Riassunto libro rischio di dispersione scolastica e disagio socio educativo esame pellerone PDF

Title Riassunto libro rischio di dispersione scolastica e disagio socio educativo esame pellerone
Course Psicologia Dello Sviluppo E Dell'Educazione
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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lo sviluppo motorio del bambino inoltre nel libro sono presenti vari autori che descrivono le fasi dello sviluppo in stadi. tra questi autori il piu importante e il piu citato è piaget...


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“RISCHIO DI DISPERSIONE SCOLASTICA E DISAGIO SOCIO-EDUCATIVO” PARTE I – DISPERSIONE SCOLASTICA E FATTORI DI RISCHIO IN ADOLESCENZA CAPITOLO 1 LA FENOMENOLOGIA DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA DISAGIO SCOLASTICO> stato emotivo che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti disfunzionali che non permettono al soggetto di vivere adeguatamente le attività di classe e di apprendere con successo, utilizzando il massimo delle proprie capacità cognitive, affettive e relazionali. È un aspetto del malessere giovanile che può manifestarsi con varie modalità: -

Comportamenti di disturbo in classe Irrequietezza Iperattività Difficoltà di apprendimento

Vi sono inoltre molteplici variabili coinvolte: -

L’autostima L’autoefficacia Le componenti cognitive Variabili contestuali e relazionali (la scuola; alunno-insegnante)

La letteratura psico-pedagogica italiana intende il disagio come sintomo dell'incapacità del soggetto di trovare soluzioni soddisfacenti e coerenti alla propria identità, come sintomo non patologico dei problemi psicologici ed affettivi, delle problematiche familiari, relazionali e scolastiche, del malessere esistenziale legato alla costruzione dell'identità. Le cause Sono state individuate quattro importanti aree di valutazione per l'identificazione dei fattori di rischio di abbandono scolastico. -

L'area socio-familiare, che fa riferimento a situazioni familiari, scolastiche e del gruppo dei pari. L'area socio-pedagogica, che racchiude la capacità di raggiungere determinati standard educativi identificati come modelli di riferimento. L'area fisiologica e psicopatologica-individuale, che si riferisce alle variabili biologiche e neurofisiologiche (per esempio iperattività, dislessia e handicap) e comprende anche il disagio, l'assenteismo scolastico, l'uso di droghe e i comportamenti devianti.

Tra le motivazioni dell'abbandono, vi sono poi quelle individuali che possono spingere il soggetto verso l'allontanamento precoce degli studi, e fra queste un peso notevole hanno i disturbi d'ansia. Il problema è abbastanza diffuso nella fascia di età compresa fra i 15 e i 18 anni, in particolare fra coloro che hanno problemi nel socializzare, nel parlare in pubblico, in chi soffre di fobia scolastica e attacchi di panico. Questi ragazzi non sono disinteressati alla cultura, che anzi cercano di

completare poi come autodidatti, ma non riescono a sostenere gli altissimi livelli di stress che l'ambiente scolastico procura loro. Le cause del drop-out (abbandono scolastico precoce) possono essere: -

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Di ordine socio-culturale>quando il basso livello di scolarizzazione comporta scarse aspettative verso l’istruzione e quindi verso il successo scolastico; Di ordine socio-economico>quando la posizione professionale dei genitori, la situazione culturale ed il titolo di studi dei genitori possono influire sulle aspettative dei loro figli e sulle finalità di un percorso scolastico di successo; Di ordine scolastico> quando l'insegnamento risulta poco adeguato all'epoca moderna, in cui vi è un contesto comunicativo e relazionale povero di contatti e stimoli; Motivazioni personali>ossia l'insieme dei vissuti, positivi e negativi, dei giovani che influenzano gli atteggiamenti verso l'istituzione scolastica e i loro comportamenti in ordine all'adattamento richiesto dalla scuola.

