L\'isola di Arturo - Riassunto PDF

Title L\'isola di Arturo - Riassunto
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Siena
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Riassunto del secondo romanzo di Elsa Morante...


Description

L’isola di Arturo Riassunto Capitolo 1 La voce narrante (di un Arturo maturo e posteriore ai fatti) ci informa che il nome gli deriva sia da una stella, che dal leggendario re di Bretagna. Sua madre morì di parto all’età di 18 anni. Comincia quindi a descrivere l’isola in cui abita, Procida, diversa da Napoli anche per la riservatezza e la diffidenza dei suoi abitanti, gente umile con donne dimesse. L’isola è nota fondamentalmente a causa del carcere. Descrive anche la sua casa, un palazzo a due piani che in origine era un convento di frati. Quando i frati lo abbandonarono trasferendosi altrove, fu acquistato da un ricco spedizioniere amalfitano di nome Romeo (detto l’Amalfitano) che odiava le donne, e che difatti non si sposò mai. Le donne non erano le benvenute ai suoi eventi mondani, tanto che il palazzo venne soprannominato “la Casa dei guaglioni” (“guaglione” in dialetto napoletano significa “ragazzo”). Il nonno paterno di Arturo, Antonio Gerace (che era emigrato per un periodo in Germania e poi in America) ebbe una relazione con una maestra tedesca. Ne nacque un figlio, Wilhelm, che Antonio non riconobbe mai se non alla vecchiaia, richiamandolo a Procida. Sull’isola il nuovo arrivato si guadagnò l’odio di tutti per i suoi modi altezzosi e scostanti, e cominciò a frequentare l’Amalfitano. I due furono legati da una profonda amicizia, tanto che alla morte di Romeo il palazzo passò in eredità a Wilhelm. Poco tempo dopo, anche Antonio Gerace morì, così Wilhelm e sua moglie incinta si trasferirono nel palazzo. Siccome per superstizione nessuna domestica di sesso femminile voleva servire la famiglia Gerace nel palazzo, durante l’infanzia di Arturo la famiglia ebbe come garzone un ragazzo di nome Silvestro. Le lunghe assenze del padre fecero di Silvestro balia e tutore di Arturo, che una volta più grande provvedette ad istruirsi da solo, leggendo. Infatti, dopo il vagabondare, il suo passatempo preferito era la lettura. I genitori della defunta madre passarono solo una volta a far visita al palazzo, non per vedere Arturo, ma piuttosto per riprendersi il corredo della figlia. Dopo quella volta, non diedero più notizie di loro. Così come il padre, anche Arturo si dimostra poco loquace con gli abitanti di Procida, tanto da rimanere spesso in solitudine, data l’abitudine del padre di partire di frequente, e l’assenza di Silvestro (nel secondo capitolo si scopre che è partito per fare il soldato). I pochi momenti passati con il padre, taciturno ed ombroso, sono preziosissimi per Arturo, che lo adora come un eroe dei suoi libri. Tra i due vi sono delle differenze fisiche profonde: Wilhelm è di carnagione chiara, biondo e dagli occhi azzurri; Arturo è di carnagione leggermente più scura, moro e dagli occhi scuri. Vi sono differenze anche nel linguaggio: per Arturo l’italiano insegnatogli da Silvestro, per Wilhelm un italiano storpiato dal tedesco e il tedesco stesso). La cosa più odiata da Arturo è la morte, ma allo stesso tempo ama il fascino del rischio. Un giorno, dopo aver perso e ritrovato un orologio da polso con la scritta “AMICUS” sul quadrante, il padre gli fa una confidenza: è il regalo di una persona molto speciale, che Arturo soprannomina Pugnale Algerino. In tutta la sua fanciullezza Arturo non conosce altro essere femminile che la sua cagna, Immacolatella. Dopo alcune considerazioni sulle donne in generale, su sua madre e sulle partenze del padre, segue una seconda confidenza di Wilhelm: l’unico amico che possiede è a Procida, e non ce ne sono altri. Questo per una promessa fatta a Romeo l’Amalfitano, appena dopo la sua morte. Allo stesso modo, fuori dall’isola il suo solo amico è Pugnale Algerino. Quando Arturo compie 14 anni, Immacolatella si trova un fidanzato. Nella stagione degli amori rimane incinta, ma dato che era già vecchia muore di parto, e con lei anche i suoi cuccioli. Arturo promette dunque che non avrebbe avuto altro cane all’infuori di lei. 1

