Psicologia Generale Riassunti Canestrari PDF

Title Psicologia Generale Riassunti Canestrari
Author Roberto Domizi
Course Psicologia generale
Institution Università degli Studi di Macerata
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Appunti psicologia generale canestrari 20/21...


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Riassunto PSICOLOGIA GENERALE (esame Canestrari) Psicologia Scolastica Università degli Studi di Macerata 31 pag.

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Che cos’è la psicologia? La psicologia si può definire come lo studio scientifico del comportamento degli individui e dei loro processi mentali. Tre sono i termini focali: 1. Scientifico La psicologia per essere scientifica deve approdare a delle conclusioni in accordo col metodo scientifico. Per formulare delle conclusioni col metodo scientifico, si deve partire da evidenze basate sui fatti. 2. Comportamento È l’insieme delle azioni attraverso cui gli organismi rispondono a stimoli interni e interagiscono con l’ambiente. Il comportamento è l’azione. 3. Processo mentale Meccanismi della mente. L’oggetto dell’analisi psicologica è molto spesso l’essere umano e ciascuno essere umano può essere studiato nel suo ambiente naturale o nelle condizioni controllate di un laboratorio di ricerca. La psicologia si trova all’interno delle scienze umane. Tuttavia all’interno di esse troviamo anche: - Sociologia Studio del comportamento sociale dei gruppi e delle istituzioni. - Antropologia Studio del comportamento nelle diverse culture Ecc., Basi della psicologia Un antenato della psicologia è la filosofia, infatti psicologia = psyché logos = scienza dell’anima (neologismo creato nel Rinascimento). Le questioni che sono state introdotte dalla filosofia sono anima, mente, coscienza ecc. Le prime domande poste da parte di Socrate, Platone , Aristotele: - Cos’è la coscienza? - L’uomo è razionale o irrazionale? - Esiste il libero arbitrio? - Innatismo o empirismo? La questione dell’anima è toccata nel Fedro di Platone dove utilizza, per parlare di essa, il mito della Biga Alata (auriga e i due cavalli – razionalità e irrazionalità). Aristotele, non d’accordo col dualismo platonico, afferma che la psyché è inscindibile dal corpo. Nella classicità romana non ci sono stati grandi contributi del termine psyché: - Lucrezio dichiara la sua incompetenza nei confronti della natura dell’uomo . - Seneca separa l’anima dal corpo e vede la ragione come ratio (logos greco), principio divino che regge il mondo. - Marco Aurelio Antonio mantiene la distinzione di Seneca tra anima e corpo e vede nell’intelletto (particella divina che accomuna gli individui) il principio che guida l’azione dell’uomo. La visione platonica dualistica dell’uomo mediata dallo stoicismo e dal neoplatonismo permane nel Medioevo (accanto a pensatori aristotelici): - Averroè (unità di corpo e anima, nega l’immortalità) - Avicenna (parere opposto) - Alberto Magno, Tommaso d’Aquino (concezione aristotelica L’anima è la forma sostanziale del corpo ma essa è anche la forma spirituale, autonoma dal corpo e dalla sua essenza). Nell’età moderna: - Cartesio distingue res cogitans (anima) e res extensa (corpo), le quali sono unite nell’uomo ad una ghiandola pineale, situata nel cervello. Cartesio si interessa anche dell’anatomia e della fisiologia del corpo regolato da funzionamento di tipo meccanico. - Galileo nel “Saggiatore” ha introdotto il metodo scientifico, affermando che il “Il gran libro della natura” è scritto in caratteri matematici. È stato l’introduttore del metodo scientifico. Pian piano le tecniche di indagine si affinarono.