Ciò comporta che il fenomeno della dispersione scolastica deve necessariamente tenere conto non solo degli studenti, ma anche degli insegnanti e della famiglia, poiché l'abbandono rappresenta la punta dell'iceberg che cela il disagio sociale e scolastico. Un'altra importante variabile è l'età: la fase adolescenziale rende i ragazzi più sensibili ai fattori di rischio rispetto ad una gestione degli stessi in età matura. L'insuccesso scolastico può essere considerato come manifestazione di perturbazioni più o meno gravi, transitorie o durature dell'adolescenza, in cui il caratterizzante disorientamento viene esteso dal generale al particolare dell'esperienza scolastica con insofferenze, malumori, segnali di malessere che vengono amplificati e focalizzati nel contesto di formazione. Indicatori psicologici del rischio La condizione di disagio si presenta come difficoltà nel rapporto personale fra lo studente e l'istituzione scolastica. Le assenze e i ritardi scolastici, le classi ghetto e affollate possono essere considerate dei fattori predittivi della dispersione scolastica. Tra i predittori dell'abbandono possiamo anche evidenziare: - una mancata istruzione parentale - basse aspettative dei genitori per l'istruzione - alto coinvolgimento del gruppo dei pari con comportamenti antisociali - basso coinvolgimento scolastico - difficoltà a raggiungere il successo (predittore più forte). L’ambiente circostante al soggetto appare fondamentale per un buon livello di crescita e sviluppo; quando un soggetto decide di abbandonare la scuola per una propria scelta, questa sembra essere il frutto dell'incapacità da parte dell'ambiente stesso di sostenere i suoi processi di crescita. Quando gli amici sono troppo simili per poter fornire un confronto opportuno, i genitori non forniscono un valido sostegno ai figli e gli insegnanti non riescono a stabilire relazioni significative

all'interno della scuola, l'esito non sarà una buona autonomia del soggetto, ma una negazione dell'immaturità. La dispersione scolastica in termini di costi Il tema della dispersione scolastica viene approfondito in maniera multidisciplinare da una recente indagine patrocinata dall'Autorità Garante Nazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza. L'indagine cerca di analizzare le cause dell'insuccesso formativo, dell'abbandono scolastico e del passaggio dei giovani al mondo del lavoro. Sono troppi i giovani, tra i 18 e i 24 anni, che abbandonano la scuola senza aver ottenuto delle qualifiche, e la Sicilia è in una situazione più allarmante in quanto si stima che solo un quarto dei giovani arriva alla terza media. La ricerca ha permesso di individuare i fattori che accrescono il rischio di ritardo scolastico per gli studenti di scuola secondaria inferiore e che attengono alle seguenti categorie: le caratteristiche socio-demografiche degli studenti, le dinamiche e i contesti scolastici, i comportamenti e le abitudini extra-scolastiche, i contesti territoriali di riferimento. Da questa indagine potremmo ricavare il profilo di coloro che sono maggiormente a rischio dispersione. Emerge che uno studente con percorso di studi irregolare è maschio, con background socio-economico e culturale svantaggiato e spesso di origini straniere. L'estrazione culturale gioca un ruolo decisivo e crescente nel tempo. Oltre al supporto culturale, anche le disponibilità materiali ed economiche della famiglia hanno un effetto protettivo: un livello di benessere economico basso accresce del 60% la probabilità di essere in ritardo rispetto a quella di chi gode di un benessere economico elevato. Gli studenti di origine straniera mostrano un elevato rischio di ritardo rispetto ai figli degli italiani. Ancora più accentuato è il divario tra italiani e figli di stranieri arrivati in Italia in età scolare: la probabilità di essere in ritardo in prima media è di circa 18 volte superiore a quella di un italiano, e in terza media è 20 volte superiore. Ciò si spiega in virtù dei problemi linguistici e di adattamento al nuovo contesto che ostacolano i giovani stranieri. Il ragazzo che parte già svantaggiato culturalmente e socialmente è un ragazzo che richiede dei metodi di insegnamento alternativi che non gli vengono assicurati, aumentano il divario tra lui e la classe, possono scatenare atteggiamenti di rifiuto nei confronti della scuola e dei coetanei che possono tradursi in atteggiamenti aggressivi o di eccessiva chiusura con segnali di disagio quali autolesionismo, disturbi alimentari, devianza giovanile.

