Poesia Neoterica E Catullo PDF

Title Poesia Neoterica E Catullo
Course Lingua e Letteratura Latina 1
Institution Università degli Studi del Molise
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Conte letteratura latina I Poesia neoterica e Catullo...


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POESIA NEOTERICA E CATULLO Nel I secolo a.C. una nuova generazione di poeti impone un rinnovamento del gusto letterario e fonda un’estetica moderna. Cicerone conia la sprezzante espressione di poetae novi o NEOTEROI, poi acquisita dalla critica letteraria. ↓ Cicerone irride il loro irriverente rifiuto della tradizione romana, personificata da Ennio. Il processo di modernizzazione proposto dai poeti novi è semplicemente un aspetto del generale fenomeno di ellenizzazione dei costumi che caratterizza la società romana nell’età della Repubblica → trasformazione dovuta alle conquiste del II secolo che hanno avvicinato l’arcaica società di contadini-soldato all’area orientale del Mediterraneo abitata da popolazioni abituate a modi di vita più raffinati. Si verifica così l’indebolimento dei valori e delle forme tradizionali e l’affinarsi del gusto e della sensibilità che porta inevitabilmente all’emergere di esigenze nuove. Di veramente nuovo rispetto alle scelte dei predecessori i poeti neoterici ─ decisa imitazione degli aspet erudii e preziosi che caratterizzavano la letteratura greca più recente; Prendono dai poeti ellenistici ─ il gusto per la contaminazione tra i generi; ─ interesse per la sperimentazione metrica; ─ ricerca di un lessico e di uno stile sofisticati; ─ carattere decisamente disimpegnato della loro poesia. Preludio della rivoluzione neoterica è la comparsa alla fine del II secolo di una poesia di tono leggero e dimensioni ridotte, destinata al consumo privato. Questo genere di poesia era designato dal termine NUGAE, bagattelle→ ne indica la natura disimpegnata. Poesia coltivata nella cerchia intellettuale che faceva capo all’aristocratico Quinto Lutazio Catulo. ·Poesia frutto dell’otium, dello spazio sottratto agli impegni civili e dedicato alla lettura e alla conversazione dotta. ↓ ─ interesse per sentimenti privati, come l’amore ─ ricerca di elaborazione formale ↓ Avvicinano questo genere alla poesia e alla cultura alessandrina. DIFF. tra poesia preneoterica e quella propriamente neoterica: ↓ ↓ · ha più consapevolezza · eleganza manierata · colloca l’otium e i suoi piaceri al centro dell’esistenza · artificioso sperimentalismo praticato sui modelli greci La rivoluzione del gusto letterario è accompagnata da una rivolta di carattere etico che mostra la crisi dei valori del mos maiorum. Rifiuto della vita impegnata al servizio della comunità , del modello cittadino-soldato, si riflette nel diffondersi dell’epicureismo, di una filosofia cioè che predica la rinuncia ai negotia politico-militari in favore di una vita appartata e tranquilla, nell’intima comunione con gli amici. Per gli epicurei (il cui fine è l’atarassia, il piacere senza turbamenti) l’eros è una malata insidiosa, fonte di angoscia e dolore.

