Riassunto Libro Caretti V. “Le Dipendenze Patologiche. Clinica e Psicopatologia PDF

Title Riassunto Libro Caretti V. “Le Dipendenze Patologiche. Clinica e Psicopatologia
Author Federica Rippa
Course Psicologia delle dipendenze
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
Pages 52
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Summary

Riassunto dell'intero libro. Esame sostenuto con 30/30....


Description

PSICOLOGIA DELLE NUOVE DIPENDENZE Capitolo 1 o La neurotrasmissione cerebrale: Le cellule nervose comunicano tra di loro attraverso messaggeri chimici, i neurotrasmettitori. Questi attivano delle macromolecole di natura proteica, i recettori. Il neurone, invia un segnale liberando il neurotrasmettitore, il quale si lega al recettore del neurone ricevente. Tale interazione avvia eventi bioumorali e comportamentali. Ciascun neurone rilascia uno o pochi neurotrasmettitore ma, possiede sulla sua superficie recettori per diversi neurotrasmettitori. Vi sono circa 100 neurotrasmettitori che permettono la comunicazione tra i differenti neuroni. Gli effetti comportamentali scaturiti dall’utilizzo di sostanze d’abuso psicotrope, costituiscono i circuiti cerebrali della gratificazione. Il sistema dopaminergico mesolimbico: è importante per il circuito che prevede l’auto somministrazione di sostanze stimolanti psicotrope, cocaina e amfetamine. Viene definito il sistema principale, seguito da sistemi secondari che partecipano agli effetti comportamentali delle differenti sostanze d’abuso. Il sistema per gli oppioidi: circuito di rinforzo positivo e gratificazione, dovuto dalla morfina e i suoi derivati, l’eroina, nicotina, alcol etilico. Il sistema serotoninergico: circuito che induce risposte motorie ed emozionali, motivational learning. Il sistema GABAergico: circuito volto all’istaurarsi della tolleranza e della dipendenza dalle differenti formi di sostanze d’abuso, in particolare benzodiazepine. o Dopamina e motivazione: La dopamina è un neurotrasmettitore e neuromodulatore in diverse regioni del cervello. La principale coinvolta è il nucleo accumbens. Si suddivide in due strutture. La struttura “shell”, nonché esterna, è implicata nell’integrazione di emozioni, che conducono a risposte motorie, vegetative e neurormonali. La struttura “core”, nonché più interna, è implicata nell’integrazione di risposte motorie. Oltre al nucleo accumbens, la dopamina raggiunge l’amigdala e l’ippocampo, fondamentali nella regolazione emozionale, affettiva e dei processi cognitivi. I diversi effetti sono causati dal grado di risposta dei neuroni dopaminergici. Si suddividono in risposte motivazionali: appetitivo e consumatorio. Appetitivo: attrarre l’individuo verso la ricompensa, con lo scopo di ottenerla. Consumatori: utili per mantenere costante il legame dell’individuo con la ricompensa. Nella via mesocorticale, i neuroni dopaminergici sono attivati dallo stimolo appetitivo (la bustina della sostante) e dallo stimolo consumatorio (il sapore di una bevanda alcolica); nelle vie mesolimbiche, sono attivati solo dagli stimoli consumatori. Pertanto gli effetti comportamentali saranno differenti, sulla base della base del coinvolgimento di uno dei due stimoli. Le diverse modalità di trasmissione del segnale dopaminergico, nel nucelo accumbens, in risposta a stimoli naturali definisce l’apprendimento motivazionale. Con apprendimento motivazionale, s’intende il processo attraverso il quale, uno stimolo neutrale se ripetuto e accostato ad una ricompensa, permette di evocare risposte comportamentali motivate. Lo stesso accade con la sostanza d’abuso psicotropa, alla presenza dello stimolo, l’individuo cercherà la sostanza, questo grazie al rilascio di dopamina nel nucleo accumbes. o Dopamina e gratificazione: La dopamina del circuito mesolimbico, viene definita il neurotrasmettitore del piacere. Ciascun individuo presenta un range ottimale, nonché un livello entro il quale la quantità di dopamina produce effetti gratificanti. Tale via viene attivata anche dalle sostanze psicotrope. Le sostanze, sia presenti in natura che di sintesi, inducono una condizione di gratificazione intensa e veloce, dato l’incremento di dopamina nel sistema mesolimbico. Il meccanismo della gratificazione, conduce all’instaurarsi della dipendenza. Ad esempio, si sviluppa rapidamente nei soggetti che abusano di alcool. Questo in quanto si definiscono due 1