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Un altro antenato della psicologia: la neurofisiologia Tra il XVIII e il XIX secolo si assiste ad uno studio del cervello in ambito medico, fisiologico, biologico. Vengono studiate le attività neuronali e la fisiologia cerebrale. Per esempio (nell’età moderna) troviamo: - Thomas Willis (medico inglese) studiò le strutture celebrali. - Bell e Magendie (medico scozzese e fisiologo francese) fecero dei lavori incentrati sulle fibre nervose con funzioni sensitive e motorie. - Weber e Fechner studiano i rapporti tra caratteristiche fisiche degli stimoli e corrispondenti sensazioni. Nel 1879 c’è la nascita “ufficiale” della psicologia: Wundt (fisiologo tedesco) fonda a Lipsia il primo laboratorio di psicologia fisiologica. Come la psicologia si affranca dalla filosofia e dalla neurofisiologia: - Dallo studio della mente allo studio della mente in relazione al corpo - Dallo studio del cervello allo studio del cervello in relazione alla mente Per Wundt l’oggetto di studio della psicologia era l’esperienza conscia diretta ed immediata ovvero i fatti psichici di cui noi in quanto esseri umani siamo consapevoli. Il metodo storicamente usato per rilevarla era l’introspezione, la quale consiste nell’analisi o nell’osservazione diretta della propria interiorità (ragionamenti, pensiero, ecc.,). L’introspezione come metodo scientifico richiede: a) Il controllo accurato dello stimolo in grado di produrre l’evento mentale, oggetto d’osservazione. b) L’elaborazione e la stesura di un resoconto c) Osservazione dell’evento. Finalità: ottenere descrizioni dello stimolo fornite da diversi soggetti sperimentali che saranno esatte, complete e tra loro paragonabili, come se fossero descrizioni oggettive, attraverso le quali misurare i contenuti di coscienza universali Es.: percezione del peso di un oggetto, della luminosità di un lampo di luce, ecc. Dal punto di vista teorico i fatti psichici sono un’unione di unità psichiche elementari che sommati formano la coscienza (Approccio elementista + Associazionismo). Dottrina secondo cui vengono ricondotte a elementi semplici (associati tra loro) la complessità dei fenomeni psichici. Comprende ogni analisi che parte dal “basso”, nella convinzione che non si possano comprendere e spiegare le proprietà delle sue parti elementari. Critica maggiore rivolta a Wundt Meriti: - Importanza data al metodo scientifico - Rappresenta il punto di partenza dei successivi approcci alla psicologia La psicologia della Gestalt “Gestalt” in tedesco significa forma o configurazione. La Gestalt (unità percettiva) differisce della somma delle singole parti: ciò è un’aperta critica all’elementismo di Wundt. Essa viene fatta risalire al 1912 (Berlino, Germania), ed è fondata da Wertheimer (in quest’anno pubblicò le sue ricerche sul movimento apparente), Köhler, Koffka. Gli psicologi della Gestalt centrano l’attenzione sui concetti di struttura e organizzazione, quindi su procedimenti “dall’alto”, la cui direzione va dall’intero alle sue parti costituenti. Il metodo era fenomenologico sperimentale.

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I gestaltisti studiano ciò che accade nel mondo fenomenico dell’individuo, mentre ritengono erroneo pensare a un mondo della realtà, al di là dei fenomeni. L’oggetto di studio è l’organizzazione della percezione e del pensiero nel senso di un “insieme” piuttosto che sugli elementi singoli della percezione (dato fenomenico immediato). Per campo fenomenologico s’intende l’insieme delle percezioni di ciò che il soggetto vede, ode, ecc. (Koffka infatti parla di esperienza diretta, completa e non prevenuta) ma assolutamente non ciò che sa, pensa o crede di sapere di come sia il mondo che percepisce. L’esperimento sul movimento stroboscopico o apparente (alla base della percezione del movimento cinematografico) di Wertheimer (1912) Il movimento apparente si ottiene (per esempio) proiettando su uno sfondo scuro uno stimolo luminoso e, dopo un intervallo che varia dai 50 ai 100 millisecondi, un secondo stimolo luminoso vicino alla posizione del primo. Perché è alla base del movimento cinematografico? Prima del digitale, la pellicola cinematografica scorreva alla velocità di 24 fotogrammi al secondo ma si percepiva un’immagine in movimento continuo a causa del processo di unificazione percettiva dei singoli fotogrammi. - Dato fenomenico immediato (esperienza diretta): movimento di un unico oggetto - Campo percettivo: i gestaltisti studiavano ciò che accade nel mondo fenomenico dell’individuo (non c’è una realtà al di là dei fenomeni), si costituisce in gestalt organizzate secondo determinate leggi percettive (leggi di segmentazione del campo Visivo) - Esistenza e, nel caso sperimentale specifico, discrepanza tra realtà fenomenica e transfenomenica/fisica

