Pedagogia del corpo, vario PDF

Title Pedagogia del corpo, vario
Course Architettura e composizione architettonica i e laboratorio architettura e composizione architettonica i
Institution Università degli Studi di Catania
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IL METODO FELDENKRAIS Il cosiddetto “Metodo Feldenkrais” viene talvolta considerato impropriamente una forma di ginnastica dolce o una tecnica di rilassamento. Si tratta, invece, di un particolare processo di apprendimento individuale basato su una stretta integrazione tra movimenti, sensazioni, sentimenti e pensiero che ha come fine il funzionamento efficiente del corpo umano. A partire dalla consapevolezza del proprio corpo, dei suoi limiti, delle sue potenzialità, delle sue azioni e reazioni, il Metodo Feldenkrais, consente di individuare, ridurre o evitare dolori, malesseri psicofisici, riduzioni posturali o funzionali e a ristabilire un tono muscolare equilibrato in tutto il corpo. Oltre a ciò, tale metodo è particolarmente apprezzato nel mondo dello spettacolo e dello sport poiché porta ad incrementare la precisione, la forza, la resistenza e la coordinazione motoria che alla base di ogni prestazione di qualità, atletica o artistica. Alcuni studi svolti con danzatori hanno confermato l’influenza positiva di questo approccio con conseguente miglioramento della tecnica, dell’apprendimento e della percezione, dell’immagine del corpo e della qualità della rappresentazione. Molti usano quindi le lezioni Feldenkrais come riscaldamento prima dello spettacolo. Nello sport l’applicazione di questo metodo ha dato grandi risultati nella corsa, nello sci, nel golf, nel tennis e nelle arti marziali. Si tratta di un lavoro raffinato di presa di coscienza delle sensazioni provenienti dal proprio corpo e dall’osservazione non del movimento in sé, ma di “come” il movimento viene eseguito con la richiesta sottesa, quindi, di “imparare ad imparare” ed imparare è certamente diverso dal fare! Migliorando la consapevolezza di sé si arriva ad aumentare la maturazione del sistema nervoso e quindi si giunge ad apprendere delle sequenze di movimenti in maniera più efficace di quanto siano lo sforzo e la forza di volontà secondo il principio del minimo dispendio di energia per il massimo d’efficacia. Si acquisiscono via via nuovi schemi di azione che portano a movimenti consapevoli risultanti dall’azione congiunta tra mente e corpo. Ciascuno giunge così a fare le cose che sa fare in modi diversi e nello stesso tempo può liberare se stesso da comportamenti stereotipati e da movimenti abituali eseguiti meccanicamente, spesso causa di blocchi e di irrigidimenti. È stata questa l’idea innovativa di Moshe Feldenkrais (1904-1984) ingegnere e fisico israeliano di origine russa che dopo aver svolto particolarissimi studi sull’anatomia, sulla psicologia e neurofisiologia umana e soprattutto infantile, mise a punto sequenze di movimenti ed esercizi che divennero veri e propri processi di apprendimento per il funzionamento ottimale del corpo. In particolare furono importanti gli studi che egli fece intorno ai processi di Apprendimento Infantile, allo Sviluppo Motorio del bambino e dello struttura-funzione del corpo e del cervello poiché proprio attraverso quei movimenti che simulano l’apprendimento naturale dei bambini, si può esplorare in maniera accurata il sistema muscolare nella sua integrità, stimolando in particolar modo il funzionamento dei muscoli che non vengono mai sollecitati. Principi di riferimento del Metodo Feldenkrais: 

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Durante una lezione, all’inizio la persona è supina e le si chiede di imparare ad ascoltarsi, ad esaminare il contatto del proprio corpo con il pavimento e il livello di tensione e/o di rilassamento dei propri muscoli. Si invita a svolgere ogni esplorazione e movimento con lentezza di esecuzione per poter scoprire l’energia superflua parassita e permettere la sua parziale eliminazione. L’apprendimento deve essere gradevole e facile. È necessaria fin da subito la riduzione graduale dello sforzo inutile per aumentare la sensibilità cinestesica, senza la quale la persona non può autoregolarsi.

