Riassunti Pedagogia Generale docente LAURA CERROCCHI (Dewey, Makarenko, Frabboni, Dozza) PDF

Title Riassunti Pedagogia Generale docente LAURA CERROCCHI (Dewey, Makarenko, Frabboni, Dozza)
Author Fabo Castelletti
Course Pedagogia generale
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Pages 69
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Summary

Riassunti di
- F. Frabboni e F. Pinto Minerva, Introduzione alla pedagogia generale
- J. Dewey, Il mio credo pedagogico
- A.S. Makarenko, Pedagogia scolastica sovietica
- - L. Dozza e L. Cerrocchi (a cura di), Contesti educativi per il sociale, Progettualità, professioni e s...


Description

PEDAGOGI A GENERALE E SOCI ALE Laura CERROCCHI Che cos’è la pedagogia e di cosa si occupa? La pedagogia è una disciplina, un’area del sapere. La particolarità è che è una disciplina di tipo TEORI TEORICO CO e PR PRATICO ATICO insieme. Che ha come suo oggetto di studio e di intervento la FORMAZIONE*. La formazione è la sintesi, il risultato, fra due fattori fondamentali: a) LE DETERMINANTI DELLO SVILUPPO = fattori biologici di tipo genetico, ereditati in gran parte; b) I PROCESSI E LE PRATICHE DELL’EDUCAZIONE E DELL’ISTRUZIONE = non sono fattori di natura ma riguardano la società e la cultura. La pedagogia si occupa del modo in cui questi due poli (natura e società-cultura) vanno a sintetizzarsi dando luogo ad un soggetto che non è mai uguale ad un altro. La pedagogia si occupa di CONOS CONOSCER CER CERE E i fattori che riguardano la formazione per P ROGE OGETTAR TTAR TTARE E la formazione. Perché? Perché di educazione a livello teorico e pratico se ne possono occupare diversi soggetti (genitori, nonni ecc…) quindi la differenza è che la pedagogia è interessata a dar luogo ad una formazione in senso esperto, non è un area del sapere di senso comune. Attraverso una corretta formazione io posso modificare quegli elementi che possono essere di limite per il soggetto. La ped pedagogi agogi agogiaa è te teori ori oriaa e pr prassi assi de della lla modi modificabilit ficabilit ficabilitàà um umana ana cio cioè è è inter interess ess essata ata a porr porre e sint sintesi esi tr traa le det deter er ermina mina minanti nti dello svilupp sviluppo o e i proce processi ssi e le prat pratiche iche dell’ dell’educaz educaz educazione ione e dell’i dell’istr str struzi uzi uzione one one, interessata a far sì che attraverso i fattori sociali e culturali io posso modificare (nel senso di migliorare) le condizioni di vita personali e sociali, le determinanti dello sviluppo, soprattutto quando queste determinati sono dei limiti per il soggetto. La pedagogia è interessata a trovare delle soluzioni a dei vincoli che contrassegnano le prospettive di vita dei soggetti singoli o collettivi (nei termini della differenza di genere, generazionale, classi sociali, antropologici). È quindi inte intere re ressata ssata a p porre orre R RICO ICO ICORSI RSI RSIVITÀ VITÀ C COSTA OSTA OSTANTE NTE TRA TEOR TEORIA IA E PPRA RA RASSI. SSI. La teoria deve illuminare la prassi e una volta che sono intervenuto devo studiare che cosa è cambiato per poi intervenire di nuovo. L’educazione non è universale e categorica ma cambia nel tempo e nello spazio (in senso antropologico) ed è quindi necessario un rapporto di continuità tra TEOR TEORIA IA come ricerca teorica che attraverso diversi punti di vista (empirico, sperimentale, fenomenologico ecc…) ha focalizzato l’attenzione sull’analisi dei fini e dei mezzi dell’istruzione-educazione-formazione, ai suoi linguaggi e alle sue logiche. P RATICA invece come progettazione-realizzazione-verifica dei processi formativi-trasformativi all’interno di situazioni storiche, sociali e culturali concrete. Ciò ha posto al centro dei discorso pedagogico la complessità legata alle differenti stagioni dell’educazione (dall’infanzia alla vecchiaia) oltre che alla pluralità dei luoghi dell’educazione (sedi formali, non formali, informali, scuola, famiglia, strutture sociali e culturali del territorio) La formazione in se non riguarda soltanto un primo e assoluto momento ma riguarda tutta la vita. Quando parliamo di formazione dobbiamo intendere 3 aspetti:  FORMARE = qualcun altro depositario di qualcosa forma un soggetto, acquisizione di valori e comportamenti, istanze cognitive e affettive, relative all’acquisizione di saperi e competenze.  FORMARSI = affinché resti formato, il soggetto deve formarsi in maniera autonoma per non rimanere ricettori passivi; processi auto-costruttivi attraverso i quali il singolo soggetto elabora e trasfigura tale cultura con l’apporto della propria specifica individualità.  TRASFORMARSI = trasformarsi costantemente a fronte dei cambiamenti dettati dagli eventi di vita. Qui Quindi ndi io educa ducator tor tore e de devo vo esser essere e in gra grado do di rend render er ere e il sogge soggett tt tto o AUTO AUTONOM NOM NOMO O e SSOCIAL OCIAL OCIALMENT MENT MENTE ER RESP ESP ESPONSA ONSA ONSABILE BILE (cioè capace di esercitare la propria autonomia nel rispetto dell’autonomia altrui). L’educatore non è un’assistente, educar educare e si significa gnifica rrende ende endere re il ssoggett oggett oggetto o IINDI NDI NDIPEN PEN PENDEN DEN DENTE TE TE, per quanto possibile. L’educazione è un

