Riassunto notti attiche di aulo gellio - Énéide PDF

Title Riassunto notti attiche di aulo gellio - Énéide
Course Letteratura latina
Institution Università degli Studi di Bergamo
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riassunto notti attiche...


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LE NOTTI ATTICHE di Aulo Gellio LIBRO 1 1) Plutarco riporta il calcolo fatto da Pitagora sulla statura di Ercole, il quale aveva misurato con la pianta del piede lo stadio di Pisa presso il tempio di Giove Olimpico,calcolando 600 piedi,misura con cui verranno poi costruiti gli altri stadi,ma risulteranno sempre più piccoli,questo perché la pianta del piedi di Ercole era più grande/lunga di quella degli altri,da qui si calcolano le altre misure 2) Durante un soggiorno presso la villa fuori città(Cefisia) di Erode Attico,durante la stagione calda a ridosso dell’autunno(idi di Agosto iniziava l’autunno)nella quale si medita,riflette,discute,dialoga delle più svariate cose un giovane,solo in apparenza seguace della filosofia stoica,si pavoneggia e chiacchierava più di quanto dovrebbe fare uno stoico,credendosi il più abile in molti campi e denigrando la lingua e la cultura latina,di aver raggiunto il massimo livello di felicità e serenità e che nulla avrebbe potuto scalfirlo;il padrone di casa gli da una lezione citando Epitteto(secondo libro delle Discussioni di Epitteto) che distingue il vero stoico da chi invece parla solamente della dottrina stoica senza essere ne sobri ne di buona condotta in grado solo di parlare di cose futili con argomentazioni banali. 3) Chilone in punto di morte chiede ai suoi amici se sia giusto commettere una colpa per la salvezza di un amico o fino dove spingersi per un amico: egli giudice con altri due di un amico in un processo capitale decide di condannarlo ma di persuadere gli altri due a salvarlo. Vengono riportati anche i pensieri sulla medesima questione di Teofrasto e da questo anche di Cicerone( Sull’amicizia) il quale conferma che vi sono situazioni in cui bisogna deviare dalla retta via per l’amicizia cioè quando è in gioco la vita e la reputazione, ma che vi sia comunque un limite entro il quale fermarsi. Secondo Pericle gli amici si devono aiutare Per Teofrasto(Sull’amicizia) bisogna analizzare la situazione in particolare, pesando sulla bilancia della giustizia quale sia l’azione migliore da compiere,piccole disonestà vengono perdonate poiché si è aiutato un amico e con questo vengono ripagate,e il vantaggio donato all’aimico è più grande del danno alla propria reputazione,bisogna farlo. Favorino attribuisce il favore alla simpatia,ad un rilasssamento 4) Il retore Antonio Giuliano analizza un’orazione di Marco Tullio, In difesa di Gneo Plancio, in cui tratta della differenza sostanziale che intercorre tra un debito in denaro e uno di gratitudine,sostituendo in essa una parola “debito” con “dovere” e “dovere” con “possedere” per spiegarne il significato. 5) I due oratori Demostene e Ortensio vengono insultati per la loro cura nel corpo,nell’abbigliamento e del modo di gesticolare durante le orazioni. Addirittura ad Ortensio venne dato il soprannome di “Dionisia”(ballerina molto famosa) da Torquato. 6) Metello Numidico in una sua orazione parla dell’importanza di prendere moglie,anche se è una cosa seccante ma non è una cosa fattibile per natura privarsi del matrimonio,fatto che consente la continuità della nazione pur con i suoi disagi. L’orazione viene criticata in quanto Metello non avrebbe dovuto sottolineare che nel matrimonio vi siano disagi se la sua intenzione era davvero quella di convincere il popolo dell’importanza del matrimonio ma cercare di dissuadere gli ascoltatori parlando solo degli aspetti piacevoli e minimizzare i problemi come sciocchezze frivole. Dall’altro lato l’orazione viene difesa da Tito Castricio in quanto Metello ha solo detto ciò che egli stesso pensava su un argomento di carattere civile e privato e che è compito del retore cercare di convincere con astuzie e menzogne. 