Tozzi - Occhi - Riassunto ben fatto con a seguito analisi della principali categorie in cui PDF

Title Tozzi - Occhi - Riassunto ben fatto con a seguito analisi della principali categorie in cui
Author Francesca Garotti
Course Teoria della letteratura
Institution Università di Bologna
Pages 10
File Size 228.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 73
Total Views 168

Summary

Riassunto ben fatto con a seguito analisi della principali categorie in cui sono strutturati i testi....


Description

Titolo, autore, anno di pubblicazione: “CON GLI OCCHI CHIUSI”, Federigo Tozzi, pubblicato per la 1°volta nel 1919. Tozzi frequentò la scuola elementare in seminario e in seguito nel Collegio Arcivescovile di Provenzano, dal quale fu allontanato per cattiva condotta nel 1895, anno in cui morì anche sua madre; si iscrisse allora alla scuola delle Belle Arti, dove trascorse tre anni piuttosto burrascosi e ne fu espulso. Si iscrisse in seguito alle scuole tecniche e ne frequentò i corsi a Siena e a Firenze ma con scarso profitto. Pur studiando in modo saltuario e molto disordinato, sviluppò un grande amore per la lettura cominciando a frequentare la biblioteca comunale di Siena, dove formò una cultura aperta ai più diversi influssi, soprattutto a quelli della moderna psicologia. Nel 1902, essendo rimandato in alcune materie per l'ammissione alla terza classe, abbandonò per sempre gli studi regolari. L'opera di esordio di Tozzi fu in versi e si intitolò la Città della Vergine; in seguito divenne il curatore di alcune antologie di antichi scrittori senesi. Volendosi allontanare da Siena, nel 1907 iniziò a lavorare nelle ferrovie, a Pontedera e a Firenze: in seguito a questa esperienza nacque un "diario", Ricordi di un giovane impiegato, poi pubblicato da Borgese con il titolo Ricordi di un impiegato. Tornò a Siena a causa della morte del padre nel 1908 e da allora iniziò a scrivere le novelle di Bestie e i suoi romanzi più famosi, ovvero Con gli occhi chiusi e Il podere.

Trama: Domenico Rosi gestisce la trattoria Il pesce azzurro insieme con la moglie,

Anna, affetta da disturbi nervosi, e il piccolo podere di Poggio a' Meli nella campagna senese. Il figlio Pietro è un adolescente con problemi relazionali, costretto a subire la violenza – fisica e psicologica – del padre. Nella tenuta abitano anche gli assalariati, fra cui Rebecca, abbandonata dal suo seduttore che le ha dato un figlio, i genitori di lei, Giacco e Masa, due poveri vecchi che conducono una vita modesta e desolata, e la nipote Ghìsola. Nei confronti di quest'ultima Pietro prova un affetto confuso e torbido, che Ghìsola, pur conservando un atteggiamento evasivo, dimostra di corrispondere. Ma i colloqui dei due ragazzi consistono «in parole senza senso, convenzionali, che capivano loro due soltanto». Pietro è incapace di manifestarle a parole ciò che sente, e in più di un'occasione non resiste all'istinto di aggredirla. Un giorno Pietro viene a sapere che Ghìsola è tornata a Radda dalla sua famiglia. L'allontanamento è stato disposto da Domenico, che ha subodorato una relazione sconveniente tra i due. Dopo la morte della madre Anna, in seguito a un ascesso convulsivo, Pietro si chiude sempre più in sé stesso e nei propri studi. «Bestemmiava, perché non voleva avere i pregiudizi dei preti. E Domenico ne dava tutta la colpa a quei maledetti libri della scuola.» Trascorsi tre anni, Pietro riesce a conseguire la licenza tecnica. Il sentimento per Ghìsola non si è ancora spento, e Pietro chiede a Masa di mostrargli la fotografia che la ragazza ha mandato qualche tempo prima a Poggio a' Meli. Rivedendo Ghìsola, Pietro comprende di amarla ancora. Il rapporto di Pietro col padre è freddo e conflittuale: Domenico non approva le scelte del figlio e non si capacita di come egli abbia potuto abbracciare la causa socialista. Nel frattempo, ricongiuntasi alla famiglia e alle sorelle senza riuscire a intessere una relazione di autentico affetto, Ghìsola è stata sedotta da un amico di famiglia, Borio di Sandro, e dal suo fattore. A diciassette anni si è trasferita alla Castellina, a poca distanza da Radda. In paese si sono diffuse dicerie poco lusinghiere sui suoi costumi. In breve tempo Ghìsola ha ottenuto l'appoggio di un commerciante, il signor Alberto, di cui è divenuta amante, e si è stabilita «in una sua casetta nei dintorni di Badia a Ripoli». Pietro va a trovarla e lascia trapelare le proprie intenzioni. Alla domanda se abbia mai avuto altri uomini, Ghìsola risponde di no, simulando un'ingenuità che in realtà ha perduto per sempre. Concerta poi con il signor Alberto di sposare Pietro, per trarre profitto dal matrimonio, e di concedersi a lui in modo tale che il giovane consideri suo il figlio che potrebbe nascere da una relazione di Ghìsola con l'amante.