Per la prima volta Wilhelm prima di partire informa Arturo sulla sua destinazione e sulla data del suo ritorno. Il padre si era infatti fidanzato con una napoletana, e andava a Napoli per sposarsi. Subito dopo sarebbe ritornato a Procida assieme alla sua sposa. Capitolo 2 La sposa del padre è poco più grande di età rispetto ad Arturo. Ella ha un viso bianco, occhi mori e capelli neri. La voce narrante ci informa che appena arrivata sull’isola la sposa è più alta rispetto ad Arturo, ma al momento della partenza del ragazzo la sua altezza è maggiore rispetto a quella della sposa. Quando la sposa arriva a casa Gerace rimane stupita della grandezza della casa e della cucina. Segue una breve discussione sul modo in cui Arturo debba chiamare la sposa. Ella è favorevole a farsi chiamare “ma’”, mentre Arturo si rifiuta. Pertanto il padre gli comunica che può chiamarla col suo vero nome: Nunziata, o Nunziatella. Nunziatella non vuole dormire da sola, e viene fatta sistemare nella camera di Wilhelm (ma non nello stesso letto). Dato che Wilhelm ha desiderio di stare da solo per un po’, Nunziatella e Arturo (che per forza di cose si trovano assieme) si mettono a parlare. Nunziatella si dimostra molto credente, al contrario della sua nuova famiglia. Ella inoltre sembra credere alle piccole bugie che per noia Wilhelm gli propina, e ha paura solo di una cosa (escluso il suo nuovo marito): stare da sola. Anche nella sua famiglia vi sono stati dei lutti: suo padre e il suo unico fratellino maschio sono morti in un incidente. Pertanto, sono rimaste lei, sua sorella e sua madre, poiché gli altri fratelli e sorelle che aveva sono morti dopo pochi anni di vita. Dopo un piccolo malinteso fra i due, Arturo afferma con molta naturalezza di conoscere Nunziatella. Il discorso passa su Silvestro che scopriamo essere ancora in contatto con Arturo attraverso delle cartoline. Dopo una breve carriera nell’esercito, si è trasferito a Napoli per fare il guardiano di una ditta di costruzioni. Nunziatella esprime il suo rimpianto per non essersi conosciuti prima: la sua famiglia avrebbe sicuramente provveduto ad accudire Arturo e a farlo sentire meno solo. Arturo prende confidenza e comincia a rivelare a Nunziatella i suoi progetti per il futuro, reali e fantastici che siano. Segue una cena (anche con Wilhelm) molto tranquilla e spensierata. Alla fine della cena Wilhelm avvicina a sé Nunziatella, e apprendiamo che ella voleva farsi suora per non sposare lui poiché lo riteneva brutto. Solo per obbedienza alla madre ella si decise a sposarsi. Wilhelm invita quindi la sua sposa ad andare a dormire (e trascorrere quindi insieme la prima notte di nozze). Arturo prova per la prima volta un sentimento incomprensibile, quasi come l’aver ricevuto un’offesa disumana Capitolo 3 I modi di Arturo verso Nunziatella si fanno duri e scostanti. Egli cerca di evitare il più possibile i novelli sposi. Per la prima volta egli avverte il sentimento della solitudine. Nunziatella non è una gran massaia, e l’unica riforma all’ordine domestico imposta dalla sposa è il fuoco acceso a tutte le ore del giorno e un pasto caldo a cena. Dopo due settimane, Wilhelm sente la necessità di lasciare l’isola di Procida, secondo le sue vecchie abitudini. Segue un litigio tra lui e la sposa, dal quale viene fuori che Wilhelm l’ha sposata nella certezza che lei non lo amasse, poiché questa situazione era l’ideale per lui. Seguono una serie di considerazioni pesantemente misogine pronunciate da Wilhelm, anche contro le madri. Queste considerazioni non sono condivise da Arturo, anche se quando interrogato a rispondere dà ragione al padre, approfittando del momento per dare addosso a Nunziatella. Wilhelm espone anche una sua personale concezione dell’amore: l’amore vero è disinteressato, non ha nessuno scopo e nessuna ragione e non si sottomette a nessun potere. 2

