Riassunto Marina Scialuga: Introduzione allo studio della Filologia Classica PDF

Title Riassunto Marina Scialuga: Introduzione allo studio della Filologia Classica
Author Beatrice Bruno
Course Filologia italiana
Institution Università degli Studi di Torino
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riassunto manuale di filologia classica...


Description

PARTE 1. MATERIALI DEGLI STRUMENTI SCRITTORI Prime suddivisione: - Supporti minerali: metallo come bronzo o piombo, tavole di pietra, marmo, argilla ( terracotta: argilla cotta; mattone: argilla essiccata) - Supporti organici: corteccia, lino, foglie, legno, cera, stoffa, pelle, osso. Suddivisione funzionale per il filologo: - Materiali duri: tendenzialmente usati per occasioni solenni come iscrizioni sacrali, commemorative, funerarie; documenti statali; per riportare fatti importanti. Ad esempio: MARMOR PARIUM, epigrafe che riporta cronologicamente le opere e gli autori antichi; TESTIMONIANZA DI PAUSANIA su Erga Kai Emera di Esiodo su bronzo; DEFIXIONES: lastre di piombo su cui venivano scritte invettive contro i nemici, forate con chiodi e sotterrate - Materiali morbidi: LIBER, pellicola interna della corteccia, foglie di olivo o palma, pelle, lino e soprattutto: PAPIRO, PERGAMENA E successivamente CARTA. Ma anche CERAMICA: come gli Ostraka, cocci di vasi riciclati, che ad Atene venivano usati nella parte convessa per scrivere il nome del cittadino che era pericoloso per la democrazia, e che invece a Roma venivano utilizzati per diversi scopi. L’OSTRAKON FLORENTINUM: il più famoso, che riporta una esercitazione scolastica su un carme di Saffo. L’ostrakon era più economico del papiro e più economico della tavoletta cerata. Vi erano anche supporti in LEGNO come i DELTOI, ovvero tavolette lignee che potevano essere semplicemente levigate e poi incise, oppure spolverate di polvere di gesso, oppure incavate e riempite di cera, per poi essere incise con uno strumento che da un lato aveva una punta metallica, dall’altro una spatola che poteva omogenizzare la superficie cerata per cancellare ciò che c’era scritto e fare in modo che la tavoletta potesse essere riutilizzata. Due tavolette incernierate assieme, facendo combaciare le due parti cerate, venivano detti DITTICI, tre tavolette venivano chiamate TRITTICI, da quattro a dieci, POLITTICI. I polittici venivano contenuti in un apposito contenitore detto CODEX ANSATUS, comune in Grecia e a Roma, in Grecia per documenti ufficiali, a Roma anche per testi letterari. IL PAPIRO In egiziano la parola “papiro” significa “regale”, il papiro è una pianta lacustre a stelo molto alto, che cresce spesso nelle zone acquitrinose come ad esempio sul Nilo. PRIMO PAPIRO BIANCO RITROVATO DATATO 3000 a.C. PRIMO PAPIRO SCRITTO RITROVATO DATATO 2500-2350 a.C. e contiene libri di conti di un tempio funerario della quinta dinastia. Testimonianza sulla manifattura del Papiro: NATURALIS HISTORIA di PLINIO: - la parte inferiore del fusto veniva tagliata della stessa altezza che doveva avere il rotolo - tolto il midollo morbido venivano strippati dei FILURAI, ovvero delle strisce, il più lunghe possibile - venivano distese su un unico strato e leggermente sovrapposte l’una all’altra - la superficie d’appoggio veniva bagnata con acqua di lino - Il secondo strato veniva posto in senso perpendicolare e successivamente torchiati