Finalità: ricerca di base sul funzionamento della percezione umana Alcuni ambiti di applicazione: intelligenza, pensiero produttivo, apprendimento. Il comportamentismo classico Il manifesto del comportamentismo classico è un articolo pubblicato da Watson nel 1913 (Stati Uniti). In esso, Watson critica la tradizione “mentalista” e introspezionista. Il rifiuto dell’introspezione è dovuto dal fatto che l’unica psicologia scientifica possibile era quella basata sull’indagine, condotta con metodi scientifici. Quindi bisognava concentrarsi sul comportamento direttamente osservabile e obiettivamente misurabile. La mente umana è una black box al cui interno lo psicologo non poteva e non era tenuto ad entrare. È inaccessibile all’osservazione diretta. L’ambiente influenza il comportamento (tabula rasa). L’oggetto di studio sono le variazioni nel comportamento dei soggetti (anche animali) al variare degli stimoli: le associazioni stimolo-risposta (S-R) stanno alla base della complessità dell’individuo e si stabiliscono esclusivamente sulla scorta dell’esperienza. Finalità: previsione e controllo del comportamento L’ambito applicativo prevalente è l’apprendimento.

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Neocomportamentismo Ci troviamo negli anni ’30 e ’60. Tra i suoi principali esponenti troviamo Tolman e Skinner. Dal punto di vista teorico mitiga la posizione del comportamentismo classico. Il comportamento è influenzato sia dall’ambiente sia dai processi cognitivi. Non si tratta più di S – R soltanto ma di S – O – R (stimolo – organismo – risposta), dove l’organismo è tradotto nei termini di variabili intervenienti (processi mentali interni che si frappongono tra gli stimoli e le risposte comportamentali). Il soggetto osservato opera, agisce nell’ambiente.

Primo Cognitivismo Ci troviamo tra il 1955 e il 1976. Nel 1947 Craik scopre l’importanza dello studio dei tempi di reazione, come misurazione della complessità dei processi cognitivi sottostanti un dato compito Un particolare contributo alle tesi cognitiviste proviene dal linguista Noam Chomsky, il quale sostenne che ogni lingua naturale non è “preimpostata” ma è un sistema aperto all’infinita creatività di coloro che la usano (soprattutto i bambini, che attraverso una “competenza” innata acquisiscono la capacità di comprendere e produrre strutture frasali mai udite). Contrapposizione all’associazionismo di Skinner che riduce il linguaggio a un insieme di apprendimenti S – R (ripetizioni di sequenze verbali). Galenter, Miller e Pribram furano gli autori di un testo di riferimento del cognitivismo e si autodefinirono “comportamentisti soggettivi”. Al centro di questo testo c’è l’unità TOTE (Test – Operate – Test – Exit) ovvero una spiegazione “circolare” del comportamento. È diviso in quattro fasi: 1)Test (valuto gli elementi dell’ambiente e la loro congruenza con lo scopo); 2)Operate (se sono congruenti: passo all’azione); 3)Test (se non sono congruenti, ritesto la situazione); 4)Exit (concludo l’azione).

È divergente dallo schema S – R. Per il cognitivismo l’uomo è un elaboratore di informazioni. La mente non è una “scatola nera”. I processi mentali possono essere indagati con opportune tecniche sperimentali (a volte introspettive). Gli oggetti di studio sono dunque pensiero, percezione, ragionamento, memoria, linguaggio, attenzione, soluzione di problemi, ecc. (processi cognitivi). Miller scrisse The magical number seven, plus or minus two: some limits on our capacity for processing information in "Psychological Review" 1956.

