Psicologia Generale Zimbardo, Baldi PDF

Title Psicologia Generale Zimbardo, Baldi
Author Eleonora Pianu
Course Psicologia Generale
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Summary

Psicologia generaleCapitolo 1- La psicologia scientifica. Sviluppo storico e metodi di ricercaI filosofi greci dimostrarono un grande interesse per i fenomeni di cui si occupa oggi la psicologia. Quest’ultima diviene scienza autonoma nel 1879, quando Wilhelm Wundt fonda il primo laboratorio a Lipsia...


Description

Psicologia generale Capitolo 1- La psicologia scientifica. Sviluppo storico e metodi di ricerca I filosofi greci dimostrarono un grande interesse per i fenomeni di cui si occupa oggi la psicologia. Quest’ultima diviene scienza autonoma nel 1879, quando Wilhelm Wundt fonda il primo laboratorio a Lipsia. 1.1 Che cos’è la psicologia? La psicologia è lo studio scientifico del comportamento degli individui e dei loro processi mentali. La psicologia deve seguire il metodo scientifico, perciò le informazioni devono essere raccolte in maniera oggettiva. Il comportamento è l’insieme delle azioni attraverso cui gli organismi rispondono agli stimoli interni e interagiscono con il loro ambiente. Gli psicologi esaminano ciò che fa l’individuo e il modo in cui si comporta, considerando il rapporto con l’ambiente sociale e culturale. I processi mentali sono fondamentali per comprendere le azioni degli esseri umani, sono meccanismi di funzionamento della mente. 1.2 Le basi della scienza psicologica La psicologia scientifica nasce ufficialmente in Europa, nella seconda metà dell’Ottocento. Trova le sue radici nel pensiero classico Occidentale. Essa si rifà al pensiero di Platone e Aristotele. Platone pone una netta separazione tra psyché e soma: psyché è il principio di vita, soma è la materia inanimata. Insieme questi due elementi danno vita a una concezione dualista. Aristotele pensava che l’anima fosse inscindibile dal corpo, quindi psyché è la forma del corpo vivente. Cartesio riprende la separazione tra corpo e anima, dividendoli in res cogitans (anima) e res extensa, unite dalla “ghiandola pineale”. Infine Galileo dà il via a quella che viene considerata la scienza moderna, ponendo le basi per i futuri studi di fisica, anatomia, etc. 1.3 Wundt e l’introspezione Nel 1879, Wundt, Friederich e Hall danno inizio ad un programma di ricerche in psicologia. Nacque così la psicologia sperimentale, che applicava i metodi della fisiologia ai processi della mente umana conducendo esperimenti sulla misurazione delle sensazioni, tempi di reazione, memoria e associazione di idee. Per Wundt l’oggetto di studio della psicologia è l’esperienza diretta; il metodo scelto era quello dell’introspezione, che si articolava in due fasi: a. Controllo dello stimolo b. Elaborazione e stesura di un resoconto Per garantire la validità dell’introspezione è necessario: 1. 2. 3. 4. 5.

Che l’osservatore stabilisca quando attivare il processo Porre una condizione di sforzo attentivo Che l’operazione sia ripetibile Prendere in considerazione variazioni di intensità e qualità L’autosservazione

1.4 Lo strutturalismo Titchener nel 1898 introduce il concetto di strutturalismo, inteso come psicologia pura. Secondo questo concetto per comprendere la mente umana è necessario comprenderne la struttura, e dividerla in elementi primari, sottolineando come e perché questi elementi si combinino tra loro. Quindi si può affermare che l’esperienza cosciente sia vista come l’insieme di percezioni, idee e emozioni strutturati a partire da sensazioni, immagini e stati affettivi. Se Wundt conferiva alle sensazioni le caratteristiche di qualità e intensità, Titchener aggiunge durata e chiarezza. Pur utilizzando l’introspezione, Titchener si focalizzò sull’errore dello stimolo, ovvero un’attribuzione di significati e valori soggettivi ai dati oggettivi dell’esperienza. Le principali critiche fatte allo strutturalismo consistono in: -

Aspetto riduzionista Aspetto elementarista Aspetto mentalista

1.5 James e il funzionalismo William James formulò il suo pensiero a partire dalla teoria dell’evoluzione e il legame tra individuo e ambiente. Nacque così il funzionalismo, che interpreta i fenomeni psichici come funzioni, mediante le quali l’organismo si adatta all’ambiente fisico e sociale. A questo movimento aderì anche John Dewey.

