersezione delle altre discipline, essa è influenzata e influenza sviluppi e prospettive esterne diventando così materia interdisciplinare che regolamenta ed è regolamentata da altre discipline come la sociologia e la antropologia sociale, ovviamente questo è uno dei suoi punti di forza FARE PSICOLOGIA SOCIALE La gamma dei temi è enorme: conformismo, potere, pregiudizio, discriminazione, stereotipo, negoziazione, sessismo e razzismo, i gruppi, le categorie sociali, le relazioni intergruppo, etc. etc. Problema legato alla definizione della psicologia sociale attraverso i suoi temi: non descrive con efficacia come la psicologia sociale studi i fenomeni a cui è interessata perché si focalizza solo sull’interazione sociale e sui processi psicologici che avvengono nella mente dell’individuo SCIENZA La psicologia sociale è una scienza: la Scienza è metodo di studio della natura che include la raccolta di dati per verificare le ipotesi, da ciò si può trarre una teoria che, secondo il metodo scientifico, nessuna teoria è vera solo perché logica, l’insieme di concetti e principi correlati che spiegano un fenomeno devono essere pubblicamente verificabili. Infine gli psicologia sociali sviluppano prima delle ipotesi poi raccolgono i dati per verificare se le ipotesi sono corrette (verificaili empiricamente sui rapporti di relazione e di causaeffetto). L’analisi dei dati raccolti detta la validità delle ipotesi. VERIFICA DELLE IPOTESI Il metodo scientifico utilizzato dagli psicologi sociali consiste nella possibilità che qualcun altro replichi gli effetti osservati, il che li protegge da inganni. Esistono due ampie tipologie di metodi: sperimentale e non sperimentale: la scelta di un metodo appropriato è influenzata da fattori che hanno a che fare con la natura dell’ipotesi indagata: la veridicità della nostra ipotesi aumenta se confermata da differenti gruppi di ricerca, qui il pluralismo metodologico aiuta a ridurre al minimo la possibilità che la conclusione derivi da un particolare metodo: ovviamente la ripetizione da parte di gruppi di ricerca diversi aiuta a evitare la tendenza sistematica alla conferma, un ricercatore può darsi che si faccia coinvolgere talmente tanto che perde obiettività nell’interpretazione dei

dati. Intuizioni basate su conoscenza precedenti, esperienze personali o osservazioni -> Teoria del comportamento sociale -> previsioni derivanti dalla teoria cioè ipotesi -> Ricerca empirica: previsioni confermate: Crescita di fiducia nella teoria previsioni non confermate: diminuzione di fiducia nella teoria -> rifiuto della teoria/modificazione della teoria ESPERIMENTI Un esperimento è la messa alla prova di un’ipotesi in cui si fa qualcosa per osservarne l’effetto su qualcos’altro. La sperimentazione sistematica o causale, è il più importante metodo della ricerca attraverso la quale miglioriamo la conoscenza del proprio mondo per indagare gli effetti su una o più variabili dipendenti. Il metodo sperimentale richiede l’intervento sotto forma di manipolazione di una o più variabili indipendenti ovvero su aspetti della situazione che cambiano in modo spontaneo o che possono essere manipolato dallo sperimentatore per avere effetti su una variabile dipendente. La sperimentazione però non è semplice: manipolando una variabile bisogna essere attenti a non manipolare qualcosa d’altro che potrebbe essere causa dell’effetto prodotto. Confusione: in cui due o più variabili indipendenti covavano in modo tale che è impossibile quale è la causa dell’effetto (es: genere e rumore ambientale) Effetto soffitto: quando le variabili rendono improbabile l’effetto desiderato Effetto pavimento: quando le variabili favoriscono l’effetto desiderato Caratteristiche della richiesta: elementi di un esperimento che sembrano “richiedere una certa risposta” Sarà difficile per uno psicologo sociale sperimentare in un laboratorio scientifico, tutta via un esperimento in laboratorio è dato dalla possibilità di controllare la situazione in modo che le manipolazioni risultino pure e non confuse, nel limite del possibile e in base ai fenomeni che si intende osservare (ovviamente fuori lab. alcune manipolazioni avrebbero valore aggiunto) ALTRI METODI DI RICERCA La sperimentazione rimane comunque il metodo preferito di ricerca sociale però quando la sperimentazione è impossibile o inappropriata si utilizzano una serie di metodi non sperimentali:  Correlazione: Fenomeno per cui i cambiamenti in una variabile si combinano in modo attendibile a quelli in un’altra variabile, senza che sia possibile stabilire quale delle due variabili abbia causato il cambiamento. La correlazione tra variabili quindi ci permette di trarre conclusioni sul rapporto causa effetto.  