Riassunti Storia Del Mondo Antico volumi 1 e 2 PDF

Title Riassunti Storia Del Mondo Antico volumi 1 e 2
Author Fabiola Nustriani
Course Storia del mondo antico
Institution Università degli Studi dell'Aquila
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Storia Del Mondo Antico Sapere Storia 1: Oriente – Grecia – Roma Repubblicana INTRODUZIONE Gli uomini e la storia 1. Che cos’è la storia La parola STORIA, viene dal greco ‘’Historìe’’. La storia è la scienza che studia il passato, il suo interesse principale è conoscere le vicende degli uomini nella società. La storia descrive le trasformazioni della vita degli uomini nel corso del tempo e nei diversi luoghi del pianeta. Inoltre la storia individua le continuità, ovvero ciò che non cambia, che dura nel corso dei secoli. La vita degli uomini è condizionata sempre da eredità del passato, come ad esempio le : abitudini alimentari. La vita degli uomini, dunque può cambiare più o meno velocemente ma porta con sé sempre le tracce del passato. 2.Le coordinate della storia: il tempo e lo spazio L’avvenimento va situato in un momento preciso del passato: per fare ciò è indispensabile misurare il TEMPO. La misurazione del tempo utilizza: -MILLENNI (Dieci secoli formano un millennio) -SECOLI (Cento anni formano un secolo) - ANNI (Dodici mesi formano un anno) - MESI (Trenta giorni in media formano un mese) - GIORNI (Ventiquattro ore formano un giorno) Nel mondo occidentale viene utilizzata la NASCITA DI CRISTO come riferimento a partire dal quale calcolare gli anni. La misurazione del tempo storico si divide in: -AVANTI CRISTO (a.C.), il primo secolo avanti Cristo conterrà gli anni dal 100 al 1 a.C.; il secondo secolo avanti Cristo conterrà gli anni dal 200 al 101 a.C. - DOPO CRISTO (d.C.), il primo secolo dopo Cristo conterrà gli anni dal 1 al 100 d.C; il secondo dopo Cristo gli anni dal 101 al 200 d.C. Nel corso della storia si sono avuti diversi metodi di misurazione del tempo storico, a seconda della civiltà che lo produceva: -Ebrei, data d’inizio del tempo storico era 3761 a.C. (Creazione Del Mondo) -Greci, data d’inizio del tempo storico era 776 a.C. (Prima Olimpiade) -Romani, data d’inizio del tempo storico era 753 a.C. (Fondazione Di Roma) - Cristiani data d’inizio del tempo storico è l’1 d.C. (Nascita Di Gesù Cristo) - Mussulmani data d’inizio del tempo storico è 622 d.C (Inizio Predicazione Di Maometto) Il tempo storico è stato suddiviso dagli studiosi in età o periodi, questa operazione si chiama PERIODIZZAZIONE con diverse categorie storiche: - Preistoria - Età Antica - Età Medievale - Età Moderna - Età Moderna Sono categorie cronologiche usate per semplificare lo studio della storia. Questi periodi storici sono concetti utilizzati dallo storico per inquadrare e interpretare la sua materia. PREISTORIA (origini del mondo fino al 3100 a.C. circa, invenzione della scrittura) STORIA, distinta in: -Età Antica (dal 3100 a.C. circa al 476 d.C., fine dell’Impero Romano D’Occidente) -Età Medievale (dal 476 d.C. al 1492, scoperta dell’America) - Età Moderna (dal 1492 al 1789, rivoluzione francese) - Età Contemporanea (dal 1789 a oggi) Nello studio della storia, oltre a collocare gli eventi nel tempo, occorre chiedersi dove questi avvenimenti sono accaduti, quindi bisogna collocarli nello SPAZIO.