Per i neoteroi l’amore è il sentimento centrale della vita, la sua ragione essenziale→ tema privilegiato della loro poesia, concorre a dar forma a un nuovo stile di vita. Tratto distintivo della nuova poetica callimachea (Callimaco: poeta preso a modello): ─ travaglio della forma ─ cura scrupolosa della composizione ─ paziente lavoro di lima · Callimaco aveva propugnato un nuovo stile poetico, ispirato alla brevitas e all’ars · Catullo e i neoteroi irridono gli imitatori di Ennio → pomposi cultori dell’epica tradizionale, celebrativa delle glorie nazionali, estranea al gusto attuale sia per la trascuratezza formale che per i contenuti antiquati. Generi privilegiati dalla poetica callimachea: → brevi, come ad esempio l’epigramma → che danno modo al poeta di fare sfoggio della propria erudizione e di attuare strategie compositive raffinate. Nasce in questo modo un nuovo linguaggio poetico che segna una svolta decisiva nella storia del gusto letterario a Roma. CALLIMACO è una delle figure di spicco del rinnovamento letterario nell’età ellenistica. Operò alla corte alessandrina dei Tolomei. Rappresentante di una nuove figura di letterato stipendiato dalla corte. Compose gli AITIA, un poema miscellaneo in distici elegiaci sulle origini di feste, nomi e tradizioni. Il prologo degli Aitia è un’aspra invetva contro i Telchini dietro la cui figura si celano gli avversari del poeta. I Telchini attaccano Callimaco perché non ha cantato le gesta dei re ed eroi in un unico componimento continuo, di molte migliaia di versi. Callimaco replica che la sua è una poesia che si esaurisce nella forma breve. Il bersaglio della polemica è il lungo poema epico degli epigoni di Omero. Callimaco opta per il componimento breve, ma stilisticamente elaborato e ricco di erudizione mitologica e antiquaria. Subito dopo il prologo contro i Telchini, Callimaco racconta di essere stato trasportato in sogno sull’Elicona, il monte sacro alle Muse: i primi due libri degli Aitia sono strutturati in forma di dialogo tra il poeta e le divinità ispiratrici del canto. All’interno di questa cornice si susseguono i quesiti di erudizione che sono argomento dei singoli carmi: ·temi peregrini ·curiosità antiquarie ·versioni poco note di celebri miti Accanto al rinnovamento formale la nuova poesia callimachea propone un forte richiamo alla tradizione. Nella seconda edizione degli Aitia Callimaco inserisce un suo componimento, La Chioma di Berenice, che inneggiava a una nuova costellazione, così denominata in onore della principessa andata in sposa al nuovo re Tolomeo III, asceso al trono d’Egitto. La celebre elegia di Callimaco sarà tradotta in latino da Catullo nel carme 66. Uno dei più importanti papiri callimachei riproduce un’edizione tardo-antica in cui il testo degli Aitia è seguito da quello dei Giambi con una formula di raccordo contenuta negli Aitia. I GIAMBI di Callimaco si aprono nel nome di Ipponatte, il poeta greco capostipite dell’invetva in metro giambico.

Con il poemetto mitologico ECALE Callimaco rientra tra i fondatori del nuovo epos di brevi dimensioni. Con i molti epigrammi contenuti nell’ANTOLOGIA PALATINA contribuì a dare dignità letteraria a questo genere di poesia breve. Nel solco della poesia sacra tradizionale si pongono i sei INNI giunti fino a noi tramite tradizione diretta. POETI PRENEOTERICI ·Tra i precursori dei neoteroi un posto di rilievo spetta a Lutazio Catulo → uomo impegnato nella vita politica e autore di opere storiche. Riserba all’otium e alla poesia nugatoria uno spazio limitato, deroga occasionale a una condotta di vita incentrata ancora si doveri del civis. ·Oltre alla poesia raffinata di intrattenimento di Catulo, abbiamo gli epigrammi erotici di Valerio Edituo e Porcio Licino che rielabora un celebre tema di Saffo ripreso anche da Catullo nel Carme 51. Di Porcio Licino ci sono noti interessi critico letterari che lo avvicinano alla figura di Volcacio Sedigito. ·Ci è noto inoltre lo sperimentalismo di Levio che scrive gli EROTOPAEGENIA, “scherzi d’amore”. La poesia di Levio è caratterizzata dal preziosismo alessandrino a cui vanno riportati anche i suoi CARMINA FIGURATA, componimenti in cui la forma e l’ordine dei versi disegnano l’oggetto di cui si parla nel testo. I POETI NEOTERICI ·Una figura di spicco, quasi un caposcuola, delle nuove tendenze poetiche è Valerio Catone → originario della Gallia Cisalpina, nacque probabilmente nel I secolo a.C. Visse a Roma come grammatico e maestro di poesia. Lettore e critico temuto di poesia, nonché poeta egli stesso, rinnova a Roma la grande tradizione dei critici-filologi alessandrini. ·Furio Bibaculo → autore di epigrammi, ma anche di poemi epici. Vicino a Catone che fu suo maestro e amico. Scrive il PROGMATIA BELLI GALLICI, l’ETIOPIDE e le LUCUBRATIONES più vicine al gusto neoterico. ·Varrone Atacino→ autore di poesia epico-storica, didascalica ed erotica. Continua la poesia di stampo enniano componendo un poema storico, il BELLUM SEQUANICUM, ma aderisce al nuovo gusto poetico in un’opera intitolata LEUCADIA, dal nome della donna amata. Scrisse anche una CHOROGRAPHIA, opera grafica, e un’EPHEMERIS sui pronostici, alla maniera di Arato. Di Varrone Atacino va ricordato il poema epico ARGONAUTICHE, libera traduzione in esametri latini delle Argonautiche di Apollonio Rodio. ·Le due figure di maggior rilievo sono i due poeti Cinna e Calvo → Cinna scrive la ZMYRNA ispirata ai componimenti di Partenio. Storia dell’amore incestuoso di una fanciulla per il proprio padre, Cinira. La Zmyrna richiese nove anni di laboriosissime cure e per densità di dottrina doveva essere talmente impenetrabile da avere bisogno del commento esegetico di un grammatico, come ci informa Svetonio. Di Licinio Calvo ci rimangono pochi frammenti tra i quali il dolente epicedio (canto funebre) per la moglie Quintilia. IO era un epillio sulla storia dell’eroina amata da Giove e perseguitata da Giunone, che la trasformò in giovenca. Il tema stesso della metamorfosi era molto caro ai poeti alessandrini perché soddisfaceva il loro gusto per il paradossale e dava loro modo di cimentarsi in descrizioni che richiedevano grande virtuosismo. CATULLO ↓ Verona, 84 a.C. → da famiglia agiata Muore nel 54 a.C. (fonte – Girolamo che si rifà a Svetonio) ·A Roma Catullo conobbe e frequentò personaggi di spicco dell’ambiente politico e letterario ed ebbe la relazione amorosa con Clodia (la Lesbia dei suoi versi. Che Lesbia fosse lo pseudonimo per Clodia lo sappiamo da Apuleio e su Clodia ci dice molto Cicerone). ·Nome e poesia di Catullo sono associati alla rivoluzione neoterica. Ne sono anzi il documento più importante. Otium individuale → alternativa seducente alla vita colletva.

