Sbobina Lewin - Appunti 1 PDF

Title Sbobina Lewin - Appunti 1
Author Elisabetta Forte
Course Psicologia Sociale dei Gruppi 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Tutto il pensiero lewiniano...


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PSICOLOGIA SOCIALE DEI GRUPPI SECONDO ANNO ,I SEMESTRE A.A 2017/2018 PRIMO SEMINARIO INTRODUZIONE L’approccio dominante della psicologia è quello Socio-cognitivo (social cognition), Higghins fa un’appunto a questo approccio affermando che molto spesso attraverso questo approccio la psicologia sociale si riduce a cercare le strutture cognitive dell’individuo che agisce nei contesti sociali,al contrario dovrebbe lavorare su quelli che sono i fattori sociali che determinano attraverso l’interazione con l’ambiente la strutturazione dei processi cognitivi. Questa connotazione più cognitiva che sociale allontana dall’assetto conoscitivo della disciplina stessa. La psicologia nasce concettualizzando l’uomo come un ricercatore di coerenza che pone attenzione agli atteggiament i quali si modificano in base a fattori ambientali che creano squilibrio alla coerenza interna dell’uomo. L’uomo cerca di riportare l’equilibrio e quindi subentrano delle teorie a spiegare come l’uomo sia un ricercatore di coerenza:  

-Teoria dell’equilibrio di Heider: Heider propone una teoria sistematica sulle strategie cognitive che l’uomo applica in interazione con l’ambiente -Teoria della dissonanza cognitva di Festinger: Festinger si propone di ridurre il conflitto interno tra i nostri atteggiamenti e i comportamenti che manifestiamo nell’ambiente. Propone poi la teoria del confronto sociale che afferma che quando non ho elementi oggettivi a sufficienza per validare le mie opinioni mi confronto agli altri per verificarla. Non solo ci dice che ci sono meccanismi interni ma deve necessariamente basarsi sugli alti.

Ash quando deve motivare il perche della compliance generata dal conformismo dice che i soggetti intervistati hanno riportato ,come una delle motivazioni essenziali , la possibilità che gli altri avessero delle informazioni che loro non avevano ,quindi ,per non essere disconosciuti dagli altri ,accettano la valutazione scorretta in modo tale da essere riconosciuti. Questo significa che la presenza sociale degli altri è importante. Nella seconda metà degli anni ‘70 c’è una grande rivoluzione perché si affaccia il paradigma della social cognition come una concettualizzazione fredda strettamente legati a processi intrapsichici. Ancora una volta l’uomo viene concettualizzato come economizzatore cognitvo, colui che cerca delle SCORCIATOIE euristiche di tipo cognitivo per interagire con l’ambiente, interpretare le situazioni decidendo come agire. Questo configura il soggetto come una sorta di scienziato ingenuo,misurarsi con le situazioni e cercare dei percorsi cognitivi che gi permettono di essere un agente sociale. Il problema è che cosi l’uomo appare limitato perche deve cercare delle soluzioni all’interazione con l’ambiente: la psicologia sociale inizia a scindere tra due elementi COMPETENCE,caratteristica cognitiva dell’individuo e PERFORMANCE ,concretizzazione dell’attività cognitiva. Attraverso questa distinzione il paradigma socio cognitivo si rende conto della necessità di validare le caratteristiche ambientali. Cosi si passa da concettualizzazioni fredde,di tipo intraindividuale a concettualizzazioni più calde,basate più sull’affettività. Fanno parte di queste concettualizzazioni le teorie che considerano i fattori ambientali e quelli motivazionali. Pitti e Casiotto parlano ,ad esempio, della persuasione e affermano che quando l’uomo è esposto ad un messaggio cognitivo lo elabora secondo il suo grado di motivazione e le circostanze di esposizione al messaggio. In funzione di questi elementi attiviamo una via Periferica,attivando un percorso cognitivo che nell’elaborazione del messaggio fa attenzione agli indicatori periferici,e una via Centrale,ossia le caratteristiche specifiche dell’oggetto. In funzione delle caratteristiche esterne noi adeguiamo il nostro percorso interno di elaborazione cognitiva scegliendo una delle due vie. [C’E’ UNA CENTRALITA’ DEI PROCESSI COGNITIVI GENERATI DALL’INTERAZIONE CON LA VARIABILE SOCIALE] PERCORSO SEMINARI:

ELISABETTA FORTE

LEWIN ----> SHERIF ----->MILGRAM ----->TAJFEL ------>MOSCOVICI

KURT LEWIN (1890-1947) Conia per primo il termine e il concetto DINAMICA DI GRUPPO. 1.1 FORMAZIONE 1.2 TEORIA DEL CAMPO 1.3 I GRUPPI 1.4 RICERCHE LEADERSHIP 1.5 RICERCHE PROCESSI DECISIONALI 1.1 FORMAZIONE La formazione di Lewin è prettamente filosofica e epistemologica. Dal punto di vista personale la sua storia lo spinge a rendersi conto della centralità dei gruppi,all’interno della vita, e proprio per questo motivo è il primo in assoluto che parla di dinamica di gruppo. Il grande merito di Lewin è quello di essere riuscito a coniugare due grandi aspetti del comportamento umano: quelli che derivano dalle caratteristiche delle situazioni e quelli che derivano dalle caratteristiche disposizionali. Coniugando l’idea di comportamento sociale come interazione tra ASPETTI SITUAZIONLI e ASPETTI DISPOSIZIONALI del singolo,Lewin crea una nuova definizione della psicologia sociale. Affermava che è importante,per la scienza psicologica, integrare l’esperienza teorica con quella pratica,sulla scia del concetto galileiano secondo cui gli eventi di per se sono già conformi a leggi universali. La prima cosa che la psicologia sociale deve fare è interessarsi dello studio delle situazioni analizzando ,quindi, la dinamica di interazione tra individuo e situazione. In secondo luogo tutti i fenomeni studiati vanno letti come i rapporto tra aspetti oggettivi della situazione e aspetti soggettivi della percezione del singolo…questo crea le basi per l’interazione tra teoria e pratica,per questo motivo Lewin concettualizza il comportamento come interazione tra: TRATTI SITUAZIONALI TRATTI DISPOSIZIONALI Lewin si forma a Berlino dove ha tantissimi contatti con la scuola psicoanalitica e la scuola della Gestalt. Con la prima condivide l’idea che i processi dinamici sono influenzati attraverso una ristrutturazione cognitiva dell’ambiente psicologico. Ma è vero che il modo di indagare questa attività è diverso perche la scuola psicoanalitica vuole un’indagine clinica,mentre Lewin utilizza un metodo sperimentale. Per quanto riguarda la scuola della Gestalt(conoscenza=percezione degli oggetti )essa afferma che UNA STRUTTURA SI COMPRENDE SOLO ATTRAVERO L’ESAME DELLE RELAZIONI CHE CORRONO TRA LE PARTI. Lewin,da buon gestaltista quale è, afferma che è necessario esaminare le modalità in cui le situazioni possono influenzare i processi cognitivi e percettivi di una persona,per capire come cambia il comportamento di una persona in relazione alla situazione. 1.2 TEORIA DEL CAMPO Il campo psicologico per Lewin è l’insieme dei concetti per mezzo dei quali è possibile rappresentare la realtà psichica. Come faccio ad analizzare il campo psicologico? Analizzando i rapporti causali dei costrutti scientifici,per mezzo dei quali noi siamo in grado di fare delle affermazioni generali su quelle che sono le condizioni che consentono il mutamento sociale. Lewin distingue tre livelli di cambiamento sociale: 1)Spazio di vita(SOGGETTIVI): la persona e l’ambiente, così come viene percepito dalla persona.Quindi nello spazio di vita abbiamo tutti i fatti possibili, tutti gli oggetti e gli elementi significativi per il soggetto dal punto di vista psicologico ,determinanti per realizzare il suo comportamento. Un primo mutamento quindi deve avvenire nello spazio di vita. 2)Processi fisici e sociali che non rientrano nello spazio di vita del soggetto,quindi più esterni.(OGGETTIVI) 3)Part del mondo fisico e sociale che influenzano la vita del soggetto in quel preciso momento,per esempio i processi di percezione,e stanno al confine tra l’oggettivo e il soggettivo. Lewin rende possibile il cambiamento attraverso queste tre aree. Quindi la teoria del campo è influenzata dal soggettivo,dall’oggettivo e, in mezzo ,dalla zona di confine dove oggettivo e soggettivo si mischiano influenzando lo stile di vita. ELISABETTA FORTE