1.6 La prospettiva psicodinamica L’approccio psicodinamico è motivato da forze interiori. Le azioni umane sono il risultato di istinti ereditari, impulsi di natura biologica. L’organismo torna a uno stato di equilibrio quando i suoi bisogni sono soddisfatti, perciò lo scopo principale è la riduzione delle tensioni. Freud fu il principale esponente di questa corrente di pensiero e sosteneva che la persona fosse in balia di forze interne ed esterne e che la natura umana non fosse sempre razionale. 1.7 La psicologia della Gestalt Il termine Gestalt vuol dire forma, in riferimento ad una configurazione unitaria e organizzata. Questo termine fu introdotto da Christian Von Ehrenfels. Nel 1912, Max Wertheimer pubblicò i risultati delle sue ricerche sul movimento apparente. Il movimento apparente consiste nella proiezione di uno stimolo luminoso su sfondo scuro, a intervalli di 50/100 millisecondi. L’osservatore percepisce un unico stimolo in movimento, questo è chiamato movimento stroboscopico. La Gestalt si serve di tre aspetti fondamentali per spiegare i fatti psicologici: 1. Rifiuto dell’elementarismo, scelta di analisi dall’alto 2. Metodo fenomenologico, legato all’isomorfismo (l’organizzazione degli eventi psicologici rispecchia le proprietà strutturali degli eventi neurofisiologici corrispondenti); rimando all’esperienza diretta 3. Autodistribuzione dinamica dei processi

1.8 Il comportamentismo Il comportamentismo nasce grazie a John B. Watson nel 1913; egli definisce la psicologia come una branca sperimentale puramente oggettiva delle scienze naturali. Il comportamentismo rifiuta il metodo dell’introspezione, perché l’unica psicologia scientifica possibile è basata sull’indagine condotta con metodi obiettivi. La mente è da considerarsi come una scatola nera, dove lo psicologo non può e non deve entrare. L’obbiettivo di questa corrente di pensiero è lo studio delle associazioni S (stimolo)- R (risposta). Pavlov condusse degli esperimenti con i cani, per dimostrare la validità del riflesso condizionato. Thorndike si propose di verificare la “legge dell’effetto” (es.Gabbia di Thorndike, labirinto a T), che sosteneva che la risposta comportamentale fosse da considerarsi in funzione dello stimolo. 1.8.1 Il neocomportamentismo Nel neocomportamentismo vengono introdotte delle variabili intermedie, o intervenienti, che corrispondono a eventi interni, non direttamente osservabili. Il neocomportamentismo ebbe un influsso significativo sul neopositivismo logico (rigore formale degli enunciati semplici) e sull’operazionismo (ogni concetto scientifico doveva essere quello della sua traducibilità in un insieme di operazioni). I maggiori esponenti del neocomportamentismo furono: 1. Guthrie, che sviluppò la propria teoria dell’apprendimento; questa era basata sull’associazione temporale tra uno stimolo e un movimento, questa associazione era la condizione sufficiente perché alla ripresentazione dello stimolo seguisse lo stesso movimento. 2. Hull, sviluppò il proprio concetto di pulsione. Per Hull alla base dell’apprendimento vi è il rinforzo primario che è un incremento dell’intensità dell’associazione tra Stimolo e Risposta temporalmente contigui, ed in cui la Risposta è associata alla diminuzione degli stimoli motivazionali (riduzione della tensione) legati a pulsioni primarie come la fame, la sete e la pulsione sessuale. 3. Tolman parlò di apprendimento latente e mappe cognitive. Hull e Tolman con le loro teorie portarono a un superamento del concetto S-R, introducendo quello di S-o (organismo)-R. L’inserimento dell’organismo portava alla presa in considerazione delle variabili intervenienti, ovvero processi mentali interni che si frappongono tra gli stimoli e le risposte comportamentali. 1.9 Il cognitivismo Il cognitivismo si sviluppa nella seconda metà degli anni Cinquanta del Novecento. Questo era lo studio dei processi attraverso i quali il sistema cognitivo acquisisce, elabora, archivia e recupera le informazioni. Lo strumento principale utilizzato fu l’unità TOTE (Test- Operate- Test- Exit); l’unità TOTE dava una spiegazione circolare al comportamento, comprendendo anche le fasi di feedback. L’uomo è quindi un elaboratore di informazioni, la mente non è una scatola nera e i processi mentali possono essere indagati con tecniche sperimentali. Si fece ricorso alla tecnologia dei computer per simulare il comportamento.

