Proust - Swann - Riassunto ben fatto con a seguito analisi della principali categorie in cui PDF

Title Proust - Swann - Riassunto ben fatto con a seguito analisi della principali categorie in cui
Author Francesca Garotti
Course Teoria della letteratura
Institution Università di Bologna
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Summary

Riassunto ben fatto con a seguito analisi della principali categorie in cui sono strutturati i testi....


Description

Titolo, autore, anno di pubblicazione: “ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO –

DALLA PARTE DI SWANN”, Marcel Proust, 1°edizione originale 1913, 1°edizione originale 1946. L’opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927, frequentò un liceo a Parigi, in seguito si arruolò come volontario nella fanteria dell’esercito, terminato il servizio militare seguì le lezioni di Albet Sorel, alla Sorbona seguì i corsi di Henri Bergson, nel 1893 si laurea in legge.

Trama: nella prima sezione in cui è diviso questo volume, il narratore rievoca la sua infanzia nel villaggio di Combray; mentre la seconda sezione narra dell'innamoramento di Charles Swann, una sorta di alter ego di Marcel, nei confronti di una giovane di nome Odette; infine la terza sezione introduce il personaggio di Gilberte, figlia di Charles Swann e Odette, la quale, dopo essere stata solo una compagna di giochi, diventa il primo amore del narratore. Combray Nella prima sezione del primo volume, intitolata "Combray" (dal nome della residenza estiva in cui la famiglia passava a trascorrere le vacanze) il protagonista, che sembra coincidere col narratore (e infatti si chiama Marcel), racconta della propria infanzia passata proprio nella città di Combray. La storia procede in modo molto lento con una dettagliata descrizione psicologica del narratore, attraverso un ricordo dei problemi che egli vive da ragazzo. Il narratore racconta del suo rapporto con la madre, di cui reclama la presenza la sera prima di coricarsi. Egli ricorda anche le sue prime letture, tra cui il romanzo "François le Champi" 1848-50 di George Sand, vi sono inoltre prove dell'universo culturale ed emotivo di un personaggio di cui verrà seguita l'esistenza e l'evoluzione durante tutto il resto della storia. Ricorda anche altri dettagli della sua infanzia, tra cui le persone, come la zia Léonie e la gente del villaggio, ma anche i luoghi, come la vecchia casa grigia sulla strada, il giardino, le vie, le escursioni quotidiane e il parco dei signori Swann. Questo primo volume dell'opera funge da preludio, introducendo temi e personaggi principali ricorrenti della “Recherche”, i quali subiranno poi una metamorfosi nel corso del tempo a partire da ora fino alla fine dell'opera; infatti è in questa sezione che viene introdotta la famiglia di Charles Swann e anche quella Guermantes, le quali lasceranno un ricordo indelebile e una fascinazione impressa nel Narratore il quale desidera penetrare questo ambiente che sembra a lui così irraggiungibile e meraviglioso. L'incipit e i differenti "io" "Per molto tempo, sono andato a letto presto" sono le famose parole di apertura della Recherche pronunciate da un "Narratore" (il primo "io", voce narrante nonché personaggio principale) insonne che ricorda i differenti periodi della sua esistenza; evoca ricordi della cittadina di Combray (sperimentati da un secondo "io", quello dell'"eroe" protagonista), una località turistica della sua prima infanzia: il tutto raccolto dalla memoria volontaria, ossia data dall'intelligenza, quella che dà informazioni sul passato che conserva in sé. L'"io" del Narratore fa da apertura e da chiusura di questa prima sezione, come pure dell'intera Recherche, ed è anche colui che definisce l'"io" del protagonista nei diversi periodi della sua vita; epoche che tornano improvvisamente abbinate durante esperimenti ripetuti di esperienze di memoria involontaria nel Il tempo ritrovato, quando emergerà l'"io" senza tempo dell'autore-narratore. Memoria volontaria e involontaria In questa sezione è presente uno degli episodi più famosi del libro, quello in cui il protagonista, dopo aver imbevuto nel tè una madeleine, ricorda come egli era solito