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Occorre prima pensare al movimento migliore piuttosto che a quello giusto, perché il “meglio” può essere migliorato, il giusto rimane per sempre il limite. Di solito i movimenti preliminari non evocano l’atto finale, così ognuno si sente a proprio agio senza sentirsi costretto ad ottenere dei risultati. Spostando l’attenzione sui mezzi di conseguimento invece che sul bisogno di riuscire si facilita, si velocizza e si semplifica il processo di apprendimento. È importante non avere alcuna “intenzione” di essere corretti, perché gli errori non possono essere evitati quando si sta apprendendo. Ogni movimento deve essere fatto facilmente; il limite dell’ampiezza deve essere il punto in cui si avverte una leggera tensione o sforzo. Per apprendere e cambiare è necessario divertirsi, quindi quando ci si sente stanchi è tempo di fermarsi. Ogni tanto è possibile lavorare solo mentalmente, immaginando i movimenti della lezione appresa senza eseguirli; ciò induce un notevole cambiamento nei muscoli e nelle articolazioni impegnate.

IL METODO MÉZIÈRES È facile confondere il Metodo Mézières con una semplice ginnastica dolce, in realtà si tratta di un lavoro posturale e correttivo impegnativo sia per il paziente che per il terapista sul piano fisico e psicologico. I principi, le intuizione e le osservazioni che caratterizzano tale metodo sono alla base di molte tecniche che a partire dagli anni Settanta sono andate via via sviluppandosi ed affermandosi, come ad esempio l’Antiginnastica di Thérèse Bertherat, la Rieducazione posturale di Marcel Bienfait, Il metodo Monari e molti altri. Il Metodo Mézières, in particolare, è indicato per normalizzare tutti i problemi osteo-muscolo-articolari ed ha come campo di applicazione quello della patologia funzionale: - Vertebrale: lombalgie, lombo sciatalgie, cervicalgie, cervicobrachialgie, etc.. - Articolare: periartrite scapolo-omerale, coxartrosi, gonartrosi - Muscolare: sindrome degli scaleni, sindrome dello stretto toracico superiore, sindrome dell’angolare. - Dismorfica: iperlordosi, ipercifosi, ginocchia valghe/vare, piede piatto/cavo Viene indicato, inoltre, per gli sportivi per la prevenzione di contratture, stiramenti, strappi, tendiniti e inoltre trova applicazione nell’ambito della medicina preventiva. Secondo Françoise Mézières, creatrice e studiosa del Metodo, esiste una FORMA normale del corpo alla quale rifarsi e da confrontare con tutte le altre. Essa è quella che rispetta le proporzioni del “numero aureo”, usato dagli antiche greci nella scultura del periodo classico, molto caro a Leonardo da Vinci e considerato dalla ideatrice stessa “legge di armonia universale”. Secondo la Mézières è infatti la forma a governare la funzione e non il contrario; attraverso un costante miglioramento della forma, della quale la “statua greca” è il canone, ci si avvicina alla forma perfetta. A partire da questi presupposti tale Metodo ha lo scopo di “curare” la persona cercando di ripristinare la simmetria delle parti con un lavoro di rieducazione di tipo posturale attraverso esercizi che favoriscono l’allungamento dei muscoli privi di elasticità. I numerosi muscoli, specialmente quelli posteriori del corpo e dorsali, si comportano come un unico grande e potente muscolo in grado di deviare la corretta posizione di vertebre e capi articolari su cui hanno inserzione.

Questo comportamento venne analizzato dalla Mézières attraverso uno studio minuzioso dell’anatomia e della cinesiologia muscolare, per arrivare a sostenere che ogni muscolo del corpo è collegato all’altro e sovrapposto come “tegole” di un tetto andando a costituire diverse catene muscolari:    

Catena posteriore Catena antero-interiore Catena brachiale anteriore Catena anteriore del collo.

