Riassunto Storia e filosofia dell\'assistenza infermieristica. Infermieristica generale e teorie del nursing e lezioni di filosofia di scienze infermieristiche generali PDF

Title Riassunto Storia e filosofia dell\'assistenza infermieristica. Infermieristica generale e teorie del nursing e lezioni di filosofia di scienze infermieristiche generali
Course Scienze infermieristiche generali
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto + lezione del modulo di Filosofia di Scienze infermieristiche generali...


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MARISA CANTARELLI - Il modello delle prestazioni infermieristiche – La elaborazione del modello delle prestazioni infermieristiche della Cantarelli ha inizio nel 1986, nel pieno boom economico, quando guidò il gruppo dei presidenti della IPASVI nel ricercare un alternativa al mansionario. Nel periodo in cui si laureò ci fu un’evoluzione della professione dell’infermiere, infatti prima il processo di assistenza infermieristica era STANDARDIZZATO, ovvero gli infermieri facevano le loro attività per giri (giro letto, giro pressione) ora si fanno le attività al paziente solo se necessario. Prima di lei il modello di assistenza infermieristica era TECNICO, ovvero gli infermieri erano gli esecutori di un compito. Con la sua teoria il modello diventa MANAGERIALE, personalizzato per il paziente, più attivo. Con questo gli infermieri avevano più responsabilità. La mansione era finalizzata ad un obbiettivo, la VALUTAZIONE. Questo modello fu provato e portò una maggiore qualità del lavoro infermieristico, una maggiore soddisfazione sia per l’infermiere che per il paziente. La cartella clinica finalmente veniva documentata.

Ella collaborò con la Comunità scientifica della SUDI, la prima scuola di formazione dei dirigenti infermieristici, dove gli IID (infermieri insegnanti dirigenti) guardavano anche gli aspetti manageriali. Fu la prima teorica italiana del modello di assistenza infermieristica. IL NUCLEO METAFISICO – HARD CORE Il Modello delle prestazioni infermieristiche centra la sua attenzione sul destinatario dell’assistenza infermieristica. L’individuo esprime i bisogni che richiedono un’assistenza unicamente infermieristica, mentre l’infermiere risponde ai bisogni dell’individuo con una specifica prestazione infermieristica. Nel 1° piano ogni uomo vive la propria vita soddisfacendo i propri bisogni, ma l’uomo la propria completezza la raggiunge nel 2° piano, dove esso si completa a livello

sociale e culturale. In questo piano i bisogni diventano bisogni di assistenza infermieristica, qui la COMPETENZA CULTURALE (ciò che viene appreso nella vita) non è più sufficiente, così subentra la COMPETENZA DISCIPLINARE propria dell’infermiere. Il nucleo centrale del MPI ruota attorno al concetto di UOMO e BISOGNO, quest’ultimo inteso come condizione necessaria per vivere. Ogni uomo risponde ai propri bisogni in modo diverso. In alcune fasi della vita l’uomo ha bisogno degli altri in modo “generico”, come il neonato o l’anziano, a questo deriva necessariamente un’azione di assistenza come può essere un figlio che aiuta un suo genitore anziano a mangiare. Quest’azione è una competenza culturale, derivata non da una competenza specifica ma dalla trasmissione culturale di un gruppo sociale. Le AZIONI COMPENSATORIE DI ASSISTENZA possono essere svariate e svolte da diverse persone. Diverso invece sono le AZIONI COMPENSATORIA DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA che richiedono delle competenze disciplinari specificatamente infermieristiche. Queste azioni sono determinate da 3 componenti: 1. Componente bio-fisiologica (che rappresenta un bisogno oggettivo e universale) 2. Componente psicologica 3. Componente socio-culturale Il bisogno di assistenza infermieristica può essere di due tipi: 1. Manifesto: che si tramuta in domanda di assistenza infermieristica 2. Non conosciuto: è un bisogno di salute che potenzialmente si dovrebbe trasformare in bisogno manifesto e quindi in domanda. Questa trasformazione può essere attuata dall’infermiere. Le azioni svolte dall’infermiere in risposta al bisogno sono le PRESTAZIONI, ovvero i risultati conseguiti con lo svolgimento di determinate azioni.