Secondo HENDRIKS non venivano strappati i Filurai ma veniva sbucciato lo stelo, questa ipotesi viene chiamata IPOTESI DI GRONINGEN dalla città in cui è stata esposta la prima volta. La destinazione di utilizzo del papiro ne determinava le caratteristica: la carta da pacchi era diversa ovviamente da quella per la scrittura. Confezione Libro-Rotolo: - I fogli, detti KOLLEMATA, venivano levigati e lasciati essiccare al sole - successivamente incollati l’uno di fianco all’altro con colla di aceto e farina. costituiscono così una lunga banda arrotolata per la conservazione e il trasporto. Solitamente il papiro veniva arrotolato attorno a un’OMPHELOS, ovvero uno stecchetto che poteva essere fisso o mobile, e veniva sempre dotato di un SULLABOS, ovvero una targhetta con dati anagrafici del papiro. I contenitori dei papiri venivano detti TEUKOS o CAPSA. (da qui pentateuco: Genesi, Esodo, Leutico, Numeri e Deuteronomio) Recto e Verso: I Kollemata venivano incollati tra loro seguendo l’ordine comune delle fibre che doveva essere orizzontale nella parte di scrittura (detta recto) e verticali nella parte esterna (detta verso). Il recto veniva anche definito FACCIA PERFIBRALE e il verso veniva anche definito FACCIA TRASFIBRALE. Solo il primo foglio del papiro veniva posto all’interno con le fibre verticali : veni chiamato PROTOCOLLON e fungeva da protezione. Il papiro veniva scritto sul lato corto del rotolo. ECCEZIONI: Costituzione degli Ateniesi di Aristotele, trovata sul verso di un papiro che sul recto aveva dei rendiconto agricoli. Oppure alcuni papiri potevano venire lavati e riutilizzati come è capitato con i Sikionii di Menandro. Le colonne di scrittura venivano dette SELIS e avevano diversa dimensione in base a cosa si scriveva: poesia erano più largae, prosa più strette. Gli STIKOI erano il numero di righe sia in prosa sia in poesia. Diffusione del Papiro: Si diffuse in Egitto intorno al QUARTO-TERZO MILLENNIO A.C. L’esportazione verso i paesi fenicio arabi lo fece spostare anche nel mediterraneo e in oriente. Nell’età ellenistico romana era considerato unico veicolo di scrittura: BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA 500.000 volumina. In europa fu sostituito dalla pergamena ma non smise di essere utilizzato soprattutto per lettere e documenti. ULTIMO DOCUMENTO ANTICO PAPIRACEO: 1087 a.C. ULTIMA BOLLA PAPALE PAPIRACEA: 1057 a. C. LA PERGAMENA Viene prodotta tramite diverse lavorazioni e in base al diverso pellame che può essere di pecore, capre o vitelli. Il più famoso esempio di ROTOLO PERGAMENACEO sono I ROTOLI DEL MAR MORTO, contenenti TESTI BIBLICI.

ERODOTO testimonia la presenza nella pergamena nella popolazione degli IONI che definiscono DIASFTERAI i rotoli di pelle, utilizzati in mancanza di materiale papiraceo. Pelli e Papiro coesistono fino al TERZO - QUINTO SECOLO, quando poi subentra definitivamente la pergamena formato CODICE. La carta subentrerà alla pergamena nel tredicesimo secolo. La pergamena deve essere stata introdotta, secondo una tradizione probabilmente circondata da fantasia, dal RE DI PERGAMO EUMENE II, da Pergamo deve infatti derivare il termine “pergamena”, utilizzato per la prima volta nell’EDITTO DEL 301 DI DIOCLEZIANO. I Greci la definivano DIAFTERA O DERRIS, i Latini invece MEMBRANA. Manifattura della Pergamena: - scorticatura levigazione e lavaggio della pelle - bagno in calce e raschiatura - il cuoio (spesso confuso con il termine pergamena) secondo il processo della CONCIA veniva immerso in una sostanza vegetale - la pergamena invece veniva bagnata e sfregata con pietra pomice la qualità del materiale dipendeva ovviamente dalla qualità della pelle e della lavorazione. La pelle risultava avere un lato pelo e un lato carne, più bianco e liscio. la pelle aveva tre strati: 1. il primo più esterno, GRANULOSO 2. il secondo detto PAPILLARE, dove si notavano le radici dei peli 3. il terzo, detto DERMA o RETICOLARE, vicino alla carne COLORE, SPESSORE E SUPERFICE SONO DEGLI IMPORTANTI INDIZI CODICOLOGICI per determinare l’epoca o la sede geografica della produzione della pergamena. Veniva detta pergamena il materiale estratto dalle pelli di capre o pecore Velino per agnello o capretto Vello uterino per agnelli o vitelli che erano appena nati o dovevano ancora nascere. IL TESTIMONE PERGAMENACEO FORMATO CODICE PIU’ ANTICO è il DE BELLIS MACEDONIS del I o II sec. d.C. CODEX PURPUREI: pergamene intinte nella porpora e scritte con particolari inchiostri argentei o aurei. Spesso avevano miniature, erano manoscritti di lusso. Il testimone più antico risale agli EVANGELARI DELL’EPOCA DI CARLO MAGNO. CARTA DA STRACCI La carta nacque in Cina nel II sec d.C., successivamente venne conosciuta la sua lavorazione anche a Samarcanda, precisamente nel 751 d.C., a seguito della confessione fatta da alcuni prigionieri cinesi. Successivamente, i mediti di lavorazioni approdarono anche in egitto, precisamente al Cairo e ad Alessandria.. Poi vi su la contaminazione cartacea in Tunisia e in Marocco, fino ad arrivare alla Spagna dove nacquero importanti stamperie.