Ricerca di archivio: metodo non sperimentale utile per indagare fenomeni ampiamente diffuse su larga scala riconducibili a tempi passati, basato sopratutto sulla collezione di dati raccolti da altri  Studi di un caso: Analisi approfondite di un singolo caso, adatti per fenomeni rari che non possono essere riprodotti in laboratorio, si utilizzano quindi numerose tecniche di analisi e di interviste aperte e di questionari. Purtroppo però questa teoria trova delle difficoltà in quanto esiste una Paura del giudizio che può portare una facilitazione sociale  Analisi del discorso: l’attenzione si rivolge maggiormente a ciò che le persone dicono dentro un discorso, raccogliendoli si possono analizzare e nel linguaggio naturale si possono comprendere i significati e le connotazioni di un discorso. Ovviamente al ricercatore è richiesta grande esperienza.  Ricerca basata sull’inchiesta: Metodo in cui un ampio campione rappresentativo di persone risponde a domande dirette sui propri atteggiamenti o comportamenti.  Ricerca sul campo: Raccolta di dati sul comportamento umano o animale in un ambiente naturale. Eccellente per indagare sequenze di azioni spontanee in un contesto naturale. Soggetta alle tendenze sistematiche dell’osservatore e alle distorsioni dovute alla involontaria influenza del ricercatore sui partecipanti monitorati. CAPITOLO 2 – PENSIERO SOCIALE COME SI FORMANO LE NOSTRE IMPRESSIONI SUGLI ALTRI: Cognizione sociale: Processi e strutture cognitive di natura consapevole o inconsapevole che influenzano il comportamento sociale e ne sono influenzate. Anni 60: nuovo approccio di ricerca, coerenza cognitiva: modello di cognizione sociale secondo cui le

persone cercano di ridurre l’incoerenza tra i pensieri e i comportamenti modificando quindi i propri atteggiamenti. Ta qui la teoria prese piede per una tolleranza nei confronti dell’incoerenza cognitiva: scienziato ingenuo secondo cui le persone hanno la necessitò di attribuire specifiche cause ai comportamenti e agli eventi per dare un senso all’agire. Questo modello sta alla base delle teorie attribuzionali: ovvero un processori individuazione di una causa alla base del nostro comportamento o di quello degli altri. Ovviamente ciò è realizzabile se le persone fossero razionali e scientifiche nell’analizzare cause ed effetti. Comunque sia, le persone non sono scienziati molto scrupolosi neppure in situazioni ideali e prendono scorciatoie cognitive meno complesse e faticose in grado di produrre comportamenti generalmente adattivi: una sorta di economizzatore cognitivo (Nisbett e Ross 1980) Showers e Cantor svilupparono ulteriormente questa affermazione sviluppando la motivazione presentando così il pensiero come tattico motivato ovvero le persone dispongono di molteplici strategie cognitive che selezionano in funzione di obiettivi motivi e necessità. Da qui anche lo sviluppo più recente della neuroscienza sociale: indagine sulle basi neurologiche dei processi tradizionalmente esaminati dalla psicologia sociale. Secondo il Modello dell’individuo come elaboratore di informazioni, la cognizione:  Agisce come il programma di un computer  Che serve a elaborare, comprendere e memorizzare informazioni percettive  Pianificare il comportamento La conoscenza sociale è frutto di un complesso intreccio tra ciò che sta fuori di noi (la realtà) e ciò che la nostra mente attivamente costruisce e organizza. La percezione umana non “riproduce” la realtà esterna, ma la “ricostruisce” (Bartlett, 1932; Koffka, 1935) 2.1.1 QUALI IMPRESSIONI SONO IMPORTANTI?  Impressioni: Processo attraverso il quale organizziamo le informazioni relative ad un individuo in una struttura coerente di conoscenze, dove coerente non significa accurato.  Modello configuazionale: Secondo Salomon Asch le persone sono concepite come unità psicologiche, le diverse informazioni sono ricondotte ad un nucleo interpretativo unificante cioè una Gestalt (configurazione), che definisce il significato dei singoli elementi. Nelle nostre menti alcuni attributi sono fortemente correlati a un gran numero di altri attributi:  Tratti centrali: tratti che hanno un’influenza sproporzionata sulla configurazione delle impressioni finali. (Caldo/Freddo Vs Generoso (ovviamente sarà caldo))  Tratti periferici: tratti che hanno un’influenza poco significativa sulla configurazione delle impressioni finali. (Diplomatico/Diretto la differenza non è netta, una