Carme 85 Catullo PDF

Title Carme 85 Catullo
Author Claudia Pesce
Course Letteratura greca
Institution Università di Bologna
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carme 85 Catullo analisi...


Description

ODI ET AMO - CARME 85 Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.! Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odi et : sinalefe: la e e la i si uniscono Sentio et: sinalefe Traduzione: Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che questo mi accade ed è la mia croce. Analisi sintattica: Al punto finisce il primo periodo, composto da 2 verbi coordinati tra loro tramite la congiunzione et e che esprimono 2 sentimenti antitetici. Questi ci ricordano che già nell'antichità l'amore è considerato come un'esperienza contraddittoria. La prima a mettere in evidenza la contraddittorietà dell'amore fu Saffo nel fr. 130 V che aveva definito l'amore come ‘dolceamara invincibile fiera (animale selvaggio)' esprimendo l'alternanza fra esaltazione e disperazione che caratterizza il sentimento amoroso. Catullo però è andato oltre Saffo, perché attraverso i verbi esplicita 2 sentimenti profondamente contrastanti. Il suo animo è un campo di battaglia tra queste due forze sì opposte, ma dipendenti l'una dall'altra. Odi: perfetto logico: è un verbo difettivo che manca del sistema del presente, si trova solo nei tempi derivati dal tema del perfetto ma si deve tradurre al presente. Altri verbi che non hanno il sistema del presente : memini, meministi, meminisse." Paradigma : odi, odisti, odisse. Fortasse: forse Il secondo periodo si apre con quare id faciam, un'interrogativa indiretta con faciam al congiuntivo presente. Quare è l'avverbio interrogativo (come, perché). Id, pronome con valore dimostrativo, sintetizza il primo periodo (odiare e amare) e si può tradurre 'ciò'. Requiris, 2 pers sing. Catullo immagina un interlocutore che parli con lui della sua scissione. Questa interrogativa non è casuale, ma sottolinea l'aspetto paradossale della situazione descritta dall'odi et amo e il bisogno di confrontarsi con qualcuno che gli spieghi perché stia accadendo ciò. La risposta può essere solo: Nescio, non lo so, il verbo chiave che apre il secondo pentametro. Fieri: che accade, da fio, passivo di facio (essere fatto, divenire, accadere) (fio, fis, factus sum, fieri) con il significato di accadere. È all'infinito perché è retto da sentio. (in italiano l'espressione in fieri, in divenire) La poesia si conclude con excrucior, che sintetizza il travaglio di Catullo, perché significa letteralmente io sono messo in croce. È un verbo metaforico con cui Catullo indica il tormento derivato dalla scissione tra passione e affetto. Il fatto che il poeta sia passivo di fronte al sentimento, è dato anche dalla scelta di inserire facio, un verbo attivo nella interrogativa indiretta E invece un verbo passivo nella risposta. Quindi l'amore è un sentimento che lui subisce passivamente. Carme 72, pag 264-265 Anche qui siamo nell'ambito delle opposizioni. Se nel 85 era la contrapposizione tra odi et amo ora vediamo la contrapposizione tra amare e bene velle (volui, vis, vole, velle). Sono distici elegiaci.