7) Si tratta della quinta orazione di Cicerone Contro Verre( Verrina). Cicerone scrive: “hanc sibi rem praesidio sperant futurum”(tale qualifica sarà per loro una salvaguardia). Per molti “futurum” è un errore,dovrebbe essere “futuram” , in realtà si spiega come Cicerone non si riferisca a rem ma sceglie una forma infinita senza genere e numero,indipendente. Ad esso seguono altri esempi di forme simili utilizzate da altri autori tra cui Gracco,Quadrigario,Anziate,Plauto,Laberico,tutte espressioni di forma indefinita. Spesso la declinazione veniva mutata anche per un puro fatto stilistico e ritmico 8) Si parla del libro Il corno di Amalatea ,di Sozione tratta della meretrice Laide di Corinto, della quale si racconta chiedeva ingenti somme di denaro non accontentandosi di quanto proposto da uomini facoltosi che la desideravano per il suo corpo e la ua eleganza,ammetteva solo chi pagava la cifra folle richiesta. Demostene colpito dalla sfrontatezza della donna le risponde che lui non compra un pentimento a un prezzo così caro. 9) Viene messa in risalto la scuola pitagorica e gli allievi di questa in paragone ai giovani contemporanei all’autore. Gli allievi di Pitagora erano analizzati fisicamente, per ciascuno veniva prescritto un tempo in cui dovevano solo ascoltare le lezioni, senza poter parlare né scrivere (uditori),periodo minimo di silenzio,2 anni. Successivamente potevano applicarsi alle materie scientifiche in due stadi (studenti di scienze/fisici). In quel tempo invece gli studenti fin da subito chiedevano che gli venisse spiegata una lezione piuttosto che un’altra,inoltre mettevano a disposizione di tutti i propri beni e il denaro posseduto;ora invece chiunque è subito qualunque cosa,imparando solo ciò che vuole e spesso i impone anche come maestro 10) Favorino apostrofa un giovane che parla troppo in modo antico con la scusa che gli piace l’antichità per i suoi buoni costumi, in realtà per non far capire ciò che dice. Egli gli consiglia di parlare come impone la lingua del suo tempo,come fanno anche i più grandi oratori e di comportarsi secondo i costumi antichi. 11) Tucidide racconta(ne parla anche Aristotele in Dei problemi) che i Lacedemoni in battaglia non usassero la tromba o i corni, bensì il flauto e non per cerimonie sacre ma per calmare gli animi così che i soldati si lanciassero in avanti con armonia e non sparsi. Erodoto narra che anche i Cretesi in battaglia usassero siringhe e cetra per regolare la marcia. Tutto questo messo a paragone con la testimonianza di Omero che narra come gli Achei non utilizzassero strumenti ma andassero in battaglia in silenzio. Infine si racconta dell’oratore Gracco che soleva nascondere un suonatore di flauto durante le sue orazioni,non ha ritmo delle sue parole ma melodie varie per frenare e moderare gli slanci troppo impetuosi della sua voce.

12) Si racconta che le vestali(donne dedite al culto della dea Vesta,dea del focolare domestico,vergini) come attesta anche Labeone,venivano “prese”(definito tale poiché il pontefice massimo la prende per mano e portata via come una preda di guerra con una specifica formula che il pontefice deve dire durante la presa) tra bambine di un’età compresa fra i 3 e i 10 anni che non sia orfana, che non abbia difetti fisici, di parola o di udito, che non abbia genitori una volta schiavi, che non abbia una sorella già vestale, che il padre non sia un qualsiasi tipo di sacerdote,figlia di non Italiani. Si racconta la cerimonia con cui questa diventa vestale, tolta la patria potestà ma senza perdita dei diritti e donati i suoi beni alla patria,prima vergine presa fu presa dal re Numa,vi era poi la legge di Papia secondo la quale venivano estratte dal popolo 20 vergini e tra queste una veniva fatta vestale,pratica non più necessaria nel momento in cui è il padre a donare la propria figlia a Veste,ovviamente se risponde ai canoni prima elencati. 13) Ci si chiede se ricevuto un incarico, bisogna fare esattamente ciò che ci è stato incaricato oppure il contrario nel momento in cui si spera che questo possa essere di maggior vantaggio per chi ha dato l’incarico. Bisogna soppesare non solo la situazione ma anche chi ha dato l’incarico,valutare i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le decisioni; si porta l’esempio di Crasso il quale aveva chiesto per assediare la città di Leuce, ad un architetto,Milattesi, di mandargli la trave più lunga. L’architetto saputo il fine della trave decide di inviare quella più corta, secondo lui più idonea. Ma Crasso lo punì per non aver rispettato la sua richiesta,non tanto per la non idoneità della trave. 14) Iginio narra in Vita e fatti degli uomini illustri che gli ambasciatori dei Sannito portarono oro massiccio a Gaio Fabrizio,comandante romano per gli aiuti dati,avendo visto che questi non abitava nel lusso come si converrebbe ad un uomo del suo rango . Egli non accetta il denaro, in quanto non gli serve. Risponde che finché egli riuscirà a resistere e comandare tutte le membra del corpo, nulla gli mancherà. 