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3. Le molte domande della storia. Dopo aver collocato gli avvenimenti nello spazio e nel tempo, lo storico cerca di rispondere ad interrogativi quali COME? CHI? PERCHE’? Con queste domande si sforza di capire le modalità con cui si sono svolti gli avvenimenti, chi sono i protagonisti di queste vicende e perché quel dato avvenimento è accaduto. Come? – Per poter rispondere a queste domanda lo storico deve distinguere i diversi aspetti che caratterizzano l’avvenimento o il fenomeno in questione, ossia deve classificare le informazioni in base a certi indicatori tematici, utilizzati per classificare gli avvenimenti: Politica, studia le forme di governo Società, studia i gruppi umani (famiglia, clan) Economia, studia i rapporti di produzione, (commercio, industria), la distribuzione della ricchezza Cultura, studia le visioni del mondo (religione, filosofia), mentalità Chi? - Per rispondere a questa domanda dobbiamo individuare i soggetti storici. Spesso il soggetto non è il singolo, ma sono tanti individui, in genere gruppi ampi come ad esempio le classi sociali, ceti sociali, categorie di mestieri, popoli e stati. Perché? – Spiegare il motivo per cui un ceto avvenimento è accaduto quindi andare alla ricerca delle cose che lo hanno reso possibile. Di ciascun evento lo storico individua le cause immediate, quelle più vicine al fenomeno e cause profonde quelle più lontane nel tempo. Inoltre le cause di un certo evento possono diventare conseguenze, cioè effetti di altre cause. 4. Il documento Per molti secoli gli storici hanno pensato che i loro documenti fossero soltanto quelli scritti: libri, carte, pergamene, papiri: qualsiasi materiale che portasse su di sé la scrittura dell’uomo. Oggi si è invece imposta una concezione più ampia di documento. Le fonti o i documenti possono essere di varia natura: FONTI MATERIALI, informazioni attraverso un manufatto senza escludere che questo possa contenere anche comunicazioni verbali. Inoltre comprendono: Edifici Monumentali (Chiese, piazze, castelli) Tombe Utensili (Vasellame e strumenti) Abitazioni Opere d’arte (Affreschi, quadri e scritture) FONTI SCRITTE, l’informazione consiste in una comunicazione verbale trasmessa mediante la scrittura. Comprendono documenti scritti di qualsiasi tipo: Cronache Bolle Diplomi Censimenti Fiscali Atti Notarili Lettere Diari Giornali Le fonti scritte sono conservate nelle biblioteche, archivi e nei musei. FONTI ORALI, testimonianze di chi ha vissuto gli avvenimenti studiati: gli storici di oggi, registrano queste interviste su nastri magnetici o filmati video. Fonti utili per la storia più recente, quella contemporanea, vanno inoltre aggiunte: Foto Film Trasmissioni radiofoniche Programmi televisivi

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Tutte queste sono classificabili come FONTI NON SCRITTE. Le fonti inoltre si distinguono in: INTENZIONALI, tracce che una determinata società ha volontariamente lasciato con lo scopo di tramandare il ricordo di sé ai posteri: racconto di uno storico PRETERINTENZIONALI, tracce involontarie del passato, le cui capacità di trasmettere informazioni sono indipendenti dalla funzione e dalla destinazione per le quali furono prodotte, ad esempio: Scheletri umani, da cui si traggono informazioni sulla durata della vita o sulle malattie; resti di animali o vegetali consumati dall’uomo, da cui si ricavano informazioni su sistemi di macellazione, coltivazione e consumi alimentari. 5.Il mestiere dello storico Lo storico ricostruisce il passato attraverso la raccolta e l’esame di documenti fonti. Inoltre, lo storico per intraprendere una ricerca, compie quattro operazioni basilari: - SCEGLIERE, prima operazione compiuta dello storico quando inizia una ricerca. Egli non prende mai in considerazione tutti i documenti di cui dispone, ma seleziona quelli pertinenti con il suo interesse di studio. - INTERROGARE, il documento, è muto, parla solo se gli si pongono delle domande. Lo storico, deve quindi estrarre informazioni determinate. - INTERPRETARE, cerca di ‘’interpretare’’ il documento, quindi capire il documento dal suo interno, chiedendosi chi è il suo autore e qual è il suo punto di vista. - SCRIVERE, le notizie che lo storico ricava dai documenti vengono messe insieme e rielaborate, in modo da riorganizzare in un racconto. Molto importanti sono le coordinate