Romanzo criminale analisi serie tv PDF

Title Romanzo criminale analisi serie tv
Course Storia e critica del cinema
Institution Università degli Studi di Perugia
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“Il mito della Magliana” Romanzo Criminale Dal libro alla serie E’ dalla penna di Giancarlo De Cataldo, magistrato e romanziere italiano di Taranto, che nasce “Romanzo Criminale”: un libro ispirato alla la vera storia della Banda della Magliana, attiva a Roma e in tutta la penisola dalla fine degli anni ’70 ad inizio ’90. Pubblicato nel 2002 da Einaudi editore, Romanzo Criminale ripercorre la nascita, lo sviluppo ed il declino della banda, narrando le vicende più significative che l’hanno vista coinvolta. Analizza la psiche dei personaggi ed il contesto che ha fatto da sfondo a tali vicende: Roma, cornice metropolitana ad hoc per un noir d’autore. Sono presenti riferimenti ad alcuni dei più importanti eventi di quegli anni come la strage di Bologna, il terrorismo di sinistra e destra, il rapimento di Aldo Moro ed il maxiprocesso di Palermo alla Mafia. L’opera di De Cataldo indaga inoltre i rapporti sospetti che la banda criminale intratteneva con Stato, servizi segreti e criminalità organizzata. E’ importante specificare come, a detta dello stesso autore, Romanzo Criminale non sia una mera trascrizione di atti giudiziari riguardanti la Banda della Magliana, bensì una storia inventata, dominata da personaggi di fantasia, ma uno stretto legame con la realtà. Romanzo Criminale è composto di tre grandi blocchi divisi a loro volta in capitoli e sotto-capitoli. Il romanzo si apre con un prologo ambientato nella Roma di oggi che vede un ex membro della Banda alle prese con una rissa, ed è chiuso da un epilogo sempre nella capitale del 1992, a sua volta seguito dai titoli di coda che mettono al corrente il lettore sul futuro dei personaggi rimasti vivi alla fine del libro. La prima parte del romanzo è articolata in nove capitoli: il protagonista è il Libanese, leader e fondatore della Banda dal 1977 al 1980. L’organizzazione del primo delitto ad opera del neonato gruppo apre il primo capitolo: il sequestro del barone Rosellini. Il riscatto della vittima sarà usato dalla banda per finanziare il grande sogno, la conquista di Roma. Di lì a poco arriveranno a controllare i mercati della droga, del gioco d’azzardo e della prostituzione.

Questo primo blocco termina con la morte del Libanese il 15 settembre del 1980. Una notte, fuori dal bar di Franco, punto di ritrovo della banda, un uomo, sul sellino posteriore d’ una moto rubata con indosso una parrucca da donna, uccide il capo della Magliana. La seconda parte, ricopre le vicende della banda dal 1980 al 1983 e consta di sette capitoli. Personaggio chiave ora è il Freddo, arrivato al vertice della banda al posto del Libanese. La morte di quest’ultimo aveva lasciato i giovani banditi della Magliana sconvolti e privi della loro guida, l’uomo che con la sua leadership e la sua mentalità, più volte paragonata a quella di Benito Mussolini, era riuscito a gestire e tenere unite personalità così spigolose sempre pronte ad esplodere alla prima scintilla. Tutto ricomincia con la riunione della banda successiva alla notte dell’omicidio; la parola ricorrente è “vendetta”. I primi capitoli infatti, sono dedicati al tentativo di vendetta del vecchio boss, quando la banda, seminando terrore e facendo vittime anche innocenti, occupa ancora una posizione di supremazia all’interno della malavita romana. Con il passare dei capitoli però, emergono sempre più difficoltà e faide interne alla banda stessa che finiscono per logorarla. A concludere il tutto, l’arresto ed il pentimento di un membro della banda da sempre bistrattato: il Sorcio. La terza ed ultima parte conta nove capitoli e narra del progressivo declino e fallimento della banda dal 1984 al 1990. Il protagonista in questi anni diventa Il Dandi, un leader atipico: caratterizzato da un forte narcisismo, sempre volto ad assecondare i propri personali interessi anche a scapito della banda, della quale ormai, non è rimasto più niente. Romanzo criminale rientra nell’ampia categoria di letteratura criminale. Tuttavia, è complicato etichettare il romanzo di De Cataldo con un genere ben definito. Esso appare piuttosto un ibrido di due generi diversi: il giallo ed il noir. Una delle peculiarità principali del giallo è la corrispondenza con fatti realmente accaduti: l’intreccio del racconto ruota intorno ad un delitto e mira alla soluzione di questo. La figura centrale del genere è l’investigatore, personaggio alla costante ricerca della verità, rappresenta razionalità e giustizia, un eroe che alla fine, vincerà sempre il male. Il giallo ha quindi funzione di rassicurazione sociale e consolatoria: dimostra che per ogni problema esiste la soluzione. Il noir al contrario, demolisce la positività e la lealtà eroica dell’investigatore. Egli infatti è sempre presentato come un personaggio ambiguo, perennemente combattuto tra bene e male, in costante equilibrio su quel confine. L’attenzione nel noir è rivolta alla psiche umana del criminale metropolitano, le descrizioni psichiche e geografiche abbondano di dettagli come a voler dare un tocco di realtà alla