pers. gen. può essere sia diplomatica che diretta.) Quindi i tratti centrali sono quelli che in maniera intrinseca presentano alte correlazioni con altri tratti che ovviamente è direttamente collegata al contesto: caldi e buono è direttamente collegabile rispetto ad altre dimensioni. G. Kelly (1955): le persone hanno convinzioni idiosincratiche e durature, definite costrutti personali: ovvero modi personali e idiosincratici con cui si rappresentano gli altri. (es: io li riordino in base all’Humor, altri in base all’intelligenza) D.Schneider (1973): le persone possono anche formulare più teorie implicite della personalità integrate: ovvero modi personali e idiosincratici con cui si rappresentano gli altri e si spiega il loro comportamento, quindi principi generali riguardanti caratteristiche della persona si combinano insieme per formare diversi tipi di personalità. Le impressioni che si hanno su qualcuno sono influenzate dall’ordine in cui si ricevono informazioni al suo riguardo: (il primo è più comune del secondo)  Effetto primacy: Le informazioni comunicate per prime hanno un’influenza sproporzionata sulla cognizione sociale. (Asch=maggiore propensione vs persona descritta intelligente operosa)  Effetto recency: Le informazioni comunicate per ultime hanno un’influenza sproporzionata sulla cognizione sociale. (capita perché si prestano scarse capacità cognitive o c’è poca motivazione)

2.2 SCHEMI E CATEGORIE Schema: è un insieme circoscritto e coerente di cognizioni interconnesse che ci permette di comprendere rapidamente una persona, situazione,evento o luogo sulla base di informazioni limitate: struttura cognitiva che rappresenta la conoscenza di un concetto o di un tipo di stimolo, inclusi i suoi attributi e le loro relazioni. Gli schemi agiscono in due modi:  Top down/deduttivo: generano rapidamente un’impressione sulla base di preconfezioni o conoscenze preacquisite.  Bottom-up/induttivo: informazioni acquisite direttamente dal contesto immediato e formano un’impressione accurata. Esistono schemi però in grado di amplificare le conoscenze e le informazioni che ci mancano:  Schemi di persona: Contengono le informazioni utilizzate per descrivere le persone in base a tratti di personalità (simpatico, aggressivo) o altre caratteristiche che le distinguono (studente di psicologia, gli piace il caffè, gioca a scacchi). Inducono aspettative che influenzano il ricordo di azioni o la comprensione di nuove informazioni. Es: ricerca di Zadny e Gerard in cui il risultato della ricerca risulta essere confermato in base a dei tratti precedentemente studiati.  Schemi di ruoli: Organizzano le conoscenze relative ai comportamenti attesi da una persona che occupa una determinata posizione nella struttura sociale. Il significato di un comportamento è compreso/accettato se lo schema è attivato il medico.  Script: Strutture di conoscenze relative alle sequenze di azioni appropriate in un determinato contesto, comprese le aspettative sul modo in cui si comporteranno gli altri. Es: copione del ristorante  Schemi di sé: contengono informazioni relative a se stessi  Schemi senza contenuto: regole per rielaborare informazioni. 2.2.2 CATEGORIE E STEREOTIPI Le categorie risultano essere degli schemi sfuocati in cui le persone raggruppano e organizzano caratteristiche attorno ad un particolare prototipo: non sono identici ma appartengono comunque alla stessa area di famiglia, ovvero la qualità che definisce l’appartenenza ad una categoria (Rosh: una sorta di insieme sfuocati in cui si raccolgono categorie attorno ad uno stereotipo). Il prototipo sono gli insiemi definiti complessivamente e rappresentano il membro più comune o tipico di una categoria che abbia le caratteristiche ideali o tipiche che definiscono la stessa. Le persone possono però anche rappresentarle come esemplari: ossia specifiche concrete istante da loro incontrate specifiche di ogni membro di una categoria (es il britannico) Gli stereotipi sono fondamentalmente schemi di gruppi sociali, ovvero immagini semplificate dei membri di un gruppo, condivisi e semplificati applicati ad un outgroup: la preferenza valutativa accordata a tutti gli aspetti del proprio gruppo di appartenenza rispetto agli altri si chiama etnocentrismo: quando gli stereotipi vengono applicati agli out sono spesso dispregiativi, la stereotipizzazione è una scorciatoia cognitiva che ha una funzione adattiva: sono spesso caratteristiche diffuse ed elementari, imprecisi ed errati che possono anche avere un fondo di verità. Gli stereotipi difficilmente cambiano