mangiarne da piccolo la domenica mattina prima della messa. È stato proprio durante la celebre scena della madeleine che l'eroe, in un periodo molto più tardo rispetto alla narrazione principale di "Combray", che vivrà la sua prima esperienza di memoria involontaria (le altre seguiranno ne Il tempo ritrovato). Appena riconosciuto il sapore del pezzo di madeleine imbevuto nel tè caldo che una volta, molti anni addietro, era d'uso preparargli sempre la zia quando si trovavano a Combray, intere sezioni di memoria cominciano a venire a galla "proprio come nel giuoco in cui i giapponesi si divertono a mettere in ammollo in una ciotola di porcellana piena d'acqua piccoli pezzi di carta i quali, fino ad allora rimasti indistinti, cominciano a prender forma diventando fiori, case, personaggi coerenti e riconoscibili". L'autore si dedica poi alla storia della vita della famiglia del Narratore, della sua servitù e dell'intera popolazione di Combray, con la conseguente pittura di personaggi umoristici (lo snobismo dell'ingegnere Legrandin, la crudeltà di Françoise nei confronti della giovane sguattera delle cucine ecc.) La parte di Méséglise o di Swann e la parte di Guermantes[modifica | modifica wikitesto] Il Narratore discute poi delle passeggiate quotidiane fatte verso Méséglise (o Swann) quando il tempo era incerto, laddove quando il bel tempo lo permetteva si addentravano dalla parte dei Guermantes: entrambe le direzioni sono "giacimenti profondi del mio terreno mentale". Il modo in cui Méséglise è associata con il cattivo tempo; questo è il lato degli odori, in particolare quello che il Narratore in lacrime riconosce nel biancospino; ma anche del desiderio carnale e del fallimento dell'intelligenza. È questa la parte in cui osserva la scena di lesbismo e sadismo tra la figlia di Vinteuil e la sua amica; è da questa parte infine che Gilberte Swann gl'indirizza un gesto osceno. La parte dei Guermantes è associata invece come detto col bel tempo, il desiderio di vita mondana (sogna un giorno di poter partecipare a un ricevimento indetto dalla duchessa) e ad altre sensazioni intelligibili. Un amore di Swann La seconda sezione del primo volume, intitolata "Un amore di Swann" ("Un amour de Swann"), rappresenta un punto di svolta, l'andamento della vicenda si fa più veloce e interessante, diventando quasi una sorta di “romanzo nel romanzo” che può esser letto indipendentemente dal resto: questo è in realtà un passo indietro nella vita di Charles Swann[1], che ricorda la sua passione travolgente per Odette de Crécy,[2] una donna di mondo, raffinata e opportunista al tempo stesso. L'attrazione per Odette, che Swann incontra per caso in un circolo letterario, il salotto di Madame Verdurin, lo spingerà a frequentare sempre più spesso questo ambiente borghese. Il protagonista andrà poi frequentemente a trovare Odette, la quale gli dimostrerà una certa tenerezza e sarà proprio questo sentimento a far nascere in lui l'amore. Odette si faceva mantenere dalla famiglia, ma poi inizia a farsi mantenere da Charles, pur mostrandosi, al tempo stesso, disponibile verso altri uomini. Da qui nasce nel protagonista una gelosia morbosa, per cui lui vorrebbe conoscere il passato di Odette in maniera anche troppo dettagliata. Nel frattempo, Madame Verdurin capisce che il suo salotto rappresenta per Charles solo il luogo in cui incontrare la sua amata; da ciò nasce tra i due un'antipatia reciproca e la presenza di Charles non sarà più gradita. Proprio per questo motivo Odette continuerà a frequentare il circolo letterario, che diventerà per lei luogo di rifugio e tradimento. La storia d'amore si trasforma così in un rapporto tormentato, tanto da diventare la storia di una malattia: Charles da una parte vorrebbe lasciare Odette, ma dall'altra sa di non poterne fare a meno, nonostante tutto; Odette, invece, capisce di avere sempre più potere su di lui e ne approfitta, tanto da convincerlo in seguito a sposarla. Nomi di paesi: Il nome

