Riassunto Antropologia culturale (Emily A. Schultz, Robert H. Lavenda) PDF

Title Riassunto Antropologia culturale (Emily A. Schultz, Robert H. Lavenda)
Course ANTROPOLOGIA CULTURALE
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Rissunto per capitoli del libro Emily A. Schultz, Robert H. Lavenda, Antropologia culturale (in italiano)...


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Capitolo 1: Che cos’è la prospettiva antropologica L'antropologia e lo studio della natura, della società, dei modi di vivere, del passato degli uomini. L'antropologia è olistica, comparativa, basata sulla ricerca sul campo ed evolutiva. La componente olistica sta ad indicare gli sforzi di integrare fra loro tutto ciò che si conosce a proposito degli uomini e delle loro attività. Inoltre compara società umane diverse cercando somiglianze e diversità prima di giungere a generalizzazioni. L'antropologia si fonda sulla ricerca sul campo. Questo comporta stretto contatto tra l'antropologo e le persone, gli animali e gli oggetti che gli interessano. Nell'antropologia accademica si alternano ricerca sul campo e altre attività (docenti universitari), mentre nella antropologia applicata si pratica solo la ricerca sul campo. Terminata la ricerca sul campo, l'antropologo trae delle generalizzazioni su ciò che significa essere uomini che siano valide nel tempo e nello spazio. L'antropologo esamina l'evoluzione biologica, ovvero il cambiamento nel tempo dei caratteri fisici e dei processi vitali della specie umana, e l'evoluzione culturale, ossia il mutare delle credenze, dei comportamenti, degli oggetti materiali nel tempo che descrivano lo sviluppo dell'uomo è la sua vita sociale. La cultura è l'insieme delle idee e dei comportamenti appresi degli esseri umani in quanto membri di una società. Questi servono per adattarsi al mondo nel quale vivono e per trasformarlo. la cultura e l'apprendimento aiutano nella sopravvivenza. Biologia e cultura determinano le varie forme di comportamento umano. Per questo motivo gli esseri umani sono considerati organismi bioculturali, cioè formati da cervello, sistema nervoso, geni e cellule e ciò rende in grado di produrre organizzare la cultura. La biologia umana rende possibile l'organizzazione della cultura, ma la cultura, a sua volta rende possibile la sopravvivenza biologica. L'antropologia nordamericana è interdisciplinare perché è stata suddivisa in branche: - La bioantropologia misura le varie caratteristiche osservabili delle popolazioni umane e cerca di classificare i popoli di tutto il mondo secondo un insieme di categorie nettamente definite. Queste categorie furono chiamate razze e diedero inizio a pregiudizi razziali perché si estesero anche ai non europei che stavano sotto il dominio delle società capitalistiche europee. Morton, Galton e Broca svilupparono l'idea delle razze secondo le dimensioni del cervello. Questo portò al razzismo, ossia la sistematica o pressione degli appartenenti ad uno più razze, definite tali da appartenenti ad altre razze che presumevano la loro superiorità alle altre. Razza è un'etichetta culturale inventata dagli uomini per suddividere la gente in gruppi. Boas si batte invece contro la distinzione in razze e la discriminazione razziale. Anche Washburn ripudiava questa classificazione e si focalizzava sulle modalità di variazione e di adattamento della specie umana considerata nel suo insieme. La bioantropologia comprende la primatologia cioè lo studio dei parenti più prossimi degli esseri umani e la paleoantropologia cioè lo studio dei resti fossili delle ossa e dei denti. - Antropologia culturale: detta anche antropologia sociale o etnologia. Studia la variazione delle credenze e dei comportamenti dei diversi gruppi umani e come si organizzano per svolgere compiti collettivi. Gli antropologi studiano tutte le società umane e le comparano fra loro. Particolare interesse è rivolto alle società umane che non organizzano burocrazie ma svolgono comunque la loro attività, e poi sulla parentela di sangue che lega reciprocamente i soggetti alla nascita. Si studia genere, sessualità, urbanizzazione, globalizzazione, edilizia abitativa, abbigliamento, riti e utensili. Gli antropologi culturali raccolgono i dati durante un lungo periodo di ricerca sul campo che comprende la frequentazione ristretta con la popolazione alla quale si interessano e partecipano attivamente alla vita quotidiana di coloro con cui ha stabilito di vivere. Ricevono informazioni sulla cultura e la lingua da soggetti definiti informatori, intervistati o collaboratori, che fanno parte di quella società umana che è che sono interessati ad aiutare l'antropologo nella sua ricerca. Questo metodo di ricerca è chiamato osservazione partecipante. L'etnografia è una descrizione scritta o filmata di una particolare cultura da parte di un antropologo. L'etnologia è lo studio comparativo di due o più culture. - Antropologia linguistica studia il linguaggio come forma di comunicazione e come principale veicolo di informazione culturale. Si dedicano alla produzione di dizionari grammatiche corrispondenti. Si correlano con genere, razze, classe ecc. I pidgin sono le lingue inventate da