L'ANTIGINNASTICA L’Antiginnastica, vero scacco teorico e pratico all’idea di “esercizio ginnico” tradizionale, permette di ritrovare la mobilità e la vitalità dei muscoli che gli eventi della vita hanno portato a contrarre, ad accorciare, ad atrofizzare. E come? Con dei movimenti piccolissimi, estremamente precisi, che rispettano la fisiologia e la chinesiologia muscolare, e che risvegliano tutte le zone dimenticate e remote del corpo liberandole dalla rigidità senza mai forzare sull’ampiezza articolare. Far lavorare per sé e non contro se stessi i propri muscoli rappresenta la chiave di tale approccio. Thérèse Bertherat nata a Lione, è chinesiterapeuta ed è colei che ha dato origine all’Antiginnastica intorno al 1970 grazie all’incontro con FrançoiseMezières le cui scoperte hanno rivoluzionato tutte le teorie classiche in materia di meccanismi corporei e tutte le pratiche di ginnastica medica e rieducativa. L’Antiginnastica ha ripreso e integrato il Metodo Mezières fino a diventare una pratica autonoma che non si limita ad un approccio meccanico volto soltanto ad osservare le reazioni e le implicazioni muscolari ma va ad indagare anche gli aspetti emotivi e le correlazioni psichiche in una prospettiva globale e unitaria di corpo e mente. Rappresenta uno strumento potentissimo che consente di uscire da modelli di movimenti e di gesti stereotipati aiutando ciascuno a rieducare il proprio modo di muoversi e di percepire il corpo, ad eliminare la stanchezza fisica e mentale, a dare respiro e vitalità a tutti i muscoli e a permettere a tutto l’organismo di “funzionare” in modo autonomo ed equilibrato. “La Tigre in corpo” Dal punto di vista puramente funzionale si è visto che i muscoli che avvolgono il corpo se sono contratti e rigidi, se impediscono una buona respirazione, se bloccano le articolazioni, frenano ogni gesto, ogni movimento procura un maggior dispendio di energia a livello meccanico e, a livello emotivo, le contratture muscolari trattengono le emozioni. In particolare i muscoli posteriori del corpo (anche detti posturali) si comportano come un’unica catena muscolare dalla testa ai piedi insieme ad altre quattro catene. Tutti i muscoli quando sono bloccati e rigidi denunciano una sofferenza fisica e trattengono una sofferenza emotiva. Il lavoro lento e capillare che fa l’Antiginnastica è necessario proprio per poter, in modo non traumatico, passare dal trattenimento della sofferenza emotiva, protetta dalla rigidità muscolare, al contenimento, eliminando il dolore fisico spia di una emozione bloccata ed anestetizzata. Secondo le teorie dell’Antiginnastica si deve, in particolar modo per la muscolatura antigravitaria e posteriore del corpo, poter intervenire allungando i muscoli e non rafforzandoli. Secondo tale approccio, infatti, i muscoli più che i motori delle articolazioni ne sono i freni, è quindi inutile muovere un’articolazione se non si rendono i muscoli più elastici. Da qui nasce l’idea di Thérèse Bertherat di paragonare il comportamento delle catene muscolari, specialmente quella che interessa la schiena, ad una Tigre, uno degli animali più forti e potenti che ci sia, ritenendo questo eccesso di tensione e di rigidità muscolare la principale causa di dolori, compensi muscolari, deviazioni della colonna vertebrale, disturbi, ansie e blocchi. L’immagine di sé