Pietro e Ghìsola continuano a frequentarsi: all'amore incondizionato di Pietro, che non vuole unirsi a lei prima di averla fatta sua moglie, fa riscontro la doppiezza di Ghìsola, che è legata a lui da un affetto discontinuo e poco convinto. Su insistenza di Pietro, la ragazza fa ritorno a Poggio a' Meli: si comincia a vociferare di un imminente matrimonio tra il figlio del trattore e la figlia degli assalariati. Pietro non sa spiegarsi «certi odii di Ghìsola» contro i parenti, da lei giustificati come una reazione all'ostilità di Domenico e al clima inospitale di Poggio a' Meli. Dopo diversi giorni Ghìsola si trasferisce di nuovo a Radda in Chianti, presso la famiglia: lì Pietro andrà a trovarla alla fine dell'estate. L'atteggiamento di Ghìsola non è mutato: «ella sentiva che doveva ingannarlo, perché egli non la umiliasse. Più grande e folle era quell'amore e più ella si trovava nella necessità di difendersi. […] Le lettere di Pietro le facevano l'effetto ch'egli le pensasse per qualche fidanzata ingenua e buona. E lo compativa, sorridendo.» I due si rivedono a Firenze, dove Pietro torna col pretesto degli esami di riparazione, mentre Ghìsola – a sua insaputa – ha trovato un impiego in una casa di malaffare. È il loro ultimo incontro, prima che Pietro torni a Siena. Mentre si trova a Poggio a' Meli, Pietro riceve una lettera anonima che lo disillude e lo mette in guardia: «Ghìsola lo tradisce. Se vuole averne la prova, vada in via della Pergola...» Ottenuti da Rebecca i soldi per il viaggio, profondamente turbato ma non ancora privo di speranze, Pietro si reca a Firenze e ritrova Ghìsola all'ultimo piano del bordello, distesa su un canapè in compagnia di un soldato. La ragazza accampa delle confuse giustificazioni e cerca di nascondere il proprio ventre gravido; ma è un tentativo disperato: riavutosi dalla «vertigine violenta che l'aveva abbattuto ai piedi di Ghìsola», Pietro sente all'improvviso di non amarla più => Wikipedia

Analisi del romanzo:

Con gli occhi chiusi, scritto a Castagneto nel 1913, è un romanzo di matrice autobiografica; nella figura del protagonista, Pietro, si proiettano le inquietudini e i turbamenti dello stesso scrittore; il padre di Pietro, Domenico, è una trasfigurazione letteraria del padre di Tozzi, uomo avido e dispotico con cui l'autore intrattenne sempre rapporti tesi; il carattere di Anna, affetta da turbe psichiche, sottomessa al marito e morta in giovane età, è esemplato su quello della madre di Tozzi, Annunziata Automi; in Ghìsola si possono ravvisare i tratti di Isola, giovane donna amata dallo scrittore e ricordata in un biglietto del 28 marzo 1900 e in una lunga lettera del 30 marzo 1903. Dal carteggio con Treves si apprende che ancora nel 1918 era Ghisola il titolo del romanzo. Il titolo scelto per l'edizione definitiva allude alla radicale negatività che definisce il rapporto dei personaggi col mondo. Tutto il romanzo è animato da una forte carica pessimistica e da un sentimento di sfiducia intorno alla possibilità di instaurare una comunicazione con gli altri: le vicende del protagonista tradiscono la sua inettitudine a realizzare i propri obiettivi e a vivere in modo autentico e consapevole il rapporto d'amore. Al centro del romanzo è un'umanità umile e tormentata, la cui vita è regolata dalla legge ferrea della violenza e dell'inganno. La vicenda autobiografica, come rileva Giacomo Debenedetti: « [...] è emblematica di un disagio esistenziale che è al centro della grande narrativa e in genere della cultura novecentesca. In un mondo ove la società industriale fa sempre più affievolire i valori spirituali, il disinteresse, l'amore, la lealtà alla natura, la fedeltà all'ideale, l'uomo, nel ritratto di Tozzi, si sente estraneo, assediato dall'incomprensione, escluso da un vero dialogo umano; la sua sete di affetto si trasforma in disperata solitudine; egli è costretto, per attutire le ferite della realtà ostile, a vivere "con gli occhi chiusi".» Il Debenedetti, che nel suo saggio interpreta il romanzo in chiave psicoanalitica, attribuisce un'importanza centrale alla scena della castrazione degli animali del

