Poesia Giambica- Archiloco, Semonide, Ipponatte PDF

Title Poesia Giambica- Archiloco, Semonide, Ipponatte
Course Storia Della Lingua Greca 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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riassunto...


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2. POESIA GIAMBICA La poesia giambica è una delle più antiche espressioni della lingua arcaica, diffusasi fra il VII e il VI secolo avanti Cristo, nelle colonie ioniche dell'Asia Minore dell'egeo, dove vissero e operarono Archiloco, Semonide e Ipponatte. Questa poesia conobbe una fase preletteraria nell'ambito dei culti rurali in onore di Demetra e Dioniso, dove si definì il carattere dell'invettiva e dello scherno, dell'attacco personale e della derisione satirica che Aristotele definì iambike idea. Proprio nel ricorso all’ ingiuria e all'invettiva personale, riconosciamo l'io lirico, ovvero la soggettività del poeta, che esce dalle convenzioni di genere. Un tratto arcaico del codice poetico giambico lo troviamo nella dizione epica su una base linguistica Ionica adattata a metri diversi. A ciò si associa poi la tendenza all'innovazione e alla sperimentazione espressiva.

-ARCHILOCO Nel Settimo secolo visse nell'isola di Paro, Archiloco. Da diversi frammenti poetici conosciamo il suo passato da soldato. Archiloco fu soprattutto autore di poesia in metro giambico e trocaico con la vena della salace invettiva e del biasimo, ma ci sono anche frammenti di epodi e distici elegiaci. Attribuita a lui l'invenzione della parakataloghè, poesia con diverse peculiarità. Per quanto riguarda lo stile c'è una forte presenza di eredità espressiva epica recuperata sul piano formale e dei contenuti ma rinnovata. Archiloco coniuga infatti alla vita militare la propria vocazione poetica con un orgoglioso distacco dalla mentalità corrente e dal conformismo. Lui è il poeta che mette in discussione la tradizionale etica aristocratica del valore guerriero contrapponendo all'ideale dell'eroe prestante, un comandante anche piccolo e brutto, ma robusto è valoroso. Archiloco porta anche in primo piano i disagi e le sofferenze interiori, le considerazioni sull'esistenza umana, rivolgendosi anche al proprio cuore invitandolo a non cedere al dolore e ad accettare il ritmo dell'esistenza: questo è un tratto tipico della mentalità arcaica tanto che si parla di poesia d'amore archilochea. Una poesia che manifesta il desiderio erotico e anche la descrizione esplicita dell'atto amoroso. E nel cosiddetto epodo di Colonia Archiloco descrive se stesso mentre deluso dalla sua futura sposa che lo ha rifiutato, seduce una sorella più giovane. E ciò nel contesto del Simposio aristocratico doveva assumere una valenza simbolica e paradigmatica delle giuste norme di comportamento per certe sfere dell'esistenza.

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Un'importanza notevole riveste anche un frammento poetico su Telefo e si tratta della prima attestazione per l'età arcaica di elegia narrativa di contenuto mitico. E’ il racconto di un exemplum mitico, cioè la sconfitta subita dai Greci guidati da Agamennone da parte di Telefo, forte della protezione Divina.

-SEMONIDE Semonide nacque nell'isola di Samo forse intorno alla metà del VII secolo; era detto di Amorgo per la sua partecipazione alla spedizione coloniale. Abbiamo una scarsità di informazioni biografiche, per cui il profilo del poeta è basato solo sul contenuto di alcuni componimenti e da ciò si è costruita per noi la fama di pessimista e misogino, come lo ritroviamo in componimenti in trimetri giambici. Qui il pessimismo del poeta quando esprime l'angoscia per la condizione umana, segnata, secondo lui, dall'ignoranza, dalle malattie, dalla vecchiaia, che culminano poi nella morte. Misogino, invece, è un titolo che trae motivo dalla cosiddetta satira delle donne, in stile catalogico, dove il poeta elenca vari tipi di donna assimilati ognuno ad un animale o un elemento della natura, evidenziandone così difetti: dalla donna scrofa, alla donna volpe, alla donna lupa, via via fino alla donna ape, la sola ad essere modello di virtù perché rende prospera la famiglia e felice il marito. L'uso dell'analogia tra mondo umano e mondo animale ha scopo esemplificativo e tradizionale; il testo però soddisfa anche una specifica esigenza simposiale riservata alla componente maschile della società aristocratica e rispondente alla funzione pedagogica nei confronti dei giovani. Come Archiloco, anche Semonide ricorre alla dizione omerica adeguando il repertorio espressivo epico al metro giambico. La sua più grande peculiarità è il carattere gnomico e sentenzioso del verso.

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-IPPONATTE Al secolo successivo, il VI, appartiene ipponatte, membro di una famiglia aristocratica di Efeso, che dovette però abbandonare. Anche per la sua biografia sono state ricavate informazioni da frammenti poetici. Conosciamo giambi ingiuriosi che parlano della inimicizia verso due scultori che avevano realizzato un ritratto caricaturale del poeta. Dai frammenti pervenuti si evince la preferenza per temi quotidiani e della vita. Accanto ai versi giambici, rimangono epodi, tetrametri trocaici e poesia esametrica. Il tratto stilistico distintivo di ipponatte è il carattere mimetico che consiste nel mettere in caricatura situazioni e ruoli diversi: si crea così una gamma di registri espressivi differenti, indice di una raffinata letterarietà. Questa sorvegliata scelta letteraria prende come base lo ionico d’Asia e lo arricchisce con prestiti lessicali delle parlate non greche dell'Asia Minore, con forme gergali, hapax e neologismi. Ricorrente il tema dell'eros, più volte espresso con metafore anche scurrili e un linguaggio di registro basso e volutamente triviale. Altri versi sono incentrati sul tema della povertà a cui il poeta è costretto e di cui si lamenta con gli dei. Tutto ciò ha creato l'immagine di ipponatte come poeta straccione e scostumato; in realtà la sua grande capacità caricaturale utilizza in modo spregiudicato la finzione letteraria per fare il verso ai comportamenti umani e dissacrare la tradizione con ironia. Gli antichi attribuirono al poeta di Efeso l'invenzione della parodia, ovvero il rovesciamento comico dei modelli letterari seri. Infine il suo nome è associato ai cosiddetti epodi di Strasburgo, di cui il terzo gli è attribuito per la base del tono aggressivo e del tema, che è un furto di abiti.

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