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persone che si trovano a dover comunicare nonostante parlano lingue diverse tra loro (una sorta di lingua franca che unisce elementi delle diverse lingue). Studiano alfabetismo e la standardizzazione dei linguaggi. Archeologia: si occupa del passato umano tramite l'analisi dei resti materiali, stabilendone la datazione. Antropologia applicata: si raccolgono le informazioni delle altre anthropologie per proporre soluzioni ai problemi. Può permettere l'incontro tra la conoscenza occidentale e quella non occidentale per creare tecnologie sostenibili che minimizzino il degrado dell'ambiente. Si impegnano in questioni politiche. Antropologia medica: si occupa della salute umana, dei fattori che portano malessere fisico e alla malattia e dei modi in cui i popoli li affrontano. Si tiene conto dei processi sociali, economici e politici (classe, razze ecc.).

Capitolo 2: Perché il concetto di cultura è importante? La cultura è: ● appresa: acquisita dagli uomini in quanto appartenenti alla società; ● condivisa: tramandata di generazione in generazione e fa parte di una determinata società umana; ● modelli: è caratterizzata dai modelli ossia credenze e pratiche culturali rintracciabili nel tempo e nello spazio. Essi permettono di distinguere l'una dall'altra le diverse tradizioni culturali, ma ora i confini fra queste sono sfumati. ● adottiva: permette di adattarsi all'ambiente in cui si vive è di trasformarlo. ● simbolica: un simbolo è qualche cosa che sta per qualcos'altro. Il linguaggio è un classico esempio di simbolo. Secondo Potts sono cinque gli elementi che appaiono come requisiti della cultura simbolica dell'uomo: trasmissione, memoria, reiterazione (riprodurre e imitare), innovazione e selezione. La rappresentazione simbolica complessa è la capacità di comunicare liberamente il passato, il futuro e l'invisibile. La cultura è il cervello hanno subito una coevoluzione permettendo l'organizzazione della vita sociale. Spiegazioni della cultura umana sono: -dualismo: la natura umana è costituita da due forze, il corpo e la mente. Fa parte del pensiero occidentale. Ogni persona un corpo materiale ma possiede anche una mente che si trova nelle forme ideali (Platone). Questa visione è detta dualismo conflittuale: la materia è bassa e corruttibile, la mente è pura. - idealismo l'uomo non è altro che mente o spirito - materialismo l'uomo non è altro che geni e biologia Idealismo e materialismo-->la natura umana è una forza causale-->determinismo La cultura è la nostra eredità bioculturale che serve per superare i limiti biologici e individuali. Le persone lottano per controllare la propria esistenza, ma non possono sfuggire al loro contesto culturale e storico e si trovano a dover scegliere una strategia. Essi sono chiamati agenti umani e hanno un ruolo attivo, ossia capacità di agire, elaborando interpretazioni e proponendosi obiettivi. Gli esseri umani sembrano essere dotati di un'essenza, responsabile di farli essere quali sono. Secondo un pensiero materialistico che ha avuto influenza sulla antropologia culturale, gli esseri umani vengono al mondo privi di un'essenza precostituita, ma mutano per effetto delle idee, dei significati, delle credenze e dei valori che assorbono in quanto membri di una particolare società. Secondo l'olismo non esiste una netta separazione tra mente e corpo: gli esseri umani sono quello che sono grazie al plasmarsi di geni, cultura ed esperienza, vivendo nel mondo. Essi sono condizionati dalle esperienze culturali in gruppo. Per sviluppare la natura umana è necessario che gli esseri umani vivono un'esistenza sociale e condividano una cultura. Gli organismi umani, il loro ambiente fisico e le loro pratiche simboliche si codeterminano a vicenda, con il trascorrere del tempo possono coevolvere gli uni accanto agli altri. L'etnocentrismo è l'opinione secondo la quale il proprio modo di vita è naturale e giusto, certamente l'unico che assicuri piena umanità.