15) Si afferma del difetto della loquacità futile e vana le cui parole nascono dalla bocca,non dal petto ma la lingua non deve essere vagante ma governata e mossa dal cuore. Si riprendono le parole di Omero che spiega come Ulisse per la sua saggia eloquenza,parlasse dal petto e non dalla bocca e ciò i capiva dalla profondità del pensiero e che i denti sono piazzati lì come sentinelle . Inoltre si citano passi di Marco Tullio, Marco Catone(riferendosi a Celio),Esiodo, Euripide, Favorino,Valerio Probo, Aristofane. 16) Si parla di come Quadrigario nel terzo libro degli Annali usando mille accompagnato da un verbo al singolare anche se la frase avrebbe avuto bisogno di un plurale(stessa cosa fece Lucilio) non ha scritto ciò per concessione dell’antichità, ma ha seguito una precisa regola grammaticale: mille corrisponde a un migliaio seguito da genitivo. Sono presi ad esempio passi di anche altri autori quali Lucilio, Varrone, Catone, Cicerone. 17) Si racconta di come Socrate sopportasse il carattere intrattabile della moglie Santippe(parecchio arcigni e litigiosa) e la risposta di questo a Alcibiade che gli chiese come mai non la sbatteva fuori di casa: il filosofo sopportava la moglie per riuscire a sopportare l’insolenza e l’ingiustizia degli altri. Del medesimo parere è Varrone(sul dovere del marito) il quale afferma che i difetti delle donne o vanno corretti o sopportati; se si correggono, migliora la donna; se si sopportano, migliora l’uomo. 18) Si racconta di come Varrone(Antichità divine) abbia criticato il maestro Lucio Elio,l’uomo più dotto della città,per un errore etimologico (lepus non deriva dal latino levipes ma da un vocabolo del greco arcaico). Ma Gellio spiega come anche lo stesso Varrone abbia fatto un medesimo errore etimologico associando fur (ladro) al latino arcaico (furvus: scuro,perché è durante la notte che i ladri runbano) e non al greco arcaico “phor” (ladro). 19) Negli Annales si narra che una vecchia si presentò alla corte di Tarquinio il Superbo offrendogli 9 libri,da lei detti oracoli divini,per un prezzo eccessivo. Il re rise, la vecchia bruciò 3 libri e chiese lo stesso prezzo per i 6 rimanenti. Il re rise ancora, e la vecchia bruciò altri 3 libri. Tarquinio insospettitosi per la fermezza della donna comprò i 3 libri restanti, questi furono chiamati Libri Sbillini e si ricorre ad esse per consultare le divinità. La donna non fu mai più rivista. 20) Si spiega come i geometri definiscano in greco e in latino i termini piano(ciò che possiede linee su 2 sole dimensioni: larghezza e lunghezza), solido(oltre a lunghezza e larghezza hanno anche l’altezza)(schemi), cubo(su ogni faccia presenta un quadrato e linea(lunghessa priva di larghezza e altezza). 21) Iginio è convinto che un verso delle Georgiche di Virgilio non diceva: “Il sapore storce con una sensazione amara (sapor […] sensu torquebit amaro” in quanto il sapore è già una sensazione; bensì “sensus amaror (un sapore amarore)” ripreso da Lucrezio. 22) In latino per dire assistere (gli avvocati) si usa il verbo “superesse se”,usato sia dalla plebe che dai colti. Si ricerca nei vari autori gli utilizzi del termine,superesse = sovrabbondare,essere di troppo;superfuisse = essere stato eccessivo;superfuit=stare al di sopra,oltrepassare; fino all’uso di “super esse” che significa sopravvivere. E se un avvocato dice tale parola ad un giovane può essere cattivo presagio. 23) La storia di Papirio Pretesto(Catone,Ai soldati contro Galba):costui era un ragazzo che, figlio di un senatore (a quel tempo i figli di senatori dovevano entrare con i padri nella curia vestiti della toga pretesta,non ancora maggiorenni), aveva assistito alla discussione di una questione importante, ma senza soluzione. Vincolato dalla segretezza fino al giorno seguente,in cui si sarebbe deliberato,la madre cominciò a fargli domande su questa. Inizialmente le rispose che era un segreto poi le rispose a causa dell’insistenza della donna ma inventa una bugia:si era discusso se le mogli dovessero avere 2 mariti, o se i mariti dovessero avere 2 mogli. Il giorno seguente tutte le donne fanno richiesta alla curia che i mariti abbiano 1 sola moglie. Il ragazzo spiega la situazione ai senatori, i quali decidono che da quel momento in poi solo Papirio può entrare nella curia, fra tutti i ragazzi. E gli fu dato il soprannome di Pretestato per la sua saggezza nel tacere e nel parlare nell’età della toga pretesta. 24) Gellio riporta gli epigrammi di Nevio, Plauto e Pacuvio, composti da loro stessi e incisi sui loro sepolcri.