→ spazio in cui dedicarsi alla cultura, alla poesia, alle amicizie, all’amore. Il piccolo universo privato si identifica con l’orizzonte stesso dell’esistenza, e l’atvità letteraria si rivolge alla lirica, alla poesia individuale, introversa, adatta ad accogliere ed esprimere le piccole vicende della vita personale. IL LIBER Di Catullo abbiamo 116 carmi raccolti in un Liber, che si suole suddividere su base metrica in tre sezioni. Primo gruppo → carmi 1-60. Costituito da componimenti in genere brevi e di carattere leggero, noti anche come nugae, in metro vario. Sono infat polimetri. Non vi compare il distico elegiaco. Secondo gruppo → carmi 61-68. Molto eterogeneo abbraccia un numero di carmi limitato, ma di maggiore estensione e cura formale. Noti anche come carmina docta. In metro vario. Terzo gruppo → carmi 69-116. Comprende carmi generalmente brevi e in distici elegiaci, i cosiddet epigrammi. Più esattamente i carmi sono 113, ma il numero sale a 116 perché furono inseriti nel Liber 3 carmi priapei (18, 19, 20) da Mureto, grande umanista del 500 francese; nell’800 Lachman li escluse dal testo ma la numerazione non subì cambiamenti. I tre carmi possono leggersi fra i Priapea dell’Appendix Vergiliana. Al progetto del recupero della dimensione intima che caratterizza la rivoluzione neoterica, risponde in modo evidente quella parte della produzione poetica di Catullo che si suole indicare come “carmi brevi”, cioè l’insieme dei polimetri e degli epigrammi: Esiguità dell’estensione = modestia dei contenuti (occasioni e avvenimenti della vita quotidiana) ↓ Favorisce il lavoro di cesello e la ricerca della perfezione formale Oggetto delle poesie di Catullo: · affet, · amicizie, · odi, · passioni, · aspet minori o minimi dell’esistenza. Dall’occasionalità dei temi risulta un’impressione di immediatezza che ha dato luogo a una sbagliata interpretazione da parte della critica della poesia di Catullo che è vista come spontanea e ingenua, di un poeta che dà libero sfogo ai propri sentimenti senza i vincoli della morale e i filtri della cultura. In realtà questa apparenza è ricercata e ottenuta grazie a un ricco patrimonio di dottrina → tut i componimenti hanno un precedente letterario. L’AMORE PER LESBIA → ragione di vita e di poesia Lesbia= incarnazione della devastante potenza dell’eros, protagonista indiscussa della poesia catulliana. Il suo stesso pseudonimo, che rievoca Saffo, la poetessa di Lesbo, è sufficiente a creare attorno alla donna un alone idealizzante. Ad alimentare la passione di Catullo nei confronti di Lesbia sono intelligenza, cultura, spirito brillante, modi raffinati.