picchi di rilascio di dopamina: il primo picco è indotto dallo stimolo del gusto oppure dalla vista dell’etichetta; il secondo picco nel momento di consumo della bevanda stessa. L’eccessivo rilascio di dopamina, attiva una catena di rinforzo, che induce l’individuo a consumare sempre maggiori quantità di bevande alcoliche. La maggior parte delle sostanze d’abuso psicotrope, producono effetti attraverso la stimolazione del sistema mesolimbico. Questo va a giustificare la motivazione per la quale, il tossicodipendente è portato ad autosomministrarsi contemporaneamente diverse sostanze, per aumentare la gratificazione. o Meccanismi neurali coinvolti nella dipendenza: Le possibilità di assumere sostanze e, di diventarne dipendente, hanno alla base fattori genetici e/o ambientali. I fattori genetici quando, il soggetto presenta un numero carente di recettori per la dopamina nel sistema mesolimbico. In tal caso, alla prima introduzione della sostanza, produce effetti disinibenti che, diviene sempre più gratificante all’aumentare della dose. Se, sono presenti disturbi del comportamento, l’assunzione della sostanza attenua i sintomi psicofisici, che indurranno l’individuo a farne sempre di più uso. Individui che, non presentano nessuna disfunzione nel sistema mesolimbico, all’assunzione della sostanza percepiranno sensazioni disforiche, che lo indurranno a non ripetere l’assunzione. Un fenomeno che si manifesta dinanzi l’assunzione di sostanze è la tolleranza. Per tolleranza crociata si vuole intendere, l’attenuarsi degli effetti, tra cui quelli della gratificazione, a causa dell’esposizione alla stessa dose della stessa sostanza. La tolleranza si può annullare, interrompendo per un periodo di tempo l’utilizzo della sostanza oppure aumentando le dosi. La rapidità con la quale si manifesta la tolleranza è caratterizzata da innumerevoli variabili, quali: la modalità di assunzione, caratteristiche fisico-chimiche della sostanza, l’attivazione di quali aree cerebrali. Esistono tre tipi di tolleranza: - Tolleranza metabolica: gioca un ruolo modesto nella tolleranza. - Tolleranza funzionale: fenomeno caratteristico della cellula nervosa, è la conseguenza della riduzione del numero e della sensibilità dei recettori sui quali la molecola agisce. Non ha una velocità stabilita bensì dipende ciascun recettore, può andare incontro a tale riduzione, con sue proprie modalità. Può essere utile quando, attenua gli effetti negativi della sostanza, allo stesso tempo un inconveniente quando attenua gli effetti positivi della sostanza - Tolleranza comportamentale: il fenomeno di attenuazione degli effetti negativi della sostanza d’abuso. Si può osservare principalmente negli etilisti. L’acquisizione di tolleranza comportamentale, dipende dall’associazione tra entità di consumo e le conseguenze negative o positive che si manifestano nell’ambiente dell’individuo. Ad esempio, se l’individuo presenta comportamenti non deteriorati che permettono lui di condurre le attività quotidiane, si svilupperà una tolleranza comportamentale. Al contrario, se gli effetti conducono ad un comportamento anomalo, apprezzato dai sui compagni, la tolleranza comportamentale sarà modesta. Legato alle sostanze d’abuso è la dipendenza. L’OMS definisce la dipendenza come uno stato di disagio che si manifesta nell’individuo, nel momento di sottrazione della sostanza, al quale egli è esposto cronicamente. La dipendenza fisica, si manifesta attraverso la sindrome d’astinenza, quando l’introduzione viene interrotta bruscamente. La sindrome d’astinenza si manifesta soprattutto, con i depressivi del SNC (eroinca, benzodiazepine). L’iperattività neurale, è il tentativo del cervello di normalizzare le sue funzioni alterate. Un’importante manifestazione della dipendenza, è generato dal craving. Il craving è un’attrazione verso la sostanza di cui si fa abuso. Quando è al di sotto di una certa intensità, è una condizione presente in tutti gli individui. Quando invece, la soglia viene superata vi si presentano alterazioni psicofisiche. L’individuo è portato a pensare unicamente alla sostanza. Il craving è una condizione che si manifesta solo nella fase anticipatoria all’assunzione. Il craving è la principale motivazione di ricaduta per il tossicodipendente. Due tipi di craving: - Indotto da farmaci psicotropi, attivano i neuroni dopaminergici mesolimbici. - Indotto da fattori ambientali, quali persone o luoghi associati all’assunzione della sostanza, denaro. 2

