Riassunto Serialità- Veronica Innocenti PDF

Title Riassunto Serialità- Veronica Innocenti
Author Myriam Ambrosone
Course Storia della radio e della televisione
Institution Università di Bologna
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1) LA SERIALITA’: CENNI STORICI La serialità può appartenere a diversi medium. La serialità nasce con l’affermarsi dei processi di industrializzazione, dove si impara a scomporre il modo di raccontare un contenuto. Alla base ci sono ragioni economiche: la frammentazione in parti diverse nel contenuto, ma uguali nel formato, mantiene vivo l’interesse e la curiosità dello spettatore, accrescendo l’attaccamento e l’affezione al prodotto, moltiplicando di gran lunga il consumo del supporto (medium) che la contiene. Il pubblico manifesta grande propensione nei prodotti seriali, si dimostra incline a voler ritrovare elementi comune nelle storie di cui fruisce. Infatti, la serie risponde al bisogno (del pubblico) di udire sempre le stesse storie, mascherate come nuove. A partire dalla metà dell’Ottocento, si assiste all’affermarsi di opere narrative pubblicate a puntate sulla stampa. L’antenato delle forme seriale è quindi il romanzo a puntate, di cui ne è padre Honoré de Balzac, il quale decide di anticipare alcuni capitoli dei romanzi che sta scrivendo per stimolare curiosità nei lettori. Primo fattore di affermazione della serialità nella narrativa è dovuto dall’introduzione di sistemi di stampa a basso costo e dalla grande rapidità di circolazione del prodotto. Ciò che caratterizzava il romanzo a puntata era un’articolazione narrativa progressiva, non già definita, e sempre più complessa, ciò si adatterà alle dinamiche produttive dei prodotti seriali audiovisivi. Momento di maggior successo della narrativa a puntate è rappresentato dal feuilleton: forma narrativa nata all’inizio dell’800 che veniva data come supplemento all’acquisto di un quotidiano. Il secondo fattore che ne garantisce il successo della serialità è la fruizione collettiva che ne scaturisce, fonte di condivisione dei contenuti fruiti. Alla letteratura si affianca poi il fumetto, la cui nascita viene fatta risalire al 1895. Nell’ambito cinematografico il serial compare sin dagli anni ’10: si trattava di film dalla struttura episodica in cui una story-line veniva portata avanti interrompendosi di episodio in episodio sul momento di massima tensione, lasciando il finale sospeso  cliffhanger. Il serial in ambito cinematografico si afferma contemporaneamente in Francia e negli Usa, qui particolare rilievo comincia ad avere lo spettatore, il quale comincia ad essere un soggetto dotato di memoria. I prodotti seriali cinematografici producono due effetti: 1) si sviluppa il fenomeno del divismo legato inizialmente ad un personaggio, poi in un secondo momento al volto di un attore, riconosciuto in relazione al personaggio che interpreta. 2) Il modello seriale sviluppa al massimo grado le dinamiche produttive e di diffusione grazie al fatto che tale modello possiede modalità di produzione di tipo industriale, budget ridotti e tempi di lavorazione stretti, per prodotti remunerativi e longevi. Il modello seriale diventa, perciò dominante, grazie anche al fatto che le sue caratteristiche possono essere utilizzate e adattate a medium diversi. Forte influenza ha avuto sull’organizzazione e sulla diffusione del prodotto seriale, il medium radiofonico, con il quale si è avuta la nascita del broadcasting, e con il quale emerge la necessita di fornire una grande mole di contenuti a costi accessibili, necessità a cui la serializzazione dei contenuti riesce a far fronte, fidelizzando gli utenti, permettendo di scomporre storie, inserendo all’interno di tale scomposizioni inserti pubblicitari. A questo punto si consolidano due tendenze: 1) tendenza alla contaminazione tra generi differenti 2) tendenza alla narrazione seriale sia nella forma