narrazione. Assente il lieto fine, è il genere del dubbio, che mostra un mondo confuso, disordinato e schizofrenico. Romanzo Criminale è quindi: un giallo, per la concatenazione di crimini da risolvere dal commissario Scialoja e noir, perché è privo di un lieto fine con un epilogo totalmente aperto ed irrisolto. Un problema, quello della Magliana a Roma, che tuttora sembra non esser stato risolto. Si può concludere quindi dicendo che Romanzo Criminale è un’opera eclettica, dove predomina un ritmo veloce ed incalzante dato da capitoli brevi e tanti dialoghi, con pochissime descrizioni.

La serie TV: informazioni generali “Romanzo Criminale la serie” prende spunto dal libro e consta di due stagioni per un totale di 22 episodi, ognuno di questi della durata di 55 minuti. La serie, prodotta in collaborazione tra Cattleya e Sky Cinema Italia, debutta sulla piattaforma satellitare il 10 novembre del 2008 e termina il 16 dicembre 2010. Il target a cui si rivolge Stefano Sollima, regista e ideatore di RC, è sia un pubblico di giovani, che nutre irresistibile attrazione per il gangster movie e per gli status symbol mostrati da esso, sia adulto, poiché le vicende della Magliana rievocano episodi di cronaca appartenenti alle generazioni precedenti. Durante l’intera serie infatti, sono numerosi i richiami alla memoria collettiva dello spettatore. Riguardo al genere, si può compiere un discorso analogo al romanzo, difficile darne una semplice definizione. Romanzo Criminale è, contemporaneamente, drammatico, gangster e noir. Drammatico in quanto, specialmente nella seconda stagione, i temi predominanti sono la morte, il tradimento e la solitudine. Gangster, poiché i protagonisti della serie sono delinquenti di periferia, sempre attenti nel curare il look e condurre una vita che legittimi la propria fama: consumo di droga, gioco d’azzardo, uso di armi e odio totale nei confronti delle istituzioni. Infine noir, per due motivi, per prima cosa, il ritratto dei criminali non si limita all’apparenza, essi sono analizzati nelle sfumature psicologiche più intime. Il secondo motivo è il luogo dell’ambientazione: Roma, metropoli spietata che prima li incorona padroni ma finirà per schiacciarli inesorabilmente. Il cast, vede come attori protagonisti: Vinicio Marchionni, Francesco Montanari, Alessandro Roja e Marco Bocci, rispettivamente Freddo, Libanese, Dandi e Scialoja. Rimane, salvo qualche nuovo personaggio, invariato nel corso delle due stagioni, le quali però, contengono un’importante differenza sotto il profilo tematico: la prima lascia notevole spazio all’azione, rappresentando le attività quotidiane del gruppo. la

seconda stagione invece, in seguito allo shock dovuto alla morte del Libanese, descrive, attraverso le incomprensioni e gli errori dei banditi, il riposizionamento e l’esaurirsi della banda all’interno della malavita romana.