I due tipi di craving risvegliano i circuiti neurali, ove sono presenti i ricordi, gli schemi legati all’assunzione della sostanza d’abuso psicotropa. Vi sono duce condizioni che favoriscono l’instaurarsi della dipendenza: il rinforzo e il neuroadattamento. Il rinforzo, uno stimolo incondizionato come la sostanza stessa oppure, uno stimolo condizionato luoghi di consumo della sostanza, conducono ad uno stato di euforia che favoriscono l’ulteriore consumo della sostanza nonché, sviluppo della sostanza. Viene definito: rinforzo condizionato positivio. Allo stesso modo, l’esposizione a stimoli durante la fase d’astinenza, potrebbe condurre l’individuo ad una ricaduta verso la sostanza. Viene definito: rinforzo condizionato negativo. Il neuroadattamente è il processo per il quale, gli effetti iniziali di una sostanza sono sia potenziati, sensibilizzazione, che attenuati, controadattamento, a causa della costante esposizione ad essa., il neurone tende a normalizzare il suo livello di eccitabilità. Operando in sincronia, il rinforzo e il neuroadattamento, definiscono l’intensità della risposta neurale all’assunzione della sostanza e, il definirsi o meno del craving. Il metodo sperimentale maggiormente utilizzato per definire la sostanza: il place conditioning. Vengono creati due ambienti, uno scuro e l’altro illuminato. L’animale viene attratto attraverso la sostanza in uno dei due ambienti. È stato possibile osservare che l’animale tenderà a recarsi nell’ambiente ove ha consumato la sostanza, seppur essa non sia presente. Per far sì vi sia lo stabilirsi della dipendenza, è necessario lo sviluppo di rinforzi positivi. Per far sì la dipendenza si mantenga nel tempo, si necessita lo sviluppo di rinforzi negativi.