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Le quantità d’informazione che l’uomo può elaborare nella memoria a breve termine (span) e trasmettere: 7 unità (chunk) ± 2 per volta (lo span diminuisce all’aumentare della grandezza dei chunks) Possiamo raggruppare più informazioni facendo uso di altre conoscenze o associazioni già apprese. Primo cognitivismo - La mente computazionale Ci troviamo negli anni ’50-’60: lo sviluppo dei computer (in grado di eseguire compiti che prima potevano essere svolti solo dagli esseri umani: giocare a scacchi, risolvere teoremi, ecc.) offre un nuovo spunto nello studio dei processi psicologici. La mente computazionale è una proprietà della mente caratterizzata, in analogia con il computer, da proposizionalità e composizionalità . Intorno agli anni ’70 cominciano a nascere nuovi modelli basati sul parallelo fra mente ed elaboratore di informazioni. Neisser propose il modello HIP (Human Information Processing) che considerava la mente umana come un elaboratore di informazioni. Gli individui possono conoscere il mondo attraverso le funzioni mentali come la percezione, l’attenzione, la memoria, il pensiero. Grazie ai processi mentali è possibile trasformare, ridurre, lavorare, immagazzinare e recuperare le informazioni che arrivano ai nostri sistemi sensoriali. Neisser raccoglie una serie di critiche al modello HIP: - Modello semplicistico rispetto alla complessità dell’agire umano e del suo ambiente (mente come entità immutabile) - Scarsa applicabilità di alcuni modelli computazionali all’agire nella vita quotidiana - Riprende l’approccio ecologico di Gibson e propone lo studio dei processi cognitivi collocati in contesti ecologicamente validi, cioè realistici L’informazione è nell’ambiente, non necessita di interpretazione per essere còlta. Inoltre viene studiata l’interazione ambiente – sistema cognitivo: come la mente si adatta all’ambiente. Neocognitivismo - Il connessionismo Il connessionismo pone in relazione l’architettura biologica del cervello con l’architettura funzionale dell’attività cognitiva. Inoltre esso fa riferimento alle reti neurali artificiali. Sono modelli ispirati alla struttura neurale del cervello. Sono simulazioni che riproducono in modo semplificato le proprietà e i processi di funzionamento del sistema nervoso. Le informazioni sono elaborate all’interno delle reti, ciascuna delle quali, composta da molte unità che procedono in parallelo anziché in modo seriale come avviene nel computer. In tal modo, la conoscenza distrubuita in tutta la rete, avviene sulla base di meccanismi di associazione poiché le proprietà che concorrono con maggiore frequenza sono associate fra loro rispetto alle altre. Il connessionismo pone le basi per una concezione attiva della mente in grado di adattarsi alle condizioni del momento e di autocorreggersi. La mente è situata in un contesto e di conseguenza si adatta al contesto in cui si trova (mente situata e mente adattiva)