spazio-temporali, fondamentali per lo studio della storia. Lo storico dà uno sguardo alla dimensione temporale e alla dimensione spaziale. La storia è una scienza che ci aiuta a comprendere anche la società presente. ‘’ COMPRENDERE IL PRESENTE MEDIANTE IL PASSATO E COMPRENDERE IL PASSATO MEDIANTE IL PRESENTE’’. Lo storico quindi, nel suo lavoro si interroga sul presente ricercando risposte che provengono dal passato. MODULO UNO – DALLA PREISTORIA AL VICINO ORIENTE CAPITOLO UNO 1.Prima della storia. La preistoria è la fase più antica della vita degli uomini, in quest’epoca gli uomini non conoscevano l’uso della scrittura e di conseguenza non ha documenti scritti cioè gli unici che consentono di ricostruire la storia vera e propria. La scrittura è comparsa in momenti diversi, nelle varie regioni del mondo, quindi possiamo dire che non esiste una fase ‘’preistorica’’ che accomuni contemporaneamente tutti i popoli della Terra. - IN MESOPOTAMIA, la preistoria si conclude intorno al 3100 a.C. - IN EGITTO, verso il 3000 a.C. - IN CINA, tra il 2000 e il 1500 a.C. - IN GRECIA, intorno all’800 a.C. - IN ITALIA, intorno al 700 a.C. In altri territori, questo è avvenuto in tempi molto più vicini a noi: - IN GERMANIA SETTENTRIONALE verso il 1000 d.C. - IN RUSSIA verso il 1200 d.C. - IN AMERICA verso il 1500 d.C. - IN AFRICA CENTRALE nel secolo scorso Oggi, molti studiosi giudicano inadeguata la distinzione tra preistoria e storia fondata sul momento di apparizione della scrittura. Le culture senza scrittura sono molto diverse l’una dall’altra: alcuni popoli, pur non praticando la scrittura diedero vita a grandi civiltà che li fecero apparire per molti aspetti più evoluti di altri popoli che pur fecero uso della scrittura. Tra le grandi civiltà troviamo i Maya e gli Aztechi che non praticavano la scrittura ma venivano producendo straordinari oggetti d’arte ed avevano forme sociali complesse, infatti definirle preistoriche non ha molto senso.

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2.Problemi di sopravvivenza e capacità di adattamento 4 miliardi e mezzo di anni fa ci fu la nascita del nostro pianeta. Le prime forme di vita nel mare risalgono a 500 milioni di anni fa, mentre le prime forme di vita sulla terra risalgono a 350 milioni di anni fa. 70 milioni di anni fa comparvero i primati, ovvero piccoli animali simili ai topi che successivamente passarono a vivere sugli alberi, evolvendosi in varie specie di scimmie. Da questa specie, sarebbe nato 2 milioni di anni fa, attraverso un processo lunghissimo e complesso, l’uomo. Da quando nella seconda metà dell’800, il grande naturalista inglese Charles Darwin formulò la sua teoria dell’evoluzione, nessuno può dubitare che l’uomo abbia affinità fisiologiche e caratteri che lo apparentano ad alcuni tipi di scimmie. L’uomo e le scimmie antropomorfe (simili all’uomo), l’orango, il gorilla, lo scimpanzé, appartengono alla stessa superfamiglia dei primati. Le affinità sono evidenti: struttura dello scheletro, muscolatura. Per quanto riguarda le differenze: le scimmie antropomorfe hanno un volume celebrale inferiore, non fabbricano strumenti, non usano il linguaggio verbale tipico degli esseri umani. Le scimmie appaiono i progenitori degli uomini e sono chiamati Ominidi. La formazione della GREAT RIFT VALLEY, verificatosi in Africa 20 milioni di anni fa, e la variazione climatica che da essa scaturì portò all’arretramento delle foreste fluviali che furono parzialmente sostituite da praterie e da savane. La vegetazione della savana è costituita da graminacee e alberi bassi. Inoltre qui c’è una presenza stagionale delle piogge. La stagionalità implica una distribuzione delle risorse non uniforme, infatti nella savana, si può passare dall’abbondanza di vegetazione subito dopo le piogge, alla carestia in assenza di esse. Di conseguenza gli animali sono costretti a compiere lunghe e pericolose migrazioni per procacciarsi il cibo. 4 milioni di anni fa, gli ominidi si separarono dalla linea evolutiva che li accomunava alle scimmie antropomorfe, ciò corrispose alla conquista della posizione eretta. Negli scenari aperti della savana, con le erbe alte che precludevano la vista, la capacità di sollevarsi era fondamentale poiché consentiva di acquisire una visione più ampia, individuare eventuali prede o scorgere in tempo l’avvicinarsi di un predatore. I primi esseri viventi a compiere queste esperienze