Roman DE LA ROSE - appunti PDF

Title Roman DE LA ROSE - appunti
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Padova
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Unità 2: Dal Roman de la Rose al Fiore. Roman de la Rose = testo molto importante nel Medioevo Romanzo, molto lontano dalla sensibilità moderna e che oggi non viene letto. È un poemetto allegorico didascalico scritto in francese, langue d’Oil in octosillab (novenario) a coppie di versi in rima baciata (colata, chiamate tecnicamente “lasse”: strofe molto lunghe divise da linea bianca). È un romanzo molto lungo in versi diversi da quelli che abbiamo visto usate da Folchetto. Più di 22.000 versi con due autori diversi: 1. Giullaume de Loris, scrive i primi 4058 versi intorno al 1225-1230 contemporaneamente all’inizio della produzione della scuola siciliana; 2. Jean de Meung, scrive i restanti 18.000 versi intorno al 1275, più di quarant’anni dopo. Rappresenta l’opera più significativa e culminante dell’allegoria. Ha una modalità di rappresentare la realtà tipicamente medievale a noi molto lontana. Nel Medioevo fu un vero e proprio “best seller”, del Roman de la Rose si contano più di 300 manoscritti e la sua fortuna non fu ristretta solo alla fine del ‘200 al ’300 ma anche fra il 1481 e il 1538. Gristine de Pisan = nel 1402 scrisse una “vision contre le Roman de la Rose”, un testo scritto contro l’impianto ideologico del Roman de la Rose accusando di essere un testo contro la visione delle donne. Il valore che gli viene riconosciuto oggi sul piano estetico-stilistico è basso o nullo ma ha alto valore per i suoi ammiratori che entrarono in rapporto con questo testo e lo tradussero come Geoffrey Choucer. Non abbiamo tracce di questa traduzione ma solo frammenti ma è certo che alcuni passi del Roman de la Rose rientrano nelle “Canterbury Tales” e nel “Romanzo della Duchessa”. Enrique Van Acken = traduce e imita il Roman de la Rose in un testo chiamato “Del spigel del minner of rose” che ha 14.000 versi TESTO: Roman de la Rose – Guillame de Loris Romanzo che racconta in modo lineare e progressivo la conquista della rosa che in realtà è una donna da parte di un’amante, personaggio desiderante, ostacolata da una serie di figure allegoriche. Narratore e protagonista coincidono. Prima parte = racconta un sogno, il narratore esce dalla città e segue il corso di un fiume fino ad un giardino chiuso da un muro dove sono presenti una serie di immagini allegoriche: odio, villania e avidità. Il protagonista incontra Oziosa che riesce a farlo entrare nel giardino dove incontra Piacere e si unisce ad una compagnia di figure che danzano: Letizia, Amore, Dolce Sguardo, Bellezza, Ricchezza, Liberalità, Cortesia, Amabilità e Giovinezza. Dopo aver danzato con loro si allontana e va alla fontana di Narciso, vi si specchia e di innamora. Viene colpito da uno dei due boccioli di rosa che vede essendo stato colpito dalle due frecce di Amore il quale gli espone i dieci comandamenti dell’amore e se ne va. L’amante cerca di cogliere la rosa ma viene respinto da Rifiuto.

Questa prima parte è stata tradotta da un poeta marchigiano del ‘900, Franco Scattaglini. TESTO: Il fiore – Dante Alighieri Primo sonetto in opera con struttura particolare, è un testo costituito da 232 sonetti, è una collana, una serie o una corona di sonetti. Genere letterario in cui si mettono insieme più testi per costruire una storia che travalichi il singolo testo. Guittone d’Arezzo, principale esponente della scuola di mezzo dei siculo-toscani, aveva scritto una specie di Arsa Mandi di tecnica amatoria in 24 sonetti per comunicare il genere della collana. È passato nella critica letteraria l’idea che il Fiore sia la prima opera giovanile di Dante. Dante -> 1265-1321 = 1301, data spartiacque quando Dante va in esilio ed a Firenze non ritornerà più. La datazione del Fiore, sulla base di una serie di riscontri, si da tra il 1285 e il 1290 cioè, dopo la diffusione a Firenze del Roman de la Rose compiuta da Brunetto Latini, uno dei maestri di Dante nonché personaggio della commedia. Nella collana di sonetti del Fiore si fa riferimento ad un omicidio di Sigeri di Bramante avvenuta nel 1283/84 ad Orvieto e quindi si ritiene che la collana sia stata scritta dopo quella data. L’attribuzione a Dante è dovuta al fatto che ci sono due sonetti (82 e 202) in cui compare una sorta di firma interna con il nome di Durante. Vi è uno studio sulla tendenza all’impocorismo e ad abbreviare i nomi e Dante e Durante sono due nomi compatibili tra di loro. Dante potrebbe essere l’ipocorismo di Durante. Questa collana di sonetti segue la storia del Roman de la Rose a partire da sonetto numero 1 “Lo dio d’amor…Buona Speranza”. Questo primo verso è la traduzione quasi fedele del verso 1748 del Roman de la Rose. Altri elementi: verso 1760-61-62-63 corrispondono al 9-10-11. Sparsi in questi 150 versi ci sono delle espressioni, la terza Freccia viene chiamata cortesia ed è presente nel Fiore. La quarta freccia Freschezza nel Fiore viene chiamata Compagnia ma in realtà compagnia esisteva nel testo del Roman de la Rose. Figure allegoriche = personificazione di amore, ci sono addirittura i personaggi allegorici che rappresentano i sentimenti e le emozioni e tutto viene drammatizzato. Frecce: 1. Bellezza; 2. Angelicanza, prima Freschezza = angelicazione della donna, l’angelo visitatore che si da attraverso la figura femminile e che riscatta, esercita non solo seduzione ma anche riscatto morale di un amore che è sottratto dal desiderio carnale. 3. Cortesia = questa donna risponde, obbedisce, si comporta secondo i canoni, i valori propri della curtuasie. “san’ dottanza” -> gallicismo 4. Compagnia = esperienza che fa chiunque di noi, la compagnia, la socievolezza della persona amata è qualcosa che non soddisfa il desiderio ma fa innamorare ancora di più e produce dolore poiché stare vicino ad una persona che si ama non è semplice. 5. Buona Speranza = la fiducia che sempre accompagna il processo di innamoramento cioè il fatto che non ci sia un’immediata esclusione della possibilità che quel desiderio possa concretizzarsi.