Con tale approccio Thérèse Bertherat invita ciascuna persona a conoscersi, a guardarsi a fondo e a cercare attraverso le sensazioni le ragioni del proprio corpo; le abitudini e un certo conformismo dettati da modelli estetici e culturali portano a vivere una separazione fra sé ed il proprio corpo e a strutturare sistemi di movimento spesso rigidi e poco armonici che col tempo provocano squilibri, blocchi fisici e ripercussioni anche a livello psicosomatico. Troppo spesso ormai si è abituati a considerare ogni parte del proprio corpo come “spezzettata” e separata l’una dall’altra senza pensare che invece (come dimostra la chinesiologia muscolare!) ogni elemento è in rapporto di dipendenza con l’altro in una prospettiva globale della persona. Altre volte capita di avere una ridotta capacità di percepirsi e di sentire il proprio corpo: ciascuno ha una propria rappresentazione mentale del proprio corpo costituita negli anni attraverso le sensazioni e l’abitudine ad “usare” alcune parti del corpo in prevalenza rispetto ad altre. Questa idea di corpo secondo l’Antiginnastica prende il nome di “homucolus sensitivo” ed ha una specifica rappresentazione. Esso è caratterizzato da una grande mandibola e una lingua e labbra, palpebre e globi oculari; un pollice gigantesco e le altre quattro dita. Polsi e gomiti sono piccolissimi e tenuti vicino ai fianchi così come le ginocchia, le caviglie e i piedi. Il tronco e la schiena sono schiacciati tra le spalle e i fianchi quasi non rappresentati.Ecco, dunque, la rappresentazione e la dimensione delle aree sensitive e motorie che è possibile percepire consciamente. Minore è la grandezza della parte rappresentata (come nel caso della schiena, della “tigre”), minore è la possibilità di sentire e percepire tale parte. Il fatto di avere una limitata capacità di sentire una parte così nevralgica del nostro corpo e centrale nell’Antiginnastica, porta ad un uso non corretto dei muscoli di tale zona, quasi sempre tendente allo sforzo esasperato e al loro rafforzamento. Durante le sedute di Antiginnastica si cerca di ridisegnare questa mappa caotica e spesso confusa che si ha del proprio corpo, attraverso un lavoro che metta la persona in sintonia coi propri muscoli e articolazioni, in grado di ascoltarsi, di sensibilizzarsi su quelle zone fino a quel momento ignorate. Tutto ciò allo scopo di percepire le giuste proporzioni, l’allineamento corretto delle diverse parti del corpo e di riconoscere la realtà dei propri limiti fisiologici senza più cercare di forzarli. Invece di volerne sempre travalicare i confini, si può accettare il proprio “territorio” e riuscire a muoversi in esso a proprio agio. La Forma Si sentono molte opinioni intorno alla bellezza, a volte si danno interpretazioni molto diverse o spesso essa viene confusa con quello che non è. Ogni persona ha bisogno che la forma del proprio corpo venga rispettata in tutta la sua innata bellezza . Quindi, è necessario che il corpo sia in equilibrio; ma si può essere tratti in inganno dal fatto che esso è capace di camminare senza essere in equilibrio, di sopportare mille torsioni e adattarvisi, mille contorsioni, piegature, distorsioni della forma senza che nemmeno ce ne si renda conto. L’anatomia articolare e muscolare prevede che le articolazioni si incastrino al millimetro e tutti i muscoli originino e terminino in punti precisi delle ossa. Questo ordine rigoroso delle ossa e dei muscoli dona una forma precisa al corpo, e tale forma, che non ha niente a che vedere con il “look”, determina tutti i movimenti. Ciò significa che non è possibile fare ogni cosa con le braccia, le gambe, la schiena o il collo. La bellezza, dunque, sta nella forma naturale, non distorta e stretta dalle tensioni dei muscoli e con la “tigre” al proprio posto, che distribuisce la forza dove e quando occorre. Allora i muscoli possono muoversi tutti e secondo la loro totale capacità, mentre l’influsso nervoso circola libero attraverso l’intero corpo; proprio in questa maniera si potrà affermare di trovarsi in una condizione di buona salute. La forma che è sana e la forma che è bella sono una e una sola forma corporea. Il corpo è in grado di conservare per sempre il ricordo della sua forma ideale. Anche quando il sistema muscolare costringe il corpo a trovarsi in una condizione di disequilibrio e disarmonia i muscoli possono essere rieducati alla forma naturale. LA BIOENERGETICA