La teoria del campo è la totalità dei fatti coesistenti ,concepiti come mutualmente interdipendenti per l’individuo in un momento dato .Questo è il campo psicologico. La causa di un comportamento non si può ricondurre solo a processi individuali ma ai rapporti che esistono tra le varie forze presenti nel campo psicologico. Il campo è quel costrutto che lega la persona ,e quindi i nostri processi individuali,all’ambiente. C=f(PXA)

Il comportamento è in funzione della persona per l’ambiente .

La funzione,mettendo in relazione persona e ambiente,genera lo spazio di vita. Questa legge deve applicarsi completamente a quel momento dato che l’individuo vive nelle varie circostanze. SPAZIO DI VITA (ELEMENTI FONDAMENTALI) Quali sono i concetti che coesistono nello spazio di vita? Persona e ambiente =totalità unitaria e integrata. Il comportamento è la risposta che quella persona o quel gruppo(chiamati AGENTE SOCIALE) sperimenta all’interno dell’ambiente in cui è situato. L’AMBIENTE PSICOLOGICO è l’insieme di oggetti,persone,attività e situazioni con cui l’individuo è in rapporto. E’psicologico perche ha: - una dimensione temporale,cioè il rapporto che l’individuo ha con quest’insieme di oggetti può comprendere elementi non per forza del presente;per esempio se minacciamo una punizione non parliamo del presente ma di un futuro ed è ugualmente fondamentale perchè si crei un’ambiente psicologico anche se futuro. -una dimensione di realtà/irrealtà,questi elementi non devono essere per forza reali ma possono essere anche irreali,eventi possibili possono incidere lo stesso sul comportamento e sulle relazioni sociali,tipo le minacce terroristiche. La struttura dell’ambiente e le forze presenti nel’ambiente non sono oggettive ma vengono filtrate attraverso i bisogni e i desideri dell’individuo stesso. L’ambiente psicologico è diviso in regioni. La PERSONA invece è formata da uno strato più esterno e uno più interno.In quello più esterno troviamo il sistema percettivo motorio che agisce in maniera unitaria e ha una funzione strumentale specifica,ossia serve a rappresentare la frontiera tra le regioni individuali della persona e l’ambiente che circonda il sistema percettivomotorio. Nella zona percettivo-motoria si colloca il linguaggio,un processo che ci consente di far dialogare le nostre regioni interne con le caratteristiche situazionali dell’ambiente. In quello più interno e personale si trova appunto la sfera interna e personale la quale è suddivisa in celle p (zone periferiche) e celle c (zone centrali). Le regioni dell’ambiente e quelle della persona sono separati da confini permeabili permettendo l’interazione dell’individuo con i fattori esterni. Una persona che si sposta tra le varie regioni del campo psicologico può attuare dei comportamenti chiamati LOCOMOZIONI SOCIALI. Con la connessione tra le varie regioni si ha la possibilità di scegliere verso dove andare,e questo si può attuare attraverso la fluidità dei confini delle regioni,fluidità data dalla permeabilità o meno delle regioni. Le locomozioni nascono da un bisogno che può aumentare l’attenzione all’interno di una certa regione della sfera personale e questo ne crea uno squilibrio all’interno. Lo combattiamo mettendo in moto l’energia psichica,quei processi che ci consentono di leggere gli ambienti e trovarvi gli oggetti(intensità e valori che gli attribuiamo) necessari per l’attivazione dei nostri comportamenti. Gli oggetti dell’ambiente diventano i mezzi per soddisfare i nostri bisogni. 1.3 I GRUPPI AMERIO: ‘’Il gruppo è il vero ambiente sociale con il quale l’individuo entra in contatto” in vari momenti della sua esistenza. Lewin per primo si rende conto di questo,di come l’ambiente è concretizzato nella vita attraverso i gruppi. Le persone, attraverso la loro vita, nei gruppi sono in grado di modificare le caratteristiche dell’ambiente e vivendo nei gruppi possono rappresentarli attraverso il senso di appartenenza. Il gruppo è un fattore di mediazione tra l’individuo e il sistema sociale. Lo studiamo analizzando i meccanismi di base del gruppo e rappresentando in piccolo il sistema sociale parcellizzandolo in piccoli gruppi, le cui caratteristiche sono la trasposizione dei più grandi sistemi sociali. Lavorando sui gruppi,quindi sulla loro interazione sociale(la quale tiene unito il gruppo sviluppando l’appartenenza del singolo) noi siamo in grado di evincere le caratteristiche strutturali di interi sistemi sociali. Il gruppo diventa essenziale per la comprensione di tutte le dinamiche sociali attraverso due filoni di ricerca:le ricerche sulla leadership e le ricerche sui processi decisionali.