I TESTIMONI CARTACEI GRECI PIU’ ANTICHI RISALGONO AL IX SEC, QUELLI LATINI AL XIII. Manifattura della Carta: - stracci di lino venivano lasciati a macerare fino a diventare poltiglia, che a sua volta veniva posta in un tino - la poltiglia veniva stesa su uno stampo rettangolare, detto TELAIO - Il telaio era supportato in occidente da delle VERGELLE metalliche, legate insieme da delle catenelle a da una cornice, data CASCIO, che serviva per regolare lo spessore del foglio. - In oriente al posto delle vergelle venivano utilizzate le VERGHETTE, di origine vegetale. La produzione della carta in oriente e occidente si distingue a causa della forma della stampa e a causa della colla, in oriente sempre di origine vegetale, mentre in occidente di origine animale. In Italia furono inventate le FILIGRANE, ovvero disegni, lettere, oggetti nella trasparenza della carta. erano il simbolo della tipografia in cui quei fogli erano stati stampati e corrispondevano a un importante indizio codicologico sulla provenienza e l’età dei libri prodotti. STRUMENTI SCRITTORI Metalli, pietra, osso: incisi o graffiati con cose appuntite Terracotta, mattone, intonaco, legno: incisi o graffiati; calamo e inchiostro. Tavolette cerate: stilo con punta da un lato e spatola dall’altro. Ostraka pergamena e papiro: inchiostro. Notizie sugli strumenti dello scriba ci sono fornite dal SESTO LIBRO DELL’ANTOLOGIA PALATINA. FORMATO DEL MANOSCRITTO DA ROTOLO A CODICE Prima sia papiro sia pergamena erano in formato di Volumen o Tomos, ovvero in formato rotolo. Nel III sec in occidente e nel V in oriente, il formato rotolo viene soppiantato dal codice. Il codice, da CODEX: RACCOLTA DELLE TAVOLETTE DELLE LEGGI ROMANE che deriva da CAUDEX: PEZZO DI LEGNO, CEPPO, deve la sua evoluzione dal principio che contraddistingueva le antiche tavolette incernierate. Infatti il codice rappresenta l’evoluzione delle tavolette di legno cerate. Si dia il caso che la diffusione del codice fosse legata alla nascita delle prime comunità cristiane. Il codice, di papiro o pergamena, era composto da fogli piegati al centro e racchiusi in fascicoli, cuciti insieme lungo la piegatura centrale e protetti da una copertina. LE TAVOLETTE CERATE VENNERO SOSTITUITE DA QUESTI TACCUINI DI PERGAMENA, c he inizialmente avevano lo stesso utilizzo delle tavolette: ovvero per promemoria, appunti veloci. A differenza delle tavolette le pergamene erano più leggere, più maneggevoli e più comode e avevano lo stesso riutilizzo (erano lavabili). ORAZIO, PERSIO, QUINTILIANO: utilizzano la parole “membrana” che sta già a indicare non più le tavolette ma i taccuini di pergamena.

