Riassunto di Storia dell\'Architettura 1 PDF

Title Riassunto di Storia dell\'Architettura 1
Author Riccardo Migliorini
Course Storia dell'architettura 1
Institution Politecnico di Milano
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Summary

1. ARCHITETTURA GRECA greca riveste particolare importanza per tutta la storia occidentale che nacque in Grecia non la ma come sottolinea Maurice Godelier, scoprire o comprendere il mondo classico significa scoprire e comprendere almeno in parte le origini della moderna occidentale. Ci troviamo into...


Description

1. ARCHITETTURA GRECA L'architettura greca riveste particolare importanza per tutta la storia dell'architettura occidentale ”ciò che nacque in Grecia non è la civiltà ma l’Occidente”, come sottolinea Maurice Godelier, scoprire o comprendere il mondo classico significa scoprire e comprendere almeno in parte le origini della moderna civiltà occidentale. Ci troviamo intorno agli inizi del primo millennio a.C., in tale periodo l’uomo cosiddetto “teoretico” comincia a scoprire la coscienza individuale e conseguente valorizzazione della dignità e libertà del singolo. Effetto di questa acquisita presa di coscienza sarà sul terreno politico-militare lo scontro vittorioso con la Persia. Presa di coscienza individuale che coincide con un miglioramento della stessa civiltà sotto gli aspetti politico-istituzionali ed economico-sociali. La comparsa del popolo greco si verifica intorno al 2000 a.C., quando le popolazioni appartenenti al ceppo arioeuropeo stanziato nelle steppe russe giunsero nella penisola greca, nel Peloponneso dall’incontro di queste popolazioni con la civiltà cretese nasce la civiltà detta micenea, che subirà l’invasione dei Dori dando così l’inizio al periodo noto come “medioevo ellenico”, caratterizzato da una nuova fioritura culturale. Dalla fine del VIII sino a tutto il VI secolo a.C. si estende il cosiddetto “periodo arcaico”, al regime monarchico si sostituì quasi dovunque un governo aristocratico. I profondi rivolgimenti politici e sociali che contraddistinguono questo periodo vennero compiendosi sotto la spinta di due fattori principali: lo sviluppo della polis aristocratica e la colonizzazione del mediterraneo. La polis greca fece di ogni uomo greco un vero cittadino; essa è davvero la cornice sociale della cultura greca, inoltre la colonizzazione del mediterraneo diede nuovi sbocchi sociali, economici e soprattutto culturali a tale bacino. Intero sistema delle pòleis che vide il proprio declino nel momento in cui Atene perse la guerra (durata ben 27 anni) del Peloponneso 431-404 a.C. nel 359 sul fronte nord della Grecia apparve Filippo II re dei Macedoni che, attraverso la battaglia di Cheronea, assoggettò una ad una le città greche dando loro una organizzazione federale sotto la supremazia della Macedonia. Il suo successore Alessandro realizzando nel giro di otto anni una mirabolante impresa militare, estendendo il proprio dominio sino alle