LA RELAZIONE TRA IL NUCLEO METAFISICO E I QUATTRO CONCETTI FONDAMENTALI DELLA DISCIPLINA INFERMIERISTICA I quattro concetti fondamentali della disciplina infermieristica, senza i quali la comunità internazionale ha dichiarato che non è possibile fare una riflessione sulla disciplina, sono: 1. UOMO 2. AMBIENTE 3. SALUTE/MALATTIA 4. ASSISTENZA INFERMIERISTICA (il comportamento professionale) Essi si possono utilizzare anche all’interno di contesti socio-culturali differenti. Dalla loro elaborazione e coniugazione nascono le diverse teorie infermieristiche. La Cantarelli da i 4 concetti fondamentali ha identificato i bisogni di assistenza infermieristica BAI e le relative prestazioni infermieristiche. 1.

Bisogno di respirare  assicurare la respirazione

2.

Bisogno di alimentarsi e idratarsi  assicurare l’alimentazione e l’idratazione

3.

Bisogno di eliminazione urinaria ed intestinale  assicurare l’eliminazione urinaria ed intestinale

4.

Bisogno di igiene  assicurare l’igiene

5.

Bisogno di movimento  assicurare il movimento

6.

Bisogno di riposo e sonno  assicurare il riposo e il sonno

7.

Bisogno di mantenere la funzione circolatoria  assicurare la funzione cardio circolatoria

8.

Bisogno di un ambiente sicuro  assicurare un ambiente sicuro

9.

Bisogno di interazione nella comunicazione  assicurare l’interazione nella comunicazione

10.

Bisogno di procedure terapeutiche  applicare le procedure terapeutiche

11.Bisogno di procedure diagnostiche  eseguire le procedure diagnostiche

VIRGINIA HENDERSON - l’elaborazione teorica Nel 1918 la Henderson si diploma alla scuola militare del nursing. Ella fu influenzata da Maslow, che differenziava i bisogni primari da quelli secondari, dove quest’ultimi non potevano essere soddisfatti se non venivano soddisfatti i primi. Questa teoria fu rivisitata e adattata ad un contesto socio-culturale diverso da Evely Adam e Nicole Bizier.

IL NUCLEO METAFISICO La Henderson sottopone l’assistenza infermieristica ad una analisi approfondita in modo da tracciarne un quadro teorico e quindi evidenziarla come attività specifica ed autonoma, non subordinata ad altre attività professionali e incentrata principalmente sull’UOMO, con i suoi bisogni e i suoi problemi di salute. L’assistenza infermieristica è assistere l’individuo, sano o malato che sia, nello svolgere quelle attività riguardanti la guarigione o la morte serena che egli svolgerebbe senza aiuto se avesse la forza, la volontà e la conoscenza necessaria. L’assistenza infermieristica ha come obbiettivo quello di aiutare l’individuo ad essere il più presto possibile indipendente da tale assistenza.

LA RELAZIONE TRA IL NUCLEO METAFISICO E I QUATTRO CONCETTI FONDAMENTALI DELLA DISCIPLINA INFERMIERISTICA 1. UOMO: l’uomo secondo la Henderson è dotato di 4 componenti: biologica, psicologica, sociale e spirituale (siamo in anni dove la religione era parte integrante della vita ospedaliera). L’uomo necessita per forza di assistenza per arrivare ad uno stato di saluto o di una morte serena. L’indipendenza (componente fondamentale) si raggiunge attraverso il mantenimento della salute. Nel caso l’uomo non riesca a soddisfare autonomamente i propri bisogni ricorre all’uso di professionisti, tra cui l’infermiera, che attraverso l’applicazione dei 14 atti fondamentali dell’assistenza infermieristica aiuta l’individuo a raggiungere