25) Marco Varrone(Antichità umane ) ha definito indutiae (tregua) come “una pace di pochi giorni fatta sul campo” o “vacanze dalla guerra” ma senza dare una vera definizione ed etimologia chiara poiché non è pace perché la guerra continua e non si ha solo sul campo o per pochi giorni,i greci la chiamano ekecheira “si trattengono le mani”. Gellio spiega che probabilmente derivi da “ inde uti iam””da ora come prima”. 26) Gellio chiede a Tauro se l’uomo saggio si adirasse. Costui gli narra una vicenda di Pluatrco: quest’ultimo aveva fatto torturare un suo servo, il quale gli rinfacciava che il suo scrivere non si accordava con il suo modo di comportarsi(aveva anche scritto un libro Sul controllo dell’ira). Ma Plutarco gli fa notare come egli non sia irato, l’ira non è la stessa cosa della insensibilità, così come una cosa è l’animo non iracondo, un’altra l’animo insensibile. Secondo Tauro non è necessaria la completa assenza di ira, ma la moderazione. LIBRO 2 1) Si parla di Socrate e come questi fortificasse il suo corpo, egli infatti spesso soleva stare rigido senza muovere minimamente nessuna parte del corpo per un giorno intero,ne parlò anche Favorino. Questo lo portò ad avere una salute integra,immune da infermità tanto da evitargli anche la famosa peste di Atene del 430 a.C. 2) Si spiega come i criteri di omaggio tra un padre anziano e un figlio magistrato cambino a seconda che si tratti di una situazione pubblica o privata. Nella sfera pubblica ha precedenza il magistrato, nella sfera privata torna ad avere precedenza il padre anziano. Racconta l’accaduto di Tauro,al quale andarono a far visita il governatore di Creta e suo padre(sedia). Simile situazione racconta Quadrigario,sul console Quinto Fabio Massimo e suo padre,preconsole(cavallo). 3) Si spiega l’usanza di inserire in alcune parole la lettera H come aspirazione per dare maggiore vigore alla parola stessa,utilizzato anche da Virgilio nell’Eneide. 4) Si ricerca il significato della parola divinatio (un procedimento giudiziario,avente quando i sospettati sono più di uno) spiegando, secondo la testimonianza di Basso( Sull’origine dei nomi),che il giudice deve divinare la sentenza, in una situazione in cui non sussiste l’accusatore. Altri credono che non essendoci appunto l’accusatore, esso sia da supplire con la divinazione. 5) Favorino definisce lo stile di Platone e quello di Lisia: se al primo si tolgono o si mutano parole, togli qualcosa alla sua eleganza; se si fa la medesima cosa con il secondo, togli qualcosa alla chiarezza del pensiero. 6) Gellio difende alcuni termini utilizzati da Virgilio e criticati da alcuni grammatici che composero i suoi commentari(Anneo Cornuto,Bucoliche:analisi del termine utilizzato “vexasse” da “vehere”=trascinare,non essendo padrone di sé,in modo violento,termine usato anche da Catone e Tullio;Georgiche:”inlaudatus”anche a persone perverse capita di dire qualcosa di lodevole o privo sempre di ogni lode; Eneide:”squalentem” da “squalere”= squallore,qualcosa di sudicio) 7) Si discute se bisogna sempre obbedire ad un padre. Le risposte sono molteplici: si ubbidisce sempre;non bisogna mai obbedirgli,poiché se l’ ordine è giusto lo si fa perché è giusto non perché ci è dato dal padre e se è sbagliato non si fa,per lo stesso motivo;a volte bisogna obbedirgli,altre volte no(scelta migliore) sempre con rispetto; in quanto c’è da tenere conto che il comando deriva da un padre ma se questo comanda azioni turpi (uccidere la madre, tradire la patria,..), o ancora azioni né turpi né giuste ma che variano da situazione a situazione,possono diventare lodevoli o riprovevoli(prendere moglie, conseguire una carriera politica,..) in questo caso sempre bisogna obbedire o mai a seconda della situazione. 