parole dialetto siciliano PDF

Title parole dialetto siciliano
Course Linguistica italiana
Institution Università degli Studi di Palermo
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parole siciliane e le loro etimologie...


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Parole siciliane indicanti stati d’animo Aggriffari / ngrifari “tenere il broncio, senso di insoddisfazione e malumore” Verbo che esprime sentimento di costrizione, di insofferenza, di tedio verso un’azione da fare: e al solo pensiero di doverla fare ineluttabilmente. In italiano c’è la “griffa”, ma “aggriffare” manca. A Racalmuto, perdutasi la memoria del telaio e di tale sua parte, è rimasto “l’aggriffare” a metafora di ciò che controvoglia e a proprio danno si è costretti a fare” (Occhio di capra) Italiano “griffa” e siciliano “aggriffari” hanno origine in comune, ma non derivano l’uno dall’altra. Entrambe le voci rimandano a longobardo “grifan- afferrare”, ma la forma verbale siciliana è connessa a francese “griffer”. Ma in siciliano significa anzitutto “rapire, involare”. Come si arriva a tenere il broncio? In Calabria c’è aggriffare che è l’atto della gatta che afferra qualcosa per aguzzarsi gli artigli. Il significato base è dunque ‘artiglio>aguzzarsi gli artigli>artigliare’     

Per i dialetti calabresi è anche documentata la voce aggrifà “aggrinzare”. Valori simili si trovano anche in Sicilia: abbiamo sì ‘rapire, rubare’ MA ANCHE ‘arruffare, aggrovigliare’ ‘arricciare ad es. i capelli o la barba’ arruffare il pelo di gatti Ci sono poi aggrinfatu ‘grinzoso, pieno di ruche’ e ngrifatu riferito ai capelli oppure riferito al pelo dei gatti Esiste anche il significato di “arrabbiarsi, essere adirato” Ancora ngrifari lu nasu o lu mussu ‘arricciarsi il naso con sdegno’

Abbentu : quiete, riposo 





Un bambino con l’argento vivo addosso avi u mal’abbentu, ma un adulto senza argento né soldi addosso nun avi abbentu perché deve pensare continuamente a cosa inventarsi per sbarcare il lunario. Se troverà, poi una soluzione, potrà finalmente stari abbentu. E se non ama gli avverbi, nessuno potrà impedirgli, più semplicemente, di abbintari. Ù La base è il verbo latino ADVENTARE “giungere” che solo in Sicilia e nei dialetti del sud Italia sviluppa il significato di “riposare” (cessare di tribolare). Il valore originario si conserva invece nei dialetti settentrionali, nel provenzale e nel francese antico. Il sostantivo, così come il verbo, sono già nei poeti siciliani del ‘200.

Camurrìa : gonorrea; persona o cosa fastidiosa 



A livello dialettale, la voce è diffusa nel siciliano e nel reggino. Trova un sinonimo nella parola càmula che significava “tarlo”. Difficile dire se tale sostituto sia un eufemismo, in quanto la parola è avvertita come volgare, oppure se dipenda dal fatto che un tarlo che rode è pur sempre fastidioso Ma da dove viene? Dire che sia direttamente basata su gonorrea, non è agevole: la fonetica non funziona. Forse ha a che fare con l’italiano comorro che significa ‘acciacco, malanno’. L’origine è dal francese chamoire che indicava una malattia dei capelli. Ma non si può neanche escludere che comorro sia collegata a gonorrea dando origine alla forma nella quale ci è pervenuta. Ciò che è certo è che la sua base ultima resta purtroppo oscura.

Cardaçia : noia, fastidio, ansietà, cardiopatia 

Na cardaçia è na camurria perché vale anche “persona noiosa e assillante”. È l’ansia di una volta perché essere ansiosi non è solo una tendenza del nostro tempo. È sì cardiopatia, ma anche smania e agitazione prodotta da un malessere fisico. È molestia assillante, preoccupazione, ma anche prurito. È infine ‘premura esagerata’ e ‘interessamento non

richiesto. Sembra facile ricondurre questo termine al greco medievale “malattia di cuore”. Poiché foneticamente non ci tornerebbe la pronuncia di un fonema, potremmo ipotizzare che, che nel corso della sua storia, la parola si sia incrociata con il latino CARDUUS che ha il significato di “tedio, molestia”. Accupari(si) : soffocare, opprimere Latino CUPA ‘botte’. La prima attestazione è nel ‘300. Altri valori: respirare con affanno, ansare. Accuparisi significa “mancare il respiro o sentirsi opprimere” o “incupirsi e togliere l’aria. Voci analoghe nella penisola iberica. La spiegazione più convincente è quella connesso alla botte e alle difficoltà di respirare laddove fermenta il mosto. Accupu ‘difficile respirazione’ Accupuri ‘senso di oppressione’ Accupamentu ‘soofocamento’ Accuparizzu ‘incubo’ Accupusu ‘che porta ansia o fastidio’ Basca: malessere, smania    