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Capitolo 2 La ricerca di sostanze, ha la valenza di render più efficaci le prestazioni sia intellettuali che fisiche, questo rimanda alla costante esigenza dell’essere umano di superare i propri limiti e, far fronte all’angoscia che si manifesta durante la fase evolutiva, dell’interno ciclo della vita. o La dipendenza patologica: Si definisce come una forma morbosa determinato dall’uso di una sostanza, oggetto o di un comportamento; una specifica esperienza che rimanda al bisogno coatto di esser ripetuta, con modalità compulsive. Esistono forme di dipendenza legate ad oggetti o comportamenti che sono presenti nella vita di tutti i giorni. Viene definita dipendenza, il processo che provoca stati soggettivi di piacere e di euforia, che forniscono la motivazione principale per alimentare il comportamento di dipendenza. Secondo Peele, come scritto in The Meaning of Addiction, la dipendenza può essere scaturita da qualsiasi processo che permette di alleviare stati d’animo negativi, attraverso la diminuzione della coscienza o innalzamento della soglia di sensibilità. Tale concetto è possibile riscontrarlo nel significato inglese di addiction. Addiction definisce un soggetto schiavo di una sola e unica soluzione che gli permette di affrontare le difficoltà della vita. Ciò che accumuna le possibili forme di dipendenza, è il craving. Craving implica attrazione verso alcune sostanze, nonostante vi siano degli ostacoli o pericoli. La ricerca ha messo in risalto che lo stabilirsi di una dipendenza prevede un continuum, dal normale al patologico. Presentiamo due estremità, una caratterizzata dal craving, dall’astinenza, dalla tolleranza; successivamente troviamo stati di dipendenza che però non influenzano l’affettività, la volontà; l’altra estremità invece presenta stati motivazionali e sensoriali che non hanno relazione con l’attivazione dell’arousal o con il bisogno di alleviare uno stato negativo (Ad esempio, la necessità e voglia di fumare una sigaretta dopo un pasto). o Dipendenza e dissociazione: Lesieur sostiene che quando si parla di abuso di sostanza, non bisogna limitarlo a mera ricerca del piacere, di fatto, l’individuo è alla ricerca di un’esperienza dissociativa che permette al soggetto di uscire, temporaneamente, dalla sua realtà e di percepirsi in modo più positivo. Così facendo vi è una maggiore autostima, accettazione di sé soprattutto nelle situazioni sociali. Per dissociazione bisogna intendere un meccanismo di difesa, una condizione psichica con la funzione di separazione di un gruppo di informazione o processi mentali dal resto della coscienza. La dissociazione non è esclusivamente negativa, ad esempio viene utilizzata per poter isolare e trasformare una condizione catastrofica, attraverso modalità di soluzione. L’eccessivo utilizzo del meccanismo di difesa, conduce ad una forma di dipendenza a discapito del rapporto con la realtà. Steiner li definisce “rifugi della mente”, quei riti, abitudini ove il soggetto si ritira per far fronte ad uno stato negativo. Il luogo della mente dove l’Io si rifugia, sentendosi in pericolo. I rifugi della mente presentano una caratteristica principale, la condizione di non ripudiare né tanto meno accettare la realtà circostante. Questa ambivalenza non è pericolosa, lo diviene quando l’allontanamento dalla realtà è prolungato, questo potrebbe condurre l’individuo a vivere in un mondo onirico che preferisce alla realtà circostante. Ogden definisce la dissociazione come, comportamenti autistici. Tali comportamenti non devono solo essere associati a malattie gravi, in quanto è una dimensione che riguarda il normale sviluppo. Ad esempio il bambino che succhia il pollice, non è solo una condizione per ricordare il seno della madre, vi è la creazione di una dimensione di autoprotezione. Il ritiro nella dimensione, non ha nulla di patologico. La condizione si complica quando comporta il rischio dell’isolamento e della distorsione del Sé. Nella condizione normale, vi è una comunicazione costante, di arricchimento tra la dimensione personale e la realtà; nella condizione di dipendenza, l’una sovrasta l’altra. Tale distinzione viene meglio sottolineata da Tustin. Egli definisce gli oggetti-sensazioni. Quest’ultimi vengono utilizzati e progressivamente abbandonati attraverso il rapport madre-bambino che da pieno accesso agli oggetti transizionali. La presenza di una relazione madre-bambino patologica non permette tale sviluppo. Ciò accade quando vi è una rottura catastrofica della normale fase simbolica, ove il bambino deve confrontarsi con la realtà del pericolo. Il bambino sperimenta un vuoto che sceglie di tamponare attraverso l’uso patologico degli oggetti autistici. Gli oggetti autistici non evolvono in oggetti transizionali, quindi non 4