podere, voluta dal padre, vissuta da Pietro come un attentato alla propria virilità. La condizione del protagonista, costretto a vivere con gli occhi chiusi, inibito nei suoi rapporti con la realtà, apparenta il personaggio a Edipo, che si acceca per espiare la propria colpa => Wikipedia

Caratteri del romanzo:

La struttura di Con gli occhi chiusi scardina l'impianto tradizionale del romanzo naturalistico: articolata in paragrafi di varia lunghezza, l'opera è contrassegnata da digressioni, scarti temporali e parentesi introspettive che la avvicinano piuttosto al romanzo psicologico novecentesco. Non mancano momenti di acceso lirismo, ma l'abbandono del narratore non è mai totale, e dietro le movenze più commosse è adombrata una concezione coerentemente tragica della vita e dei rapporti umani. Così, la descrizione della primavera può offrire il pretesto per delineare il rapporto di «improprietà» che lega il protagonista al reale: « Vorrei parlare di questi indefinibili turbamenti del marzo, a cui è unita quasi sempre una sottile voluttà, un desiderio di qualche bellezza. Questi soli ambigui, questi cinguettii ancora nascosti e che si dimenticano presto, queste nuvole biancheggianti che sembrano venute prima del tempo! [...] E quest'amore quasi matrimoniale e sconosciuto a noi di tutti gli esseri che s'aiutano; e anche i loro odii! [» A un gusto più prettamente realistico sono improntati i passi del romanzo dedicati alla descrizione delle località toscane in cui si svolgono le vicende dei protagonisti (fra i più ampi merita di essere segnalato quello dedicato a Siena). Nel romanzo è tratteggiata, in maniera indiretta, un'immagine fedele della società provinciale di fine Ottocento, dominata dalla piccola borghesia padronale e percorsa da istanze di pensiero socialista.

Personaggi: 



DOMENICO ROSI, pag. 5, è il proprietario di una trattoria, Il pesce Azzurro, della quale ne è soffisfanto e pieno di vanto, egli, pur mutando mestiere, rimane comunque un contadino )ha una grossa stazza e una forza bruta), ha la necessità di arrichirsi sempre di più per evitare le invidie altrui (molti avrebbero piacere a rivederlo senza un soldo), ha origini umili, i fratelli e le sorelle sono rimasti poveri nel loro paese della Maremma, Civitella, i ricordi della propria infanzia scatenano in lui un certo disprezzo (= chi andava a teatro, chi leggeva i giornali, chi fumava). ANNA ROSI, pag. 6, definita una “bastarda senza dote”, piuttosto bella e più giovane di Domenico, Anna soffre di convulsioni, considerate soggette a qualche sintomo isterico; Anna è remissiva e fanatica per il marito e, dopo 30 anni di matrimonio, si accorge che lui la tradisce facendola invecchiare ed imbruttire prima del dovuto (essa non ne parlava mai con nessuno in quanto, per quanto fosse buona, non voleva stringere amicizie), ha il volto rotondo,per il fatto di essere ingrassata, e ha delle collere repentine scaturite dal nervoso, essa ama Pietro (unico figlio sopravvisuto) ma è incapace, per indole, di mostrargli della tenerezza; una delle sue passioni è quella di fare lavoretti di biancheria e semplici ricami, da ragazza era stata una cameriera e non aveva potuto imparare nien’altro, ma sa scrivere e non sbaglia mai le somme dei conti, mantiene poi l’ordine nella trattoria e contratta con i fornitori (sempre sotto la sorveglianza e l’approvazione di Domenico); ogni qualvolta che ha le convulsione resta tutto il giorno stesa sulla sua poltrona, con il volto bianco e Rebecca che le slaccia il busto (in questi momenti sente una grande angoscia dal momento che non riesce a badare Pietro e i suoi nervi scossi dalle convulsioni le creano un senso indefinibile di dolore desolato), ma essa spera