I membri di una società umana possono fuggire all'interpretazione etnocentrica cercando di attenuare le discrepanze tra il proprio modo di vita è quello di un'altra. Se gli altri non accettano di mutare condotta, il risultato può essere quello della guerra o il genocidio (tentativo deliberato di sterminare un intero gruppo basandosi sul razza, religione, origine, età). Le persone con un retroterra culturale diverso possono aiutare altri a intravedere convinzioni e azioni in contrasto con la nostra tradizione. Apprendere da altre culture è promettente ma anche rischioso perché la verità di una tradizione culturale è parziale è aperta a nuovi sviluppi. il relativismo culturale è la comprensione di un'altra cultura nei suoi stessi termini, considerandola abbastanza empaticamente da farla apparire un progetto di vita coerente e dotato di senso. Promuove la comprensione di pratiche culturali che l'estraneo trova enigmatiche moralmente disturbanti. Un esempio di pratiche culturali controverse sono la circoncisione maschile, praticata dagli ebrei e usata in generale dagli occidentali, consiste nell'asportare il prepuzio del pene degli adolescenti per motivi di igiene e per alcune società umane come passaggio alla vita adulta, la clitoridectomia, ossia l'asportazione del clitoride e infibulazione o circoncisione faraonica in cui si asportano le labbra e il clitoride e si sutura formando poi un tessuto cicatriziale che racchiude parzialmente la vagina. Esse sono praticate in alcune zone dell'Africa. Quest'ultima pratica non viene eseguita dalle popolazioni occidentali. La femminista Mary Daly accostò la mutilazione genitale femminile alla fasciatura dei piedi in Cina e al rogo delle streghe nel Medioevo e le definì come Sado rituali patriarcali sado-rituali patriarcali atti a distruggere le donne. distruggere le donne. Anche donne appartenenti a queste società si oppongono e operano attivamente contro questa pratica, mentre altre invitano gli osservatori esterni a documentarsi e capire il senso di queste pratiche prima di condannarle. La mutilazione dei genitali femminili è vietata in 15 paesi africani e in 10 nazioni industrializzate, considerandola come violazione di diritti umani nei confronti di bambine e ragazze. Janice Boddy ha fatto ricerca sul campo dal 1976 in un villaggio musulmano nel Sudan settentrionale rurale, in cui viene praticata la circoncisione maschile e quella femminile. La circoncisione femminile alla funzione di preparare la ragazza al matrimonio e le assicura la fertilità: questo assicura che la ragazza sia vergine quando si sposa per la prima volta. Le donne soffrono molto durante i rapporti sessuali e rischiano infezioni urinarie e mestruazioni dolorose. La stessa e donne associano la verginità alla fertilità, pensano che i corpi infibulati siano puliti, puri e lisci e sono collegate alle uova di struzzo, ai desideri dell’uomo, alla casa stessa che sono tutti simboli di fertilità. L'esperienza dell'infibulazione insegna alle ragazze ad associare il corpo femminile puro con il calore e il dolore dotandoli di senso. Gli uomini dovrebbero quindi preferire rapporti sessuali con donne infibulate e invece visitano i bordelli dove incontrano prostitute non infibulate. Dal 1969 le operazioni sono meno radicali e le donne riescono a sposarsi: gli uomini preferiscono donne mutilate meno gravemente. Ora molte donne uomini sanno che ci sono anche altri modi per ottenere la fertilità. Tutto ciò rende la pratica comprensibile è coerente perché è dotata di un particolare senso. Il relativismo culturale non impone di mettere da parte tutti i valori della propria società, ma obbliga a intraprendere e ricercare le aree di intersezione e contrasto. Cultura (con la C maiuscola) è un termine utilizzato per descrivere un attributo della specie umana nel suo complesso. cultura (con la c minuscola) è un termine utilizzato per riferirsi a modi di vita particolari e appresi, che appartengono a specifici gruppi di esseri umani. (entrambi i modi possono essere usati negativamente) Boas e Malinowski furono in grado di dimostrare che i “primitivi” possedevano culture ragionevoli, ordinate, sviluppate sul piano artistico e moralmente disciplinate. Usavano “culture” per definirli umanamente civili. L'idea di cultura poteva rafforzare la teoria razziale della diversità.