frontiere occidentali dell’India (esaudendo il sogno paterno). La sua scomparsa improvvisa segna il momento del passaggio ad una nuova fase storica, nota con il nome di “ellenismo”. Durante la fase pre-ellenistica un profondo inurbamento è il fenomeno caratteristico, infatti il vigore delle pòleis greche è dettato dal riconoscimento delle propria identità di cittadino di ogni uomo. In tutti questi periodi la Grecia si riconosce secondo un unico filo conduttore, ossia la diffusione della cultura come strumento democratico di potere. Alla morte di Alessandro i diadochi si affrontarono con lo scopo di prevalere l’uno sull’altro per la conquista del trono. Alessandro fu in grado di diffondere la cultura greca sul vasto impero da lui conquistato, permane un linguaggio fondamentale, la cosiddetta koinè, necessaria ai fini degli innumerevoli contatti e scambi tra le diverse popolazioni. Dunque, il lungo periodo che va dalla morte di Alessandro Magno 323 a.C. alla vittoria di Ottaviano ad Azio nel 31 a.C. si suole definire ellenismo. Il tempio comincia ad essere costruito fra l’VIII e il VII secolo a.C. sostituendosi al santuario domestico. Il tempio può essere considerato la più impegnativa realizzazione dell'architettura greca. La codificazione che, in età arcaica, verrà sviluppata per l'architettura templare diventerà con l'ellenismo il linguaggio universale del mondo mediterraneo. Rivolto sempre ad est-ovest, con l'ingresso aperto verso est, poteva essere piccolo o grande, semplice o complesso, ma in ogni caso doveva possedere una cella (naos), questa ospitava la statua della divinità nella quale solo il sacerdote poteva entrare, mentre il culto si svolgeva su un altare antistante, all'esterno di esso ma dentro il recinto sacro in cui si situava il tempio ed altri edifici ad esso connessi. Davanti vi era un atrio (pronaos) costituito dal prolungamento delle pareti laterali del naos, racchiudenti nel lato anteriore due colonne (tempio in antis, invece doppiamente in anti quando le due colonne sono presenti anche nell’opistodomo o parte diametralmente opposta al pronao); oppure da una serie di colonne trabeate (tempio prostilo). A volte il tempio prostilo presentava un analogo colonnato anche sul lato posteriore (tempio anfiprostilo). Infine queste forme potevano essere circondate su tutti e quattro i lati da una fila singola (tempio periptero) o doppia di colonne (tempio diptero, un tipo più raro a causa della complessità degli elementi, complessità non adatta allo spirito chiarificatore dei greci). Infine possiamo trovarci di fronte ad un tempio pseudo - periptero caratterizzato da colonne della peristasi addossate come semicolonne o lesene ai muri esterni della cella che poteva in tal modo essere realizzata con una maggiore ampiezza; oppure un tempio pseudo – diptero nel quale la peristasi presenta una sola fila di colonne, ma posta ad una distanza doppia rispetto ai muri della cella. In un periodo più tardo, si può

