Riassunto - L\'osservazione del movimento nel bambino, Agnès Szanto-Feder PDF

Title Riassunto - L\'osservazione del movimento nel bambino, Agnès Szanto-Feder
Author Andrea Rocca
Course Pedagogia speciale per la prima infanzia
Institution Università degli Studi di Bergamo
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L’OSSERVAZIONE DEL MOVIMENTO NEL BAMBINO Agnès Szanto-Feder

INTRODUZIONE - EMMI PIKLER Emmi Pikler (1902-1984), le cui idee e la cui esperienza inspirano l’opera di Feder, ha studiato medicina e si è specializzata in pediatria. La sua carriera è infatti iniziata come pediatra di famiglia, occupazione che ha esercitato per dieci anni. In quanto tale credeva che il suo primo compito fosse la prevenzione; per questo, negli anni trenta del Novecento, si adoperò per aiutare, con i suoi consigli medici e pedagogici, i giovani genitori ad assicurare il benessere, sia fisico che psichico, dei propri bambini nel quotidiano. Richiedeva ai genitori di: 

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Permettere al proprio bambino di muoversi a proprio piacimento, assicurandogli le necessarie condizioni ambientali, cioè non porlo in una posizione e non impegnarlo in un movimento che lui stesso non aveva ancora acquisito. Dare al momento delle cure fisiche routinarie “un'aria di festa”, farne un momento in cui madre e bimbo sono felici di fare e di rifare conoscenza, di apprezzarsi vicendevolmente, di avere degli scambi, di dialogare. Assicurare una vita sana, un tempo trascorso all'aperto, un nutrimento equilibrato.

Emmi Pikler parla di bambini piccoli che sono curiosi e che vogliono agire; bambini armoniosi, agili e prudenti nei loro movimenti, e che quindi possono agire. Propone una pedagogia che includa sia momenti di intimità e di scambi calorosi con il bambino, che momenti in cui “ciascuno si dedica alle proprie occupazioni”. Dal 1946 al 1978 ha diretto il servizio residenziale per bambini da 0 a 3 anni abbandonati o allontanati dalla famiglia d'origine, da lei fondato con il nome “Lòczy”, a Budapest, e che oggi si chiama Istituto Pikler. In queste strutture è interessante ritrovare le tracce di quello che lei stessa ha appreso nel suo lavoro con le famiglie.

I SUOI IDEALI Pikler è stata tra i numerosi medici che negli anni Trenta del Novecento sono passati dalla pratica della cura intesa come terapia al prendersi cura dei bambini tout court, della loro salute non solo fisica, ma esistenziale, quindi delle condizioni di vita che permettono loro di crescere. I principi di base del lavoro e delle realizzazioni di Emmi Pikler possono essere riassunti in alcuni punti: 

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Ogni bambino in condizione di sicurezza affettiva, quindi all'interno di una relazione significativa con un adulto di riferimento, è in grado di interessarsi al mondo esterno e di esprimere quell'interesse attraverso l'osservazione, l'esplorazione, la progettazione, l'azione. L'apprendimento è l'apprendimento di qualcosa, ma allo stesso tempo l'apprendimento del come si apprende, e questo facilita il bambino nel costruire abilità in altri contesti. L'intervento dell'adulto, se non quando ha come scopo intrattenere una relazione significativa e mettere a disposizione un ambiente sicuro e adeguato, è un'interferenza che distrae il bambino dal suo essere operoso nel mondo e ostacola la sua capacità di autoregolazione e, quindi, la costruzione della capacità di scegliere, prendere decisioni, progettare, portare a termine i progetti avviati. Compito dell'adulto è intrattenere una relazione sicura con il bambino in uno scambio che sia inizialmente d'intensa vicinanza, poi via via più distanziato e accogliente verso altri elementi circostanti. Il primo strumento che aiuta l’adulto a riconoscere nel bambino un interlocutore è l’osservazione.