della saga che nella forma della serie. Per saga si intende tendenzialmente un racconto infinito che procede in sequenza e la struttura della soap opera televisiva. Per serie invece si fa riferimento sia a prodotti televisivi che a quelli cinematografici. GLOSSARIO: Fidelizzazione: processo che crea un grado di fedeltà nell’utente nei confronti del prodotto di cui fruisce, facendo in modo che egli si sintonizzi nuovamente sul medesimo programma quando andrà in onda la puntata successiva. 1.1 I MODELLI NARRATIVI DELLA SERIALITA’ TELEVISIVA. All’interno della macro-categoria della serialità possiamo distinguere il serial dalla serie. Serial: racconto articolato in un numero variabile di parti distinte, puntate, interdipendenti e intervallate nel tempo. Una puntata non è autoconclusiva ma dipende strettamente dalla precedente e fa dipendere da essa la successiva. Il serial si articola in due forme: 1) continuous serial a sua volta scisso in due categorie 1.A soap opera caratterizzata da una narrativa che non prevede una soluzione finale (Usa e Europa) e 1.B telenovela dalla narrativa chiusa, dalla lunga durata e proiettata verso la risoluzione del racconto (America Latina). Quello che assicura la fedeltà è il ritorno al già noto, componente che si evince dal protrarsi nel tempo di situazioni già note. 2) miniserial un prodotto composto da poche puntate e posto in un arco di tempo limitato. Forma di serialità debole, dotato di una struttura narrativa chiusa. Qui manca la fidelizzazione a lungo termine allora per assicurare fedeltà dei telespettatori si spinge su contenuti facilmente riconoscibili. Serie: si caratterizza per la sua scomposizione in episodi che sono autoconclusivi e marcati dalla presenza di un titolo. La serie non si identifica in universi narrativi specifici, ma può utilizzarli tutti. Forme più comuni sono: 1) serie antologica: serie con episodi di durata variabile che ha personaggi e luoghi variabili, come se ogni volta si trattasse di un nuovo film. Scompare presto, richiede sforzo creativo e produttivo. 2) sit-com: articolata sulla base di episodi corti con toni leggeri da commedia. I personaggi sono sempre i medesimi ripresi in uno o più ambienti fissi. Le situazioni riguardano la sfera dei rapporti interpersonali e sono complicate da motivi di contrasto. Ha un andamento circolare, il punto di arrivo tende a ricongiungersi con il punto di partenza. Schema fisso: stato iniziale, elemento di disturbo, ristabilimento della calma iniziale. In tale schema fisso però i personaggi si evolvono. 3) serie di stampo più tradizionale: schema fisso e carattere fisso. Una situazione si ripropone a ogni episodio e la narrazione prosegue grazie al mutamento dei personaggi secondari, che fanno sembrare la storia diversa dalla precedente. Ciò che accomuna le diverse forme di serialità è il fattore della RIPETIZIONE / RICORSIVITA’, SITUAZIONI ANALOGHE E CAST CHE SI RIPETE. In questa struttura rigida si ritrovano però: 1) FLASHBACK: sia con intenti ironici, sia con intenti di possibili aperture a nuove linee narrative senza però alterare la fisionomia dei personaggi. 2) WHAT IF: espediente di derivazione fumettistica, si inscrive in un più vasto insieme di puntate allargando gli orizzonti della serie, intorno al quale è possibile creare innumerevoli variazioni sul medesimo canovaccio.