Arturo avverte per la prima volta il desiderio di un gesto d’affetto da parte del padre. Questo desiderio non svanisce nemmeno il giorno dopo, alla partenza del padre, la quale stavolta turba particolarmente Arturo. La sposa è dunque costretta a dormire da sola, ma non riesce ad addormentarsi. Perciò bussa alla porta della stanza di Arturo, chiedendogli di poter dormire accanto a lui, solo per quella notte. Dopo una serie di sogni inquieti, Arturo decide di cacciare Nunziatella dalla propria stanza. Ella decide quindi di stabilirsi nella camera accanto (ovvero nella ex camera di Silvestro). L’assenza del padre dura meno di una settimana. Egli porta dei regali a sua moglie, ma non ad Arturo. Wilhelm comincia a partire e a tornare ad intervalli frequenti per i primi mesi del suo matrimonio. Presto egli si accorge dell’antipatia che Arturo prova nei confronti della matrigna, e un giorno capita di discuterne. Egli ha già capito che Arturo è geloso di Nunziatella perché prima poteva tenerlo tutto per sé, mentre con la presenza di lei Arturo si sente messo da parte. La voce narrante ci informa che l’Arturo di allora non era in grado di analizzare i sentimenti provati in quel momento, anche se forse già da allora il suo cuore aveva pretese impossibili, e provava gelosie opposte ed intrecciate. L’antipatia di Arturo per la matrigna aumentò. Nunziatella aveva l’abitudine di aspettare Arturo per cena, ma un giorno egli le comunicò che non gli faceva piacere cenare in sua compagnia. La solitudine a cui Arturo l’aveva inevitabilmente condannata sembrava farla sfiorire ogni giorno di più. Eppure anche se Arturo si sforzava nel trattarla male, ella non lo temeva come temeva il padre Capitolo 4 Wilhelm comincia a diminuire le sue visite a Procida. Inoltre Nunziatella rimane incinta, e Wilhelm riprende l’abitudine di girovagare per l’isola assieme ad Arturo. Nunziatella comincia a ricevere visite da alcune donne del paese e a preparare il corredo per suo figlio: Carmine Arturo. Una sera Arturo viene a sapere che non solo Nunziatella ha visto con i suoi occhi Pugnale Algerino, ma ne conosce persino il nome: Marco. Nunziatella esprime le sue preoccupazioni ad Arturo, che vorrebbe visitare al più presto l’estero. In tutta risposta egli, sentendosi in difetto per essere ancora giovane, le intima di farsi gli affari suoi. Una notte Nunziatella comincia ad avere le doglie del parto. Svegliato dalle sue grida, Arturo va a cercare la levatrice del paese, Fortunata, una donna vecchia e brutta (che al tempo aiutò anche la madre di Arturo a metterlo al mondo). Durante il tragitto l’unico pensiero nella mente di Arturo è, stranamente, lo stato di salute di Nunziatella: il suo odio per lei d’un tratto è svanito. Quando Arturo e la levatrice giungono alla Casa dei guaglioni il bambino è già nato. Pochi giorni dopo la nascita del bambino la madre di Nunziatella viene a fare visita a sua figlia. Informata delle sue condizioni da una donna procidana di passaggio a Napoli, ella insiste affinché la figlia lasci il marito e ritorni a casa. Nunziatella rifiuta, aiutata anche da un complice Arturo. Nei giorni di permanenza della madre Violante Arturo apprende la storia della conversione di Wilhelm dal protestantesimo al cattolicesimo. Al tempo Nunziatella non accettava il fatto di sposarsi in municipio e non in chiesa. Per farla contenta Wilhelm si converte al cattolicesimo, sottoponendosi anche alla confessione. Nei giorni successivi Arturo prova a ritornare sull’argomento, sostenendo che Wilhelm si era convertito più per scommessa che per un vero atto di fede. A tali affermazioni Nunziatella replica dicendo che la cosa più importante sono i Sacramenti, e che ciò che avrebbe veramente offeso Dio sarebbe stato il padre sposato senza sacramento nuziale.