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trovare la pianta circolare detta tholos. Poiché all’interno della cella erano ammessi soltanto i sacerdoti, lo sviluppo del tempio era soprattutto esterno: è fuori infatti che si svolgeva il rito, ed è da fuori che il tempio veniva osservato e percepito nei suoi valori formali e ideali. Ciò giustifica l’attenzione dedicata alle colonne, che nei tipi più complessi, costituiscono l’elemento visivamente più rilevante. Sulla superficie superiore (stilobate) di una piattaforma, sopraelevata rispetto al terreno circostante, per mezzo di pochi gradini (crepidoma), si elevava la struttura della cella del tempio, caratterizzata dalle colonne. Lo schema della pianta resta sempre uguale, nell’alzato (e più precisamente nella struttura colonnare e nella decorazione) si distinguono tre stili: dorico; ionico e corinzio, sono detti anche ordini, perché vi è una disposizione organica nelle varie parti, l’una relazionata all’altra, a costituire un criterio armonico. In quello che si ritiene l’ordine più antico, il dorico la colonna, priva di una propria base, poggia direttamente sullo stilobate, la piattaforma comune a tutto l’edificio. Inversamente a quanto accadeva nella civiltà cretese e micenea, è rastremata verso l’alto e percorsa verticalmente da una serie di scanalature abbastanza larghe, il cui crinale divisorio è tagliato ad angolo vivo. Ornata in alto dal collarino, è coronata dal capitello, formato da due elementi: un cuscino a pianta circolare convessa o tronco-conica detto echino, e una lastra quadrangolare detta abaco. A circa 1/3 dell’altezza la colonna subisce un lieve rigonfiamento, detto entasi, quasi una flessione elastica dell’intero fusto come per sostenere il peso delle strutture portate, con lo scopo di equilibrare la sensazione di assottigliamento che si provocherebbe verso la metà della colonna, per il suo allungarsi, a causa di un errore ottico, nell’osservarla a distanza. Nel tempio dorico viene riscontrata una maestosa solennità, un senso di forza contenuta. Tutte le forme sono decise e contenute, dove la linea verticale si contrappone a quella orizzontale. L’entasi lascia sottintendere la gravità dell’intera costruzione. Il capitello, di forma nitida, ha la funzione statica di preparare la parte superiore del tempio. Anche la trabeazione sovrastante risponde alle stesse caratteristiche di essenzialità: l’architrave è liscio mentre il fregio decorato alterna lastre aggettanti con tre scanalature (triglifi) e lastre quadrangolari rientranti lisce o scolpite con poche figure dette metope, raffiguranti delle immagini belliche (talvolta gigantomachie) o mostruose. Infine il tempio si conclude in alto con la copertura a due spioventi che forma, sulle testate, due zone triangolari (frontoni o timpani) ove spesso sono collocate scene scolpite con temi mitici. I greci applicarono una serie di impercettibili correzioni ottiche affinché anche la visuale e non solo dell'architettura risultasse perfetta. Queste correzioni sono: l'entasi: il rigonfiamento della colonna, a circa 1/3 dell'altezza, per ovviare all'effetto ottico di riduzione di diametro; l'interasse delle colonne è maggiore tra le colonne in corrispondenza dell'ingresso alla cella, mentre viene ridotto tra le colonne laterali, sempre per correggere le distorsioni; poiché la misura dell'interasse delle colonne (o del diametro delle colonne) può cambiare dal fronte rispetto ai lati, le colonne angolari del tempio risultano leggermente ovali affinché la loro vista di lato o di fronte risulti coerente con le altre colonne; un maggiore diametro delle colonne esterne dei prospetti nei templi peripteri, perché avendo come sfondo il cielo, se di pari diametro di quelle centrali, sarebbero apparse più snelle; una leggera inclinazione delle colonne del fronte verso l'interno del tempio, per correggere la percezione dell'occhio umano che tenderebbe a vederle pendere verso l'esterno e come in procinto di cadere addosso; per lo stesso motivo le colonne angolari risultano anch'esse lievemente inclinate verso il centro per evitare effetti di divergenza; un leggero incurvamento convesso, sia dello stilobate che della trabeazione per correggere la tendenza dell'occhio umano a vedere ricurve verso l'alto le linee orizzontali che sostengono masse o volumi. Alcune di queste correzioni sono chiaramente visibili, altre sono riscontrabili solo con la misurazione; altrimenti più che correzioni apparirebbero deformazioni. Per conseguenza l’edificio si mostra immobile, come l’idea della divinità che rappresenta l’immobile e quindi il perfetto.