CAPITOLO 3

APPRENDIMENTO E CONCETTO DI SE' È fondamentale riconoscere l'influenza della scuola nel processo di costruzione dell'identità, e il rapporto tra insufficiente prestazione scolastica e possibile alterazione di un’immagine di sé e della scuola. L'esperienza scolastica riveste un ruolo essenziale per la crescita della persona: pone all'adolescente una serie di compiti evolutivi di rilevanza individuale e sociale, è in grado di incidere sul processo di costruzione dell’identità> l'organizzazione del nostro sé è legata alle esperienze di vita e quindi agli stimoli più vari e imprevedibili; l’effetto di questi stimoli sulla strutturazione del sistema di conoscenza è connesso all’attribuzione di significato che il sistema stesso darà alle esperienze di vita. Il sistema di conoscenza dell'uomo viene definito: -

Aperto> in quanto in grado di ricevere informazioni Chiuso> giacchè tali informazioni influenzeranno il sistema solo sulla base di n'attribuzione di significato all'interno.

La prospettiva psico-sociale nella costruzione dell'identità L'individuo sviluppa il concetto di sé nel corso del processo di socializzazione> l'Io si genera nel rapporto con gli altri, attraverso la funzione specchio che fin dai primi giorni di vita si trovano a svolgere le figure significative per il bambino; affinché l’individuo si senta unico e diverso dagli altri, è necessaria la presenza dell’altro. L'identità personale> si struttura sul finire dell'adolescenza; è una condizione dell’Io che ntegra diversi componenti dello sviluppo: identificazioni infantili, vissuti emotivi, capacità emotivi, attitudini e ruoli sociali. Raggiungere una propria identità significa provare un senso di continuità nonostante i profondi mutamenti psicologici e relazionali, e accettare le trasformazioni fisiche derivanti dalla maturazione biologica. La teoria psicosociale dello sviluppo di Erikson sostiene l'esistenza di una continua interazione tra la maturazione psicofisica dell'individuo e la struttura della società in cui vive: in ogni momento dello sviluppo vi è un bilanciamento tra i bisogni del soggetto e quelli della società. Descrive otto fasi del ciclo vitale, durante le quali si stabilisce un reciproco adattamento tra individuo e ambiente. In ogni fase è insita una crisi (concepita come un’occasione di svolta) psicologica che presenta due esiti opposti: - fiducia/sfiducia - infanzia (0-1 anni) > il bambino impara fino a che punto i suoi bisogni vengono soddisfatti; sviluppa un primitivo senso di identità ed inizia ad attribuirsi un senso in relazione alla sfiducia che nutre nei confronti dell’altro. La crisi è superata se il bambino è sicuro e non prova ansia nei momenti di separazione dal caregiver; - autonomia vs dubbio o vergogna – prima fanciullezza (1-3 anni)> il bambino impara a parlare, a conoscere il mondo, acquista il controllo sfinterico e diventa più autonomo; in questa fase eccessive aspettative da parte di persone significative possono generare in lui vergogna o dubbi, che potranno sfociare in un sentimento di inferiorità;