S.PAOLO in una lettera a Timoteo: utilizza la parola membrana sottolineandone quindi la paternità latina. MARZIALE, le cita per sottolinearne la comodità rispetto alle tavolette. IN AMBITO LETTERARIO PERO’ LE TAVOLETTE SUBENTRARONO TARDI: IN GRECIA NEL V SEC D.C. E A ROMA NEL III. SEC D.C. Prima l’unico veicolo di cultura era visto nel papiro. IPOTESI ORIENTALE: Nascita in oriente di un codice papiraceo diverso dalle membrane latine: quindi l’oriente non ha ricevuto la scoperta dall’occidente ma ci era arrivato autonomamente alla produzione di codex. Nuovo libro e i classici Il cambiamento da rotolo a codice ha rappresentato un mutamento nella storia della conservazione della letteratura classica: infatti tutti i manoscritti papiracei vennero copiati su pergamena. Questa fu la prima grande strozzatura attraverso la quale passò la trasmissione dei testi antichi. Questo processo di trasmissione durò circa due secoli e venne portato avanti anche dopo l’istituzione degli SCRIPTORIA nei monasteri. Attraverso questo processo andò probabilmente perduta una importante porzione della letteratura pagana, ma c’è chi è meno drastico perché: 1. non fu un processo sistematico e programmato 2. questo processo durò dei secoli 3. le due tipologie convissero per molto tempo 4. Ciò che non fu trascritto non necessariamente doveva andare perduto 5. Ciò che non fu trascritto magari era già stato eliminato o perduto CAMBIO DI MATERIALE, LE IPOTESI: 1. pergamena più economica del papiro: non si conoscevano i prezzi quindi non si sa. 2. Papiro non si può lavorare in formato codice: sbagliato, esistono degli esemplari papiracei 3. Pergamena consentiva miniature: anche il papiro 4. Papiro prodotto soprattutto in Egitto, a causa del blocco commerciale egiziano la pergamena ha sopperito alla mancanza di papiro: attendibile.

ASPETTO ESTERNO DEL CODICE Inizialmente venivano prodotti a FASCICOLO UNICO: ovvero tutti i bifolia venivano sovrapposti l’un l’altro facendo coincidere tutte le piegature: venivano cuciti tramite fili fatti passare in fori praticati nella piegatura. nel fascicolo unico il MANIFATTORE poteva però compiere degli errori in base al numero di pagine che dovevano essere scritte: poteva eccedere nel numero di pagine, quindi lasciando in fondo pagine bianche; oppure mettere troppe poche pagine, lasciando quindi pagine bianche all’inizio.

Inoltre i bifolca centrali se non tagliati e rifiniti adeguatamente, essendo i più sporgenti, erano facile preda di guasti. Lato pelo deve coincidere con lato pelo e lato carne deve coincidere con lato carne per dare omogeneità all’apertura. Quando il codice entrò in uso comune si standardizzò la composizione a più fascicoli: il più comune era il QUATERNIONE che aveva 4 bifolia, 8 carte, e 16 pagine. Durante l’età medioevale si era presa l’abitudine di creare fascicoli con la piegatura a folio unico: in cui un unico folio grande veniva piegato in quattro parti, che venivano cucite da un lato della piegatura e successivamente tagliato adeguatamente per formare le pagine. I BIFOLIA IN BASE AI MATERIALI DI CUI ERANO FATTI AVEVANO DIVERSE DIMENSIONI: BIFOLIA PAPIRACEI: forte rapporto tra altezza e larghezza, erano di forma rettangolare, NON subirono grandi variazioni nel corso del tempo BIFOLIA MEMBRANACEI: Subirono grandi variazioni nel corso del tempo, e dipendevano dalla dimensione della pelle usata, dalla ampiezza della scrittura e dal modo di piegare e tagliare la pelle. BIFOLIA CARTACEI: si sono standardizzati con l’avvento della stampa.