  



sempre di guarire, non per le cure del medico, ma per la presenza del figlio, nonostante questo non le presti le cure e l’affetto da lei richiesti. PIETRO ROSI, pag. 6, figlio di Domenico e Anna, all’inizio della storia ha terminato oramai i 13 anni, prima di lui erano nati altri 7 figli, morti l’uno dopo l’altro, fragile di costituzione e, per proteggere la sua salute, lo mandano al seminario (la scuola più vicina); ogni qual volta che il padre lo sta per percuotere, viene invaso da uno stato d’ansia. REBECCA, pag. 7, prima balia di Pietro e adesso serva e cantiniera, viene messa incinta dal suo seduttore, che però l’abbandona, nonostante ciò è ben vista sia da Domenico che da Anna. TOPPA, pag. 10, il cane del podere di Poggio, egli salta e abbia appena vede arrivare il suo padrone. GIACCO e MASA, pag. 10, sono i vecchi genitori di Rebecca, assunti nel podere di Poggio, poveri e con altre figlie che sono andate via col marito, essi raccomandano a Domenico di tenere Ghisola; essi non buttano via mai niente, indossano vestiti rattoppati e innescano quotidiani battibecchi fra di loro. GHISOLA, pag. 10, nipote di Giacco e Masa, nata a Radda, figlia di una delle sorelle di Rebecca, con indosso un cappello troppo largo, guarnito con un nastro di raso liso e delle rosette di Anna, ha un volto insignificante e sciatto, eppure P. trova il suo sorriso piacevole, è molto umile di esigenze, obbedisce ai padroni e non si interessa di niente ma, in lei, si scorge il presentimento e il senso di una vita che le montava la testa come la ricchezza e il lusso degli altri; Anna la incita spesso nell’imparare a scrivere, anche se non va oltre le prime aste, in rwaltà G. avrebbe voluto almeno saper leggere, soprattutto le canzonette che si recitano durante la messa la domenica mattinaa (essa viene mandata a Poggio a 12 anni e tornata a Radda a 17, conosce soltanto il nome degli altri parenti e non aveva più visto le sorelle, le quali non le erano affezionate dal momento che non vivono insieme).

Ambientazione: -

-

-

Siena, trattoria Il pesce Azzurro, la famiglia Rosi possiede la casa di fronte alla trattoria stessa (pag. 6) Poggio a’ Meli, un podere comprato da poco da Domenico, una vecchia casetta rintonacata di rosso ad un piano solo, congiunta alle abitazioni degli assalariati costruite sopra la stalla (un podere di qualche ettaro e, benchè piccolo, è molto bello, con una dolcezza che involgia a rimanere), Domenico, una volta comprato il podere, lo modifca, impiantandogli dei peschi e dei mandorli, egli è molto esigente nel lavoro dei propri dipendenti e presta molta cura al vigneto e alla raccolta delle olive. Radda, paese natale di Ghisola

Eventi principali: Domenico fa entrare nella trattoria un macchinista ubriaco che lo

assale con un coltello, Anna, a seguito di questo evento, ha forti convulsioni e il marito la invita a riposarsi nel podere di Poggio (anche se il sabato torna a Siena a dare una mano alla trattoria, in quanto giorno di mercato) + per tutto un inverno Pietro non vede il podere di Poggio, sentendone parlare da suo padre con alcuni avventori della trattoria, qualche volta alla trattoria passa Ghisola assieme a rebecca, lui la guarda senza andarle vicino, verso Giugno torna con la madre in campagna, la quale è sempre molto cordiale con le donne degli assalariati, Pietro si addormenta nel mentre che queste lavorano all’uncinette, Ghisola gli buca la pelle con un ferro da calza, facendolo tornare d’improvviso nella brusca realtà, verso sera Pietro è talmente stanco che non riesce nemmeno a dare la buona notte alla madre dal momento che, in sogno, si chiede il perchè le persone e le cose attorno a lui non gli possano sembrare altro che un incubo oscillante e pasante + Masa, essendogli capovolto il lume ad olio, un segno di sventura, attende che le accada una disgrazia (è molto