l’indipendenza. Secondo la Henderson l’individuo e la famiglia sono considerati un tutt’uno, una comunità. 2. AMBIENTE: l’ambiente deve essere controllato da individui sani, la malattia ostacola questa capacità. La società deve contribuire alla formazione infermieristica dato che le infermiere prestano aiuto agli individui. L’infermiera è in grado di modificare l’ambiente, ma a questo deve concorrere anche un amministrazione adeguata. La prevenzione agli infortuni deriva dalla conoscenza dell’ambiente. Dall’ambiente si possono riequilibrare situazioni dannose per l’uomo. 3. SALUTE/MALATTIA: lo stato di salute di un individuo viene valutato in base alle sue capacità di soddisfare autonomamente i 14 bisogni di assistenza infermieristica, ma su di essa influiscono anche fattori personali (età, bagaglio culturale, grado intellettivo) o ambientali (aria, temperatura). Se una delle componenti costitutive dell’uomo si altera si rompe l’equilibrio omeostatico e sopraggiunge lo stato di malattia e quindi di dipendenza. Il malato però può raggiungere lo stato di indipendenza per esempio eseguendo da solo le cure prescritte. Il punto di congiunzione quindi tra salute/malattia e l’uomo è quindi l’infermiere. 4. ASSISTENZA INFERMIERISTICA: le 14 attività che l’infermiera deve svolgere sono:  Aiutare il malato a respirare  Aiutare il malato a mangiare e a bere  Aiutare il malato nelle sue funzioni eliminatorie  Aiutare il malato a mantenere una corretta posizione, sia camminando, sia seduto o sdraiato, e a cambiare posizione  Aiutare il malato a riposare e a dormire  Aiutare il malato a scegliere i suoi indumenti, a vestirsi e a spogliarsi  Aiutare il malato a mantenere la temperatura del proprio corpo a livello normale

 Aiutare il malato a tenersi pulito, ordinato e a proteggere la pelle  Aiutare il malato a proteggersi dai pericoli dell’ambiente, ad evitare di essere fonte di pericolo per gli altri: infezione o violenza  Aiutare il malato a comunicare con gli altri, ad esprimere le proprie necessità, a manifestare i suoi sentimenti  Aiutare il malato nella pratica della propria religione o ad agire secondo sua concezione di bene e di male  Aiutare il malato ad occuparsi in un’attività che gli dia l’impressione di fare qualcosa di utile  Aiutare il malato nella ricreazione  Aiutare il malato ad informarsi L’efficacia dell’assistenza infermieristica è data dalla capacità dell’infermiera di far accettare al malato la propria invalidità o ad affrontare la morte con serenità. Il soggetto dell’assistenza infermieristica diventa l’INFERMIERA, mentre l’individuo diventa l’oggetto delle sue cure.

METODI E STRUMENTI Per identificare i bisogni dell’individuo bisogna valutare il grado di dipendenza con cui l’uomo attua le attività fondamentali. Il piano di assistenza infermieristica è però influenzato da diversi fattori e influenze ed è proprio l’individuazione di queste influenze che portano a fare del piano d’assistenza un piano personalizzato e quindi creativo, che fa dell’assistenza infermieristica un arte. Un problema infermieristico è una difficoltà del paziente a svolgere in modo autonomo i 14 atti fondamentali. Il procedimento da seguire nell’individuazione dei bisogni non soddisfatti è (sviluppato dalla Adam e approfondito dalla Bizier): 1. RACCOLTA DATI: ottenere informazioni essenziali dal paziente. La fonte principale per ottenere le informazione è il paziente, ma possono essere

ottenute anche attraverso la famiglia, la cartella clinica, i membri dell’equipe sanitaria, i testi di riferimento e le conoscenza dell’infermiera. Le informazioni possono essere recuperate durante un colloquio o mentre si assiste il paziente, anche in modo informale. 2. IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA: È la diagnosi infermieristica. Si identifica il livello di indipendenza del paziente (come il paziente soddisfa i propri bisogni fondamentali), tenendo conto del piano medico. Per il paziente poi si parlerà di “dato di dipendenza” o “dato di dipendenza potenziale”. La diagnosi infermieristica può essere di diversi tipi: o Reale: se descrive il problema effettivamente vissuto dal paziente o Potenziale: l’individuo non vive il problema, ma i dati raccolti fanno presupporre una situazione di rischio di dipendenza o Possibile: l’individuo non vive il problema e non vi sono dati che lo fanno presupporre, ma la conoscenza si casi simili fanno pensare ad una potenziale situazione di dipendenza. 3. PIANIFICAZIONE DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA: previsione degli interventi infermieristici. Si attua partendo dalla causa del problema di dipendenza. I modi di intervento sono: aggiungere, aumentare, completare, rimpiazzare, rinforzare e sostituire. Gli atti inoltre possono essere indipendenti (propri della professione infermieristica), dipendenti (che devono necessariamente avere la prescrizione medica), interdipendenti (che devono avere la prescrizione medica, ma l’infermiera decide de farli o meno). 4. ESECUZIONE DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA: richiede precisione, sollecitudine e umanità. Dovrà essere curata la relazione con l’infermiere. 5. VALUTAZIONE: verificare se l’intervento ha determinato l’aumento di indipendenza del malato, ripercorrendo tappa per tappa. Questo non è la fine dell’opera infermieristica, ma un nuovo inizio, infatti l’infermiere dovrà raccogliere altri dati per aumentare nuovamente il livello di indipendenza del malato. Queste cinque tappe comprendono un altro strumento di lavoro, il PIANO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA, diviso in due fasi:

1. Identificazione dei bisogni individuali 2. Pianificazione della supplenza In presenza di più bisogni da soddisfare, l’infermiera deve regolarsi secondo la gerarchia di Maslow.

DOROTHEA OREM - La teoria generale di assistenza infermieristica NUCLEO METAFISICO La TEORIA GENERALE DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA o TEORIA INFERMIERISTICA DEL DEFICIT NELLA CURA DI SE’ è formata da tre teorie: 1. TEORIA DELLA CURA DI SE’ 2. TEORIA DEL DEFICIT NELLA CURA DI SE’ 3. TEORIA DEI SISTEMI DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA Le premesse fondamentali di queste tre teorie sono: - Gli esseri umani hanno bisogno di input continui per rimanere vivi - La capacità di agire umana viene esercitata come cura di sé e degli altri, ma solo quando si identificano i bisogni e si forniscono gli input necessari - Gli esseri umani maturi vivono esperienze di privazioni, ossia delle limitazioni per la cura di sé e degli altri per gli input relativi alla regolazione delle funzioni vitali - Il potere umano è esercitato quando si scoprono, si trasmettono e si sviluppano agli altri i modi e i mezzi per individuare i bisogni e fornire gli input - I gruppi di esseri umani assegnano le responsabilità ai diversi componenti per fornire la cura ai membri del gruppo che si ritrovano a non avere gli input necessari

Teoria della cura di sé La cura di sé è la cura quotidiana necessaria a tutti per mantenersi in salute e comprende: 1. Assunzione di aria 2. Assunzione d’acqua 3. Cura ai processi di eliminazione ed evacuazione 4. Equilibrio tra attività e riposo 5. Assunzione di cibo 6. Equilibrio tra solitudine e interazione sociale 7. Prevenzione di rischi per la vita

8. Promozione del funzionamento e dello sviluppo nei gruppi sociali Lo scopo della cura di sé è di contribuire all’integrità strutturale, al funzionamento e allo sviluppo umano. Le azioni della cura di sé possono essere anche svolte a persone che non sono in grado di svolgere da sole queste azioni, come neonati, anziani, ammalati o disabili. Un adulto è tenuto a curare gli altri membri del proprio gruppo. Chi fornisce una cura a sé stesso è chiamato AGENTE DELLA CURA DI SE’, mentre chi la fornisce anche ad altri AGENTE DI CURA DIPENDENTE, dove agente significa persona che intraprende un’azione. I requisiti della cura di sé o rimangono nella cultura generale, o entrano nell’ambito delle professioni sanitarie. Gli infermieri individuano i requisiti della cura di sé dei loro pazienti e di provvedere a soddisfarli. I requisiti per la cura di sé sono di tre tipi: 1. REQUISITI UNIVERSALI: comuni a tutti gli esseri umani in tutta la vita. Associati ai processi vitali e al benessere generale. 2. REQUISITI DI SVILUPPO: legati allo sviluppo umano oppure ad eventi che possono influire negativamente sullo sviluppo 3. REQUISITI DI DEVIAZIONE DA UNA CONDIZIONE DI SALUTE: per esempio per difetti genetici, a deviazioni umane di tipo strutturale e funzionale o per deviazioni derivanti da misure diagnostiche e terapeutiche.

Teoria del deficit nella cura di sé Insorge quando le capacità di autoassistenza non in grado di soddisfare i propri bisogni. I deficit possono essere completi, ossia quando non si è in grado di soddisfare alcuna richiesta terapeutica della cura di sé, o parziali, quando non si riescono a soddisfare una o più requisiti della cura di sé. Essi possono dipendere da tanti fattori.