Analisi linguistico-stilistica = è un sonetto, due quartine (due piedi della fronte) e due terzine (due piedi della sirma). Rime: solo due nelle quartine ossia rime alternate (abab) oppure incrociate (abba). Nelle terzine sono di più, cdc cdc dove si produce un blocco di terzine a rime alternate Rima identica = rima tra due parole uguali che hanno lo stesso significato; Rima equivoca = due parole uguali nella veste ma con due significati diversi; Suffisso -anza: molto diffuso nella poesia dei trovatori perché era diffuso nel provenzale, nella langue d’Oc. Provenzalismo = parola utilizzata nella langue d’Oc; Francesismo = parola utilizzata nella langue d’Oil; Gallicismo = parola utilizzata sia nella langue d’Oc che nella langue d’Oil; Titolo = modificato da “Roman de la Rose” a “il Fiore”. La metafora è la stessa, si tratta di cogliere il Fiore. Trama Narrazione in prima persona del tentativo dell’amante fedele del Dio dell’amore di cogliere il fiore di Bell’Accoglienza superando gli ostacoli di Gelosia e gli altri sentimenti, personaggi allegorici. I critici hanno diviso i sonetti del Fiore in otto parti/sezioni del Fiore: 1. Sonetto 1 = Amante (protagonista) mentre guarda un fiore viene colpito dal Dio Amore; 2. Sonetto 2 a 21 = Trasposizione sul piano erotico di una modalità tipicamente feudale che era quella del giuramento che il cavaliere faceva con la spada. “Servizium”, è il servizio d’amore dove il fedele giura di mettersi al servizio del Dio Amore e ricalca il giuramento di fedeltà del servizio militare. Il mese in cui accade tutto questo è gennaio e non marzo considerato mese propizio secondo il topos dell’amore cortese. Amante, dopo aver giurato fedeltà al Dio Amore, cerca di cogliere il fiore nel giardino di Gelosia ma trova immediatamente l’opposizione dello Schifo. Interviene Ragione che cerca di dissuadere Amante da questa impresa che dal punto di vista di Bell’Accoglienza ha qualcosa di irragionevole. Compare un amico che esorta Amante. Pietra e Franchezza convincono lo Schifo a sostenere l’Amante che riesce così a baciare il fiore ma viene schiacciato. Prima conquista parziale. 3. Sonetto 22 al 76 = Compare Castità preoccupata, la quale spinge Gelosia a costruire intorno a Bell’Accoglienza un castello per renderla inespugnabile. Essa viene sorvegliata da una vecchia e alle porte di questo castello ci sono Schifo, Vergogna, Paura e Mala Bocca (il maldicente, coloro che chiacchierano). Amante soffre di questo irrigidimento e c’è un secondo intervento di Ragione e Amico che suggerisce due strade per cercare di entrare nel castello: - provare a convincere con l’ipocrisia Mala Bocca e iniziare a eliminare gli avversari;

