Catullo traduzione carme 1, 11, 35,36,50, 51, 65, 76, 95.96,101 PDF

Title Catullo traduzione carme 1, 11, 35,36,50, 51, 65, 76, 95.96,101
Course Letteratura latina 2
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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catullo traduzione letterale carme 1, 11, 35,36,50, 51, 65, 76, 95.96,101...


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Cat atu ull o 1 A chi dono (dedico) il piacevole nuovo libretto, perfezionato recentemente dalla secca pomice? A te, Cornelio: infatti tu eri solito stimare le mie cosucce qualcosa (stimare che valessero qualcosa), già allora, quando unico tra gli Itali osasti (es ausus) trattare tutta la storia passata in tre libri, dotti, per Giove, e faticosi. Perciò accetta queato libretto, per quel che è e per quel che vale; questo, o vergine protettrice, rimanga eterno per più di un secolo. 11 O Furio e Aurelio, compagni di Catullo, sia se si spingerà agli Indi lontani, che, rimbombante da lontano, l'onda Eòa percuote la spiaggia, sia (se si spingerà) tra i lascivi Ircani e Arabi o tra i Saghi e Parti sagittari, sia (se si spingerà) nelle acque che il Nilo dalla sette foci colora, sia se avanzerà tra le alti Alpi, contemplando le testimonianze del grande Cesare, il gallico Reno, il terribile oceano e gli estremi Britanni, (o voi che) siete pronti ad affrontare tutte queste cose assieme (a me), qualsiasi volontà porti il cielo: poche non buone parole annunciate alla mia fanciulla: viva stando bene con i suoi amanti che (ne) tiene stretti trecento assieme, nessuno che ami veramente, ma spezzando continuamente le reni (?) di tutti, né guardi, come prima, il mio amore che per colpa di quelli morì, fiore reciso al limiti del prato dopo che è stato toccato dall'aratro che è passato oltre (che va oltre). 35 Al dolce poeta, mio amico Cecilio, o epistola, io voglio che tu dica di venire a Verona, lasciando le mura di Nuova Como e il litorale lario: infatti voglio che ascolti alcuni pensieri dell'amico suo e mio. Poiché se sarà saggio e divorerà la strada, sebbene una radiosa fanciulla lo freni già incamminato (euntem) e e gettando (a lui) ambedue le braccia al collo lo pregi di restare, (lei) che dunque, se mi è stato detto il vero, si consuma per lui di un amore sfrenato. Infatti, dal momento che lesse il frammento (opera cominciata) sulla sovrana Cibele, da allora misere fiamme ardono il segreto profondo del cuore (interiorem medullam). Ti perdono/compatisco, fanciulla più dotta della musa saffica: è infatti con eleganza iniziata "La Grande Madre". 36 Annali di Volusio, carta insudiciata (smerdata), sciogliete il voto per la mia fanciulla: infatti alla santa Venere e (al santo) Cupido promise che, se fossi stato restituito a lei e avessi cessato di di vibrare violenti giambi, avrebbe dato gli elettissimi (i tanto egregi) scritti del pessimo poeta al dio claudicante bruciandoli con legna funesta e questo vide tra se la pessima ragazza, di far voto agli dei scherzosamente e con spirito. Ora, o creatura del mare azzurro, che il santo Idalio e il manifesto Urio e Ancona e Cnido ricca di canneti e Amatunta e Golgo e Durazzo, bordello dell'Adriatico, rendi accettato e soddisfatto il voto, se non è sgradevole e rozzo! Ma intanto voi entrate nel fuoco, pieni di rozzezze e sciocchezze, Annali di Volusio, carta smerdata.