Capitolo 3: Che cos’è la ricerca sul campo La ricerca etnografica sul campo è costituita da un prolungato periodo di stretto coinvolgimento con la gente al cui modo di vita, l'antropologo si interessa. Vivere un periodo di stretto contatto con un gruppo sociale, condividendone il modo di vita, le attività e le credenze è detta osservazione partecipante. Si

raccolgono i dati attraverso interviste e inchieste, talvolta questionari e test psicologici. È la fase finale nella formazione antropologica: gli antropologi hanno bisogno del permesso di operare in una determinata località, fare accordi con gli uffici universitari e del governo e di finanziamenti per la ricerca. La ricerca sul campo può avvenire in luoghi geograficamente molto distanti e culturalmente diversi da quelli dell’etnografo, oppure nella società a cui egli stesso appartiene. In alcuni stati questa è la norma. Gli etnografi che operano nei deserti, tundra o foreste pluviali, hanno bisogno di equipaggiamento adatto per il riparo, anche se a volte vivrà in normali case o villaggi. La ricerca sul campo può creare squilibri fisici e mentali dovuti allo stress. Ci si imbatte in piante velenose, animali, malattie completamente sconosciute, adattamento a cibo e acqua del posto. I ricercatori all'inizio si sentono sopraffatti, ma con l'istinto di sopravvivenza si adattano, prendono i ritmi, intessono legami sociali, conoscono gli abitanti. L'etnografo osserva e chiede, dopo scrive o registra con telecamere e registratori che sono fondamentali. Gli scarabocchi vengono poi rivisti al computer e rielaborati con note più complesse e coerenti giorno per giorno. La ricerca etnografica può essere: -Positivista (XIX secolo): spiega il funzionamento del mondo materiale riferendosi a cause e processi materiali rilevabili con i cinque sensi. Separa i fatti dai valori: i fatti sono la natura della realtà fisica, i valori sono fondati su “ciò che dovrebbe essere”, non su ciò che è. Vogliono una conoscenza oggettiva che sia vera per chiunque al di là del tempo e dello spazio. Non ha valori e significato. Per i positivisti il campo è un laboratorio vivente in cui avviene una comparazione controllata (situazione sperimentale). Registrano i modi di vita dei popoli in modo fedele e furono legati al metodo scientifico e sistematici ma privi di sensibilità. (Il fatto: è un'osservazione ampiamente accettata, frammento di conoscenza umana che si considera scontato. Sono complessi e devono essere interpretati e posti in un contesto di significato. Sono costruiti e ricostruiti sul terreno, quando si riflette sull'esperienza vissuta e quando la si scrive.) -Approccio riflessivo (1970-1980): essendoci uno scambio e una relazione tra l'etnografo e un nativo della società umana studiata detto informatore (o meglio guida, consigliere, consulente), non si possono non creare legami. Il ricercatore ha obblighi etici e i fattori sociali possono creare problemi agli informatori. Per questo motivo, l'etnografo salvaguarda loro e la loro identità in quanto conferiscono al ricercatore tutte le informazioni che ricercatore vuole: credenze, riti, modi di vita, età. Entrambi sono coinvolti emotivamente: il ricercatore si adatta la loro vita documentandosi, si impegna a portare tutto agli altri membri della sua cultura; l'informatore stesso è curioso di apprendere sia ciò che riguarda la propria cultura sia quella del ricercatore. Talvolta si crea uno shock culturale che deriva dalla scoperta dell'Informatore di elementi propri della sua cultura contraddittori e quindi diventando consapevole o dalla sorpresa del ricercatore di pratiche culturali sconosciute. I dati raccolti sul campo sono dunque intersoggettivi, condivisi dagli informatori e il ricercatore che comprende i significati condividendo attività e conversazioni con gli informatori. Essi sono pubblici. Nell'approccio riflessivo, il ricercatore riflette sul modo in cui gli appartenenti alla cultura concepiscono la propria vita. Questo riflettere è detto riflessività e presta attenzione al contesto politico ed economico, perché possano influire sulla ricerca e sulla conoscenza. Si tratta di conoscenza contestualizzata. L'etnografo deve svelare la sua identità, nazionalità, genere, classe eccetera e soprattutto ai fini della ricerca. È importante che l'etnografo scriva anche i limiti che non ha superato oltre che il resoconto accurato di ciò che ha scoperto, in modo tale sia affidabile, rifiutandosi di fare generalizzazioni su un gruppo sociale non avendo i dati. Molti ricercatori condividono le loro conclusioni con gli informatori per vedere se sono d'accordo sulle loro riflessioni. Questo metodo ha permesso di comprendere gli ostacoli etici in cui si imbattono gli antropologi. Durante la ricerca sul campo si può subire lo shock culturale e pensare che le società studiate sono primitive e selvagge. Con l'espressione punti ricchi si intendono i momenti inattesi in cui emergono dei problemi di comprensione interculturale. In questo modo si mette sotto esame la propria interpretazione in vari contesti. Mediante l'interpretazione l'antropologo può capire il “sé culturale”, passando per la comprensione dell' “altro culturale”, si può capire un po’ della propria identità. Antropologo e informatore cercano un linguaggio simbolico intersoggettivo comune: dialettica della ricerca sul campo, di interpretazione e traduzione. Sono entrambi agenti attivi e ciascuno si sforza di capire ciò che l'altro sta cercando di dire: se vi è buona volontà da entrambe le parti, allora ciascuno tenterà di fornire