Questo amore è vissuto da Catullo come l’esperienza capitale della propria vita. Esso diventa centro dell’esistenza e valore primario, il solo in grado di risarcire la fugacità della vita umana. Alla vita sentimentale Catullo trasferisce tutto il suo impegno, sottraendosi ai doveri e agli interessi propri del civis romano. Il rapporto con Lesbia, nato come adulterio, come amore libero e basato sull’eros, nel farsi oggetto esclusivo dell’impegno morale del poeta tende perciò, paradossalmente, a configurarsi nelle aspirazione di Catullo come un tenace vincolo matrimoniale. Le recriminazioni per il foedus d’amore violato da Lesbia sono un motivo insistente sulla bocca del poeta che accentua il carattere sacrale del concetto appellandosi a due valori cardinali dell’ideologia e dell’ordinamento sociale romano: la fides e la pietas. Catullo cerca di addolcire il rapporto che con Lesbia non sottolineando il fatto che si trat di adulterio, ma nobilitandolo con la tenerezza degli affet familiari, ma l’offesa ripetuta del tradimento produce in lui una dolorosa dissociazione fra la componente sessuale e quella affetva (celebre esempio → carme 72 analizza la scomparsa di ogni stima e affetto per quella donna che continua ad accendere la passione dell’innamorato. Celeberrimo il carme 82 → condensa nell’ossimoro “odi et amo” la dolorosa sensazione del poeta stupito di fronte al dissidio che lo lacera). ·Catullo presentando il suo libellus nel carme dedicatorio, ne definisce i caratteri materiali ed esteriori e anche indirettamente quelli interni → i criteri di una nuova poetica ispirata a brillantezza di spirito e raffinatezza formale. POETICA → rivela apertamente la sua ascendenza alessandrina , meglio ancora callimachea, soprattutto in quella sorta di manifesto del nuovo gusto letterario che è il CARME 95. ↓ Annuncio della pubblicazione del poemetto dell’amico Cinna Canoni del gusto a cui Catullo aderisce: ·Brevità ·Eleganza --------------------------·Dottrina → evidenti nella sezione dei carmi dot in cui Catullo sperimenta nuove ·Impegno stilistico → forme compositive, dando prove di raffinata sapienza strutturale. --------------------------L’EPILLIO ·Particolare tipo di componimento frequente nella produzione dei poeti greci del periodo ellenistico e di quelli romani della scuola neoterica. EPILLIO= piccolo epos → poemetto in esametri di argomento mitologico, di estensione variabile ma non eccessiva. Il terreno su cui si sviluppò questo genere è lo sperimentalismo della poesia alessandrina, aperta all’innovazione e alla variazione. Questo sperimentalismo conduce alla ricerca di miti rari o di oscure varianti di vicende più note e a un’elaborazione stilistica assai raffinata. La misura dell’epillio è più ridotta rispetto all’epos di Omero e il tipo di miti narrati si stacca nettamente da quello dei grandi poemi su fat d’armi o di vicende storiche. Il tema dell’epillio che avrà più diffusione nella poesia romana è quello erotico. Esauritasi la spinta dell’intenso sperimentalismo neoterico, l’epillio come testo a sé stante divenne raro. All’interno di opere di maggiore respiro è però possibile isolare dei nuclei che presentano i caratteri tipici dell’epillio: Georgiche di Virgilio; Metamorfosi di Ovidio. Come altri poeti neoterici anche Catullo si cimenta nel nuovo genere epico, l’epillio: il CARME 64 ne costituirà quasi il modello esemplare per la cultura latina. ↓ Questo celebre poemetto narra il mito delle nozze di Peleo e Teti, ma nella vicenda principale contiene un’altra storia, quella dell’abbandono di Arianna a Nasso da parte di Teseo.