Nella terza sezione del primo volume, intitolata "Nomi di paesi: Il nome" ("Noms de pays: Le nom"), il narratore sogna a occhi aperti di viaggiare, visitando varie località. Combray rappresenta per l'autore un mondo infantile, chiuso e protettivo, che si contrappone ai paesi che invece vorrebbe visitare e sui quali fantastica a lungo, anche solo sui loro nomi, che gli ispirano suggestioni di vario tipo: è attraverso gli orari dei treni che vede per la prima volta Balbec e soprattutto Venezia. Questa parte fa eco al successivo volume All'ombra delle fanciulle in fiore; tale parallelismo sottolinea la delusione del sogno nascente del confronto con la cruda realtà: solamente l'arte è in grado di re-incantare il paesaggio e farlo vivere all'altezza delle aspettative del Narratore (come saranno per esempio i quadri raffiguranti Balbec di Elstir) => Wikipedia

Personaggi: 



FRANCOISE: cuoca di zia Léonie a Combray, poi al servizio della famiglia del narratore, abilissima in cucina, è particolarmente crudele con l'aiuto cuoca (per il narratore è il simbolo della Francia eterna, quella della chiesa feudale di SaintAndré-des-Champs) + da quando la famiglia passa le vacanze a Combray, essa ha per loro la stessa considerazione che riserva alla zia, ma accompagnata da un’inclinazione più viva, dal momento che al prestigio di far parte della famiglia si aggiunge il fascino di non essere i suoi padroni abituali + F. non ama particolarmente il genero, la cui presenza le rovina il piacere di stare con la figlia, impedendo alle due donne di chiaccherare con la stessa libertà di quando sono sole + Françoise, la quale ha la tendenza a considerare denaro spicciolo tutto quello che la zia le regala, per lei o per i suoi figli, e tesori follemente sperperati per un’ingrata le monetine messe ogni domenica nella mano di Eulalie, ma con tale discrezione che Françoise non riesce mai a vederle, non che il denaro che la zia da a Eulalie Françoise lo vorrebbe per sé, lei si rallegra già abbastanza di quel che la zia possedeva, giacché sa che le ricchezze della padrona innalzano, nello stesso tempo, e abbelliscono agli occhi di tutti la sua domestica + non le pare, tuttavia, un gran male che la zia, di cui conosce l’inguaribile generosità, si abbandoni a dare, se almeno a beneficiarne fossero stati dei ricchi (forse pensava che costoro, non avendo bisogno dei regali della zia, non possono essere sospettati di volerle bene per questo), d’altra parte, offerti a persone molto ricche, a persone «dello stesso rango» della zia e che «stavano bene insieme», i regali le sembrano far parte degli usi di quella vita strana e brillante dei ricchi che lei ammirava sorridendo + ma le cose vanno diversamente se a beneficiare della generosità della zia sono coloro che chiamava «gente come me, gente che non sono niente più di me» e che lei disprezzava di più, a meno che non la chiamassero «signora Françoise» e non si considerassero «meno di lei» + non c’è, nei dintorni di Combray, una tenuta abbastanza grande perché Françoise non supponga che Eulalie avrebbe potuto facilmente comperarla, con tutto quello che le rendono le sue visite, è vero che un’analoga stima la fa anche Eulalie delle ricchezze immense e occulte di Françoise, di solito,quando Eulalie se n’è andata, Françoise profetizza senza alcuna benevolenza sul suo conto (la odiava, ma la teme, e si crede obbligata, quando è presente, a farle «buon viso») + Françoise escogita, per servire la sua costante volontà di rendere impossibile a ogni domestico la permanenza in casa, accorgimenti così sottili e così spietati che, molti anni dopo, scoprono che, se quell’estate avevamo mangiato gli asparagi tutti i giorni, era stato perché il loro odore dava alla povera sguattera incaricata di pulirli delle crisid’asma di una tale violenza che, alla fine, fu costretta ad andarsene! BATHILDE: la nonna del narratore, amante della natura e delle passeggiate all’aria aperta (cerca sempre un pretesto per fare un giro in giardino), una donna umile di cuore e molto dolce + giudica le letture futili malsane quanto le