perché hanno appunto una funzione adattiva, che cercheranno di rimanere nella memoria e sono importanti per definire anche chi siamo noi. Alcuni stereotipi sono acquisiti fin dall’infanzia, oppure emergono dai 10 anni in su, ovviamente diventando più marcati nel momento in cui insorgono tensioni sociali e conflitti tra gruppi. Principio di accentuazione: La categorizzazione accentua la percezione delle somiglianze all’interno dei gruppi e delle differenze tra i gruppi su aspetti che le persone credono correlati alla categorizzazione stessa. Esperimento di Tajfel e Wilkes, 1963 2.2.3 USO DELLE CATEGORIE Le persone tendono a usare categorie di base (Rosch, 1978): di ampiezza media che godono di priorità cognitive perché più utili. Per esempio, “sedia” piuttosto di “mobile” o “sedia a dondolo”. Quindi, rispondono alla necessità di considerare un individuo simile ad altri, ma anche diverso da altri: teoria della distinzione ottimale (Brewer, 1991) Distinzione ottimale: Le persone si sforzano di raggiungere un equilibrio tra spinte opposte tendenti all’inclusione in una categorie e alla distinzione tra categorie. Un equilibrio espresso nei gruppi come bilanciamento tra la differenziazione e l’omogeneizzazione intragruppo. Dalla più

inclusiva (es Europeo) alla meno inclusiva (es siciliano). Acquisizione e cambio degli schemi: o Acquisiamo o modifichiamo gli schemi attraverso incontri (diretti o tramite media diversi) con istanze che si inseriscono nella categoria. Uno schema può quindi arricchirsi, diventare più complesso e organizzarsi più saldamente attorno ad una struttura mentale, ovviamente la struttura sarà piuttosto elastica. o Dato che questi schemi sembrano precisi, danno un senso di ordine al mondo sociale che sarebbe altrimenti troppo complesso e imprevedibile: Mick Rothbart ha condotto degli studi sui modi in cui agisce la categorizzazione sociale e ha proposto tre possibili modalità di cambiamento degli schemi: per registrazione di fronte all’accumulo di prove gli schemi cambiano - per conversione: gli schemi cambiano all’improvviso dopo che si è accumulata una massa critica di prove discordanti - per formazione di sottotipi: per rimediare alla presenza di prove discordanti gli schemi possono formare una nuova sottocategoria. Quest’ultimo è il più comune per uno schema di adattarsi a prove discordanti. 2.3 COME PERCEPIAMO E RICORDIAMO GLI ALTRI 2.3.1 CODIFICA SOCIALE Codifica sociale: processo di rappresentazione degli stimoli esterni nelle nostre menti. 4 fasi principali ipotizzati da Bargh 1984: o Analisi preattentiva: scansione automatica inconscia dell’ambiente o Attenzione focalizzata: identificazione e categorizzazione consapevole degli stimoli una volta che sono stati identificati o Comprensione: attribuzione di significato agli stimuli o Elaborazione inferenziale: collegamento dello stimolo ad altre conoscenze per rendere possibili inferenze complesse  Salienza: Proprietà che distingue uno stimolo dagli altri e gli permette di attirare l’attenzione. L’attenzione spesso è guidata non dalle proprietà dello stimolo, ma dall’accessibilità delle categorie o degli schemi che abbiamo in testa (Higgins, 1996).  Accessibilità: Facilità nel richiamare categorie o schemi che abbiamo già in mente.  Priming: Attivazione nella memoria di categorie o schemi accessibili, che influenzano il modo in cui elaboriamo nuove informazioni. 2.3.2 CAPACITÀ DI RICORDARE LE PERSONE Rete di associazioni: Modello di memoria in cui nodi o idee sono collegati da legami associativi lungo i quali può propagarsi l’attivazione cognitiva. Esistono due livelli di memoria più o meno forti:  Lungo termine: un vasto magazzino di informazioni che può essere richiamato alla mente;  Breve termine (o memoria di lavoro): insieme di informazioni molto più ristretto immediatamente presente alla coscienza e su cui l’attenzione si focalizza in un momento specifico. L’organizzazione delle memorie delle persone: esistono due modi attraverso i quali possiamo organizzare le informazioni riguardanti le persone: per individuo e per gruppo. Le persone sono un insieme di informazioni che combinano tratti di personalità, comportamenti e caratteristiche fisiche. Organizzati per persona o per gruppo: Giovanna è patita del cinema e studentessa di medicina. Studentessa di medicina è Giovanna. 2.4 INFERENZA SOCIALE È il cuore della cognizione sociale: il modo in cui elaboriamo informazioni sociali per formarci impressioni sulle persone ed esprimere giudizi a loro riguardo,...


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