1.10 La scienza cognitiva Durante la seconda metà degli anni Settanta venne fondata la rivista Cognitive Science. Collins unì vari temi di ricerca relativi all’intelligenza naturale e artificiale su cui convergevano gli interessi di ricercatori di diverse aree disciplinari. La scienza cognitiva così si divise in due branche: 1. Modularismo: la mente è organizzata in moduli specializzati 2. Connessionismo: esiste una relazione tra architettura biologica del cervello e architettura funzionale dell’attività cognitiva Si utilizzavano principalmente due tipi di modelli: 1. Computer style: si teneva in conto il funzionamento del computer 2. Brain style: si teneva conto del funzionamento della mente umana; questa era vista come una struttura di base formata da aggregazioni (reti) ed elementi semplici (neuroni artificiali). 1.10.1 Il modularismo e la mente computazionale Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, Simon e Newell crearono dei programmi che consentivano ai computer di fornire prestazioni intelligenti; nacque così il filone di ricerca sulla IA. Fodor condusse degli studi sulla mente computazionale, vista come proposizionale, in quanto si esprime con un codice simbolico. Nei suoi studi fece riferimento alla macchina di Turing: ovvero un dispositivo creato nel 1936, per sviluppare una procedura di calcolo in base a un programma prefissato. Questa macchina era costituita da un’unità di controllo, un nastro suddiviso in celle e un’unità di controllo del nastro; inoltre era capace di calcolare qualsiasi funzione elaborabile in un numero finito di passi elementari. Definì quindi il sistema cognitivo umano come composto da: 1. Trasduttori: registrano informazioni sul mondo 2. Sistemi di input: elaborano l’informazione dei trasduttori 3. Processi centrali: collegano e integrano tra loro i prodotti dei sistemi di input 1.10.2 Il connessionismo e la mente situata Il connessionismo trova il suo significato nell’affermazione “una mente che sa adattarsi”. Questa corrente di pensiero pone in relazione l’architettura biologica del cervello con l’architettura funzionale dell’attività cognitiva, riferendosi alle reti neurali artificiali che tentano di simulare i processi del sistema nervoso. La conoscenza, quindi, avviene tramite meccanismi di associazione. Il connessionismo pone le basi per una concezione dinamica della mente, ovvero la mente situata. 1.10.3 La mente radicata Il concetto di mente radicata può essere riassunto in: -

Ogni conoscenza ha il suo fondamento nell’esperienza e procede sulla base delle informazioni raccolte Le rappresentazioni mentali di un oggetto consentono l’elaborazione di mappe utili a creare delle simulazioni

La capacità di riprodurre/prevedere un fenomeno è legato alla mente simulativa.

1.11 La ricerca in psicologia Esistono due tipi di psicologia: 1. La psicologia scientifica, basata sugli studi dimostrabili 2. La psicologia ingenua, basata sul senso comune della persona. Definizioni: -

Teoria: insieme organizzato di proposizioni che spiegano un fenomeno o un insieme di fenomeni. Il contesto è fondamentale per formulare domande Ipotesi: generate dalla teoria. Si tratta di affermazioni provvisorie e verificabili sulla relazione tra fenomeni. Devono essere formulate in modo da essere falsificate Metodo di ricerca: procedura scientifica che consente di raccogliere e mettere in rapporto dati empirici in modo da poterli interpretare Raccolta dei dati: questa avviene attraverso procedure prestabilite, dette protocolli sperimentali Analisi statistica: verifica se le ipotesi sperimentali sono corrette Divulgazione dei risultati: è necessario riportare la procedura usata e il metodo di analisi dei dati, che devono essere conservati e accessibili a un’eventuale verifica Questioni aperte: esaminate dalla comunità scientifica