permettono di sviluppare la capacità di pensare, sentire giocare e immaginare normalmente. Vi è la creazione del “buco dell’Io”. Goldberg spiega i fenomeni della dipendenza, basandosi sul disconoscimento. È uno stato mentale dove l’individuo nega, ignora completamente un complesso di idee. L’individuo agisce come se non ne sapesse nulla. La differenza con l’inconscio è, che possibile accedere a quest’ultime. Viene definita un’esperienza di scissione, dove possono vivere all’interno della spessa individualità, stati di coscienza differenti. Si parla di scissione verticale quando, la divisione della personalità avviene a livello cosciente. Mentre, viene definita scissione orizzontale quanto i contenuti rimossi non sono accessibili all’Io. Vi sono due fenomeni fondamentali della dipendenza, il diniego e un’attività che reca sollievo. La scissione verticale, è una condizione della psiche fondamentale. In assenza di questa, l’individuo non sarà capace di tollerare condizioni conflittuali, e reagisce nell’unico modo che conosce, il diniego (negazione). Il costante utilizzo del diniego conduce ad una personalità vuota, fragile, incapace di tollerare, si sviluppa una personalità depressiva, come definita da Ehrenberg. La dissociazione è la coesistenza di processi psichici, senza essere collegati tra di loro. L’Io viene marginalizzato, come se l’individuo vivesse una doppia esistenza. Non vi si presenta conflitto, poiché quest’ultimo si manifesterebbe solo se l’individuo fosse a conoscenza, conscia o inconscia, di esistenze opposte. Secondo Freud l’individuo non prova vergogna bensì ansia sociale, di fatto gli sforzi del dipendente nel non essere scoperto sono volti ad evitare la vergogna, per mantenere un’immagine di sé ideale. o Il problema dell’ideale: Vi è una principale distinzione tra Super-io e Ideale dell’Io. Il primo è legato alla realtà, il secondo invece presenta una dimensione illusoria. Il Super-io separa il bambino dalla madre, l’Ideale dell’Io invece, conduce alla fusione. Ulteriore suddivisione tra l’Ideale dell’Io e l’Io Ideale. Nunberg afferma che l’Io Ideale, è un Io non organizzato che si sente ancora legato all’Es. Mentre l’Ideale dell’Io è la sostituzione della perfezione narcisistica primaria, separato dall’Io attraverso una lacerazione. Questa fase è fondamentale. Se l’Io accetterà il lutto originario, proietterà temporaneamente l’Ideale dell’Io davanti a sé. Questo vuol significare che l’Ideale dell’io diviene un progetto, un’idea di sviluppo, la creazione di un tragitto evolutivo vettorizzato. Tale evoluzione conduce alla consapevolezza del tempo, dello spazio, della distanza e dell’esistenza di un altro separato dal sé. L’Ideale dell’Io verrà vissuto come uno stimolo, l’Io non verrà schiacciato da quest’ultimo. Se l’Io non accetterà tale lacerazione, negherà la separazione. La negazione condurrà l’Io a lottare per non essere schiacciato, per non perdere la propria onnipotenza. Non vi sarà lo sviluppo dello spazio e del tempo, come della consapevolezza dell’altro. Vi è la nascita di un Io fragile, incapace di tollerare e tenderà a definire esperienza negative come un fallimento di mancata corrispondenza con l’ideale. Quest’Io fragile, tenderà all’utilizzo di sostanza per poter stabilire l’illusoria corrispondenza con l’ideale. La totale coesione dell’Io con l’ideale conduce ad una sensazione di onnipotenza, che condurrà l’individuo alla ricerca compulsiva della sostanza. Le dipendenze utilizzate sono soprattutto quelle nuove forme di dipendenza, ad esempio internet. La rete distrugge lo spazio temporale, tutto può accadere qua e ora. Non vi è nessuna intenzionalità nel conoscere l’altro, bensì è un’estensione del sé. Un ruolo fondamentale, è causato dalla seduzione materna. Con seduzione materna si vuole indicare una relazione narcisistica che si instaura tra madre-bambino, solitamente nei primi tempi della vita del neonato. Questa relazione tende ad essere sostituita progressivamente, da relazioni più mature. Per far sì che ciò accada bisogna possedere una propria vettorizzazione, grazie ad una madre sufficientemente buona nonché capace di far presente al bambino, al tempo stessa, la sua completa presenza e la sua non completa totalità di presenza. Questo processo è possibile se la madre presenta una propria vettorizzazione. Il bambino acquisirà progressivamente autonomia. Se la madre, non ha la capacità di tornare alla realtà dopo il parto, tenderà ad un’idea di completa fusione con il bambino. Un pensiero per il quale, insieme ci bastiamo e non abbiamo bisogno di nessuno. Così il bambino sarà primo della vettorizzazione. La madre attraverso la seduzione narcisistica, sviluppa nel bambino l’illusione di non dover crescere né tanto meno di acquisire maturità genitale. Questa dimensione di possibilità assoluta, priva di limiti, la possiamo riscontrare in forme di dipendenze patologica da internet. 5

La seduzione materna non conduce allo sviluppo di una rappresentazione interna. Verrà meno la condizione calmante dinanzi condizioni di difficoltà, angoscia. L’individuo sarà maggiormente esposto allo sviluppo di una dipendenza, in quanto alla ricerca di una sostanza che permetta di evitare lo stress, e creare quell’oggetto interno che non è in grado di fornirsi autonomamente. A differenza degli oggetti transizionali, le sostanze necessariamente falliscono essendo un sollievo temporaneo. L’oggetto interno poiché non può essere proiettato,...


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