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Una mente situata è una mente radicata nel corpo. Secondo tale prospettiva, ogni conoscenza ha il suo fondamento nell’esperienza e procede sulla scorta delle informazioni tratte dai diversi sistemi sensoriali, immaginativi, linguistici, affettivi e motivazionali. Neocognitivismo – Il modularismo Viene studiato da Fodor nel 1983. Secondo questa teoria la mente è formata da moduli (“cassetti”, strutture con funzioni specifiche) altamente specializzati (es. percezione, attenzione, ecc.) Ognuno di essi elabora l’informazione secondo le proprie competenze. Le competenze dei vari moduli non sono tra loro sovrapponibili. Secondo Fodor la mente non interagisce con l’ambiente esterno sul piano percettivo e motorio; è un sistema chiuso. Simulazione come rappresentazione e mappe celebrali La simulazione è una competenza esclusivamente umana (dal latino similis = simile) è la riproduzione di eventi del mondo esterno attraverso delle rappresentazioni mentali e attivazioni neurologiche (modelli). Gli stimoli esterni sono elaborati da aree del cervello (attivazione neuronale). Formazione di mappe celebrali La funzione del nostro cervello è di creare mappe. Essa è un modello neurale che riproduce meccanicamente quanto succede nel nostro organismo e nell’ambiente esterno. È in costante mutamento, in relazione alle interazioni che abbiamo con l’ambiente. Per esempio, rispetto a uno stimolo visivo, specifiche popolazioni di neuroni attive nel sistema visivo umano, estraggono le diverse caratteristiche dello stimolo stesso come la forma, i colori, l’orientamento, il movimento, la grandezza ecc. Ad ogni esperienza (interazione con l’ambiente) corrisponde una specifica mappa, suscettibile di cambiamento. L’elaborazione delle mappe cerebrali non riguarda solo la modalità visiva, ma qualsiasi modalità sensoriale, nonché il sistema motorio. La totalità di tali mappe costituisce la base della nostra mente. Un’immagine mentale (o simulazione, rappresentazione) è la rappresentazione psicologica di percezioni, azioni generata dalla corrispondente mappa cerebrale momentanea di una data situazione. Cervello e mente non sono due realtà dicotomiche, sono caratterizzati da un’interdipendenza intrinseca: non vi è l’una senza l’altro e viceversa. Le mappe cerebrali comunicano tra loro attraverso circuiti nervosi di interconnessione. Ad es. circuito percezione e azione: legame intrinseco (basato su connessione neuronale) di percezione visiva e cognizione motoria (ciclo percezione – azione). Le informazioni (attraverso mappe cerebrali) motorie, sensoriali, immaginative, affettive, motivazionali ecc., riferite a un’esperienza, interagiscono tra loro per elaborare una rappresentazione unitaria e multimodale dell’esperienza stessa. L’insieme delle rappresentazioni è la nostra conoscenza del mondo, che è in costante contatto con il mondo e suscettibile di cambiamenti. Le rappresentazioni (o simulazioni) rivolte al futuro sono i pensieri prefattuali (se x allora y - Hume). Essi consentono di pianificare, di guidare i nostri comportamenti futuri. Le rappresentazioni (o simulazioni) rivolte al passato sono i pensieri controfattuali (percorso ipotetico rivolto ad episodi del passato) consente di vagliare eventuali percorsi alternativi.

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Le attività motorie possono essere rappresentate (simulate) mentalmente in assenza del loro svolgimento e il tempo di esecuzione reale e simulato non cambia ( verificato sperimentalmente); lo svolgimento reale e quello simulato attivano le stesse mappe cerebrali. Le rappresentazioni (o simulazioni) rispetto ad altri individui sono empatia (rappresentazioni mentali degli stati emotivi altrui) e imitazione attraverso i neuroni specchio. Gli stessi neuroni si attivano, dando vita a mappe cerebrali, sia quando un individuo svolge un’azione, sia quando osserva, per poterla riprodurre (imitare), qualcuno che la fa. Implicano una proiezione di sé sull’altro e una simulazione dell’azione/sentimento altrui. Neocognitivismo contemporaneo (Grounded cognition) Viene superato il modularismo e si afferma che la cognizione umana poggia su diversi sistemi contemporaneamente. Procede non su base astratta, ma sulla base delle informazioni tratte dai diversi sistemi: sensoriale, immaginativo, linguistico, affettivo, immaginativo e dalle azioni compiute in una data circostanza. Psicologia come scienza: Il metodo scientifico • • • •

Identificare domande su un evento Formulare un’ipotesi per spiegare l’evento Eseguire una ricerca per supportare e confutare la spiegazione Ripetere la ricerca per trovare regolarità che permettano di formulare una legge Asserzione secondo cui certi eventi sono regolarmente associati (es. legge della frustrazione aggressività) e formulare teorie (che organizzano un insieme di leggi in un singolo schema di spiegazioni)

L’ipotesi può essere: Confermativa Ipotizzo il cambiamento del comportamento che studio e anche la sua direzione. (Es.: ipotizzo che la carenza di sonno causa aumento di aggressività e diminuzione di attenzione)

Esplorativa Ipotizzo il cambiamento del comportamento che studio ma non la sua direzione. (Es.: l’aumento di aggressività e la diminuzione di attenzione provocate dalla carenza di sonno sono maggiori o minori nei M rispetto alle F? Ipotizzo...


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