Linee narrative Il primo episodio della serie di Sollima, si apre come il libro: nel quartiere Magliana di oggi, un uomo anziano, che sul finale della seconda stagione si scoprirà essere il Bufalo, sta venendo pestato e derubato da tre giovani. Malconcio ma ferito nell’orgoglio, una volta rinvenuto, raggiunge il bar degli aggressori per farsi giustizia da solo, e, dopo aver sparato al ragazzo che prima lo derideva, alza lo sguardo verso il cielo ed i palazzi che lo circondano per gridare una frase poi diventata un cult: “io stavo col Libanese!”. È proprio questa esclamazione, che fa da eco all’apertura della seconda scena, dove comincia la vera e propria storia della serie: è il 1977, il Libanese, a casa della madre insieme all’amico Dandi, sta attendendo il Bufalo, per andare a rapinare un camion. Il running plot degli episodi è costruito su più linee narrative. È ricorrente, nella serie, lo svolgersi parallelo delle singole storyline dei banditi, anche se, soprattutto nella prima stagione, sono diverse le scene dove la banda opera collettivamente. Spesso, la trama generale dell’episodio ha la sua conclusione sul finale, lasciando però, sempre aperti i problemi di portata maggiore, i quali si risolvono in più puntate. L’ anthology plot di Romanzo Criminale si può definire come stagionale. Nei primi 12 episodi, ciò che fa da motore alla banda della Magliana, è l’ossessione di arrivare in alto a Roma sotto un’unica guida, il Libanese. In seguito all’omicidio di quest’ultimo, si assiste ad un cambiamento dell’oggetto di valore collettivo, che risulta anzi, complicatissimo da individuare. La banda accusa tantissimo la mancanza di un capo, sembra agire senza obiettivi, le divisioni interne si fanno sempre più marcate e, salvo qualche raro episodio dove il gruppo agisce da squadra, ogni personaggio è volto ad arricchire sé stesso, cercando di tutelarsi senza finire nelle mani polizia. A livello narrativo dunque, è una serie ad alta complessità, dove la continua frammentazione delle trame e dei personaggi aumenta la dinamica causa effetto presente, facendo sì che lo spettatore, possa sempre avere un quadro completo di ciò che stia succedendo.

Personaggi, relazioni e ruoli attanziali Come il motto della banda recita: “‘sta banda non vuole capi”, si potrebbe dire che Romanzo Criminale non vuole protagonisti. Ogni personaggio infatti, rappresenta la

particolare sfera a cui appartiene ed interpreta a proprio modo, un ruolo chiave per lo svolgersi delle narrazioni. Gli esponenti del gruppo romano insieme a Patrizia simboleggiano il mondo criminale. Il commissario Scialoja, il suo assistente Canton ed il sostituto procuratore Borgia sono invece la faccia pulita dell’Italia, opposti ai due agenti Zeta e P greco, che diretti dal Vecchio, sono il ritratto del lato più oscuro ed inquietante del potere istituzionale. Una delle tipicità della serie, è quella di aver fatto conoscere nel susseguirsi delle vicende, i momenti più importanti della storia dei personaggi principali allo spettatore, il quale acquisisce entra in un rapporto privilegiato con essi tramite flashback, o specifici episodi incentrati principalmente su qualcuno di loro. Le relazioni tra i soggetti di Romanzo Criminale, vivono quasi sempre sul labile confine delle estremità dei sentimenti. Si esprime così il rapporto tra i singoli membri della banda, in un primo momento uniti da una personalità paterna ed autoritaria come il Libanese, in seguito capeggiati dal Freddo, il quale però lentamente si eclissa facendo precipitare il tutto. L’avvenimento che scatena il caos tra i banditi, è l’agguato a Maurizio Gemito, per vendicare il primo e compianto boss, Dandi, coerente con il proprio egoismo, abbandona Bufalo e Ricotta tradendoli e condannandoli all’arresto. Da quel giorno, nulla tornerà come prima, la banda perderà irreparabilmente forza e componenti. Il triangolo amoroso formato da Dandi, Patrizia ed il commissario Scialoja, è un'altra relazione che può essere letta in chiave di amore e odio. Dandi si innamora di una prostituta, Patrizia, e decide di sposarla. Il loro è un matrimonio di convenienza, Patrizia, accetta la proposta del Dandi in cambio di soldi, protezione e la gestione di un bordello nel quartiere Parioli. Allo stesso tempo Scialoja, ossessionato dal voler catturare i malavitosi, risale a Patrizia, la pedina e la interroga per arrivare al Dandi. Patrizia, a sua volta se ne innamora e i due diventano amanti. La frequentazione della donna, rischia di compromettere l’attività di Scialoja, che le chiede di scegliere. L’ex prostituta però, combattuta tra amore e materialità, non riesce a rinunciare alla vita cui l’ha abituata Dandi, il quale, una volta al corrente della storia tra la moglie e il poliziotto, decide di far gambizzare dai suoi uomini Scialoja. Alleanza e rivalità, è anche la costante tra i malviventi della Magliana ed i servizi segreti, per anni in dipendenza reciproca. Il Vecchio infatti, resosi conto della potenza della banda su Roma, decide di non ostacolarne il lavoro e l’ascesa. Al contrario, rendono impossibili le indagini a Scialoja, occultando prove e depistando il lavoro del commissario dall’interno. Zeta e P greco, i due agenti, per coprire il Libanese e i suoi uomini però, pretendono ed ottengono favori scomodi, che questi si troveranno costretti ad accettare. Fino al giorno in cui, il Freddo, Dandi e il Libanese,