La Bioenergetica è una tecnica psicocorporea in cui si utilizzano prevalentemente tecniche respiratorie, particolari esercizi fisici, posizioni e contatti corporei nel tentativo di sciogliere i “blocchi energetici” e i meccanismi difensivi che si cristallizzano nel corso del tempo a livello fisico e a livello psico-emotivo. Il suo fine è l’integrazione tra corpo e mente: una tesi fondamentale in Bioenergetica è che il corpo e la mente funzionalmente sono identici, ciò che succede nella mente riflette ciò che accade nel corpo e viceversa, individuando così una corrispondenza tra struttura del carattere ed atteggiamenti corporei dell’individuo, e una identità funzionale tra processi psichici e quelli somatici. La pratica della Bioenergetica si pone come una modalità di interpretazione della personalità attraverso i suoi processi energetici i quali hanno origine dalla respirazione, dal metabolismo, dal movimento e dall’attività sessuale che rappresentano le funzioni basilari della vita di ciascun individuo. Nel corso del lavoro bioenergetico si aiuta la persona ad entrare in contatto con se stessa attraverso il proprio corpo. Usando esercizi specifici essa inizia a percepire in che modo inibisca o blocchi il fluire dell’eccitazione nel corpo; come abbia limitato la respirazione, i movimenti, l’auto- espressione. In altre parole come abbia diminuito la propria vitalità. La parte analitica della terapia aiuta il soggetto a capire il perché di questi blocchi e inibizioni, per lo più a carattere inconscio, mettendoli in relazione alle esperienze infantili. La persona viene aiutata e incoraggiata ad accettare e ad esprimere le emozioni represse nell’ambiente controllato dalla situazione terapeutica. L’origine della pratica e della terapia Bioenergetica si deve al medico e psicanalista Alexander Lowen intorno al 1940, allievo di Wilhelm Reich dal quale riprese alcune teorie chiave:  



Il linguaggio del corpo: Reich introdusse nella psicoanalisi anche l’osservazione del corpo, come l’espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensione muscolare il tema dell’energia orgonica (proveniente a sua volta dalle teorie di Freud sulla sessualità e sulle nevrosi) ovvero l’energia vitale che ha la sua massima espressione attraverso la sessualità e il cui blocco o inibizione conduce a stati di angoscia, inibizione e blocchi. la corazza muscolare e caratteriale costituita dagli atteggiamenti che la persona mette in atto per bloccare emozioni e desideri; per ciascuna tipologia caratteriale esiste un corrispondente atteggiamento della persona. Col passare del tempo essa frena ed in alcuni casi impedisce lo sviluppo della propria spontaneità, creatività e identità; lo stato di tensione muscolare prolungato rischia di cronicizzare sino ad influire negativamente sul carattere della persona incapace di sentire, di comunicare e percepire la gioia e il piacere di vivere. La corazza muscolare e caratteriale è di sette tipi a seconda della zona interessata dal blocco: oculare, orale, cervicale, toracica, diaframmatica, addominale, pelvica.

Lowen coniò il termine di “bioenergia” riferendolo ad una pratica in cui si utilizza un approccio prevalentemente corporeo e si adopera l’espressione delle emozioni insieme ad una componente analitica finalizzata al ripristino dell’equilibrio della mente e del corpo, e al miglior utilizzo delle risorse innate di ciascun individuo. Egli, inoltre, cominciando dall’analisi dei blocchi energetici e muscolari somatizzati giunse a tracciare una mappa delle difese psichiche che costituiscono il carattere di una persona. Nella sua attività fece uso di alcune posizioni di stress che possono aiutare ad allentare le tensioni accumulate. Una dimostrazione di questa distensione muscolare è l’insorgere nei muscoli di una fine vibrazione.

EURITMIA DI STEINER

L'attività svolta da Rudolf Steiner nel campo della medicina rese possibile il sorgere di attività professionali del tutto nuove: l’euritmia e la pedagogia curative.L'euritmia curativa come mezzo terapeutico fu proposta da Steiner stesso nel 1921, durante un suo corso per medici.Questa terapia mediante il movimento ha le stesse basi dell'euritmia artistica. La sua applicazione richiede la sorveglianza di un medico e una speciale istruzione.L'euritmia curativa si basa sugli elementi del linguaggio: le vocali e le consonanti; si collega quindi con la fisiologia della parola ed investe l'essere umano intero, perché l'intero organismo partecipa alla pronuncia accentuata dei suoni del linguaggio che accompagna, per cosi dire, con la propria risonanza.Quando si ha un irregolare funzionamento o delle anomalie, l'euritmia curativa può agire sulle varie parti dell'organismo per mezzo dell'esecuzione euritmico terapeutica delle vocali e delle consonanti.Nel trattamento di disordini derivanti dal metabolismo e nella correzione di parecchi...


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