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Capitolo 5 Wilhelm torna a Procida, ma non si cura di nessuno, nemmeno di suo figlio appena nato. Sembra preso da pensieri poco felici, e Arturo lo intravede persino piangere. Nel cuore di Arturo si fa strada una nuova gelosia, stavolta per il suo fratellastro Carmine. Quest’ultimo infatti è particolarmente bello, biondo e dalla pelle chiara, e quindi molto più somigliante al padre rispetto ad Arturo. Dopo la nascita del bambino Nunziatella sembra aver ritrovato la serenità e la bellezza, e non si sente più sola. Arturo vede negli atteggiamenti di Nunziatella verso Carmine tutte quelle attenzioni che una madre naturalmente rivolge ad un bambino e che a lui sono mancate: i complimenti ed i baci soprattutto. Arturo è persino tentato dalla voglia di uccidere il bambino, ma alla fine desiste. Ormai Nunziatella non rivolge più le attenzioni di un tempo ad Arturo, e quelle attenzioni che egli prima schifava, adesso le desidera ardentemente. Arturo pertanto pensa e trova uno stratagemma per attirare l’attenzione di Nunziatella: inscenare un finto suicidio. Sapendo che il padre, soffrendo d’insonnia, dispone di alcune pillole, decide di assumerne una dose che (secondo lui) non è fatale. Scrive poi un biglietto nel quale dichiara il suo intento e di stracciarlo una volta letto. Arturo prende le pillole e sviene. Egli riprende conoscenza diverse ore dopo. Al suo risveglio vede Nunziatella e vorrebbe baciarla, ma le forze gli vengono meno. Più tardi apprende che la dose che lui non riteneva fatale lo era davvero, e solo in virtù della sua ottima costituzione egli è riuscito a sopravvivere. Seguono dei giorni in cui egli è oggetto delle amorevoli cure di Nunziatella, che arriva perfino a zittire Carmine pur di far riposare in pace Arturo (agli occhi di Arturo questo costituisce un grande successo). Quando Arturo si sente leggermente meglio, si rassicura chiedendo a Nunziatella che nessuno abbia saputo delle sue vere intenzioni e che tutti abbiano pensato sia stato un incidente, e che lei non ne faccia parola con il padre. Ma Nunziatella vuole sapere il motivo di tale gesto, e Arturo si inventa la scusa di aver voluto provare a vedere con i suoi occhi cosa c’è dopo la morte (superando quelle che lui chiama le “colonne d’Ercole”), e di non aver trovato nulla. Nunziatella gli chiede se, visto che non ha trovato nulla, ha ancora intenzione di ritentare quel gesto. Arturo (piacevolmente sorpreso dal fatto che Nunziatella rinneghi persino il Paradiso per la sua salvaguardia) dice di no. Arturo infatti non vuole più sfruttare la morte (che ha sempre avuto in odio) a suo vantaggio. Arturo si sente meglio, e una mattina all’alba si alza da solo. Nunziatella, cercandolo, si reca fuori e chiama il suo nome a gran voce. Arturo la sorprende alle spalle, e lei gli fa notare che la sua altezza è aumentata. Arturo, all’improvviso, la stringe a sé e la bacia. Egli avverte che nonostante la mente di lei dica di no, il corpo dice di sì. Ella però si sottrae al bacio e alla stretta, lanciando un grido. Poi arretra da Arturo come da un nemico. Capitolo 6 Da quel momento in poi, Nunziatella prova paura nei confronti ti Arturo, ma una paura diversa rispetto a quella che prova per Wilhelm. Arturo invece, da parte sua, prova un sentimento che non riesce a racchiudere in una parola, e che lui chiama “paura”. Inoltre cominciano a non parlarsi più, come in passato. Intanto col passare delle settimane il corpo di Arturo comincia a cambiare: le sue gambe si fanno più lunghe, le sue mani più grandi e la sua voce diversa. Comincia insomma ad entrare in quella che lui chiama “età ingrata”, ovvero l’adolescenza. Egli inoltre si paragona a Narciso, ma per ragioni opposte: egli considera il suo riflesso brutto. In questi cambiamenti egli si sente sempre più solo e, anche se sa perfettamente che non potrebbe, vorrebbe confidarsi con il padre. Perciò comincia ad aspettarlo ogni giorno al molo, finché un giorno arriva per davvero. Al contrario delle altre volte 4