La sua originalità, però, è l’idea per cui il primo ambito di esperienze e di sviluppo in cui il bambino si relaziona con il mondo esterno è quello del movimento. Pikler vede in un neonato che si muove un soggetto impegnato in un’opera allo stesso tempo interna ed esterna. La motricità del bambino, è il luogo d'integrazione di tutti gli aspetti specifici dello sviluppo: fin dalla nascita un bambino ha capacità di attenzione e di azione, e tanto più accresce queste sue

capacità quanto più sperimenta il fatto che i suoi tentativi sono efficaci, sono accolti dall'ambiente e lo modificano. Qualsiasi adulto impara qualcosa di nuovo da ogni bambino, e l'attività di un bambino che si muove di sua iniziativa è la guida sicura per un adulto che voglia imparare. Rispetto alle educatrici Pikler dedica molta attenzione al costruirsi della loro competenza professionale, indica gesti e azioni che concretizzano una professionalità che non si declina esclusivamente nel far fare ai bambini.

CAP 1 - MOTRICITÀ! QUALE MOTRICITÀ? BISOGNA INSEGNARE LA MOTRICITÀ AI BAMBINI PICCOLI? Emmi Pikler pubblica la dimostrazione su base statistica del fatto che i bambini sono assolutamente capaci di arrivare da soli e di propria iniziativa alle forme adulte di motricità. Si tratta di una dimostrazione necessaria per far diventare consapevolezza scientifica quella che fino a quel momento era rimasta una semplice convinzione. Tuttavia, con questa consapevolezza abbiamo eliminato solo la necessità di insegnare o di far fare, ma sorgono molte altre domande, soprattutto da parte dei genitori: quale motricità se la insegniamo, e quale motricità se permettiamo al bambino di fare la sua scoperta in “via naturale”? Se non dobbiamo far fare, allora cosa fare? Il bambino arriva da solo, partendo dalla sua posizione dorsale, a fare il suo percorso motorio. In virtù di questa nuova idea, la proposta di Emmi Pikler è non far fare al bambino movimenti ad hoc, pur assicurandogli le condizioni per poter essere realmente attivo fin dalla nascita. E queste condizioni possono essere semplici elementi della vita quotidiana del bambino, come:     

la scelta di abiti adeguati, un pavimento su cui il bambino possa muoversi a suo agio, uno spazio abbastanza ampio e sicuro, giochi “interessanti”, prenderlo in braccio, tenerlo, metterlo a terra e toccarlo in modo che gli piaccia.

Oltre a questi aspetti pratici della quotidianità, sono importanti anche aspetti qualitativi, come l'armonia, il buon equilibrio e la prudenza nei movimenti. Il gioco di questi bambini è continuo e richiede solo di rado l'intervento dell'adulto. Affinché ciò avvenga è necessario che l'adulto accetti di modificare il meno possibile lo svolgimento naturale dello sviluppo della motricità del bambino piccolo. L'età in cui vengono acquisite le singole capacità motorie varia da un bambino all'altro, non è tanto la precocità ma il ritmo proprio del bambino che assicura una buona qualità dei movimenti.

CARATTERISTICHE DELLO SVILUPPO PSICO-MOTORIO NELLA PRIMA INFANZIA SECONDO EMMI PIKLER: MUOVERSI IN LIBERTÀ Oltre ad aver dimostrato come il bambino impara da solo a muoversi, Pikler propone delle linee guida per permettere al bambino di percorrere effettivamente questo cammino. Libertà motoria significa dare libertà al bambino, a ogni età, di scoprire, di provare, di sperimentare, di esercitare e poi conservare o abbandonare nel corso del tempo tutte le forme di movimento che desidera. Vuol dire “assicurare le condizioni dell’ambiente materiale e delle cure, dare al bambino la possibilità di muoversi come desidera e, così facendo, permettergli di scoprire, da solo, secondo la propria iniziativa e seguendo i propri ritmi, gli stadi successivi dello sviluppo delle posture e dei movimenti, di sperimentarli, esercitarli, perfezionarli, e quindi utilizzarne alcuni come desidera e di abbandonarne altri”.

Le condizioni della libertà motoria Le condizioni della libertà motoria come base dell'attività autonoma sono:

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Sicurezza : proteggere il bambino dai pericoli che non può affrontare da solo con il suo livello di motricità, di percezione, di comprensione, in funzione della sua età mentale; Libertà: le condizioni ambientali devono permettere al bambino di compiere gesti il più liberamente possibile.