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iniziativa/senso di colpa – età del gioco(3-5 anni)> il bambino intraprende varie attività, durante le quali può trasgredire le regole impostoste dagli adulti. Se questi sono equilibrati nel reprimere le trasgressioni, il bambino mantiene il desiderio di iniziativa, se invece sono eccessivamente rigidi il bambino sperimenterà un forte senso dì colpa; industriosità/inferiorità – età scolare (6-11 anni)> con l'ingresso a scuola il bambino svolge compiti individuali e collettivi. Se il bambino sente di riuscire bene in questi compiti è contento di impegnarsi, ma se sperimenta continui insuccessi sviluppa un sentimento di inadeguatezza e di inferiorità; identità vs identità diffusa o confusione di ruoli – adolescenza (12-20 anni)> l'adolescente, impegnato a sperimentare diversi ruoli sociali, deve integrare le conquiste degli stadi precedenti per formare un'identità coerente. Egli deve prendere decisioni riguardo questioni importanti (sul piano sessuale, lavorativo, ideologico): se prese correttamente, queste decisioni lo porteranno a sviluppare un'identità sana, in caso contrario si troverà con una pseudoidentità e con l'Io frammentario; intimità e solidarietà vs isolamento - giovinezza (20-40 anni)> l'individuo che ha potuto sviluppare una solida identità è in grado di costruire relazioni durature con gli altri nell'ambito del lavoro, dell'amicizia e dell'amore ed è capace di legare la propria identità ad un'altra persona senza avere paura di perdere qualcosa di sé. In caso contrario, per paura di perdere la propria identità, l'individuo tenderà a chiudersi nell'isolamento, rifiutando qualsiasi tipo di relazione intima e coinvolgente; generatività vs stagnazione o auto assorbimento - età adulta (40-65 anni)> se l'individuo è in grado di sviluppare rapporti intimi, sarà anche pronto ad impegnarsi nella formazione di una famiglia e nel pren-dersi cura dei figli; altrimenti svilupperà un senso la stagnazione, un sentimento di impoverimento personale integrità vs disperazione – età senile (oltre i 65 anni)> è il momento in cui il soggetto effettua un bilancio della propria vita, valuta il progetto di vita e le scelte intraprese e dà un senso alla propria vita, cercando di capire se ne è soddisfatto o meno. L'integrità consiste nella comprensione che la vita deve fare il suo naturale decorso e nell'accettazione del proprio destino, inclusa la morte, che non viene percepita come una minaccia. L'integrità è tipica dì individui maturi e saggi, a differenza degli individui disperati. La disperazione è il sentimento tipico di chi, guardandosi indietro, vorrebbe cambiare tutto ma si rende conto che è troppo tardi, ha paura della morte.

Immagine di sé: il lato cosciente dell'Identità La descrizione di sé fornita dall'individuo rappresenta l'aspetto cosciente dell'identità; essa regola i livelli di autostima e autoefficacia. Concetto di sé> l'insieme di elementi cui una persona fa riferimento per descrivere se stessa: Autostima> è una valutazione circa le informazioni contenute nel concetto di sé e deriva dai sentimenti dell'individuo nei confronti di se stesso inteso in senso globale. L'autostima di un individuo è basata sulla combinazione delle informazioni oggettive riguardo a se stesso con la valutazione soggettiva di quelle informazioni.

La formazione dell'autostima può essere analizzata pensando al divario tra sé percepito e sé ideale: Il sé percepito equivale al concetto di sé: una visione soggettiva di abilità, caratteristiche e qualità che l'individuo pensa siano presenti in lui; quello ideale: è l'immagine che un individuo aspirerebbe ad avere. Una persona con un buon livello di autostima si valuta in modo positivo e si sente bene in virtù dei suoi punti di forza, ha fiducia in se stessa, lavora per migliorare le proprie aree di debolezza che accetta senza atteggiamenti ipercritici ed è capace di perdonarsi in caso di fallimento. Aspetti che consentono di sentirsi persone competenti e degne d’amore: -

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l'amore di sé> deriva dall'amore che la famiglia d'origine ha fatto percepire da bambini e dunque dai legami di attaccamento; consente all'individuo di apprezzarsi nonostante limiti e difetti, non dipende interamente dalle prestazioni, ma consente di fronteggiate le difficoltà e di riprendersi dopo un fallimento. In caso di difficoltà non impedisce né la sofferenza né il dubbio, ma protegge dalla disperazione; la visione di sé> è lo sguardo che rivolgiamo a noi stessi, la valutazione di qualità personali e difetti. Una visione positiva di sé consente di sentirsi all'altezza nell'affrontare la vita; una visione limitata o timorosa, espone al disorientamento e all'insicurezza; la fiducia in se stessi> è una componente della stima di sé applicata alle azioni; induce il soggetto a pensare che è capace di agire in maniera adeguata nelle situazioni importanti.