L’intreccio delle due vicende d’amore infelice (Arianna) e felice (Peleo e Teti) istituisce fra di esse una serie di relazioni che hanno il loro nucleo nel tema della fides, la virtù cardinale del mondo etico catulliano. ·Il mito si fa proiezione e simbolo delle aspirazioni del poeta. Un epillio è anche il CARME 63 che si ispira alla vicenda del giovane frigio Ats, che nel delirio religioso, si mutila della sua virilità per farsi sacerdote di Cibele, la grande madre degli dèi, e una volta rinsavito lamenta il folle gesto. Questo carme non è però nel metro tradizionale dell’epillio, l’esametro: è scritto in galliambi, un metro lirico alessandrino usato per esprimere la frenesia orgiastica del culto di Cibele. EPITALAMI (canti nuziali) ↓ Sono i carmi 61 e 62. Si tratta di un genere letterario di origine greca che Catullo romanizza con l’inserimento di una serie di elementi tipicamente italico-romani. ─ Il carme 61 fu scritto in occasione delle nozze di due nobili romani: Lucio Manilio Torquato e Vibia Aurunculeia; dopo l’inno a Imeneo, dio delle nozze, c’è l’invito alla sposa a uscire dalla casa paterna e a recarsi a quella del marito che l’accoglie nel talamo. ─ Il carme 62 non fu composto per un’occasione reale: costituito da una serie di strofe in esametri. Il componimento rivela una marcata adesione ai caratteri formali del genere. ─ Il carme 66 è un omaggio al poeta principe dell’alessandrinismo, Callimaco: si tratta della traduzione in versi latini di un’elegia famosa del poeta greco, nota come Chioma di Berenice, che pare occupasse la parte finale del libro IV degli Aitia e che a noi è rimasta in forma mutila e frammentaria. In essa Callimaco celebrava Conone che aveva identificato una nuova costellazione da lui scoperta con il ricciolo offerto come ex voto dalla regina Berenice per il ritorno del marito dalla guerra e successivamente scomparso. Nel tradurre la vicenda del catasterismo, cioè della trasformazione del ricciolo di Berenice in costellazione, Catullo introduce o accentua temi centrali della sua ideologia e particolarmente insistenti nei carmi maggiori: ·esaltazione della fides ·esaltazione della pietas ·condanna dell’adulterio ·celebrazione delle virtù eroiche e dei valori tradizionali. ─ Il carme 65 è strettamente collegato al 66. È un biglietto in distici elegiaci all’amico Ortensio Ortalo per accompagnare la traduzione di Callimaco: Catullo giustifica l’invio della semplice traduzione, in luogo del carme promesso, con la disperazione per la morte del fratello che gli inaridisce la vena creativa. ─ Il carme 68. Il largo spazio concesso al ricordo e alla vita vissuta, proiettata miticamente, in un componimento che andava ben al di là delle dimensioni dell’epigramma, dovevano farlo apparire come il progenitore della futura elegia soggetva latina. STILE → Quella di Catullo è una cultura letteraria ricca e complessa. La lingua catulliana è il risultato di un’originale combinazione di linguaggio letterario e sermo familiaris: il lessico e le movenze del parlato vengono assorbiti e filtrati da un gusto aristocratico che li raffina e li impreziosisce, senza però lenirne le capacità espressive. Il gusto ricercato di ispirazione callimachea non produce un’eleganza esangue e lascia spazio alla cruda espressività di certi volgarismi. Particolarmente frequenti, fra i trat di sermo familiaris, sono i diminutivi che sembrano rivelare l’adesione all’estetica del lepos, della grazia. Uno stile composito e sempre vitale, con un’ampia gamma di modalità espressive.

La vitalità del linguaggio affetvo e l’intensità del pathos non sono assenti nemmeno nei carmina docta che hanno un carattere più spiccatamente letterario. ·Catullo ha successo nell’età augustea, tant’è che è imitato da Virgilio e da Ovidio, ma cade in oblio nel Medioevo per poi essere riscoperto in età umanistica....


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