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L’apparizione del tempio ionico è databile intorno alla metà del VI secolo a.C. Oltre alla forma, più leggera e slanciata rispetto al tempio dorico, si caratterizza per alcuni elementi innovativi. La colonna non si appoggia più direttamente sullo stilobate, ma ha una propria base costituita da due sporgenze (tori) e da una rientranza (scozia). La colonna è come quella dorica, rastremata verso l’alto e scanalata, ma le scanalature, più numerose (circa 24) e di conseguenza più strette, sono intervallate da crinali divisori arrotondati invece che taglienti. Nel capitello l’echino è ornato con decorazioni ovoidali (ovoli) e, fra esso e l’abaco quadrangolare, un elemento intermedio (pulvino) si curva lateralmente in due ampie volute sottolineate da listelli (secondo la leggenda le volute riproducono il cuscino soprastante il capo delle fanciulle portatrici di acqua). L’architrave si divide in tre fasce ciascuna aggettante verso l'esterno rispetto a quella inferiore, e coronata superiormente da modanature, ed è sormontato da un fregio continuo scolpito con bassorilievi. Infine la cornice è decorata con dentelli. Queste differenze rispetto al dorico esprimono una concezione d’insieme più elegante e raffinata. Mentre nel dorico tutti i passaggi erano decisi, qui erano graduati ed addolciti. Tuttavia lo ionico non deve essere inteso come un superamento del dorico in quanto i due ordini rappresentano due diversi aspetti dello spirito umano di due diverse popolazioni, rispettivamente gli Ioni situati nelle coste orientali delle isole dell’Egeo, mentre i Dori abitanti del Peloponneso antica sede dei Micenei. La struttura del tempio corinzio non è dissimile da quella dello ionico, tale ordine architettonico ha inizio solo nel V secolo a.C. e sviluppo particolare nel periodo ellenistico. La differenza più appariscente, rispetto allo ionico, è nel capitello, formato da foglie stilizzate di acànto (secondo la leggenda, narrata da Vitruvio, questo capitello sarebbe ispirato allo scultore Callimàco dalla vista di un cesto avvinto dall’acànto sulla tomba di una giovane fanciulla). Costituito da una specie di campana rovesciata avente in basso due file di foglie, dalle quali emergono otto caulicoli ciascuno sormontato da un calice, dalle quali partono volute che sostengono gli angoli dell’abaco e un motivo a foglie posto assialmente sulle quattro facce uguali del capitello chiaramente ispirato alle forme vegetali . Va sottolineato che nella trabeazione corinzia compare sempre il fregio. Tuttavia questo ordine di notevolissimo valore decorativo fu utilizzato dai greci principalmente negli spazi interni. Per quanto riguarda il proporzionamento delle altezze delle colonne si parla di un rapporto, tra diametro e fusto della colonna, pari ad 1/4 nei templi arcaici e 1/6 nei templi dell’età classica, per l’ordine dorico. Di un rapporto pari ad 1/8 per l’ordine ionico e infine di 1/10 per l’ordine corinzio. Dopo il tempio, il teatro fu l’architettura più studiata dai greci, che nutrivano per esso un grandissimo amore (nel teatro greco gli spettatori partecipavano al dramma rappresentato e al mondo naturale che li circondava). Pensato come un’architettura che vive completamente nello spazio naturale. Essenzialmente è costituito da un nucleo circolare (orchestra o palcoscenico, luogo riservato alla danza, una zona circolare sulla quale si esibivano alternativamente gli attori e il coro) attorno al quale si sviluppa per oltre la sua metà (cosiddetta semicircolare oltrepassata) le gradinate costituenti la cavea (o platea), addossate direttamente ad un pendio naturale senza bisogno di sostruzioni. Un altro elemento, che solo in un secondo tempo compare è la scena. Per quanto riguarda l’evoluzione degli edifici teatrali, sarà sufficiente notare che con il progressivo prevalere dell’azione scenica vera e propria sugli elementi tradizionali del coro, l’edificio della scena acquista importanza rispetto all’orchestra. Dunque la scena si tramuta in edificio autonomo; in seguito si arrichirà del proscenio (palcoscenico sopraelevato e sede dell’azione recitativa). Molto importanti nella città greca erano i luoghi di discussione civile, detti stoà, dai quali prenderanno il loro simbolico nome i filosofi stoici. Molto importante, in questo ambito, la stoà di mezzo dell’agorà (piazza) di Atene, originale perché presenta una facciata a colonne condotta su tutti e quattro i lati della lunghissima pianta rettangolare, in una singolare disposizione periptera. Nuove strade vennero tentate nella tipologia delle sale coperte da riunione, ad esempio il Bouleterion costituito da una sala coperta rettangolare, nella quale era inserita una cavea semicircolare, esemplare il Bouleterion di Mileto costituito da una cavea delimitata da una parete con quattro ingressi simmetrici posta sul fondo della corte stessa.