Teoria dei sistemi di assistenza infermieristica

Si riferisce alla serie di azioni che l’infermiere compie per soddisfare i requisiti di autoassistenza di un paziente. Individua tre sistemi:  SISTEMI TOTALMENTE COMPENSATORI ossia quei requisiti della cura di sé che comprendono il movimento controllato, sia perché non si è in grado, sia perché il medico ha prescritto che non si può. Può essere di tre tipi: - per persone totalmente incapaci di impegnarsi in qualsiasi azione, come le persone in coma - per persone che capiscono di cosa hanno bisogno, ma che non sono in grado di svolgerlo - per persone che non sono in grado di badare a sé stesse, ma sono in grado di camminare ed eseguire requisiti della cura di sé. I metodi utilizzati sono: fornire e mantenere un ambiente sicuro, guidare e dirigere, fornire supporto o agire al posto di un altro.  SISTEMI PARZIALMENTE COMPENSATORI in esse sia l’infermiere che il paziente eseguono misure di cura o altre azioni di deambulazione. L’importanza dell’infermiere è definita dal grado di deficit del paziente.  SISTEMI EDUCATIVI DI SUPPORTO in esse il paziente è in grado di agire ed eseguire, oppure può imparare ad eseguire i requisiti di cura di sé, ma non può farlo senza assistenza. L’infermiere deve solo prendere decisioni, controllare il comportamento e assicurarsi che si apprendano le nozioni. Questi tre sistemi variano per il ruolo che assume l’infermiere in ognuna.

RELAZIONE TRA IL NUCLEO METAFISICO E I QUATTRO CONCETTI FONDAMENTALI DELLA DISCIPLINA INFERMIERISTICA I. II. III.

PERSONE  Orem considera l’uomo un essere bio-psico-sociale in continua relazione con l’ambiente esterno AMBIENTE  Gli esseri umani non sono isolati ma interagiscono continuamente con esso SALUTE  Condizione di completezza o integrità degli esseri umani. Esistono tre livelli di prevenzione: - prevenzione primaria: prevenzione di malattie specifiche e si fa prima dello svilupparsi della malattia

IV.

- prevenzione secondaria: subito dopo l’insorgenza della malattia e si fa per prevenire complicazioni - prevenzione terziaria: quando c’è una disabilità ed è diretta al recupero del funzionamento umano. ASSISTENZA INFERMIERISTICA  Servizio sanitario specializzato umano e sociale che soddisfa determinate necessità che si presentano agli uomini nel corso della vita.

METODI E STRUMENTI Il processo di assistenza infermieristica è suddiviso in tre fasi: 1. DIAGNOSI INFERMIERISTICA: indagine e raccolta dati riguardo i requisiti della cura si sé del paziente 2a. PROGETTAZIONE: quale sistema di assistenza infermieristica dev’essere prodotto 2b. PIANIFICAZIONE: l’organizzazione, i tempi, i luoghi, le condizioni ambientali, l’attrezzatura e i materiali necessari per la produzione del sistema 3. PRODUZIONE E GESTIONE: attuazione e controllo delle azioni di assistenza infermieristica. Inoltre in questa fase vi è il controllo del risultato ottenuto.

HILDEGARD PEPLAU - L’elaborazione teorica NUCLEO METAFISICO Una tra le prime teorie infermieristiche elaborate storicamente è quella sviluppata da Hildegard Peplau nel 1952 con lo scopo di fornire una struttura concettuale di riferimento, spostando la riflessione da “cosa sia l’assistenza infermieristica” verso “cosa sanno gli infermieri”. Ella elabora un nursing psichiatrico-pedagogico. Peplau è la prima infermiera, dopo Florence Nightingale, a pensare l’assistenza infermieristica come intervento centrato sulle esperienza psicologiche di ciascun paziente. Nella sua opera l’autrice appare chiaramente influenzata da diversi psicologi ma soprattutto da Sullivan, uno psichiatra, da cui riprende i concetti di “ansietà” e di “rapporto interpersonale”. L’elaborazione teorica di Peplau si basa su due presupposti guida:  Il tipo di persona che ogni infermiere diventa è di grandissima importanza per determinare tutto ciò che ciascun paziente imparerà durante il periodo in cui verrà assistito;  Una tra le funzioni dell’assistenza infermieristica e della formazione professionale è di promuovere lo sviluppo della personalità del malato ve...


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