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- seguire la via Troppo Donare controllata da Ricchezza ostile ad Amante che fino a quel momento di è disinteressato di lei. È la via della generosità, della liberalità nei confronti della donna amata da conquistare. Sonetto 77 al 136 = il Dio Amore convoca i suoi baroni con dei personaggi che si chiamano Costretta Astinenza e Falsembiante. Amore nomina Falsembiante, re dei barattieri, carica di controllo sugli artisti di strada, sul gioco e sulla prostituzione, barattano una prestazione di qualsiasi genere in cambio di denaro. Amore elabora un piano per conquistare il castello, indossa l’abito domenicano, uno degli ordini mendicanti e raffigura l’ipocrisia ecclesiastica ma giura lealtà ad Amore. Subito dopo falsembiante e Costretta Astinenza uccidono Malabocca. Sonetto 137 al 205 = Amante entra nel castello e si accorda con la vecchia riuscendo a corromperla che la esorta ad approfittare della bellezza e ad avere più di un amante. A questo punto sembreremmo essere vicini alla soluzione cioè al compimento perché Bell’Accoglienza riceve Amante ma interviene lo Schifo. Sonetto 206 al 227 = L’esercito di Amore assedia il castello, interviene una tregua dopodiché c’è un intervento divino di Venere che brucia il castello. Venere è la declinazione più fisica, passionale dell’amore, più godereccia. Brucia il castello, Cortesia convince Bell’Accoglienza che a questo punto si prepara a ricevere Amante. Sonetto 228, 229 e 230 = Amante compie la deflorazione; Sonetti 231 e 232 = Congedo ed epilogo, Amante ringrazia dei suoi benefattori e di felicità del successo.

Testo: Sonetto 230 È un calco dal francese, la voce narrante, l’io lirico è il protagonista, Amante che sta raccontando la sua esperienza. Metafora “scarsela e bordon” = il bordon è un bastone nodoso usato dai pellegrini nei cammini mentre la scarsella o borsa è un’allegoria delle parti virili. Il soggetto è sempre io. Contini ha definito l’operazione che fa Dante in questo sonetto “stringata parafrasi o riduzione abbastanza energica”. Sappiamo che la narrazione del Fiore prende avvio dopo 1700 versi del Roman de la Rose il che vuol dire che nel “Fiore” è assente il sogno iniziale. Questa eliminazione da maggiore concretezza al racconto del fiore e ne riduce l’impronta didattico-allegorica. Più avanti riprende le parti narrative ma tende ad omettere quelle filosofiche, veri e propri excursus dottrinali presenti nella porzione di Jean de Meung e anche alcune lunghezze delle descrizioni di Guillame de Loris. Ciò che ne esce è una specie di arsa mandi più concentrata dell’originale. Differenze ideologiche tra la prima e la seconda parte del Roman de la Rose:  La prima parte è pienamente aderente ai valori della curtuasie  La seconda parte questi aspetti sono attenuati. È una progressiva messa in crisi del modello valoriale dell’amor cortese in quanto insediato nella struttura sociale del feudalesimo. È la parte in cui si ha una reazione realistica dell’amore accentuata dalla riduzione dantesca.

Lo stile di Dante è integralmente comico. Ricordiamoci che Dante ha cambiato il titolo da Rosa a Fiore la differenza è minima ma anche interessante: Rosa è il nome specifico di un fiore mentre fiore è più generico. C’è chi ha voluto vedere nel Fiore un chiaro riferimento alla città di Dante, Firenze.

Eventi della commedia che riportano al Fiore:  Nel paradiso ad un certo punto i beati sono disposti in una candida Rosa allora Dovidio, critico letterario, si è domandato se questa candida rosa nel paradiso non sia una trasfigurazione in termini diversi non come amore carnale;  Fine del purgatorio nei canti dedicati al paradiso terrestre si muove una figura femminile che è Matelda e la descrizione iniziale del paradiso terrestre come un locus amenus (luogo particolarmente bello e piacevole, con acqua che scorre, c’è il sole ma è possibile trovare anche riparo da esso, abitato da animali dolci, caldo ma fresco). Non è facile capire se questa descrizione del locus amenus abbia un riferimento al giardino del piacere che sta all’inizio del fiore. Come Dante conobbe il Roman de la Rose? Secondo alcuni tramite la mediazione di Brunetto Latini ma il problema è che i manoscritti italiani del Roman de la Rose sono pochissimi tutti di traduzione fine 200esca o primo 300esca e quindi non è attestata la circolazione del Roma de la Rose in Italia in un tempo in cui Dante possa averla consociuta. Ci sono due ipotesi: 1. Tradizionale = che sia stato Brunetto Latini che arrivò a Firenze portando con sé il Roman de la Rose e lo fece conoscere a Dante; 2. Costini sostiene che non sia possibile che Dante abbia conosciuto il Roman de la Rose in Italia, dev’essere andato in Francia e quindi ricostruisce l’ipotesi di un viaggio di cui però non c’è nessun indizio. Cosa interessante = l’impasto linguistico del Fiore è fortemente francesizzante perché si tratta di una riduzione di un testo francese. L’autore di questo testo forza la lingua per sperimentare dei territori di confine della lingua perché è talmente francesizzante che sembra una lingua creola intermedia tra il volgare del si e la Langue d’Oil....


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