Catullo Carme 3 Traduzione E Analisi PDF

Title Catullo Carme 3 Traduzione E Analisi
Author Francesca Ferrara
Course LINGUA E LETTERATURA LATINA
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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Summary

Traduzione letterale e analisi del testo del carme 3 di Catullo ...


Description

CARME 3

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Lugete, o Veneres Cupidinesque Et quantum est hominum uenustiorum! Passer mortuus est meae puellae, Passer, deliciae meae puellae, Quem plus illa oculis suis amabat: Nam mellitus erat suamque norat Ipsam tam bene, quam puella matrem, Nec sese a gremio illius mouebat, Sed circumsiliens modo huc, modo illuc Ad solam dominam usque pipiabat. Qui nunc it per iter tenebricosum Illuc, unde negant redire quemquam. At uobis male sit, malae tenebrae Orci, quae omnia bella deuoratis! Tam bellum mihi passerem abstulistis. O factum male! o miselle passer! Tua nunc opera meae puellae Flendo turgiduli rubent ocelli.

TRADUZIONE Piangente, o Veneri e Amorini, e quanti vi siano di uomini raffinati! È morto il passero della mia fanciulla, passero, delizia della mia fanciulla, che ella amava più dei suoi occhi : infatti era dolce come il miele e conosceva la sua (padrona) tanto bene quanto una fanciulla (conosce) la madre, non si muoveva dal suo grembo, ma saltellando ora qui ora là cinguettava (rivolto) alla alla padrona. Ora quello procede per un viaggio tenebroso Là, dove negano sia tornato qualcuno. Maledizione a voi, malvagie tenebre Dell’Inferno, che divorate tutto ciò che c’è di bello (lett. ogni cosa bella) Infatti mi avete strappato il passero grazioso. Oh che disgrazia! Oh povero passerotto! Ora per causa tua gli occhi Della mia fanciulla si arrossano gonfi per il pianto.

ANALISI In questo testo si constata la concezione della letteratura come lusus. La seconda considerazione riguarda la sua estrema letterarietà che rende quasi superflui i contenuti. Il depotenziamento dell’aspetto contenutistico consente l’ascesa e l’importanza della forma, che è l’unica grande preoccupazione dell’autore. La scelta del contenuto è volutamente ridicola. Questo componimento assume la forma di un epicedio, un componimento di argomento funebre. Catullo segue con grande rigore lo schema del compianto funebre. Nella poesia ellenistica erano già presenti componimenti funebri diretti a degli animali. La poesia ellenistica era solita rivolgersi ad aspetti di importanza secondaria, per sottolineare lo svago e il divertimento causato dal poetare. Il tema amoroso era solo apparentemente secondario. L’affetto che Catullo prova per Lesbia è uguale a quello che lega la donna al suo uccellino. Fin dai primi versi il linguaggio è alto, così come lo è il richiamo a Venere e a Cupido. Allo stesso modo si noti la scelta lessicale di lugeo che è più elevato rispetto a fleo. Veneres e venustiorum sono figure etimologiche perché sono legate dalla radice venus, che significa “amore”. Un altro elemento di ricercatezza formale è rappresentato dalla ripetizione della parola passer all’inizio dei versi 3 e 4. Meae puellae è un’epifora, cioè la ripetizione di una o più parole alla fine dei versi. I versi dal 6 al 10 descrivono le caratteristiche e le virtù del defunto che sono la dolcezza, la fedeltà e il rapporto assiduo (metafora della fedeltà amorosa che Catullo cercava nel suo rapporto con Lesbia). Gli elementi retorici sono sempre presenti. C’è un omoteleuto nel verso 9. L’omoteleuto consiste nell’uguaglianza fonica tra due o più parole. Nel verso 10 pipiabat è un’onomatopea e un neologismo perché si tratta di un termine inventato da Catullo. Nel verso 11 c’è un’allitterazione della /t/. L’imprecazione contro la morte è un topos letterario, cioè un luogo comune della letteratura alessandrina. C’è un poliptoto al verso 13. Concentrandosi solamente sulla materia formale, Catullo rischierebbe di essere freddo. Al verso 14 bella non è il plurale di bellum, ma deriva dal latino volgare e significa “bello”. Catullo gioca con il lettore in modo sottile. Catullo è un virtuoso della lingua perché è in grado di abbassare e alzare continuamente i toni, conosce la lingua dotta e quella popolare ed è capace di gestire qualsiasi situazione poetica. Il principio della poikilia o principio della mescolanza stilistica caratterizza la poetica catulliana e quella alessandrina. Il componimento è circolare perché si apre e si chiude con l’immagine del pianto....


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