Le formule narrative non sono schemi rigidi, essi si fondono e sovrappongono. 1.2 GENERI E FORMAT. La serialità è un genere televisivo che si caratterizza per la sua frammentazione in episodi e puntate a prescindere che riguardi fiction, talk show e varietà  che sono invece format. Il format è: uno schema di programma che viene commercializzato su mercati internazionali, corredato da info riguardanti la possibile collocazione nel palinsesto. Possono essere prodotti originali soggetti a copyright esportabili e vendibili. Il formato di un programma: riguarda durata e/o numero di episodi. Il genere: si riferisce a caratteristiche comunicative di un programma, come questo produce significati condivisi socialmente. Nasce per classificare testi in categorizzazioni di facile uso e applicazione nei confronti degli spettatori. I generi sono funzioni attive per tutti colore che le usano nelle situazioni concrete. La fiction di stampo seriale è un macro-genere del racconto audiovisivo che può essere suddiviso in base al genere narrativo. Per definire un genere in televisione si ha bisogno di elementi quali: ambientazione, iconografia, narrazione e stile. Il genere viene inteso diversamente, assumendo specifiche caratteristiche e sfumature e dando vita a utilizza diversi in base a chi lo utilizza  1) spettatori: lo utilizzano come informante, li guida nei confronti del testo che vogliono consumare. Aiuta ad inquadrare le aspettative dell’audience. Per essi il genere determina i testi come classificati, scelti e interpretati; 2) studiosi: è un modo per restringere la vasta gamma di quantità di materiale da studiare; 3) produttori: per essi serve a definire un progetto in relazione ad altri testi aventi determinate caratteristiche e pubblici. Tra i macrogeneri troviamo: drama, opera, comedy e possibili sotto-articolazioni. Grazie a tali categorie è possibile scindere anche il pubblico, si evincono infatti predilezioni di un genere diversi per fasce di pubblico diverse. Grande importanza ha il target dei giovani ai quale sin dagli anni ’50 sono indirizzati molti programmi televisivi e prodotti seriali, con contenuti riguardanti contesti vicini ai ragazzi. Negli anni ’90 c’è un grande impulso del teen drama. CARATTERISTICA COMUNE DI GENERE E FORMAT: ibridismo. Il genere è meno determinante rispetto al format, il primo ha confini morbidi, con constanti trasformazioni, tale malleabilità è una caratteristica principale dei prodotti televisivi, il secondo rigidi. 1.3 LA SERIALIZZAZIONE DELLA SERIE. SERIE: episodi autoconclusivi SERIAL: narrazione continua e interrotta. Dove il serial sospende la narrazione, la serie lo chiude, così che il nuovo episodio non sia la ripresa del precedente ma l’inizio di una nuova storia  sempre maggiore ibridazione, ci permette di parlare di serie serializzata nel senso che in molte serie sono presenti caratteristiche dei serial, rendendo gli episodi interdipendenti tra loro, incompiuti, frammenti di una trama costantemente interrotta. Tale ibridazione è dovuta soprattutto dalle risposte dei pubblici sui network, i quali fanno in modo che i format e i generi si mutino a partire dalle premesse principali. Serie a serializzarsi: tendere verso la soap opera, soprattutto per le serie

contemporanee americane. C’è sempre una storia centrale che si conclude nell’episodio  anthology plot, ma c’è anche una cornice che si prolunga per più episodi  running plot. Viene così aggiunto un elemento di apertura non presente nella serie tradizionale. Due espedienti per garantire un racconto altro rispetto al principale che permette una sospensione della narrazione primaria per lasciare spazio ad alternative narrative sono: gli episodi doppi: fa sì che la linea narrativa sviluppatasi all’interno di un singolo episodio non sia autoconclusiva, il materiale relativo all’anthology plot viene trasformato in running plot. Di solito le serie cominciano con la propria struttura, per poi abbracciare anche quella del serial, in quanto tale necessità emerge nel momento in cui bisogna conciliare il ritorno l già noto con la novità. Questo da un lato rende necessaria la fidelizzazione dello spettatore, per la concatenazione degli eventi, dall’altro però, essendo la sua durata lunga, permette un inserimento dello spettatore anche in corso d’opera. 