superstiziosa), per tranquilizzarsi va incontro a Giacco e Ghisola, per accertarsi che non fossero morti, tutto ciò infonde a Ghisola un terrore superstizioso tanto che ha timore di entrare in camera al buio per cambiarsi il grembiale (scena in cui cattura un nido di 5 passerotti, prima decidere di accudirli, poi cambia idea e le viene voglia di ucciderli, eccitata dal suo terrore). Entra in scena Agostino, figlio di un cavallaio che possiede due poderi al confine con Poggio, amico di Pietro, egli non vuole che P. parli troppo con G. (egli ne è geloso), G. infatti poduce in P. un senso di disagio e d’impiccio, P. però non vuole soccombere ai suoi sentimenti e cerca di convincersi che preferisce l’amicizia di Agostino, diventando nei suoi confronti remissivo ed obbediente + Pietro, con gratitudine, sente nei confronti di G. le sue prime emozioni delicate (pag. 19) anche se non riesce ancora ad accettare pienamente queste sue sensazioni, egli cerca in tutti i modi di superare le sue malinconie, ma non ci riesce più di tanto e ha l’illusione che il suo spirito assuma così enormi proporzioni tali che i suoi pensieri vi si smarriscono dentro + è un anno di buona raccolta per cui Domenico decide di portare con sè il figlio nei campi ma questo non si mostra molto collaborativo tanto che, spesso, viene raccompagnato all’aia da una donna degli assalariati, un giorno P. è seduto su lo scalone di Giacco ad attendere il padre (si comporta come Ghisola), Masa intanto butta via una vecchia bambola a cui G. era molto affezzionata, P.con impeto prende la bambola e la butta nella melma, calpestandola più volte, G. si infuria con lui che cerca, sentendo un rimorso dentro di sè, di riconcilliarsi, essa volta le spalle e lui la colpisce con la lama di un temperino su una coscia, scatta per colpirla nuovamente ma lei gli tira un calcio e corre in camera sua (alla fine Masa racconta l’episodio ai genitori di P. che lo puniscono schiaffeggiandolo sulle mani di fronte a Ghisola, pochi mesi più tardi P. invita G. a fargli del male, per vendicarsi, G. rifiuta pensando che non fosse sincero e provando nei suoi confronti un astio istintivo e cattivo). A scuola P. motteggia i suoi compagni di banco, li chiama con dei soprannomi facenti e li offende se non gli danno retta, sta per prendere la licenza elementare, è il più grande e il meno bravo motivo per cui viene canzonato dai seminaristi, digressioni sugli avventori della trattoria (pag. 25), P. si affeziona di più a Pino, il vecchio barrociaio di Poggi bonsi, il quale lo incita sempre a studiare anche se muore presto senza che nessuno se ne accorga + passa un altro anno, fine di Marzo, il giorno di San Giuseppe, P. ha un’insolita allegria, simile ad un benessere troppo forte che lo fa diventare più nervoso, P. adesso ha 15 anni, è grasso, pallido e con un’aria di gracilità, l’immagine del fumo proveniente dalla pipa di Giacco gli riporta alla mente un’altra immagine, che gli provoca un malessere, è quasi un incubo, sua madre va verso un cassetto per prendere una cosa, tutti si allontano da lei, ma lui ostinata continua nonostante il cassetto si allontana e sparisce nel muro; Ghisola nel frattempo è cresciuta, due grandi occhi neri, “quasi magra”, con le labbra sottili, con i capelli neri, lisciati con l’olio, pettinati in maniera diversa, P. si avvicina a G. ma lei, pensado che le voglia fare uno dei suoi soliti scherzi, lo allontana da sè provocando in Pietro sentimenti di dispiacere e mortificazione, vanno insieme nei campi dove P. le confessa che le vuole bene, offrendosi di aiutarla nelle sue faccende, sopraggiunge anche Domenico che propone a P. di domare un cavallo per attacarlo alla carrozza, con scarsi risultati visto la pressione nel fare bella figura davanti a Ghisola,la situazione viene risolta da Domenico ma, avendo sfiorato la mano di G. nel ripiegare una coperta, P. sente il cuore che batte come se volesse uscire. Pietro diventa molto ngligente a scuola tanto che il rettore non lo vuole più verso la fine di Maggio, inizialmente Domenico lo punisce severamente poi, col passare del tempo, perde interesse per tale questione, affermando di doversi preoccupare della trattoria e della campagna, P. decide quind...


Similar Free PDFs