8) Plutarco muove un accusa a Epicuro(Su Omero): quest’ultimo scrisse un sillogismo sulla morte, manchevole però della premessa. Gellio lo difende, affermando che abbia fatto non per ignoranza, ma perché da un lato la premessa è evidente,è una cosa che sanno tutti, e dall’altro si discosta dalla tradizione scolastica delle scuole di filosofia 9) Ancora Plutarco accusa Epicuro di aver sbagliato termine. Gellio afferma che con troppa minuzia il primo ricerca errori del secondo, il quale non è interessato all’accuratezza dei vocaboli. 10) Servio Sulpicio chiede a Marco Varrone che cosa sia le fauisae Capitolinae; questo risponde che Quinto Catulo chiamava con questo termine le cantine sotterranea della piazza del Campidoglio,luogo in cui si ponevano statue vecchie o oggetti sacri del tempio. E che venissero chiamate in tal modo dall’antico latino flauisae (tesoro),come testimoniò Quinto Valerio Sorano. 11) Si parla dei successi militari di Sicinio Dentato,tribuno della plebe,chiamato l’Achille romano per il suo valore,combatté 120 battaglie. 12) Si discute su una legge di Solone(incie ad Atene su tavolette di legno),riferita da Aritotele,la quale afferma che nel caso in cu un popolo si divida e dia inizio ad una guerra civile, a coloro che non vogliono schierarsi né da una parte né dall’altra siano privati della casa, della patria, di ogni bene, esuli e banditi dal paese. La spiegazione è che costoro che si ritirano dalla guerra civile, vogliono la concordia; si facciano quindi capi di una fazione o dell’altra cercando di attuare la pace, così da non lasciare in mano le fazioni a uomini solo avidi di denaro;lo steo principio,secondo Favorino,vale nelle dispute tra fratelli e amici 13) Si nota come molti oratori, storici e poeti chiamino liberi (figli) al plurale anche un solo figlio o una figlia. 14) Catone in una sua orazione(Contro Tiberio esule) scrive stitisses uadimonium (ti fossi presentato in tribunale), i correttori falsari corressero in stetisses, sbagliando secondo Gellio in quanto si dice sistere uadimonium,l’impegno a comparire si mantiene e non stare uadimonium (la questione è dibattuta dai grammatici antichi). 15) Inizialmente a Roma veniva data la precedenza e venivano celebrati gli anziani,dalla legge di Licurgo,dei Lacedemoni,secondo la quale il più alto grado di onore spettava al più alto grado di età. Con il tempo, questi

benefici furono dati a coloro che sono sposati e hanno prole,per un incitamento alla crescita demografica; si leggono inoltre alcuni passi della legge Giulia(di Augusto,per la restaurazione dei costumi). 16) Cesellio Vindice spiega(Commento di letture) che nel sesto libro dell’ Eneide di Virgilio si legge che Silvio viene designato come “figlio postumo”: costui spiega che per figlio postumo non si intende nato dopo la morte del padre ma ultimo figlio, quindi quando Enea era già in tarda età. Sulpicio Apollinare invece lo riprende spiegando che il figlio viene definito tale perché nato dopo la morte del padre che è longevo perché immortale. 17) Cicerone aveva osservato che le preposizioni CON e IN preposte a nomi o a verbi, si allungavano se seguite da S o F, si abbreviavano negli altri casi. Ma Gellio commenta che lo stesso fenomeno non si verifica con la proposizione PRO(per); e che inoltre CON non si allunga solo se seguita da S o F, ma anche in altri casi. 18) Fedone, discepolo di Socrate,a cui Platone dedica un libro,che porta il suo nom...


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