PALINSESTI Nel Medioevo era diventato consueto riutilizzare le membrane causa problemi economici o semplic mente mancanza dei supporti. venivano quindi rilavate e ricaschiate le pergamene per riutilizzarle. La scrittura precedente veniva definita SCRIPTIO INFERIOR e la scrittura nuova SCRIPTIO SUPERIOR. Per decifrare le scritture inferiori in passato vi sono stati provocati grandi danni alle pergamene: è il caso di Angelo Mai sul De Republica di Cicerone. LUOGHI DI RITROVAMENTO DEI PAPIRI: Nel 1800 circa si svilupparono queste campagne di recupero dei manoscritti antichi e in particolare di papiri: 1. PRIMO RITROVAMENTO: ad Ercolano, grazie al dissotterramento ordinato da Carlo di Borbone, furono ritrovati svariati ispiri di argomento filosofico letterario 2. SECONDO RITROVAMENTO: CHSRTA BORGIANA, chiamata cosi perché fu successivamente donata al Cardinal STEFANO BORGIA, e conteneva un elenco di nomi legati alla costruzione di una diga in ARSINOITE. 3. TERZO RITROVAMENTO: spedizione napoleonica in Egitto. PAPIRI EGIZIANI Tendenzialmente i papiri si potevano ritrovare in praticamente tutto l’egitto, alto, medio, basso che fosse, tranne che nelle zone particolarmente umide o lacustri, causa appunti condizioni climatiche sfavorevoli alla conservazione.

Si potevano trovare soprattutto: nei luoghi in cui erano anticamente conservati come biblioteche, luoghi di culto, edifici pubblici e privati; in luoghi anticamente abitati; e nelle NECROPOLI: è il caso dei PERSIANI DI TIMOTEO, allegati c come corredo funebre in una tomba egizia e ritrovati nel 1902 e delle CARTONNAGE: involucro di papiri pressati intorno ai cadaveri. PAPIRI NON EGIZIANI ERCOLANO: strato di tufo dovuto dall’eruzione vulcanica del 79 d.c., che ha permesso la conservazione dei papiri DERVENI: città della TESSALONICA, in cui è stato ritrovato un TESTO ORFICO, un po’ in poesia e un po’ in prosa DESERTO DI GIUDA - MAR MORTO: in cui è stato ritrovato un TESTO ANTICO TESTAMENTO un po’ papiraceo e un po membranaceo, un po’ in ebraico e un po’ in greco. VI E’ UNA DISTINZIONE TRA I PAPIRI RITROVATI: PAPIRI DOCUMENTARI OVVERO PUBBLICI E PAPIRI LETTERARI OVVERO DOTTI. I papiri letterari si dividono in: - Papiri Nuovi: ovvero papiri che portano alla scoperta di nuove opere mai sentite di un autore già conosciuto, o addirittura alla scoperta di opere di autori mai conosciuti Es: Catalogo delle donne di Esiodo, Archiloco, Saffo e Alceo, Menandro, Euripide, Costituzione degli ateniesi di Aristotele, Aitia di Callimaco. - Papiri Noti: che apportano modifiche e aggiungono informazioni alle opere che ci son ostate tramandate dai manoscritti medioevali. Es: papiri omerici diversi da quelli dei manoscritti medievali che raffiguravano una letteratura omerica pre alessandrina orale ancora per opera dei rapsodi; papiri greci di Ercolano che contengono il PERI FUSEOS di Epicuro. CARATTERISTICHE GRAFICHE DEI PAPIRI vi erano scritture usuali, che erano scritture per tutti i giorni. Scritture cancelleresche, per gli atti ufficiali. Scritture dotte per le opere letterarie. Le scritture letterarie si dividono in: Periodo Ellenistico, IV - I sec a. C.: maiuscola epigrafica, simile alla cancelleresca Periodo Romano, I sec a.C. - IV sec d.C.: vengono inventati gli stili scrittori, si sviluppa la minuscola libraria Periodo Bizantino, IV - III sec d.C. NOMENCLATURA ED EDIZIONI DI PAPIRI Restauro: ricomporre i frammenti del papiro secondo direzione delle fibre, colore del papiro, andamento della scrittura e contenuto del testo se il testo è integro bisogna comprendere ed effettuare lo svolgimento Protezione e conservazione: riporre il papiro tra due vetri e fotografarlo, per gli ostrica invece bisogna ripulirli dalle incrostazioni dovute al tempo e alla arsura della superficie scrittoria.