Queste condizioni hanno come caratteristica comune di permettere il più possibile la compiuta realizzazione di tutti i movimenti iniziati dal bambino, in una situazione in cui non si senta in pericolo. Questi movimenti gli permetteranno, attraverso le sue sensazioni, di cogliere le informazioni esatte sul movimento che sta compiendo e sulle conseguenze.

Alcune modalità pratiche della libertà motoria Vediamo ora alcune modalità pratiche nel rispetto di queste condizioni: 

È importante che l'adulto non metta il bambino in una posizione o non lo inciti a fare un movimento se il bambino non l'ha ancora scoperto e sperimentato nel corso della sua attività autonoma e di sua iniziativa.



Il bambino non ha alcun bisogno di seggiolini o di altri strumenti per contenerlo, o tenerlo in una determinata posizione, ad esclusione del seggiolino in auto per motivi di sicurezza.



Portando in braccio il bambino bisogna rispettare il suo livello di sviluppo motorio, stando attenti a sostenere bene la testa quando lo teniamo orizzontalmente o obliquamente (non prenderlo sotto le ascelle, ma sostenere prima la testa del bebè); essere attenti a non prenderlo in braccio verticalmente prima che lui stesso sia divenuto in grado di farlo durante i giochi.



Gli indumenti devono essere pensati nel rispetto della libertà delle articolazioni, per permettere al bambino di sentirsi libero nei suoi movimenti.



La qualità della superficie su cui il bambino si muove e agisce è molto importante; ad esempio il materasso del lettino deve essere compatto affinché non s’infossi; anche nel suo spazio di gioco la superficie deve essere dura, perché rende i suoi movimenti e i suoi spostamenti meno faticosi.



Il bambino deve avere spazio a disposizione, e sarebbe meglio se questo spazio fosse sempre un po’ più esteso di quello che utilizza, così da stimolare il suo desiderio di allargarsi di più; è importante che l’allargamento dello spazio sia però progressivo, secondo la capacità del bambino di accettare e comprendere le ragioni dei limiti del suo spazio. In vigore di ciò, è importante che lo spazio sia ben delimitato, dove il bambino si senta sicuro mentre si dedica al suo gioco autonomo, e che gli permetta di agire ed essere contento dei propri risultati.



È buona cosa che nel suo tempo di veglia il bambino sia circondato dai giocattoli che lo interessano, e che siano adatti per qualità e numero alla sua età e alla sua curiosità.

Caratteristiche dei movimenti liberi  



Nelle condizioni precedenti, i movimenti e le posture dei bambini evolvono e si susseguono in modo preciso. Da un bambino all’altro, invece, l’età di comparsa e di acquisizione di certi movimenti e il ritmo dei progressi variano. Quello che costituisce una base di valutazione non sono le tappe di acquisizione, quanto invece la qualità d’esecuzione del movimento, il suo progresso e la qualità del gioco che il bambino mette in atto. Gli elementi prima descritti favoriscono uno sviluppo positivo dei bambini, che appaiono più armoniosi, più a proprio agio nelle attività che svolgono, più prudenti e hanno un miglior equilibrio.



Per mezzo dei movimenti e delle posizioni che appaiono nel corso di questa evoluzione, il bambino può essere attivo in modo continuo senza bisogno di fare riferimento in ogni momento all’adulto. La libertà implica autonomia, che a sua volta esercita la propria influenza sullo sviluppo della personalità del bambino. In autonomia il bambino, prima di sedersi e camminare, attraversa degli stadi intermedi che gli assicurano al bambino la continuità nei suoi cambiamenti di posizione e la scelta libera della posizione in cui stare.

Rispetto alla libertà e all’autonomia del movimento Emmi Pikler ci propone di allargare anche ai bambini la validità dei principi che riguardano gli adulti, anche se con tanta più attenzione quanto più sono piccoli.  