caramelle e i pasticcini, è convinta che i grandi soffi del genio non possano avere, anche sullo spirito di un bambino, un influsso più pericoloso e meno vivificante di quello esercitato sul corpo dell’aria e del vento di mare (non si sarebbe mai rassegnata a comprare qualcosa da cui non si potesse trarre un profitto intellettuale, perfino quando deve fare un “regalo utile”, o nel preferire i ritratti alle fotografie, pag. 42) + si stupisce delle accese requisitorie, alle quali L. si abbandona sovente, contro l’aristocrazia, la vita mondana, lo snobismo, l’ambizione mondana è un sentimento che la nonna è incapace di provare e quasi di capire, e le sembra del tutto inutile biasimarla con tanto ardore (non trova di buon gusto che il signor Legrandin, la cui sorella è sposata con un gentiluomo, attacchi così violentemente i nobili) + il nipote è sicuro che la zia tragga dall’accomularsi di quei giorni monotoni, l’attesa di un cataclisma domenstico, limitato alla durata di un momento, ma tale da costringerla, una volta per tutte, a uno di quei cambiamenti che le sarebbero stati salutari e ai quali non riesce a risolversi da sola (si accontenta, per rendere ogni tanto più interessante la sua vita, di introdurvi delle peripezie immaginarie che segue con grande passione, pag. 121). PROZIA LEONIE: denigra spesso il signor Swann, lo ritiene una persona semplice, anche dal punto di vista intellettuale, dal momento che in coversazione evitava gli argomenti seri e sfoggiava una precisione assai prosaica, non soltanto per quanto riguardo i dettagli più minuti della ricette di cucina, ma persino quando le sorelle della nonna parlano di argomenti artistici (per lo più si limitava a divertire i partecipanti ogni volta con una nuova storia che gli era appena capitata con persone che conoscevano), nel suo modo di trattarlo c’è una gamiliarità un po’sprezzante, dal momento che era convinta ch’egli dovesse sentirsi lusingato dei loro inviti (pag. 19), ha una radicata abitudine di vedere sempre in Swann il medesimo adolescente, che si meraviglia di trovarlo tutt’a un tratto meno giovane dell’età che continua ad attribuirgli (tutti i parenti cominciano a vedere in lui una vecchiezza anormale, vergognosa e meritata degli scapoli, pag. 35) + Le visite di Eulalie sono la grande distrazione della ziaLéonie, che non riceve quasi più nessuno, all’infuori del signor Curato, essa ha, infatti, allontanato tutti gli altri visitatori, perché avevano, ai suoi occhi, il torto di rientrare nell’una o nell’altra delle due categorie di persone che lei detesta: gli uni, i peggiori, e i primi di cui si è sbarazzata, sono quelli che le consigliavano di non «auscultarsi» e professavano, magari in negativo, e manifestandola solo con certi silenzi di disapprovazione o con certi sorrisi di perplessità, la dottrina sovversiva per cui una piccola passeggiata al sole e una buona bistecca sanguinolenta le avrebbero giovato molto più del letto e delle medicine. L’altra categoria era composta da persone che avevano l’aria di credere che la sua malattia fosse più grave di quanto lei non pensasse (ella esige che, allo stesso tempo, si approvasse il suo regime, si compiangessero le sue sofferenze e la si rassicurasse sul suo avvenire, ed in questo Eulalie eccelle perfettamente, le cui visite, ogni domenica salvo imprevisti, costituiscono per la zia un gran piacere). Le due sorelle della nonna (Céline e Flora), hanno la sua stessa nobiltà d’animo ma non la sua intelligenza (sono più dedite ai pettegolezzi puttosto che alle lunge passeggiate in giardino). SWANN: una delle poche persone che fa visita alla casa di Combray, spesso dopo pranzo e senza preavviso; egli si riconosce soltanto dalla voce, il suo viso dal naso aquilino, dagli occhi verdi sotto l’alta fronte circondata da capelli biondi, quasi rossi, pettinati alla Bressant, è molto difficile da distinguere da tanto che le luci nel giardino vengono tenute basse + egli, pu essndo molto più giovane, è molto legato al nonno del protagonista (Amédée, una delle sue frasi preferite è “spesso ma poco alla volta”, usata da Swann padre), il quale era stato uno dei migliori amici del padre (uomo eccelente ma singolare) + la