2) gli episodi caratterizzati da una struttura anomala: qui la logica narrativa perde la concatenazione causale a favore di quella per contatto. Vengono inserite nuove situazioni che si somigliano però tra loro. La narrazione diventa così intricata da non procedere più nel senso tradizionale. Certe logiche narrative paradossali offrono degli appigli per la comprensione. I prodotti seriali così costituiti permettono di soddisfare diversi tipi di fruizione. LE SERIE TELEVISIVE SI SERIALIZZANO COSTRUENDO PRODOTTI A INCASTRO, IN CUI I SINGOLI EPISODI CONSERVANO UN CERTO GRADO DI AUTONOMIA, MA LASCIANDO SPAZIO AD UNA CORNICE CHE SI PROLUNGA PER PIU’ EPISODI. 1.4 CROSSOVER E SPIN-OFF. Spin off: prodotto che nasce intorno al successo di un personaggio secondario di uno show televisivo, al quale viene affidato il ruolo di protagonista in un nuovo programma. Può anche essere un prodotto di intertestualità che passa attraverso l’uso della star, protagonista di uno show, che re-interpreta un personaggio già noto, adattato però alla nuova situazione narrativa. Infatti, elemento principale delle serie televisive, è la presenza della guest star. Particolarmente diffuso negli Usa tra gli anni ’50 e ’60  prodotto primo e prodotto derivato. Spin off televisivo: ha cambiato forma, non si tratta più di un prodotto incentrato su un personaggio secondario, quanto piuttosto di un prodotto costruito intorno alla situazione narrativa dominante della serie. Ciò che rende vincente tale idea è soprattutto la dimensione culturale per cui gli spettatori condividono un medesimo passato narrativo. Crossover: amplia lo spazio dell’intera serie, inserendola in un mondo allargato che include personaggi appartenenti ad un diverso universo narrativo. Non si lavora su un personaggio secondario, ma su tutta una serie, appunto allargandola. Il crossover fa da traino tra il prodotto già affermato e quello emergente. 1.5 Dialogismo Intertestuale. Molti film contemporanei prendono a prestito l’universo narrativo di una serie attualizzandolo e a volte sottoponendolo a parodizzazione, esasperandone alcuni elementi.

Queste operazioni generano un’enciclopedia intertestuale in cui abbiamo testi che citano altri testi precedenti di cui la conoscenza è fondamentale per l’apprezzamento del nuovo testo. Questo tipo di prodotto, i film ispirati a serie televisive, fa leva sul piacere del ritrovare il già noto, soprattutto se tali testi fungono da prequel, lo spettatore ha la prerogativa di sapere tutto di quello che invece avverrà dopo. Spesso non c’è una continuità nell’attribuzione dei ruoli. Al contrario, quando è il film ad ispirare una serie televisiva, la conoscenza del primo pare non essere necessaria, chiaro che una parte dei spettatori avrà di certo visto il film e potrà con la serie rinnovare il piacere avuto dalla visione del film. In questo senso: l’intermedialità è qui intesa come l’interazione e l’integrazione dei media, che produce una maggiore diffusione e circolazione dei prodotti culturali. I media non sono quindi indipendenti e contrapposti, ma strettamente interrelati, essi danno luogo a occasioni di scambio e di integrazione, non di conflittualità, si ha luogo così: ad una convergenza tra mezzi di comunicazione di massa, all’interno di tale cornice si ha una vasta gamma di prodotti e una comunità partecipatoria di spettatori. GLOSSARIO: made-for-tv movies: prodotti simili ai film ma pensati e realizzati solo per diffusione televisiva, presentano un linguaggio standardizzato e sono di immediata comprensione, ricoprono circa il 20% del prime time, sono risorse inedite del palinsesto; prime-time: è una delle fasce in cui è divisa la programmazione televisiva, è quella serale (21-23.30), momento in cui le tv generaliste propongono programmazione familiare; fiction in Italia: è la serialità nel nostro paese, rinominata fiction, prima si parlava di sceneggiato o teleromanzo, ovvero di adattamenti letterari. Si è parlato spesso per il modello Italiano di una serialità debole, basata non sulla lunga durata quanto sulla familiarità del pubblico con le storie narrate. Di recente la FICTION si basa su una serialità lunga, che corrisponde alla SOAP OPERA e della SERIE SERIALIZZATA e prodotti con continuità multi-stagionale. 