Questi elementi sono interdipendenti poiché l'amore di sé facilita una visione positiva di se stessi e quindi il credere nelle proprie capacità e il sapersi proiettare nel futuro che a sua volta influenza favorevolmente la fiducia in se stessi e quindi l'agire senza eccessivi timori d'eventuali insuccessi o del giudizio altrui. Le dimensioni dell’autostima L’autostima si sviluppa secondo i principi dell’apprendimento> può essere definita come schema comportamentale e cognitivo appreso, riferito a diversi contesti, basato sulla valutazione espressa da un individuo circa le proprie esperienze e comportamenti passati, che influenzano suoi comportamenti attuali e futuri; I contesti che contribuiscono a formare le varie dimensioni dell'autostima sono: - le relazioni interpersonali, - la competenza sul controllo dell'ambiente, - l'emotività, - il successo scolastico, - la vita familiare - il vissuto corporeo. Tali contesti sono parzialmente sovrapposti e collegati: ognuno dà vita ad un aspetto dell'autostima ed insieme generano il senso generale dell'autostima di un individuo. 4 ambiti specifici dell’autostima in fase adolescenziale:

1. sociale o interpersonale> comprende l’insieme dei sentimenti riguardo a se stesso come amico di altri; chi ha una buona autostima interpersonale si valuta come una persona capace di avere relazioni positive; 2. scolastico> riguarda il valore che il ragazzo attribuisce a se stesso come studente; chi ha una buona autostima scolastica si valuta come competente; 3. familiare> riflette i vissuti che il ragazzo prova come membro della sua famiglia; chi ha una buona autostima familiare è soddisfatto della propria famiglia, e ritiene di avere dei genitori bravi e capaci di riconoscere e rispondere ai propri bisogni evolutivi; 4. Corporea> è una combinazione d’aspetto fisico e capacità; consiste nella soddisfazione che il ragazzo prova rispetto al modo in cui appare il suo corpo e alle prestazioni che riesce a raggiungere. +2 5. Controllo dell’ambiente> gestione delle problematiche quotidiane e influenza sugli eventi; 6. Area emotiva> riconoscimento e gestione delle proprie e altrui emozioni. L'autostima scolastica L'acquisizione delle competenze scolastiche continua ad essere la sfida cognitiva e motivazionale più impegnativa che la persona si trova ad affrontare nel proprio processo di crescita. L'andamento dell'esperienza scolastica può incidere profondamente sul processo di costruzione dell'identità dell'adolescente, con conseguenze sulla motivazione ad apprendere. I fattori che contribuiscono alla riuscita scolastica sono stati studiati e sono stati suddivisi in fattori di ordine emotivo (ansia, preoccupazione,stress, rabbia) e fattori di ordine motivazionale(bisogno di risultati, motivazione intrinseca, percezione di sé, percezione del controllo, scopi, assunzione dei rischi, evitamento del fallimento). Maggiore è la percezione della competenza scolastica, più elevato sarà il grado di accettazione personale> In questa interazione tra autostima, percezione dell'intelligenza, prestazioni scolastiche e condizioni di apprendimento, scopo dello studente sarebbe di proteggere e mantenere il senso di stima e dignità personale. In tale contesto, condizioni improprie di apprendimento, come la valutazione pubblica diffusa, la motivazione estrinseca all'apprendimento, l'accettazione degli standard di rendimento e il significato distorto del fallimento, frustrano i bisogni evolutivi: a) Valutazione pubblica diffusa> la valutazione scolastica espone al giudizio sociale, amplificando sensi di colpa ed umiliazione per il fallimento, non promuovendo una visione costruttiva del fallimento; b) Motivazione estrinseca> poiché è un sistema scolastico basato su premi, voti e giudizi c) Accettazione degli standard di rendimento d) Significato distorto del fallimento> talvolta il successo scolastico può essere assicurato da esperienze di fallimento. La tendenza generale a stabilire e mantenere un senso di autostima motiva gli studenti a scegliere sia comportamenti che assicurino una positiva percezione di sé, sia un crescente numero di occasioni di accettazione sociale.

Covington e Beery classificano i comportamenti difensivi degli studenti in due categorie: 1. tentativi fatti per evitare il senso di fallimento quando le probabilità di successo sono scarse> ...


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