furono alcuni ominidi dell’Africa, chiamati Australopitechi: la loro taglia era piccola, andava da 1 metro e mezzo circa, prestavano però caratteristiche più vicine a quelle dell’uomo che a quelle delle scimmie. Inoltre possedevano tutte le caratteristiche che consentissero la posizione eretta: - COLONNA VERTEBRALE VERTICALE - GABBIA TORACICA LARGA E PIATTA - ARTI POSTERIORI CON FUNZIONE DI SOSTEGNO - RIDUZIONE DELLA LUNGHEZZA DEGLI ARTI ANTERIORI (DIVENUTI SUPERIORI) 3. ‘’Uomini’’ La conquista della ‘’posizione eretta’’ determinò la ‘’specializzazione’’ degli arti inferiori e una maggiore mobilità delle mani che consentì all’uomo di costruire strumenti. L’abilità manuale portò all’aumento delle dimensioni e delle capacità del cervello e questo aumento influì a sua volta nell’abilità manuale. Una capacità simile viene attribuita ad una specie chiamata HOMO HABILIS, cioè capace di usare le mani per costruire strumenti. Le trasformazioni della manualità e dell’intelligenza erano collegate ad un’altra caratteristica che distingue gli uomini dagli animali: il LINGUAGGIO VERBALE, cioè la capacità di trasmettere informazioni complesse ed elaborate rispetto ad altri animali che comunicavano tra di loro tramite messaggi semplici, suoni e gesti: richiami d’amore e segnali di pericolo. L’homo habilis è un ominide comparso in Africa poco più di 2 milioni di anni fa, aveva una versatilità alimentare, grazie alla quale era in grado di adattarsi più facilmente ai cambiamenti climatici. Inoltre lui praticava una dieta onnivora che integrava il consumo dei vegetali con quello della carne. L’evoluzione che portò da questo primo Homo al sapiens attuale è segnata da successive tappe rappresentate da trasformazioni fisiche: CRANIO, da stretto e lungo si allarga e s’innalza fino a raggiungere una forma quasi sferica. COLONNA VERTEBRALE, diventa sempre più dritta. DENTI INCISIVI E CANINI, si riducono a livello degli altri.

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I vari stadi dell’evoluzione biologica dell’uomo sono rappresentati dal cosiddetto HOMO ERECTUS così chiamato perché adottava regolarmente la stazione eretta. 4.La diffusione della specie umana L’HOMO ERECTUS si diffuse al di fuori del continente africano: resti fossili risalenti a circa un milione di anni fa, sono stati rinvenuti in Indonesia. Circa 200.000 anni fa, si diffuse in Europa, una nuova specie umana, l’UOMO DI NEANDERTAL, così chiamato dal nome di una valle tedesca, luogo del primo ritrovamento. Aveva il fisico basso e massiccio, una muscolatura possente e una cassa toracica molto ampia. Nonostante fosse un abile cacciatore e sapesse fabbricare strumenti, l’uomo di Neandertal si estinse completamente circa 28.000 anni fa a causa di cambiamenti climatici, verificatisi nel continente europeo e una dieta poco classificata , basata soprattutto sul consumo di carne. Intorno ai 200.000 anni fa, fa la sua comparsa l’HOMO SAPIENS, al contrario dell’uomo di Neandertal aveva una dieta molto più varia, viveva in gruppi più numerosi e quindi aveva raggiunto forme di organizzazione e cooperazione e trasmissione del sapere più evolute. 5. L’esperienza del Paleolitico. La più antica storia dell’uomo è detta anche l’ETA’ DELLA PIETRA, in riferimento alla materia da cui, i primi uomini ricavavano loro strumenti (accette, asce, pugnali). Questo termine, età della pietra nasce dal fatto che la pietra, era la materia più usata a differenza del legno e di altri materiali deperibili, si conserva bene anche attraverso milioni di anni, offrendo agli studiosi le tecniche con cui essa viene lavorata e i progressi dell’uomo. In base alle tecniche di lavorazione della pietra si sono individuate due fasi principali: ETA’ PALEOLITICA (Pietra Antica), che si estende fino all’8000 a.C. ETA’ NEOLITICA (Pietra Nuova), che si estende dall’8000 al 4000 a.C. Queste due date sono puramente di comodo poiché possono variare da una regione all’altra. Nel Paleolitico la pietra veniva lavorata in modo semplice, mediante scheggiature, gli uomini non conoscevano né l’agricoltura né l’allevamento e praticavano la caccia e la raccolta di piante e frutti selvatici. Il rifornimento principale della carne veniva dalla caccia: animali come elefanti, mammut, rinoceronti, renne, cavalli, asini e bisonti. La caccia inoltre richiedeva dati di coraggio e abilità: l’animale poteva essere abbattuto solo con un contatto