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Il bambino piccolo, se contento e soddisfatto, si muove, e se può lo fa durante tutto il suo tempo di veglia, così come gli adulti; Il bambino che ha potuto provare un gesto nuovo, o un nuovo movimento che lui stesso ha avuto l’idea di fare, lo farà con abilità e destrezza in poco tempo; La prudenza è connaturata ai movimenti del bambino piccolo, in particolare se è stato lui a decidere di farli; Il bambino sarà sempre attento al proprio equilibrio, ovviamente se sarà lui a poter scegliere la sua posizione.

La posizione ventrale del neonato Nelle sue ricerche la Pikler ha scoperto come:  

i bambini che erano stati sdraiati sul dorso fin dalla nascita si sono girati da soli sul ventre quando, nel corso del loro sviluppo, questo si è fatto necessario, quindi quando è stato il momento; al contrario, i neonati per i quali sia stata adottata la posizione ventrale si sono poi rivelati maldestri, con movimenti disordinati e bruschi, cadendo molto spesso, in maniera anche pericolosa.

In conclusione di una sua ricerca la Pikler ha dimostrato che mettere il bambino in posizione ventrale alla nascita equivale a precedere il suo sviluppo, perché lo si mette in una posizione che non ha ancora raggiunto da solo e quindi forzata. Le contrazioni dovute alla mancanza di coordinazione per la grave immaturità del sistema tonico possono provocare disordini nell’organizzazione delle coordinazioni motorie successive, inducendo azioni maldestre, cadute, mancanza di prudenza ecc.. (Pagina 72) Sdraiare il bambino sulla pancia gli provoca una serie di disagi, infatti, come il rischio di soffocamento, l’impossibilità di muovere liberamente gli arti inferiori, il rischio di una schiacciatura laterale della testa e altre conseguenze ad essa correlate, l’iperlordosi lombare, e ancora gli impedisce di dedicarsi all’osservazione delle manine, fondamentale esperienza motoria e sensoriale. Un altro stimolo a posizionare il bambino in posizione dorsale è di natura affettiva: questa posizione permette al bambino di vedere interamente il viso dell’adulto, e viceversa quest’ultimo ha la possibilità di vedere costantemente il viso del piccolo. Quindi posizionare il bambino in posizione dorsale gli permette una migliore possibilità di sviluppo corporeo, emotivo e cognitivo.

Libertà di movimento e lentezza dello sviluppo Per la Pikler una vita attiva attraverso l’attività autonoma è tanto importante anche per i bambini più lenti. In condizioni adattate a questo bambino, l’attività gli procura la gioia di agire al suo livello, la fiducia nelle proprie capacità e possibilità, la stima di sé. Il bambino che ha uno sviluppo lento ha ancor maggior bisogno di libertà motoria, così da potersi organizzare una motricità il più adatta possibile alle sue capacità e ai suoi interessi, così da tenere alta la sua motivazione all’iniziativa. Nel caso di questi bambini il ruolo dell’adulto è altrettanto importante e “il clima educativo deve offrire al bambino sicurezza affettiva, una relazione calorosa con l’adulto, di fiducia e di accettazione delle sue diverse capacità di azione e del suo sentimento di efficacia”. La Pikler crede che in tutto ciò il suo ruolo sia quello di aiutare i genitori o i caregiver a gestire con il bambino questa relazione strutturante.

E L’ADULTO? Nonostante l’adulto debba concedere al bambino autonomia nella sua attività motoria, è importante ricordarci come sia comunque necessario occuparsi, e preoccuparsi, del bambino tutto il tempo, perché questo condiziona la sua voglia di agire, di prendere iniziative, di fare a modo suo, e di fare da solo! Secondo Emmi Pikler è indispensabile che la relazione tra l’adulto e il bambino sia caratterizzata da cure di qualità, momenti di scambio, di dialogo prolungato, pieni di attenzione e di rispetto da parte dell’adulto per il bambino. È questo che permette al bambino di conoscere intimamente l’adulto. Un buon modo per occuparsi del benessere del bambino è poi l’osservazione, perché solo osservando e cogliendo i segnali, volontari e non, del bambino possiamo dargli ciò di cui ha bisogno in quel dato momento.