ELISABETTA FORTE

1.4 RICERCHE SULLA LEADERSHIP Quando Lewin inizia interrogarsi sulla leadership parte dalla domanda “come è possibili innescare il cambiamento individuale e quello di gruppo?”. Per fare questo i suoi primi studi,tra il 37-40 a ridosso della seconda guerra mondiale, nascono dalla necessità di sviluppare delle procedure che spieghino la vita del gruppo e le dinamiche della leadership. Lewin tenta di dimostrare che molto spesso l’efficienza del gruppo dipende dal tipo di clima che si crea all’interno del gruppo stesso e come i modelli del gruppo influenzano l’individuo. Lavora sul clima sociale del gruppo partendo dal leader;nel 1939 attiva due esperimenti,il primo condotto interamente da Lippit e poi ampliato da Lewin e White. Il primo esperimento aveva come scopo l’induzione di un clima sociale, all’interno di gruppi studiati,attraverso la creazione di due stili di leadership. Nei due gruppi di 5 soggetti adolescenti ciascuno(10-11 anni)veniva creata una leadership democratica e una autocratica. Essi avevano i compito di costruire maschere teatrali. Nel secondo esperimento ,quello ampliato, oltre alla leadership autocratica e democratica si introduce la leadership permissiva o laissez-faire. Parliamo di 4 gruppi costituiti ognuno da 5 preadolescenti di 10 anni:si studiano le reazioni che i soggetti adolescenti hanno nel passaggio da uno stile di leadership all’altro. Queste reazioni si studiano nel corso di 5 mesi su 4 leader adulti che si alternano nei gruppi per 6 settimane, ricoprendo per ciascuna settimana uno stile di leadership differente. Vengono creati sperimentalmente questi tre stili si leadership: - i leader autocratci impongono tutto nell’attività di gruppo. Sono presenti ordini che interrompono l’attività di gruppo e critiche non costruttive. Ha creato gruppi di tipo autoritario,discriminati al loro interno.L’autocrazia può essere divisa in :  

gruppi autocratici apatci:dominati dal leader forte che percepisce la loro incapacità di agire e di iniziativa. gruppi autocratici aggressivi: reagiscono con frustrazione al senso di incapacità innescata dalla leadership e sfogano la loro frustrazione in comportamenti aggressivi vero il leader stesso.