Testo: Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. Qui potis est, inquis? Quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus. TRADUZIONE Tu dicevi, o Lesbia, un tempo, di amare soltanto Catullo e di non desiderare nemmeno Giove al posto mio. Io allora ti amai, non solo come il popolo (ama) un'amante, ma come un padre ama i figli e i generi. Ora ti ho conosciuta, perciò anche se brucio più intensamente, per me sei tuttavia molto più spregevole e insignificante. Come è possibile? Chiedi. Poiché una tale offesa costringe chi ama ad amare di più ma a voler bene di meno. La struttura del carme è simmetrica. I primi due distici (coppie di versi) sono dedicati al passato, i due successivi al presente. Lo stacco si crea con il Nunc (v. 5). Nei versi dedicati al passato ci dice che lui in passato ha amato Lèsbia di un amore sincero e profondo, simile a quello che caratterizza i rapporti familiari. Oltre al desiderio sessuale quindi c'era il bene velle, l'affetto. Il nunc invece profila una situazione attuale amara, profondamente cambiata. Ora Catullo si è stufato, non vuole più farsi illusioni sulle promesse non mantenute di Lèsbia. Il problema è che nonostante lei lo maltratti la passione cresce sempre, mentre il bene velle non esiste più. Resta solo il desiderio sessuale. Nell'ultimo distico lui lo spiega chiaramente, dopo qui potis est? Ci spiega che il venir meno della lealtà reciproca causa nell'amante un aumento della passione che però distrugge il bene velle. La contraddizione tra amare e bene velle è lo specchio del dissidio interiore del poeta. L'amore tra Catullo e Lèsbia è vissuto nelle forme socialmente accettate dell'adulterio. Però Catullo sentiva questo legame molto più legittimo di uno matrimoniale. Il loro amore era più vero perché non doveva sottostare ai canoni del matrimonio. Il fatto di frenare una discrasia tra amare e bene velle lo porta a cercare di soddisfare il suo istinto sessuale, ma il bene velle non c'entra. Questa scissione l'abbiamo già vista con Lucrezio, che si appiglia all'epicureismo per distinguere amore e passione. Dicebas: tu dicevi, regge un'infinitiva. Quondam: avverbio di tempo (una volta) sottolinea che le promesse nel presente non sono state. Mantenute. Nosse è un infinito sincopato, sta per novisse. È l'infinito perfetto del verbo Nosco, che letteralmente significa io conosco, ma qui è usato in senso erotico, come sinonimo di tenere (v. 2). Ci fa capire che Lèsbia gli aveva promesso fedeltà all'interno dell'adulterio. Il secondo verso si apre con Lèsbia che è un vocativo in posizione incipitale, come se fosse il vertice di un triangolo amoroso tra Catullo, Lesbia e Giove. Velle tenere: infinito della seconda infinitiva in dipendenza da dicebas. Tu dicevi che volevi solo Catullo (1) e di non volere amare nemmeno Giove (2). Prae me: al posto mio Il secondo distico si apre con un verbo all’Indicativo perfetto, dilexi, dal verbo diligo. C'è un poliptoto perché al verso 3 c'è dilexi e al 4 diligit. Questo indicativo perfetto è di nuovo accompagnato da un avverbio temporale, cioè Tum (allora) che sancisce il tramonto definitivo dell'amore.

Ut (v3) : come. Non tanto ut (come) il popolo (uomo comune) (ama) un amicam (amante): l'adulterio era socialmente accettato." pater ut: anastrofe per ut pater Gnatos: figli. È una forma arcaica per natos. In questi 2 versi ci sono delle nuove antitesi tra vulgus e pater e poi tra amicam e gnatus et generos. V5: nunc stacca passato e presente. Cognobi: perfetto di cognosco, ora ti ho conosciuta, ho scoperto chi sei. Et si: introduce una concessiva e regge l'indicativo uror, deponente : anche se brucio I 2 comparativi impentius (da impense comparativo avverbio: più ardentemente) e uror creano una metafora, quella del fuoco. Multo: ablativo di misura, la desinenza o è dovuta alla presenza dei comparativi vilior e levior. Mi sta per mihi Nel momento in cui si arriva al presente la passione diventa un sentimento che brucia ancora di più. Catullo ci fa capire che quando alla passione non si accompagna il bene velle il fuoco brucia più violentemente. Non a caso i 2 aggettivi vilior e levior sono aggettivi di ambito commerciale, perché possono significare merci di minor pregio e minor peso. Sta trattando Lèsbia come un oggetto." Qui potis est è un’ interrogativa retorica, espediente che il poeta utilizza per introdurre alla spiegazione conclusiva incentrata sulla spiegazione della differenza tra amare e bene velle." Infatti nel ultimo verso ci sono: Amantem: participio presente con valore sostantivato" Amare e bene velle: infinito (velle in funzione di avverbio) Quod ha valore causale" Il soggetto della frase è inuria talis facendo riferimento all comportamento offensivo di Lesbia. Il verbo principale e cogit e da questo dipendono due infiniti ovvero amare e bene velle. Nel ultimo verso c’è una costruzione simmetrica (verbo-avverbio)....


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