Diffusa anche in Calabria, in Campania e in Sardegna e proviene del cat. O dallo spagnolo basca, voce di area iberica Malessere e inquietudine Baschiari: dimenarsi e brontolare Bbaschiatina: smania provocata dalla febbre

Dica: noia, angoscia, inedia      

Dall’arabo diqa ‘strettezza, angoscia’ Fiacca, debolezza, sfinimento, svenimento, crampo allo stomaco, noia, fastidio, preoccupazione, affanno ecc. Non ci sono forme dialettali comparabili, né esiste nella penisola iberica Addicari ‘infastidire’ Addicatu ‘accanito nel lavoro e assillato da un pensiero fisso’ Addicazioni ‘fastidio, dispnea’

Firniçia: pensiero, sollecitudine   

Dal latino dei medici frenesia, a sua volta grecismo, con evoluzione fonetica che ha paralleli in altri termini medici ed un’attenuazione del senso (da follia a sollecitudine) La base è il latino medio frenesia forma assunta probabilmente nell’uso medico dal grecismo ‘insania’ Verosimile che la parola sia entrata in siciliano come prestito colto dal toscano, non solo perché non ha corrispondenti nei dialetti meridionali, ma anche per lo sviluppo –sia>cia

Greviu: insipido, noioso, opprimente, sgarbato, poco socievole





In medicina popolare, Pitrè ci dice che grevia è la donna dalla carnagione bianca, che è ritenuta fredda, glaciale, poco incline all’amore e incapace di commuoversi. Ma al maschile è anche peggio: insulso, stucchevole, tedioso, antipatico e tendente a rivolgersi sgarbatamente Da GRAVIS, con il significato di “pesante”, che si sviluppa in GREVIS, per incrocio con il suo opposto LEVIS. È affine per i sensi figurati a italiano greve, al francese grief e al catalano greu. Ma nessuna di queste lingue sviluppa il valore di “insipido di cibo” che esiste solo in Sicilia, pertanto ha un significato ristretto all’isola.

Smurritiari: scherzare, provocare, stuzzicare, perder tempo 



Significa anche ‘dedicarsi alla riparazione di un oggetto pur non avendone la competenza”. Esiste la variante murritiari che reca i valori di scherzare e ruzzare, ma anche infastidire, anche cincischiare Smurritiusi o murritiuso è un bambino discolo e irrequieto che dà fastidio a chi sta vicino. Si tratta di valori simili all’atto del provocare o stuzzicare. La base sta nel siciliano mùrriti, continuatore del greco-latino che dal valore di “emorroidi” sviluppa il senso figurato di irrequietezza.

Tabbutu: cassa da morto 



È molto più di una bara; è una carcassa di animale morto, ma anche deformazione del profilo posteriore del torace, difetto fisico che deve avere stuzzicato la fantasia popolaredopo la costatazione della difficoltà a ntabbutari, sistemare in una bara, un morto con la gobba La parola giunge dall’arabo tabut e dalla Sicilia, dove si trova già nel ‘200, nella forma tabutus. Contemporaneamente, la forma araba approda nella penisola iberica da dove si propaga nel francese e poi nell’italiano nel nel ‘500 l’accoglie nella forma ataùto col valore di “feretro”. Via mare giunge anche nel pisano antico dove il suo significato, forziere, coincide con quello di parole portoghesi o spagnole, catalane riconducibili alla stessa base araba.

Appendice parole epidemiche del dialetto siciliano 1. Mali 2. Malatia 3. Morbu 4. Ppistamentu / mpistari 5. Vintìu 6. Nfetta 7. Culonna Culonna ha un’origine legata alla religione. In uno dei misteri del rosario si dice che Cristo sia stato flagellato legato ad una colonna. In italiano assunse il significato di “sciagura e fardello”. In siciliano divenne CULONNA...


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