famiglia del narratore non sa che offrono ospitalità a uno dei più eleganti membri del Jockey-Club, amico prediletto del conte di Parigi e del principe di Galles, uno degli uomini più vezzeggiati nell’alta società del faubourg Saint-Germain (la loro ignoranza deriva in parte dalla riservatezza e dalla discrezione del carattere di S. e in parte dal fatto che i borghesi di allora avessero un’idea di società un po’ induista*) + il signo Swann padre era agente di cambio, Swann figlio si trovava dunque a far parte per tutta la vita di una casta all’interno della quale le fortune variavano da un minimo a un massimo di reddito + affetto da una “cotta” per gli oggetti antichi e la pittura, egli abita in una vecchia palazzina dove stipa le sue collezioni (si trova in quartiere dove la prozia del narratore ritiene indecente avere una casa) + è sposato con una donna della peggiore società (S. non la presenta alla famiglia del narratore) ed ha una figlia a cui è molto affezionato. LEGRANDIN: è uno di quegli uomini che, al di fuori di una carriera scientifica, nella quale si sono brillantemente affermati, possiedono una cultura affatto diversa, letteraria, umanistica, essi ignorano che L. abbia una certa reputazione come scrittore, e sono sorpresi nel constatare che un celebre musicista ha composto una melodia per lui + alto, di bell’aspetto, con un volto fine e occhi azzurri, di modi raffinati, impersonifica per la famiglia del narratore il tipo dell’uomo eccezionale, che affronta la vita nel modo più nobile e delicato (la nonna gli rimprovera il fatto di parlare un po’ troppo bene, come un libro stampato).

Temi principali: -

SONNO (pag. 1, pag. 2) INSONNIA (pag. 5) TEMPO E SPAZIO (pag. 5) INQUIETUDINE (pag. 9) MEMORIA (pag. 9, pag. 46) – OBLIO (pag. 20) ANGOSCIA (pag. 25, pag. 31) ANSIA (pag. 33, pag. 36, pag. 45)

Ambientazione:    

La camera da letto di Combray, nella casa dei nonni (ne ricorda in particolar modo il camino in marmo di Siena) La stanza nella casa di Madame de Saint-Loup (in campagna) + varie camera da letto (pag. 8) Il castello di Genoveffa di Brabante (Golo, cavalcando lo raggiunge, pag. 10) Combray, ci sono due “parti” per le passeggiate, opposte l’una all’altra, da casa loro non si può uscire dalla stessa porta se si vuole andare da una parte piuttosto che dall’altra: una è quella di Méséglise, “la parte di Swann”, perchè per andarci si passa davanti alla sua proprietà (delle due è la passeggiata più breve che si riserva quando il tempo è incerto), l’altra è quella di Guermantes; in una passeggiata attraverso la prima direzione, il protagonista vede per la prima volta Gilbert, una ragazzina con i capelli biondi e gli occhi neri (anche se nei suoi ricordi ha sempre gli occhi azzurri), lei lo guarda in modo derisorio nonostante lui la trovi bellissima (pag. 146)

Eventi importanti: dopo una lunga descrizione di immagini confuse e ricordi dell’infanzia che si sovrappongono durante il dormiveglia del protagonista, c’è la descrizione del “rituale del bacio” prima di coricarsi, dato dalla mamma al proprio figlio, atto molto agognato dal narratore ma irritante da parte del padre che lo giudica come una tale “assurdità” (pag. 14) + (*), pag. 16, essi la consideravano composta di caste chiuse dove ciascuno si trovava sin dalla nascita nello stesso rango occupato dai suoi genitori e al quale nulla, tranne gli imprevisti di una carriera straordinaria o di

un matrimonio insperato, avrebbe potuto sottrarlo per farlo penetrare in una casta superiore. In un articolo di giornale il nonno legge che il Signor Swann è uno dei pù fedeli habitués delle colazioni domenicali in casa di un certo duce di X. Il cui padre e zio erano stati gli uomini politici più in vista del regno di Luigi Filippo (secondo la prozia uno che sceglieva di frequentare persone al di fuori della casta in cui era nato, al di fuori quindi della sua “classe” sociale, subisce ai suoi occhi un increscioso declassamento (pag. 22) => è sul “Figaro”, ma la prozia afferma che non è cosa buona farlo sapere in giro poichè ogni volta che scorgeva negli altri un privilegio, per quanto minuscolo, che lei non aveva, si persuadeva che non era un privilegio, ma un fastidio. Il solo tra la famigli...


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