Riassunto Modernità in polvere Appadurai PDF

Title Riassunto Modernità in polvere Appadurai
Course Antropologia dei media
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

Analisi e breve riassunto del libro di Appadurai, testo a scelta per l'esame di Antropologia dei media della prof.ssa Cecilia Pennacini e basato sull'analisi di Macat....


Description

MODERNITA’ IN POLVERE (2001) Introduzione al testo: - Appadurai nasce nel 1949 a Mumbai, India - Nel 1977 si trasferì negli Stati Uniti dove conseguì un dottorato presso l’Università di Chicago. - Fu il primo a studiare quelli che erano gli effetti culturali della globalizzazione, prima di lui infatti questo fenomeno era stato studiato solo dal punto di vista economico e politico. - Ha studiato in particolare come il bagaglio culturale influenzi la nostra idea di modernità. I tre temi chiave di Modernità in polvere sono: 1) la descrizione delle 5 dimensioni dei flussi culturali: - Etnorami (ethnoscapes): migrazioni e “diaspore” umane (individui che si muovono nel mondo, ossia migranti, turisti, lavoratori); - Mediorami (mediascapes): flusso dei simboli; - Tecnorami (technoscapes): movimento delle tecnologia; - Finanziorami (financescapes): movimento del denaro; - Ideorami (ideoscapes): flussi di idee (ad es. ideologie politiche) Il suffisso “orami”, o “scapes” nell’originale inglese, fa proprio riferimento alla fluidità dei flussi all’interno e all’esterno dei confini nazionali. 2) esplorazione dell’impatto della migrazione e dei media nello sviluppo della soggettività e della immaginazione del mondo. Secondo Appadurai i movimenti di persone e di idee nel mondo producono delle “disgiunture”, in cui identità, idee e prospettive si scontrano in modi inaspettati (fa l’esempio del Giappone e di come vi sia una grande apertura a nuove idee e prodotti stranieri in contrasto con i tentativi del governo di mantenere le porte chiuse ai migranti). 3) lo sviluppo di una nuova metodologia di studio basata sui flussi culturali prodotti dalla globalizzazione. Secondo Appadurai nell’analisi della globalizzazione, la cultura deve avere un ruolo centrale. Egli preferisce utilizzare il termine “culturale”, piuttosto che cultura, in quanto mette in evidenza il contrasto e la comparazione. La cultura non è qualcosa di fisso e oggettivo, sviluppiamo la nostra soggettività e l’immagine che abbiamo del mondo da diversi aspetti (ad es. migrazione e media) nel corso di tutta la nostra vita. INFLUENZE Appadurai è nato in India ma ha passato la maggior parte della sua vita in America, questo ha influenzato profondamente il suo pensiero su come le persone e le idee non

siano connesse a territori fissi. Nell’opera parla della sua gioventù in India e lo sviluppo di una soggettività plasmata dalla cultura postcoloniale del tempo. Le sue principali influenze furono: - BENEDICT ANDERSON: Appadurai critica l’ossessione dell’antropologia per il “campo” (Boas) ed evidenzia l’importanza dello studio delle società in termini “globali”, in quanto per secoli hanno interagito attraverso i commerci e ora attraverso fenomeni di migrazione e influsso mediatico. E’ stato ispirato in particolare da Anderson e la sua teoria di capitalismo a stampa, secondo cui la libera circolazione di libri e giornali ha contribuito a sviluppare quella che lui definisce le “comunità immaginate”, un gruppo di individui che si percepiscono parte di una nazione. - IMMANUEL WALLERSTEIN: nella sua teoria del Sistema Mondo indaga su come il denaro, le risorse e il potere siano distribuiti nel mondo. Secondo lui la relazione tra “centro” (sviluppato) e “periferia” (in via di sviluppo) sarebbe alla base della disuguaglianza fra nazioni. Wallerstein fu ispirato a sua volta da KARL MARX e la teoria secondo cui la causa del cambiamento storico sarebbe da ricercare nei conflitti impliciti ai sistemi economici. Secondo Appadurai invece la disuguaglianza sarebbe il risultato della DISGIUNTURA nei flussi culturali globali e nella immaginazione. - ULF HANNERZ: secondo la sua teoria dell’ecumene globale le interazioni transnazionali e l’interconnessione culturale fanno sì che le culture diventino sempre più subculture all’interno di una entità più ampia, questo comporta a sua volta una progressiva indeterminatezza dei confini. Con la diffusione dello stile di vita e della visione Occidentale nel mondo (imperialismo culturale) gli studiosi hanno teorizzato il processo di omogenizzazione della cultura. In realtà, secondo Appadurai le persone affette dalla globalizzazione non sono dei semplici consumatori e spettatori ma sono caratterizzati da libero arbitrio e azione, nel senso di agency. Questo ha portato in molte parti del mondo a un processo di creolizzazione, ossia di ibridazione tra culture e gruppi etnici. Appadurai fa l’esempio del cricket in India: da sport dell’elitè e dei colonizzatori è diventato un vero e proprio rappresentante dell’identità e della cultura indiana. IL PROBLEMA Modernità in polvere discute di globalizzazione in relazione alla modernità: secondo Appadurai gli studiosi fino ad allora si sono limitati a teorizzare la modernità come una linea di confine tra il passato e il presente, un concetto fisso e universale, dove l’Occidente rappresentava ciò che era moderno ed “evoluto” tecnologicamente e culturalmente. Ciò presupponeva l’idea secondo cui la globalizzazione avrebbe avuto come conseguenza ultima l’omogeneizzazione della cultura. In realtà, Appadurai dimostra il contrario: la soggettività e la propria identità culturale si formano attraverso contrasto e comparazione con altre forme culturali. Il contatto con esse

avviene attraverso i flussi culturali (migrazione e media). Questi flussi di persone e di culture contribuiscono al lavoro della immaginazione, cioè a come le persone immaginano la modernità. Per questo Appadurai teorizza la presenza di molteplici modernità, derivati dell’immaginazione. Il titolo originale dell’opera “at large” fa riferimento infatti alle molteplici modernità di cui le persone fanno esperienza in un mondo globalizzato. CRITICHE: 1) La prima critica all’opera è la mancanza di evidenza empirica. Gli antropologi culturali affermano che Appadurai si sia basato per lo più sulla sua personale osservazione invece di compiere una ricerca empirica ed etnografica. In realtà l’opera si tratta di un progetto a lungo termine che presuppone lo sviluppo di una nuova metodologia di ricerca nello studio della cultura e della globalizzazione. Molti studiosi hanno adottato il modello e la terminologia di Appadurai, teorizzando altri tipi di “scapes” (ad es. socioscapes); 2) Molti hanno criticato inoltre l’ecessiva importanza data da Appadurai all’agency e la sua visione ottimistica della globalizzazione. L’opera ignora ad esempio l’influenza che il governo e la finanza ha sulle scelte degli individue e delle comunità. Appadurai ha risposto a queste critiche nei suoi lavori successivi, mettendo in luce come la globalizzazione abbia senza dubbio aspetti negativi ma questi fanno parte di un insieme di conseguenze inaspettate. Fra di esse individua ad esempio il fenomeno che chiama “postblurring”, ossia la progressiva scomparsa dei confini territoriali e la sempre minore rilevanza dello Stato-nazione in un mondo globalizzato, e ancora la violenza etnica. Tuttavia il fenomeno è troppo complesso per essere spiegato. Appadurai con la sua opera apre semplicemente la strada a un nuovo modo di studiare la globalizzazione....


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