2) UNA NUOVA GOLDEN AGE Golden Age: dalla nascita della tv fino agli anni ’70 New Golden Age: dagli anni ’80 fino ad oggi, coincide con l’affermazione di alcune serie tv di grande successo, con l’originalità di programmi narrativi e con le peculiarità di promozione sulle piattaforme mediatiche. Si comincia a parlare di quality television, per indicare la qualità dei prodotti di questa nuova stagione, che hanno come caratteristiche un buon cast, auto-riflessività e tendenza al realismo. Con l’aumento della popolarità di questi show televisivi, l’industria ha dovuto garantire la possibilità di poter rivedere questi materiali, perciò si sono moltiplicate vendite di DVD di serie tv, i network hanno reso disponibili gli STREAMING via web allungando la vita di tali prodotti. IN ITALIA la scelta di inserire questo tipo di prodotto nel palinsesto rispondeva alla necessità di coprire ore di programmazione, che erano progressivamente aumentate dagli anni’ 80. I prodotti seriali sono ottimi per questo lavoro in quanto si tratta di prodotti di magazzino, materiali con utilità potenzialmente ripetuta, conservabili nelle librery. Successivamente si è notato che questo tipo di programmi era capace di attirare l’attenzione del pubblico in maniera

eccezionale, grazie alla tendenza al realismo e eventuali discussioni che ne conseguivano dopo tra i fruitori, che allungavano la vita del prodotto, popolarizzandolo e diffondendolo all’estremo. Parliamo di convergenza culturale per riferisci a quel processo secondo cui uno show televisivo valica i confini del suo medium fino ad entrare a far parte di altri medium, fumetti, romanzi, siti Internet e videogiochi. In questo modo lo spazio di fruizione si allarga, coinvolgendo molti altri momenti della giornata del fruitore, non solo quello in cui recepisce il prodotto audiovisivo. Così gli spettatori continuano a far parte dell’universo narrativo al di fuori dei limiti spazio-temporali imposti dalla fruizione televisiva. 2.1 ALL’INTERNO DEL TESTO SERIALE: TEMI E FORME LINGUISTICHE Negli ultimi 40 anni circa le serie televisive hanno subito delle trasformazioni riassumibili in tre punti: narrazione multistrand, un maggiore miglioramento della struttura psicologica dei personaggi e dei loro lati oscuri e, infine, un ridimensionamento del ruolo dell'eroe. Per narrazione multistrand intendiamo quando una storia è caratterizzata da più linee narrative che si sviluppano simultaneamente. La formula multistrand attribuisce alla storia narrativa una maggiore verosimiglianza, oltre a un particolare riferimento ai dilemmi esistenziali. Ogni personaggio viene analizzato e presentato alternando il suo sguardo tra la sua sfera professionale e quella privata, simulando, quindi, tassi di conversione simili a quelli vissuti da una persona reale. L'utilizzo più completo della natura psicologica dei personaggi - non statici, identici a sé stessi - consente di creare trame molto più complesse e di trattenere più a lungo i personaggi della storia. La soluzione consiste nell'ancorare i personaggi a un nodo psicologico difficile da superare che li mantiene legati alla serie. Questo porta ad una riduzione degli aspetti eroici dei protagonisti. Sebbene i personaggi siano ancora portatori di una positività che convince il pubblico a seguirli, mostrano fragilità, grandi debolezze e quindi diventano più simili ai loro spettatori. Tale filone narrativo rappresenta un’innovazione seriale, che permette la realizzazione di prodotti di grande successo della contemporaneità. E.R- MEDICI IN PRIMA LINEA è un esempio di narrazione multistrand, debutta nel 1994 e rappresenta una nuova fase, una nuova modalità di fare serialità: ha creato un nuovo modo di costruir il racconto televisivo, sia dal punto di vista narrativo che dal punto di vista della struttura dell’immagine, privilegiando la realtà, in un periodo in cui il pubblico preferiva un maggior realismo e si andavano cosi ad affermare i reality show. In questa ottica nasce anche 24, serie in cui la formula del tempo è reale, tutto si svolge in un tempo reale, scandito dalla presenza di un timecode, lo spazio temporale che intercorre all’interno dell’episodio corrisponde al tempo trascorso nella nostra condizione di realtà. La prima serie dai nuovi caratteri contemporanei. In Lost, invece, si vede come cambia l’uso del flashback, che nel cinema classico aveva funzione chiarificatrice, nel cinema contemporaneo invece ha funzione di oscuramento e di complicazione. 2.2 HIGH CONCEPT TV SERIES

Per high concept tv serie si intende quella tendenza dei prodotti seriale contemporanei di allargarsi oltre i confini imposti dal medium televisivo per estendere il proprio potenziale ad altri campi dell’industria culturale, così da commercializzare qualsiasi prodotto riguardane il prodotto seriale. Il mercato glob...


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