1.12 I metodi della psicologia 1.12.1 L’osservazione L’osservazione è la prima tappa della ricerca, questa può essere: -

Naturalistica: rilevamento dei dati in un contesto naturale, senza l’interferenza più o meno diretta dello sperimentatore. Non possono essere osservati gli effetti a lungo termine. Clinica: comporta l’interazione dell’osservatore con la persona osservata. Bisogna evitare che le domande poste vengano percepite come disturbanti

1.12.2 Metodo sperimentale Il metodo sperimentale comporta la formulazione di leggi scientifiche sulle relazioni tra le variabili. La variabile è una caratteristica che può assumere diversi valori quantitativi e qualitativi e può essere: -

Indipendente: manipolata dal ricercatore Dipendente: oggetto di studio degli effetti della manipolazione della variabile indipendente

Le conclusioni sono accurate se non influenzate da bias. Definizioni: -

Standardizzazione: uniformità nell’attribuzione di punteggi nella valutazione dei dati Operazionalizzazione: gli scienziati devono tradurre le loro teorie in concetti che abbiano significato univoco Definizione operazionale: formulazione di un concetto scientifico nei termini delle procedure utilizzate per determinarlo Setting sperimentale: contesto in cui si svolge l’esperimento Variabile confondente: fattore che modifica il comportamento dei partecipanti a un esperimento in maniera non prevista. Può essere: effetto dell’aspettativa (distorsione dei risultati dovuto all’attesa che lo sperimentatore e/o i soggetti sperimentali hanno in merito ai risultati stessi. Può dare origine a una profezia che si autoavvera) o effetto placebo.

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Procedure di controllo: finalizzate a tenere costanti tutte le variabili e condizioni. Possono essere: a singolo/doppio cieco (i partecipanti/ entrambe le parti non sono a conoscenza delle condizioni sperimentali); placebo Disegni di ricerca: procedura scientifica che consente un’interpretazione non ambigua dei risultati, escludendo a priori le interpretazioni alternative. Può essere: disegno tra soggetti (i partecipanti assegnati casualmente alla condizione sperimentale e di controllo); assegnazione casuale (assegna a ogni partecipante la stessa possibilità di trovarsi nella condizione sperimentale/di controllo) Gruppo sperimentale: sottoposto a trattamento Gruppo di controllo: non sottoposto a trattamento Campione: gruppo di oggetti estratto da una popolazione, permette di generalizzare i risultati

1.12.3 Metodo correlazionale Il metodo correlazionale indaga il grado di associazioni tra variabili. Viene utilizzato il coefficiente di correlazione di Bravois-Pearson, che è compreso tra +1,0 e -1,0. Il primo indica correlazione lineare diretta, mentre il secondo indica assenza di correlazione. 1.12.4 Studio dei casi Lo studio dei casi concentra tutte le misurazioni su un singolo individuo o piccolo gruppo. 1.12.5 Ricerche d’archivio I ricercatori fanno riferimento a ricerche di dati in archivi, biblioteche o sul web. 1.13 La misurazione in psicologia 1.13.1 Scale di misurazione - Scala nominale: classificazione tra oggetti/eventi, non vengono fornite graduatorie - Scala ordinale: permette di stabilire graduatorie, relazione di maggioranza e minoranza rispetto a una caratteristica osservata - Scala a intervalli: stabilisce graduatorie, ma l’intervallo tra due posizioni successive rimane costante - Scala a rapporti: si stabiliscono rapporti tra i valori che la compongono 1.13.2 Attendibilità e validità Attendibilità: misura la ripetibilità di un risultato. Questo è attendibile se, a partire da condizioni simili, si ripeterà in tempi differenti Validità: livello di precisione con cui un test o uno strumento misura la variabile psicologica. Può essere: -

Interna: grado di relazione causa-effetto tra le variabili Esterna: livello di generalizzabilità dei risultati Di costrutto: accuratezza con cui i risultati sono conformi alla teoria Statistica: probabilità che la relazione sia significativa

1.13.3 Misure self-report Le misure self-report sono le risposte dei partecipanti alle domande poste dai ricercatori e possono essere influenzate dalla desiderabilità sociale. Questo può avvenire tramite: -

Questionari: domande aperte/chiuse Interviste: strutturate/non strutturate/semi strutturate.