processo di liberazione dai vincoli. L’autonomia è qualcosa di funzionale ma non assoluta (posso essere autonomo in una cosa e non in un’altra) e neanche definitiva (può aumentare ma può anche sparire). L’educatore deve essere in grado di aiutare il soggetto sviluppare diverse capacità e strategie:  COOPING = capacità di adattamento all’ambiente;  RESILIENZA = capacità di resistere agli eventi traumatici della vita che possono essere materiali o simbolici  AGGETTIVITA’ = capacità del soggetto di essere agente attivo del proprio cambiamento cioè ad essere trasformativi. L’educazione ha sempre bisogno della CURA DEL CO CON NTES TESTO TO (un contesto lasciato a se stesso diventa caos e il caos toglie democrazia) e dell’ dell’ATTIVAZ ATTIVAZ ATTIVAZIONE IONE D DE EL SO SOGG GG GGET ET ETTO TO (se ci sono solo io si crea dipendenza). *Di che tipo di formazione parliamo? Parliamo di una formazione che nell’accezione laica si può definire MUL MULTIDIM TIDIM TIDIMENSI ENSI ENSIONALE ONALE ONALE. Nell’accezione più cattolica invece si può definire INTEGRALE. Cosa intendiamo per MULTIDIMENSIONALE? La pedagogia riconosce che ciascun soggetto è caratterizzato da differenti sfere, almeno 5: a) COGNITIVA b) EMOTIVO-AFFETTIVA c) FISICO-MOTORIA d) ETICA e) ESTETICA (in senso filosofico) La formazione a cui devo mirare deve essere una formazione che costantemente deve tenere in considerazione e coltivare queste 5 sfere. Se ne coltivo solo alcune a discapito di altre, creo un soggetto con degli ismi (soggetti molto formati su alcune sfere e immaturi su altre). Queste sfere sono in forte collegamento l’une con le altre. La pedagogia concepisce la persona nella sua multidimensionalità e deve coltivarla contemporaneamente in tutte le sue sfere perché altrimenti creiamo sofferenza e soggetti che maturano solo per alcune sfere e non per altre. Quali sono in questo momento storico i cambiamenti socio-culturali che hanno delle ricadute sulla formazione e che quindi devono essere studiati e trattati a livello pedagogico?

5 TR TREN EN END D DI C CAM AM AMBIAM BIAM BIAMENT ENT ENTO O SO SOCIOC CIOC CIOCULT ULT ULTURAL URAL URALE E: 1) ALLUNGAMENTO DEI CICLI DI VITA  Le scoperte scientifiche, il Welfare State, l’incremento dell’obbligo

scolastico e della durata complessiva della stagione della formazione hanno contribuito a dilatare la durata della vita e quindi a RICLASSI ICLASSIFICAR FICAR FICARE E LE ETA ETA’’ GENER GENERAZI AZI AZIONA ONA ONALI LI LI. Questo ha consentito che alle due età canoniche (infanzia e senilità) si aggiungessero altre età della vita: ADOLESCENZA (il soggetto compie un allontanamento dalla famiglia e attraverso il gruppo dei pari vengono innescate delle ritualità e dei codici funzionali a riconoscersi all’interno della società. È diventata un età della vita che si caratterizza per una transizione psichica ma anche fisica), GIOVINEZZA, ETÀ ADULTA. Sono quindi le classi anagrafiche che prendono il posto delle classi sociali. Aspetti positivi:  Più prolungata, solida e matura formazione di base del futuro cittadino-lavoratore (estensione dell’obbligo scolastico);  Più prolungata e qualitativa stagione della pensione nella quale l’anziano coltiva quella che può essere definita educazione permanente che significa un allenamento quotidiano alle facoltà primarie (medicina contro l’invecchiamento).