stanchi di subire ricatti, minacciano fisicamente i due agenti, dichiarando che la loro banda non conosce padrone. Da quel momento, i servizi segreti diventeranno un nemico in più che si troveranno ad affrontare. Infine la Mafia, figurata da Zio Carlo, Nembo Kid ed il Maestro, vive un legame con la Magliana, teso tra amicizia e antagonismo. Dal primo incontro, Zio Carlo, l’anziano boss siculo, mostra rispetto e ammirazione per la posizione di spicco che in poco tempo i fuorilegge sono riusciti a raggiungere. Ribadisce più volte di volersi muovere a Roma come ospite, tenendo conto delle condizioni poste dai romani. Una parola, quella del siciliano, onorata per lungo tempo ma non fino in fondo. E’ proprio per ordine della Mafia che il Libanese sarà assassinato, poiché ritenuto inadatto al ruolo di capo. Ed è sempre Zio Carlo a raccomandare alla banda un contabile, il Secco, elemento apparentemente secondario ma in realtà di primaria importanza, poiché organizzando un traffico di stupefacenti parallelo a quello già esistente, tradisce il Dandi, infangando irrimediabilmente il prestigio e la credibilità della banda a Roma. Nonostante i continui litigi e le ovvie sfumature nei singoli rapporti, la struttura attanziale che predomina l’intera serie è semplice e logica: da un lato i criminali della Magliana, dall’altro tutti coloro che cercano di contrastarne l’ascesa, l’operato ed il primato. I ruoli attanziali sono così divisi: Sogget: Libanese (fino alla seconda stagione), Dandi, Freddo Aiutanti: Bufalo, Scrocchiazeppi, Fierolocchio, Sergio e Ruggero Buffoni, Ricotta, Trentadenari, Puma, Donatella e Patrizia - Anti sogget: Scialoja, Borgia, Canton, i servizi segreti, Sardo, Satana, Terribile e Sorcio (solo in seguito alla testimonianza). - Oggetto di valore: conquista e dominio della malavita romana.

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È importante sottolineare, che non tutti i personaggi mantengono fede alla loro parte iniziale, in particolare Dandi, Scialoja ed il Sorcio, subiscono una significativa evoluzione nel corso della serie. Il Dandi, inizialmente membro dell’organizzazione alla pari dei compagni, ne diventerà il capo. Egli, dopo la perdita del Libanese, comincia ad agire unicamente per sé stesso, mandando avanti i propri affari. Il commissario Scialoja, a inizio della serie un esempio di correttezza, in seguito agli scarsi risultati raggiunti, cambia filosofia e, cominciando ad usare metodi d’indagine poco ortodossi, macchia la propria immagine valorosa. Infine il Sorcio, un tossicodipendente che da sempre lavora come assaggiatore e spacciatore della banda, decide di dare una svolta alla propria pentendosi e collaborando con le autorità.