50 Ieri, Licinio, poiché nel giorno liberi dagli impegni, poetammo molto sulle mie tavolette, come conviene di essere delicati. Scrivendo versi leggeri, l'uno di noi si dilettava prima su uno (metro), poi sull'altro, ridendo reciprocamente per lo scherzo e per il vino. E da lì sono andato via infiammato per la tua giovialità, Licinio, e per il tuo spirito, tanto che, me misero, né il cibo mi allieta né il sonno veste i (miei) occhi con calma, ma sfrenato per il delirio mi rigiravo per tutto il letto desideroso di vedere la luce (il giorno), per parlare con te e per stare insieme. Ma le membra stanche per la fatica dopo ciò giacciono semi morte sul lettuccio, ciò, gradevolmente, ho composto per te dal quale tu possa osservare il mio dolore. Ora evita di essere arrogante e, attento, non disprezzare le mie preghiere, affinché Nèmesi non ti imponga una punizione. E' una dea tremenda: fa attenzione a (non) farle torto! 51 Quello mi pare essere simile ad un dio, quello, semi è consentito, (mi pare) superare gli dei, che sedendo di fronte a te nello stesso tempo (ti) guarda e (ti) ascolta mentre tu ridi dolcemente, la qual cosa, me misero, mi strappa via tutti i sensi: infatti, non appena ti ho vista, Lesbia, nulla mi avanza [lacuna: neanche un pensiero], ma la lingua si intoppa, una tenue fiamma divampa sotto gli arti (sotto la pelle), le orecchie tintinnano da sole (suopte) con un rumore, entrambi gli occhi sono occultati dalla notte. L'ozio, Catullo, ti è molesto (ti danneggia): per l'ozio ti esalti e gesticoli troppo. E l'ozio ha mandato in rovina, in passato, re e città beati. 65 Anche se l'angoscia tiene me afflitto con un dolore continuo, allontana dalle dotte vergini, Ortalo, né la mente è in grado di tirare fuori il dolce frutto dell'animo delle muse (la stessa fluttua tra tanti mali: infatti l'onda che si origina con il gorgo del fiume Lete ha bagnato poco fa il pallido piede di mio fratello, terra di Troia che dissolve il lido Reteo strappato al nostro sguardo. [verso inesistente: mai parlarti, ascoltarti raccontare le tue cose, mai che io scorga d'ora in poi te, fratello più amato della vita; e certamente sempre ti amerò, sempre canterò versi malinconici per la tua morte, i quali sotto le dense ombre dei rami Daulide intona piangendo il destino dello straziato Itilo) ma tuttavia in tutte queste afflizioni, Ortalo, invio a te questi versi del Battiade tradotti, affinché tu non giudichi le tue parole, affidate ai venti vagabondi del mio animo, perdersi casualmente come il frutto inviato come dono furtivo di impegno scivola dal grembo casto della vergine che, poveretta, dimenticando il posto sotto la morbida veste dove lo aveva nascosto, mentre arriva la madre scivola via, cade a terra; e quello veloce va rotolando per terra, a questo punto un rossore colpevole divampa (si spande) sul volto afflitto. 76 Se all'uomo che ricorda i benefici passati vi è piacere quando pensa di essere onesto e di non aver violato la santa fede, né di abusato in nessun patto dell'autorità divina al fine di ingannare gli uomini: molte gioie si conservano pronte da questo amore ingrato, Catullo, per tutta la vita. Infatti tutto ciò che gli uomini posso o dire o fare di buono a qualcuno, queste cose sono da te dette e fatte: tutte le cose, affidate ad un cuore ingrato, periscono. Dunque perché ormai ti tormenti ulteriormente? Perché non rafforzi l'animo e non ti allontani da costei (istinc= codesta cosa) e

smetti di essere infelice essendo gli dei contrari (al fatto che tu soffra)? E' difficile abbandonare improvvisamente un lungo amore; è difficile, questo è vero, (ma) in qualche modo sii capace di farlo: questa è l'unica salvezza, devi ottenere ciò per te (a te); fai ciò, che sia possibile o che non lo sia. O dei, se è a voi essere compassionevoli, o se a qualcuno proprio all'estremo, in punto di morte, già recaste aiuto, guardate verso di me e, se ho condotto una vita senza peccato, strappatemi via questa peste e flagello! Che a me, penetrando nel più profondo delle membra come una paralisi, ha respinto via l'allegria da tutto il cuore. Ormai non chiedo più quello, che quella in cambio mi ami, ma, cosa che non è possibile, che voglia essere onesta; scelgo di stare bene (ipse bho) e abbandonare questo terribile male. O dei, concedetemi questo per la mia devozione. 95 La "Zmyrna" del mio Cinna finalmente edita dopo nove estati e dopo nove inverni che (dopo che) fu concepita, quando intanto Ortensio cinquecento mila (versi?) uno solo (mese/anno?) [...] la "Zmyrna" sarà mandata alle onde profonde del Satraco e le antiche generazioni sfoglieranno per lungo tempo la "Zmyrna". E gli Annali di Volusio moriranno presso la stessa Padova e spesso produrranno larghi involucri per gli sgombri. Che siano al cuore a me (mi stiano a cuore) le piccole testimonianze del mio compagno: e il popolo si goda il gonfio Antimaco. (simbolo negativo della poesia scartata) 96 Se qualcosa di gradito e e di ben accetto ai muti sepolcri può far danno al nostro dolore, Calvo, per il rimpianto con il quale rinnoviamo i vecchi amori e piangiamo le amicizie perse un tempo: certamente non tanto soffriresti la morte prematura di Quintilia, quanto (essa) gioisce per il tuo amore. 101 Trasporto attraverso tanti mari e molte popolazioni giungo, fratello, a queste misere esequie, per donarti l'omaggio estremo dei morti e (per) parlare con la muta cenere - inutilmente! - , dal momento che il destino ti ha portato via da me, ahi, misero fratello, strappato via da me ingiustamente! Ora tuttavia nel frattempo, queste offerte che sono tramandate dall'antico costume dei parenti, accetta(le) come triste omaggio alle (tue) esequie, molto bagnate s'un pianto fraterno e per sempre, fratello, addio (stai bene)....


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