 L’infanzia oltre ad essere età della vita, è diventata anche età dell’educazione con un’attenzione

sempre più alta nell’offerta dei servizi.

Aspetti negativi:  Crescente rimozione collettiva verso le età generazionali marginali che ha permesso discriminazioni politiche e scolastiche (rivolte all’infanzia) e sociali (rivolte all’anziano). Politiche che hanno eliminato il modello sociale del Welfare State e con questo la salvaguardia dei diritti di cittadinanza. Lo Stato ha progressivamente abbassato i finanziamenti dei servizi sociali e formativi a favore delle fasce deboli, povere e a rischio.  L’estensione dell’età della scolarizzazione non sembra essere accompagnata, come dovrebbe, dalla parallela estensione del diritto allo studio sull’utenza infantile e giovanile, a partire dai ceti meno abbienti, dalle femmine, dai portatori di handicap ecc… L’età senile (molto difficile da stabile e definire) si caratterizza secondo due immagini: quella sociale e quella reale (esito di come l’immagine sociale ricade sul soggetto). L’età senile, fa forte richiesta di processi e pratiche di educazione e istruzione perché nonostante le cellule dell’anziano si producano meno, è possibile utilizzare le sinapsi attraverso le quali si può andare a sopperire le aree dove sono presenti mancanze. Adesso ci sono più età della vita che diventano età dell’educazione facendone richiesta e questo ricade sull’attenzione che la pedagogia deve porre ai bisogni di ogni età. L’allungamento della vita media ci consente di pensare che l’educazione non riguarda soltanto la prima parte della vita ma L’ED L’EDU UCAZ CAZIONE IONE È UN PROCE PROCESSO SSO E UNA PRA PRATICA TICA DI RISTR RISTRUTTURA UTTURA UTTURAZIONE ZIONE MA ANCH ANCHE E DI RI RIOR OR ORGA GA GANIZZ NIZZ NIZZAZ AZ AZIONE IONE CO COSTA STA STANTE NTE DELLE EESPERI SPERI SPERIENZ ENZ ENZE ED DII VITA CHE DE DEVE VE C CON ON ONTRIBUIR TRIBUIR TRIBUIRE E AD UNA FO FORM RM RMAZION AZION AZIONE EM MULTI ULTI ULTIDIM DIM DIMENSI ENSI ENSIONALE ONALE ONALE. Per tutta la vita quindi, noi possiamo modificarci. La pedagogia non riguarda quindi solo l’educazione dell’infanzia ma riguarda l’educazione di TUTTE LE ETA’ DELLA VITA. Bisogna porre in CONTINUITÀ CONOSCITIVA E PROGETTUALE tutte le età della vita tra passato e futuro (per conoscere quel giovane devo conoscere che bambino e che adolescente è stato ma devo anche tener conto che l’adulto che educo oggi sarà l’anziano di domani). Bisogna però porre anche in CORRETTA DISCONTINUITÀ le età della vita, nel senso di riconoscere lo SPECIFICO FORMATIVO delle differenti età della vita (se ho davanti un adulto lo devo trattare da adulto). “l’uomo mo è una 2) ESPLOSIONE DELLA TECNICA/CULTURA SIMBOLICA  partiamo da presupposto che: “l’uo scim scimm mia nuda” nuda”.. Questo significa che diversamente dalle altre forme di vita animale, in realtà l’uomo non è provvisto di un corredo biologico completo che gli permette di trattare con autonomia l’ambiente esterno. L’uomo si caratterizza per la sua incompletezza biologica. Ma a differenza di tutti gli altri animali ha la capacità di poter trasformare la natura in tecnica/cultura. Ha la capacità di manipolare la natura e di produrre artefatti MATERIALI (es. ho freddo, mi faccio un cappotto: l’uomo trasforma la natura in tecnica) o SIMBOLICI (il linguaggio nelle sue diverse tipologie: scritto, orale, grafico) cioè tecnica o cultura più impo simbolica potendo così compensare la sua incompletezza biologica. Il linguagg linguaggiio è il più import rt rtante ante art artefatto efatto simbolic simbolico o perché permette di creare un contatto con il PENSIERO, L’EMOZIONE, L’AZIONE DELL’ALTRO. È un artefatto perché non esiste in natura, è una convenzione, una costruzione sociale di valori e di significati (parliamo lingue diverse perché viviamo in luoghi diversi, se fosse qualcosa in natura parleremmo tutti la stessa lingua). Quali ricadute dà a livello educativo? sottrazione delle risorse della natura e indebolimento l’uomo perché questa “esplosione” è degenerata su alcuni fronti (es. uso del mondo virtuale). Questa rivoluzione dei consumi culturali ha portato i mass media a conseguire il primato di una cultura diffusa. Aspetti positivi:

 In ogni momento e in ogni luogo è possibile avere miliardi di pagine di informazione;  Opportunità di autoistruzione e democratizzazione (cioè che arriva a tutti in tempo reale)

dell’informazione fresca di giornata. Aspetti negativi:  Dilagante alfabetizzazione debole. 3) ALFABETIZZAZIONE DEBOLE  mentre nel passato il problema era garantire un’istruzione per tutti, oggi ci si è resi conto che la possibilità di accesso all’istruzione non garantisce per tutti, indipendentemente dalle differenze, di uscire con risultati ottimali, si parla quindi di ANALFABETISMO DI RITORNO: la conoscenza è precaria, debole, non rimane perché troppo forti sono le variabili di partenza che nel periodo di istruzione non vengono supportate. L’alfabetizzazione debole segna il punto di dissolvenza dell’alfabetizzazione primaria come capacità di trasmettere, ricevere e comprendere le conoscenze. Viene lasciato il posto a processi cognitivi deboli alimentati da registri linguistici ristretti e da congegni argomentativi e inquisitivi indotti dal “monitor-pensiero”. L’alfabetizzazione elettronica e computerizzata nascondono alcune insidie che portano all’alfabetizzazione debole:  Prima insidia  il consumo dei nuovi alfabeti pone l’infanzia (ma non solo) in situazione di isolamento/solitudine dal contesto sociale e dal gruppo dei pari. I nuovi alfabeti porteranno ad una scomparsa della vita sociale (relazioni, aggregazioni interpersonali, la convivialità).  Seconda insidia  il rifornimento personalizzato dei bisogni individuali di informazioni e conoscenze rischia di sommergere l’umanità sotto i onde di saperi frammentati. In questo modo sarà difficile cogliere i nessi che legano i tanti anelli sparsi delle conoscenze.  Terza insidia  i nuovi visori (televideo, pay tv ecc..) produrranno una cultura simbolica prefabbricata. Il doppio primato dell’immagine (alfabeti tradizionali) e del codice scritto (nuovi alfabeti) sta mettendo da parte il linguaggio parlato e quello corporeo. Nella vita di tutti i giorni l’oralità e la gestualità sono sempre più represse. In conclusione di può affermare che l’alfabetizzazione debole porterà ad una CIVILTA’ DELL’IMMAGINE, una cultura iconica che sollecita sì a conoscere e fantasticare, ma troppo spesso su piani che esigono uno sforzo cognitivo minimo, una ridotta concentrazione ed elaborazione mentale: con ciò favorendo atteggiamenti fatti di superficialità e di dispersione intellettuale. 4) AUMENTO DEL TEMPO LIBERO  ha portato alla fioritura di agenzie che prima non esistevano e che

sono andate ad affiancarsi alle agenzie classiche (scuola e famiglia). Queste agenzie possono, al pari della scuola, occuparsi dell’educazione perché sono agenzie a valenza culturale e sociale (centri di aggregazione, biblioteche, palestre, luoghi delle diversi confessioni religiose, gruppo dei parti). Queste agenzie possono contribuire alla formazione di alcune sfere. Questo ha permesso la differenziazione delle agenzie protagoniste del sistema formativo:  FOR FORMALE MALE  SCUOLA appositamente istituita per contribuire alla formazione dell’educazione intellettuale ma che accumula pesanti ritardi in quanto a qualità dell’istruzione a causa di: a) Elevati coefficienti di dispersione scolastica; b) Crescenti tassi di analfabetismo linguistico e logico-formale di cui sono portatori gli allievi scolarizzati dalle aree interne ai nuovi ceti poveri del paese; c) Lunga onda degli alfabeti elettronici e computerizzati.  NON FORM FORMAL AL ALE E  si caratterizza nell’agenzia della FAMIGLIA e altre AGENZIE DI TIPO EXTRA SCOLASTICO a carattere culturale, sportivo, aggregativo o ricreativo, confessionale, creativo. La famiglia non può essere considerata formale perché esistono famiglie anche indipendentemente alla presenza di una prole da educare. È un’agenzia che coltiva la sfera emotiva. Ciascuna concorre alla formazione, ciascuna coltivando alcune sfere.