ravvicinato; lo strumento di caccia più diffuso era una lancia di legno con la punta indurita al fuoco. I gruppi di cacciatori-raccoglitori erano poco numerosi (15-20 individui) e dovevano spostarsi di continuo alla ricerca di selvaggina. Essi vivevano in accampamenti o ripari naturali temporanei. Avevano grandi capacità espressive e si esprimevano nella pittura, raffigurazioni tracciate sulle pareti delle grotte o sugli oggetti. Inoltre fin dall’età paleolitica l’uomo ha dedicato alla sepoltura una particolare attenzione: seppellivano i defunti in semplici fosse dove accanto al corpo, venivano deposti oggetti vari. 6. Il fuoco dalla natura alla cultura 400.000 Anni fa, iniziò ad esserci la possibilità di domesticare il fuoco, un elemento distruttore e incontrollabile diviene fonte di energia utilizzabile dall’uomo a proprio vantaggio. Si trattava di una fonte di energia esterna, diversa cioè da quella muscolare, utile per esempio a sbriciolare le pietre di grosse dimensioni o a plasmare le ossa degli animali per ricavarne attrezzi. Inoltre il fuoco era una fonte di luce poiché permetteva di illuminare il buio delle caverne, una fonte di calore, consentiva di superare gli inverni più freddi senza soccombere, era un’arma poiché teneva lontane le belve più aggressive e serviva per la caccia. Era, anche, uno strumento per la cottura degli alimenti: modificò la dieta degli esseri umani, ma accrebbe anche il grado di coesione dei gruppi, c’era l’abitudine di riunirsi intorno al focolare per consumare i pasti, favorì la trasmissione delle esperienze tra i membri della comunità e la pratica del racconto. 7.Nuovi modi di vivere il Neolitico Il Neolitico: Durante l’età neolitica, la pietra oltre ad essere scheggiata viene anche levigata, cos’ l’uomo scopre anche un nuovo modi di alimentarsi, non più basato esclusivamente sulla

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predazione delle risorse naturali, ma sulla produzione di risorse non spontanee: L’AGRICOLTURA , l’uomo diventò agricoltore, cominciò una serie di operazioni effettuate sulle specie vegetali commestibili per proteggerle dagli elementi fastidiosi (spine), selezionarne le sementi, aumentare la resa; L’ALLEVAMENTO, l’abitudine dei cacciatori a catturare animali selvatici e a tenerli in vita in rapporto alle esigenze alimentari del gruppo favorì la nascita dell’allevamento, quindi la domesticazione degli animali: cioè un insieme di operazioni effettuate dall’uomo sulle specie vegetali e animali e sul loro ambiente, al fine di adattarle ai propri bisogni. Inoltre la domesticazione oltre a determinare una crescente conoscenza della vita animale da parte dell’uomo, provocò importanti trasformazioni della specie stessa, come la graduale eliminazione dell’aggressività. Il cane, domesticato già alla fine del Paleolitico, era come oggi, il compagno dell’uomo, lo aiutava nella caccia e lo difendeva dagli animali selvaggi. 8.Il villaggio Il lavoro dei campi e l’immagazzinamento dei raccolti presuppongono l’esistenza di un insediamento stabile. Il contadino è un individuo tendenzialmente sedentario, la terra, tuttavia , non può essere coltivata necessariamente: dopo un certo periodo esaurisce la fertilità e ha bisogno di riposo per ricostruire le proprietà organiche. Quando riscontravano l’impoverimento dei raccolti, i contadini erano costretti a spostarsi alla ricerca di nuove terre da coltivare, praticavano un’agricoltura itinerante. Le comunità contadine cercarono di fronteggiare il problema dell’esaurimento del suolo praticando la rotazione delle colture: una parte di terreno coltivabile veniva lasciata per un certo periodo a riposo e adibita a pascolo poiché recuperasse le qualità organiche perdute; veniva poi nuovamente coltivata, mentre altre porzioni di terra erano lasciate a riposo. Di conseguenza a ciò gli uomini cominciarono a vivere in modo sedentario nei villaggi, non esistevano rilevanti dislivelli di ricchezza, si trattava di un gruppo umano omogeneo. Alcuni villaggi raggiunsero dimensioni e caratteristiche costruttive che li rendono molto vicini all’aspetto di una città: Gerico, in Palestina, racchiudeva una popolazione di 300 individui. 9. La ceramica e il rame. Le nuove esigenze dettate dall’agricoltura furono all’origine di numerose innovazioni tecniche ì. La necessità di conservare per lungo tem...


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