però, il padre non lo invita a seguirlo e non sembra contento di trovarlo al suo arrivo. Gli intima anzi di avviarsi verso casa senza di lui. È la prima volta che succede una cosa del genere. Arturo si allontana, ma non obbedisce completamente al padre e si trattiene nei dintorni, osservandolo. Egli sembra nervoso, come se stesse aspettando qualcuno (Arturo afferma, in modo ironico, un ergastolano). Ed effettivamente dal piroscafo scortato da delle guardie ne esce proprio un ergastolano, bruno, robusto e quasi della stessa statura del padre, abbastanza giovane ma dai modi quasi adolescenziali. Se di solito Arturo provava simpatia e compassione per gli ergastolani (per motivi che si potrebbero definire brevemente come “romantici”), in questo caso è esattamente il contrario. Arturo ha un’intuizione: l’ergastolano e suo padre si conoscono. Inoltre il padre sembra cercare lo sguardo dell’ergastolano, ma questi glielo nega. Segue il racconto degli avvenimenti che resero storica quell’estate per Arturo. Il padre si trattenne nel soggiorno sull’isola più lungo di sempre. Durante questo periodo una conoscente di Nunziatella prende a far spesso visita alla Casa dei guaglioni: Assunta, una giovane vedova. Un giorno trovandosi Arturo a passare davanti casa di Assunta, ella richiama la sua attenzione e dichiara il suo palese interesse per Arturo. Egli non sa bene come prendere le dichiarazioni della ragazza, e dicendo la prima cosa che gli viene in mente si complimenta per i suoi coralli. La ragazza, con fare seducente, lo conduce a casa sua dove consumano un rapporto. Questa nuova esperienza porta Arturo ad una nuova consapevolezza: quello che Arturo vuole da Nunziatella è l’amore. Arturo e Assunta continuano ad incontrarsi ogni giorno per fare l’amore anche se lui non la bacia, perché altrimenti sentirebbe di tradire Nunziatella. La loro relazione, per volere di lei, deve rimanere segreta. Quando Assunta è nella Casa dei guaglioni, Arturo flirta con lei a distanza stando attento a farsi guardare da Nunziatella, forse per farla ingelosire. Un pomeriggio Arturo dà un bacio ad Assunta, facendosi vedere da Nunziatella. Il giorno dopo, con un pretesto, Nunziatella prorompe in una lite contro Assunta, dandole della “segnata da Dio” (perché storpia) e intimandole di non farsi più vedere. Successivamente Nunziatella, pentendosi di quello che ha fatto, scoppia in lacrime. Arturo propone quindi di scappare assieme da Procida (anche con Carmine). Al che Nunziatella, cambiando completamente tono ed espressione, dice ad Arturo che gli fa solo schifo. Arturo non ha la maturità di capire che quella era molto probabilmente una bugia, e pensa seriamente che sia la verità. Questo atteggiamento “da statua” da parte di Nunziatella perdurerà nel tempo. Arturo continua ad incontrarsi con Assunta, ma adesso non è più attratto fisicamente da lei come prima. Capitolo 7 Wilhelm non si gode la bella stagione come di solito ha sempre fatto, e rifiuta gli svariati inviti di Arturo di trascorrere il tempo in spiaggia o al mare. Preferisce invece stare chiuso in casa. Egli, tradendosi, rivela il motivo del suo malessere: qualcuno a lui caro è rinchiuso nel Penitenziario e dunque egli vuole imitare il patimento del suo amico. Ogni giorno, verso il tardo pomeriggio, Wilhelm esce rifiutando ogni compagnia per dirigersi (presumibilmente) al Penitenziario. Attraverso gli accenni occasionali del padre, Arturo è riuscito a capire che il padre e il condannato del molo già si conoscevano. Inoltre il crimine del carcerato doveva essere (secondo le convinzioni 5

di Arturo, poi rivelatesi erronee) grave, dato che a Procida non venivano ospitati delinquenti di poco conto. Secondo la legge, i prigionieri potevano ricevere visite raramente, per pochi minuti e sempre in presenza di guardie. Ma secondo Arturo, vi era la possibilità che il padre, attraverso tattiche subdole e corruzione, riuscisse ad incontrare l’Ergastolano (così lo soprannomina Arturo) ogni giorno. Arturo ha la sensazione che quella sarà l’ultima estate che trascorrerà a Procida. Un giorno Arturo, attardandosi sulla barca e dunque non facendo in tempo ad andare a trovare Assunta, si avventura per la strada che porta al Penitenziario. Giunto in cima alla rocca scorge il padre, e decide di seguirlo. Il padre sembra non seguire un preciso ordine nei suoi spostamenti attraverso il Borgo (tanto da far pensare ad Arturo che sia ubriaco). Presa Via del Borgo però, Arturo perde le tracce del padre. Arturo decide di avventurarsi attraverso uno spiraglio di Via del Borgo (detta “il Canalone”) e raggiungere un manipolo di casupole abbandonate. Tra i muri e le macerie, scorge le scarpe del padre. Subito, decide di appostarsi e rimanere in ascolto. Dopo diverso tempo sente il padre cantare una quartina di una triste e nota canzone d’amore ...


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