Capitolo 3- Sensazione e percezione 3.1 Che cosa sono la sensazione e la percezione La percezione è il processo di individuazione di oggetti ed eventi nell’ambiente, volto ad attribuire loro un senso, a comprenderli, a riconoscerli e a categorizzarli. Si compone di tre fasi: 1. Sensazione: impressione soggettiva, immediata e semplice che corrisponde a una data intensità dello stimolo fisico. 2. Organizzazione percettiva: integrazione dal ponte del cervello dei segnali raccolti dagli organi recettori grazie alla conoscenza pregressa del mondo per formare una rappresentazione interna di uno stimolo esterno 3. Processi di identificazione e riconoscimento: attribuire significato ai percetti 3.1.1 Stimoli prossimali e distali - Stimolo distale: corrisponde all’oggetto fisico reale - Stimolo prossimale: ciò che arriva ai nostri organi di senso 3.1.2 Processi dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso - Bottom-up: guidati dalle informazioni sensoriali, provenienti dal mondo fisico - Top-down: guidati dalle conoscenze, dalle credenze, dalle aspettative, dagli obbiettivi, ricercano ed estraggono attivamente le informazioni sensoriali 3.2 Processi dal basso verso l’alto: conoscenza sensoriale del mondo 3.2.1 La psicofisica La psicofisica si occupa dello studio della relazione tra gli stimoli fisici e il comportamento o le esperienze mentali evocate dagli stimoli. La soglia assoluta è la quantità minima di energia necessaria per produrre un’esperienza sensoriale, rilevata nel 50% dei casi. L’abituazione sensoriale è la responsività diminuita di un sistema sensoriale sottoposto ad una stimolazione prolungata. La teoria della detenzione del segnale è un approccio sistematico al problema del bias, che permette a uno sperimentatore di identificare e distinguere i ruoli degli stimoli sensoriali e del criterio individuale nei processi di formulazione di giudizio circa l’assenza o la presenza di uno stimolo. Vengono indentificati due processi: l’iniziale processo sensoriale e il processo decisionale. A questi processi possono esserci quattro possibili risposte: hit; omissione; falso allarme; rifiuto corretto. La soglia differenziale è la più piccola differenza fisica tra due stimoli. Mentre la differenza minima rilevabile misura la grandezza della differenza psicologica tra due date sensazioni. La legge di Weber proclama che la differenza minima rilevabile tra due stimoli è una frazione costante dell’intensità dello stimolo standard. 3.2.2 Dall’evento fisico all’evento mentale La trasduzione è la trasformazione di un’energia fisica in un’altra forma.

3.3 Processi dal basso verso l’alto: l’organizzazione percettiva I processi di organizzazione percettiva sono l’integrazione delle informazioni sensoriali che permettono una percezione coerente. 3.3.1 Articolazione figura-sfondo Nel 1915 Rubin conduce degli esperimenti visivi, proponendo delle immagini ambigue. La più famosa è quella del vaso con due volti. Questi esperimenti dimostrarono che il processo percettivo è universale. 3.3.2 Principi di raggruppamento percettivo Wertheimer nel 1923 pose alcuni principi base della psicologia della Gestalt per quanto riguarda la percezione: 1. 2. 3. 4. 5.

Principio di vicinanza: si unificano gli elementi vicini Principio della somiglianza: si unificano elementi simili Principio della buona direzione: si unificano elementi che presentano continuità di direzione Principio della chiusura: si unificano elementi che tendono a chiudersi tra loro Principio del destino comune: si unificano elementi che condividono la medesima direzione di movimento

3.3.3 Integrazione spaziale e temporale Per avere una visione completa del mondo è necessario combinare le informazioni relative alle fissazioni oculari, attraverso l’integrazione spaziale, e di differenti momenti nel tempo...


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