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TEMPIO DI APOLLO THERMIOS _ DORICO _ THERMON Thermon, luogo particolarmente caldo,con sorgenti calde naturali, dove l’acqua risanatrice è consacrata ad Apollo. Costituito da un filare di colonne che divide in due parti (pteroma)la cella semplice. Si tratta di un tempio molto antico, la scelta del filare centrale è dettata da una necessità strutturale, infatti questo tempio è la prima sperimentazione di tempio interamente in pietra (precedentemente il tetto era costituito in legno). Disposto su un suolo piuttosto roccioso, si estende per circa 35 metri di lunghezza. Costituito interamente in pietra anche il recinto, con pietre più piccole rispetto al tempio sapientemente adagiate. Il basamento è costituito in piastre di pietra, a coronare l’edificio delle grandi piastre caratterizzate dal loro taglio. Le decorazioni sono riportate sulle metope di argilla, raffigurano immagini di bestie o immagini mostruose allontanando, in questo modo, coloro che si accingevano ad oltreppasare il recinto sacro, appunto intimorendo quest’ultimi. Il crepidoma è costituito da un solo gradino, lungo il naos senza vestibolo.

TEMPIO DI ZEUS _ DORICO 470-456 a.C. _ OLIMPIA Il tempio di Zeus ad Olimpia è forse la testimonianza più antica dell’ordine dorico. In questo tempio viene eliminato il filone centrale di colonne in quanto questo in precedenza era la causa di un numero dispari di colonne in facciata, numero dispari che verrà abbandonato dall’architettura greca perché sinonimo di imperfezione (come anche nel tempio di Hera o Heraion del 620 a.C.). Il tempio di Zeus con sei colonne sulla facciata e tredici sui lati lunghi, con cella, portico e opistodomo. Nella cella, tra i due colonnati, fu posta alla fine dei lavori una statua crisoelefantina (oro e avorio) di Zeus, opera di Fidia. I blocchi della costruzione erano in calcare locale, coperto con stucco per nascondere le imperfezioni, mentre le piastrelle del tetto e le sculture erano in marmo. Da notare in quest’opera, le sagomature delle pietre che consentivano una sorta di auto bloccaggio tra le stesse, e consentivano inoltre un più facile deflusso dell’acqua. Le colonne erano costituite da più parti (rocchi), mentre all’interno delle stesse veniva colato del piombo per garantire una maggiore resistenza e stabilità alla colonna. All’interno le colonne sono più piccole, i setti murari terminano con delle semicolonne, in quest’opera vi è una prima articolazione dello spazio. Si nota l’assenza di crepidoma (l’ingresso è costituito da una rampa) mentre un’ultima particolarità riguarda l’altezza maggiore dell’edificio rispetto alle esperienze precedenti. Infine la pendenza delle falde è regolata dall’altezza delle figure del timpano.

TEMPIO DI HERA I _ DORICO 530 a.C. _ PAESTUM È un tempio periptero ennastilo, chiamato anche La Basilica per le proporzioni. La cella ha ben conservato il pronao ed è dipartita da un colonnato centrale, in parte conservato e destinato a sostenere il culmine del tetto. Nella parte posteriore della cella c'è l'adyton, ambiente accessibile solo ai sacerdoti e a volte sede del tesoro del tempio. La basilica ha la particolarità di avere un numero dispari di colonne sulla fronte della peristasi, perciò la visione della divinità attraverso l'interasse non era possibile, rendendo quindi la divinità stessa non in rapporto con il popolo. Questo tempio è il più grande dei tre presenti (tempio di Nettuno, tempio di Cerere e tempio di Hera)a Paestum, grandezza spiegata dal fatto che esso rappresentava la grandezza del popolo.

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Si tratta di tre templi enormi rispetto alle altre esperienze, templi ai quali vengono apportate le cosiddette correzioni ottiche.

TEMPIO DI HERA II - 460 a.C. - PAESTUM – POSEIDONIA_DORICO :

Il tempio periptero di Poseidone, anch’esso dorico, pur avendo un’impostazione spaziale interna che lo avvicina ai tipi canonici, ha molti aspetti arcaici. Mentre la cella è divisa da due file di colonne ciascuna composta da due ordini sovrapposti

ACROPOLI DI ATENE Esempi eccezionali dell’architettura greca sono gli edifici dell’acropoli di Atene, che con i suoi templi rappresenta il cuore della città, di una polis simbolo di libertà e democrazia. L’Acropoli è dominata dal Partenone, tempio dedicato ad Athena Parthenos, la dea protettrice della città. Il perimetro dell’Acropoli che sorge su di un alto dirupo, segue con varie opere murarie rettilinee l’andamento del terreno stesso. All’interno dell’Acropoli si accedeva mediante le porte d’ingresso (note come propilei) dei recinti sacri, formate da tre volumi affiancati. Entrando nell’acropoli attraverso i propilei si aveva una sequenza di vedute molto varia in quanto le architetture erano disposte in modo vario non secondo rapporti geometrici. Il Partenone anche se posto parallelamente ai Propilei viene letto di fianco per avere una comprensione completa del volume. Anche la statua di Athena e l’Eretteo, pur costruiti molti anni dopo i propilei, sono disposti in modo vario.

ACROPOLI di ATENE- Partenone 447 a.C. _ DORICO : Sotto Pericle, nel periodo aureo dell’architettura greca, gli architetti Ictino e Callicrate furono incaricati di fare una dimora permanente e grandiosa per la nuova statua di Athena crisoelefantina, commissionata a Fidia. Il Partenone è interamente costruito in marmo pentelico. Le correzioni ottiche attuate comprendono la curvatura convessa dello stilobate e della trabeazione, l’entasi delle colonne e l’ispessimento dell’angolo e l’inclinazione verso l’interno di tutte le colonne e...


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