Lettura: trascrizione e interpretazione del testo: secondo lo stato del materiale, la scrittura dello scriba, lo scioglimento delle abbreviazioni, la scrittoi continua, il tipo di scrittura e la mancanza di punteggiatura. Pubblicazione: presentazione documento: titolo del papiro, dove è custodito, numero di inventario, collezione, dati anagrafici LOBEL, sui papiri di OSSIRINCO, ha effettuato una TRASCRIZIONE DIPLIMATICA, OVVERO UNA TRASCRIZIONE SPECULARE DEL TESTO ORIGINALE, che venne affiancata da una TRASCRIZIONE ESEGETICA, in cui l’editore scioglieva la scrittoi continua e le abbreviazioni secondo le sue teorie. LA TRASCRIZIONE ESEGETICA è quindi ricca di spunti soggettivi, che l’editore sottolinea con segni diacritici universali del SISTEMA DI LEIDEN, per essere compreso da tutti i lettori. Ogni papiro viene pubblicato con un SIGLUM che indica: materiale, collezione, numero del volume: es: P OXY LIX 3965 papiro di ossicino numero 3965, 59esimo volume della collana stessa. NOMENCLARTURA COLLEZIONE: 1. LUOGO DI RITROVAMENTO 2. LUOGO MODERNO DI RITROVAMENTIO 3. LUOGO O ISTITUZIONE CHE LA CONSERVA 4. ISTITUZIONE O PROPRIETARIO DEL PAPIRO 5. EDITORE 6. ARGOMENTO DELLA COLLEZIONE 7. PERSONAGGI DI SPICCO DELLA COLLEZIONE 8. EPOCA A CUI RISALGONO I TESTI LETTERATURA CLASSICA E CODICE Codice membranaceo più antico: DE BELLIS MACEDONIS il formato del codice era ancora agli albori CODICE è più accessibile del papiro: si può consultare dove è custodito oppure tramite microfilm che però limitano molto lo studio TENDENZIALMENTE DI PAPIRACEI CE N’E’ UNO SOLO, INVE CE DI CODICE MEMBRANACEI CE NE SONO SEMPRE PIU’ DI UNO: E’ RARO IL CODEX UNICUS. NOMENCLATURA CODICI: 5 denominazioni 1. BIBLIOTECA CHE LI CONSERVA- CONSERVAVA (Alexandrinus) 2. AGGETTIVO IN LATINO DELLA CITTA’ DELLA BIBLIOTECA (Berolinensis) 3. NOME DI UN ANTICO LORO POSSESSORE (Bembinus) 4. NOME DELLA REGIONE (Etruscus) 5. SECONDO LA FORMA (Decurtatus) 6. LATINUS O GRAECUS in base alla lingua in cui era scritto accompagnata dalla segnatura della biblioteca con il numero di collazione ES: VATICANUS LATINUS 3870

CARATTERISTICHE GRAFICHE: PRIMA : maiuscola letteraria in scriptio continua. TRA VIII E IX SECOLO PASSAGGIO DA MAIUSCOLA A MINUSCOLA EDIZIONI A STAMPA: PRIMA EDIZIONE A STAMPA è detta EDITIO PRINCEPS. i primi latini: LATTANZIO E CICERONE, i primi greci: GRAMMATICHE, di Lascaris e Crisolora. Pri...


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