Temi e valori in gioco In Romanzo Criminale, sono molteplici i temi in gioco: -

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Amicizia/rivalità: cresciuti insieme e legati da una forte amicizia, i membri della banda sono nemici di chiunque non sia affiliato a loro. Egocentrismo: presente in tasso elevato in due personalità: Dandi e Libanese. Il primo, sempre concentrato su di sé e sul proprio appeal, pronto a sacrificare i vecchi amici per ottenere sempre più successo. Il secondo, legatissimo ai propri soci, ma ossessionato dalla smania di comandare e dall’essere considerato Re di Roma. Compagnia/solitudine: nella seconda stagione, col passare degli anni, il sentimento di fraternità che lega i gangster si va sgretolando. Ognuno di essi, assume consapevolezza di come sia diventato impossibile fidarsi l’uno dell’altro. Tradimento: un tema ricorrente nella serie: il Sorcio, che inguaia l’intera banda denunciandone i crimini. Dandi, che lascia i compagni soli e feriti all’arrivo della polizia durante l’agguato a Gemito. Secco, il quale crea un mercato illecito parallelo alle spalle del Dandi. Fierolocchio, che diventa amante della moglie del suo amico più stretto: Scrocchiazeppi. Infine Freddo, che acciecato dalla rabbia, ammazza Sergio Buffoni, suo seguace da una vita. Bene vs male: la continua lotta tra Scialoja e Borgia e la compagnia criminale. Ricchezza/povertà: una costante d’entrambe le stagioni: negli svariati flashback dei protagonisti, si può notare come essi vengano dalla strada e siano cresciuti con quasi niente. I banditi, hanno sete di rivalsa contro un mondo da cui non sono mai stati considerati. Dalla periferia al centro, da servi a padroni, guidando auto lussuose ed indossando abiti firmati, è il sogno di ognuno di loro.

Per quanto concerne la struttura valoriale della serie, essa non è vastissima. Trattandosi di una fiction dove i protagonisti sono criminali a tutto tondo, risulta complesso, individuare un sistema di valori positivi che orienti le azioni. Tuttavia, gli unici personaggi dove predominano con continuità idee meritevoli, anche se talvolta borderline, sono il commissario Scialoja ed il suo superiore Borgia. I valori espressi possono essere così sintetizzati: -

Amicizia: il sentimento che tiene uniti i fuorilegge romani per larga parte della serie.

Onore e lealtà: presenti soprattutto durante la prima stagione tra i membri banda sotto forma di regolamento interno, ed in Scialoja, determinato fino quasi al termine della serie, nel non scendere a compromessi con nessuno. - Legalità/criminalità: l’azione di Scialoja, eticamente giusta che merita un riconoscimento contro la delinquenza, sbagliata, che merita di essere punita. - Famiglia: Sia i malviventi che Scialoja, apparentemente freddi, lucidi e con personalità di ferro, hanno un tallone d’ Achille: proprio il Libanese, viene ucciso sotto casa della madre, mentre le sta gridando tutto il suo amore, nonostante i rapporti tra loro fossero ormai chiusi da tempo ma per il Boss, è dura farcela senza di lei. Il Freddo, sul finale della seconda stagione, ormai da anni latitante all’estero, a causa dell’omicidio del fratello Gigio per mano del suo vecchio amico Ruggero Buffoni, decide di tornare in Italia, collaborare con la giustizia e tagliare i ponti col passato. Persino Scialoja, mette a rischio la propria carriera e reputazione, pur di salvare dalla galera la sorella, attivista di sinistra sempre coinvolta in scontri con la polizia. -

Le strategie interpretative iscritte nel testo, che aumentano l’attenzione dello spettatore, consistono in una forte costruzione delle attese: spesso infatti, i finali delle puntate, vedono la risoluzione del running plot pur lasciando aperti diversi scenari riguardo il termine dell’anthology plot. Le numerose azioni compiute dai membri della banda, fanno sempre presagire molteplici conseguenze, più o meno pronosticabili. Nel corso della serie, viene poi fatto continuamente ricorso alla capacità logico mnemoniche dello spettatore, il quale, nonostante la limpidità delle dinamiche causa-effetto presenti, deve compiere qualche sforzo per collegare coerentemente il rientro in scena di determinati personaggi, apparentemente secondari, ma in realtà fondamentali.

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