Capirsi Questi bambini sono molto piccoli, e quindi più difficili da comprendere rispetto a quelli più grandi, che possono già parlare. Tuttavia, i loro movimenti, i loro gesti e soprattutto il contesto delle loro azioni sono carichi di significato per chi cerca di decifrarli. Allora, il mezzo migliore per capirsi, almeno così ci sembra, è quello di combinare le osservazioni dettagliate con quanto abbiamo acquisito sul bambino piccolo. L’adulto che conosce bene il bambino è attento ai suoi segnali e sa coglierli; in particolare quando il bambino vive un malessere o un disagio è importante che l’adulto sappia agire in modo adeguato, perché questa sarà per il bambino una prova che l’adulto si preoccupa per lui, quindi può sviluppare un sentimento di protezione e benessere. Le risposte ripetute dell’adulto, che si interessa al bambino e a quello che esprime, acquisteranno rapidamente un significato per il bambini.

Il piacere di stare insieme Stare con l’adulto significa provare gioia e benessere, e per far sì che questo accada è necessario che anche l’adulto stesso provi piacere e benessere in quello che sta facendo, perché solo così potrà trasmettere al bambino la stessa sensazione. Ad esempio: 



quando lo prendiamo e lo teniamo in braccio è necessario rispettare gli stadi del suo sviluppo motorio, così da evitargli sensazioni poco piacevoli, come la contrazione dei muscoli del corpo se lo solleviamo per la braccia e lasciamo che la testa cada all’indietro, quando gli tiriamo la mano o il piede il tono muscolare del bambino reagisce contraendosi, attivando il riflesso di resistenza, così come quando cerchiamo di prendere di forza un oggetto che ha in mano, possiamo adottare delle semplice accortezze che evitino al bambino questa reazioni di contrazione, e quindi di tensione.

Prendere il bambino sul serio: guardarlo con altri occhi? È molto importante prendere sul serio le attività dei bambini, soprattutto i gesti, le azioni e i giochi, perché nonostante per noi possano non avere un senso per loro lo hanno, loro lo prendono sul serio! Quindi è necessario un cambio di prospettiva e considera il bambino attivo dalla nascita, attivo e interessato prima di tutto a sé, poi al mondo che lo circonda. Inoltre dobbiamo avere la coscienza di un bambino che prende iniziative.

Anche l’ambiente è una nostra responsabilità È necessario organizzare e riorganizzare costantemente il contesto materiale in funzione della sicurezza necessaria all’età del bambino, ai suoi bisogni e alle sue possibilità. In questo spazio l’adulto ha un ruolo primario e permanente per il bambino perché lasciare che il bambino si muova liberamente non significa abbandonarlo, ma continuare comunque ad occuparsi e preoccuparsi di lui. Quando l’adulto si separa dal bambino, mentre quest’ultimo sta bene ed è sveglio, è per permettergli di essere attivo, di vivere le proprie curiosità e sperimentare le proprie capacità. Il bambino troverà così, in se stesso, le risorse per

sviluppare una motricità molto più interessante e utilizzabile più e meglio di tutto quello che noi potremmo proporgli.

INFLUENZA RECIPROCA FRA LO SVILUPPO PSICO-MOTORIO DEL BAMBINO E LA SUA RELAZIONE CON L’ADULTO Il movimento ha due aspetti fondamentali:  

prima di tutto è espressione, ovvero stabilisce il legame del bambino con l’ambiente umano, in secondo luogo è presenza nel mondo fisico, ovvero adattamento e mezzo di conoscenza e di padronanza in un ambiente in cui il bambino vivrà.

È ormai dimostrato come vi sia una forte correlazione tra la componente affettiva con l’adulto e lo sviluppo psicomotorio del bambino. Quando emerge un ritardo psico-motorio in un bambino piccolo, ed è esclusa qualsiasi causa di disabilità, è opportuno considerare, oltre a possibili problemi neurologici, anche la carenza affettiva nell’attaccamento. Si è dimostrato infatti come in alcuni istituti sia stato possibile recuperare un grave ritardo motorio istaurando e rafforzando i rapporti di cura e di accudimento nei confronti di questi bambini.

Come interviene la reciprocità nelle pratiche di ...


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