 INF INFOR OR ORMA MA MALE LE  mercato self service dei consumi culturali è caratterizzato dai MASS e PERSONAL

MEDIA ma anche i luoghi della CULTURA DIFFUSA. Per personal media si intendono i media a consumo personale (email, Facebook) e sono collocati nel sistema formale perché dovrebbero occuparsi di informare piuttosto che formare ma purtroppo hanno un ruolo formativo a nostra insaputa e inducono a specifici stili di vita con una pregnanza più forte nei confronti di soggetti più deboli. Il rischio è che i media abbiano una pregnanza formativa andando a globalizzare soggetti più deboli. La crescita esponenziale del tempo libero porterà a moltiplicare e a ramificare i luoghi dell’educazione in direzione policentrica, rendendoli variabili, effimeri poiché dipendenti dalla tipologia e dalla durata della soggettività della domanda. La ricaduta pedagogica più importante è che: I 3 SI SISTEM STEM STEMII FORM FORMATI ATI ATIVI VI (formale/non formale/informale) DOVR DOVREBBER EBBER EBBERO O EESSER SSER SSERE E POSTI FRA LO LORO RO IN CO CONTI NTI NTINUITA NUITA NUITA’’ SINER SINERGI GI GICA CA E STR STRATEGICA ATEGICA (cioè mettere insieme i mezzi per contribuire a dei fini condivisi) PER PERSEG PERSEGUIRE UIRE ALL’I ALL’IDEA DEA DEALE LE PEDA PEDAGOG GOG GOGICO ICO DEL SI SIST ST STEMA EMA FOR FORMATIVO MATIVO INTEGR INTEGRATO ATO ED È NECES NECESSAR SAR SARIO IO RI RICON CON CONOSCER OSCER OSCERE E DI OGNI SISTE SISTEMA MA LO SPE SPECIF CIF CIFICO ICO FOR FORMATI MATI MATIVO VO (come per le età della vita) altrimenti si creano contradizioni e incomprensioni (la famiglia deve comportarsi da famiglia e non da scuola, la mamma deve fare la mamma e non l’amica). 5) IRRUZIONE DI UNA SOCIETA’ MULTICULTURALE  la migrazione non è una novità, l’uomo migra da

quando è presente sulla terra, sia in gruppo (filogenesi) che come singolo (ontogenesi). La migrazione è una costante della specie del singolo uomo. Si parla infatti di “irruzione di una società multiculturale”, in questo momento storico le ondate migratorie hanno raggiunto numeri altissimi e tipologie inedite. Diventa pressoché essenziale andare a studiare i processi migratori. Possiamo distinguere in ambito pedagogico 3 parole:  MULTICULTURA = si intende la compresenza nello stesso territorio o nello stesso spazio fisico, di soggetti che provengono da differenti culture (es. la mia classe è multiculturale). È l’espressione di una fotografia che mi dichiara un dato di fatto.  INTERCULTURA = in prefisso -inter allude al fatto che tra una cultura e l’altra non ci sia una presenza fisica e basta ma ci sia una scambio, una reciprocità. A livello pedagogico si parla quindi di scambio paritario tra le culture.  TRANSCULTURA = si intende una modalità di relazione tra le diverse culture che include la consapevolezza di appartenere tutti alla stessa madre terra che unisce il mondo vegetate, quello animale e per quanto riguarda l’uomo, le differenti società e culture. Si riconosce quindi una prospettiva di sviluppo sostenibile, di una specie che non vada a danno di un’altra, uno sviluppo caratterizzato da un senso di etica cosmica. CONOSCERE LA MULTICULTURA (dato di fatto) PER PROGETTARE L’INTERCULTURA E LA TRANSCULTURA CHE SONO PROSPETTIVE PEDAGOGICHE. La caratteristica di questa migrazione è che tende alla stabilizzazione ed è di tipo familiare e che, rispetto a questo, necessita di precise riposte politiche. Non possono essere quindi risposte immediate e circoscritte perché una famiglia farà richieste a tutto tondo. Proprio per questo si dovrebbe progettare e costruire un sistema formativo europeo formale (la scuola) ma anche non formale (l’extrascuola). L’Europa, crocevia delle odierne migrazioni plurietniche, sembra liberarsi a fatica dall’ideologia monoculturale, con il risultato di elevare non poche barriere al trionfo degli ideali della multiculturalità. La migrazione può essere compresa mettendo in relazione ciò che sta succedendo nel paese di provenienza e nel paese di approdo e nel frattempo anche negli altri paesi. Questa migrazione deve essere letta, certo per la differenza a livello antropologico, ma anche perché si caratterizza come differenza socio-economica. Va letto quindi come un problema soci...


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