risposte che abbiano un senso per l'interlocutore. Con errori ed equivoci la capacità comunicativa si arricchisce. Sono gli antropologi a dare vita al dialogo e possono interrompere il dialogo con gli informatori per discutere con i colleghi. L'antropologo deve proteggere l'informatore da eventuali ritorsioni dei componenti della loro società. È necessario prima reperire gli informatori, cosa non facile, e poi stabilire con loro un rapporto. Disarmonie di comunicazione avvengono come nel caso di Jean Briggs antropologa adottata da una famiglia di informatori (Utku): nacquero conflitti sotterranei ma pervasivi in quanto la famiglia si sforzava sempre più di assimilarla all'interno della famiglia. Ci si attendeva che aiutasse a svolgere le faccende domestiche e che obbedisse senza discutere. O come nel caso di Paul Rabinow e del suo informatore Ali: a seguito di una lite che avrebbe potuto mettere in pericolo la ricerca; l'informatore non può avere sempre ragione. Se l'informatore avesse sempre ragione ne conseguirebbe che l'antropologo diventasse una non persona ovvero dovrebbe essere disposto ad affrontare qualunque situazione da sorridente osservatore emettere completamente da parte il proprio codice etico e visione del mondo, registrando gli eventi in maniera accurata. L'incidente della comunicazione però gli permise di avere una delle più significative intuizioni sulla cultura marocchina: gli uomini del Marocco si mettono costantemente alla prova per verificare fino a che punto possono stabilire la propria superiorità prima che le proprie pretese vengono contestate e il loro legame apparve più forte di prima perché poi era riuscito ad impressionare Ali ( 1) non mostrare ira, 2) non abbassare la testa). I ...


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