Questi due gruppi dipendono direttamente dal leader e hanno la necessità di attirare la sua attenzione altrimenti non riescono a fare nulla. Questo crea delle differenze di status molto forti posizionandosi,il leader ,al vertice di tutti. Nella leadership autocratica si tende a verificare l’esistenza di sottogruppi:se c’è una figura molto dominante è difficile che si creino dei legami fra i pari all’interno di tutto il gruppo;piuttosto si creano dei legami tra il leader e un solo membro e creandosi questa sorta di sottogruppo si può dare inizio tutto il processo di attività. Se il leader manca,il solo membro non è in grado di mandare avanti l’attività e per questo i fermano tutte le attività. Quello che fa andare avanti questi gruppi è lo scopo e la presenza di un leader. - i leader democratci coinvolgono l’intero gruppo (all’interno del quale i membri sono liberi di scegliersi)nelle decisioni da prendere. All’interno abbiamo stimoli di iniziativa personale,cordialità e fiducia,realismo, aiuti e suggerimenti. Le differenze di status sono meno rilevanti e si formano sottogruppi tra pari meno rigidi,data la scarsa presenza di un leader,consentendo la creazione di rapporti più spontanei, tra i soggetti ,che potenziano le relazioni. Questi gruppi sono fondati sul gruppo nella sua totalità,senza sottogruppi o piccole relazioni. - i leader laissez-faire non influenzano e non controllano i ragazzi e gli esiti sono infatti molto differenti rispetto ai primi. I leader che adottano questi stili creano dei climi sociali differenti tra i gruppi ,a seconda dello stile che adottano. Abbiamo richiesta di informazioni continua per svolgere compiti,rallegramenti,approvazioni,realismo(negli aspetti relazionali dell’attività). Valutando le risposte di questo gruppo ci si rende conto che nel 37% delle attività svolte c’era la richiesta di informazioni,e questo testimonia che non c’è gruppo e quindi nessun clima sociale. Le relazioni all’interno di questi climi sociali differenti connotano un utilizzo dei comportamenti aggressivi discriminati a seconda dello stile di leadership adottato. Abbiamo che l’aggressività è frequentissima nei gruppi autocratici e meno in quelli democratici,dove è rivolta verso l’esterno. Questo conferma che c’è un’influenza esercitata dai leader sul clima sociale e Lewin ha una controprova di questa validazione attraverso due indicatori: il primo è legato al trasferimento che due preadolescenti fecero: una passò dal gruppo democratico al gruppo autocratico e l’altra dall’autocratico al democratico. Nel trasferimento da un gruppo all’altro il comportamento ha rispecchiato l’atmosfera del gruppo a cui apparteneva. Un secondo indicatore importante è il linguaggio,lavorano soprattutto sul sistema pronominale ,sull’occorrenza dell’Io come presenza individuale e sull’occorrenza dell’Noi come senso di appartenenza al gruppo. ELISABETTA FORTE

Nel gruppo democratico c’è un uso più intenso del noi (32%) contro il 64% dell’io,nel gruppo autocratico il noi viene usato al 18% e l’io all’82%. Questo significa che il comportamento dei singoli è influenzato dal clima sociale di appartenenza. Questo tipo di studi ha una fortissima implicazione politica e scientifica,a partire da questi studi di Lewin si sviluppa la scuola di Adorno, e dal punto di vista politico scopriamo che il gruppo è manipolabile in base a dei fattori che facilitano e altri che inibiscono certi comportamenti e nel clima del totalitarismo, di Hitler e Mussolini ,questo è importantissimo. Le differenze tra questi gruppi riguardano due aspetti: Motvazione:nei gruppi autoritari non c’è una maturazione prodotta dai membri ma indotta dal leader che li incita ad implementare le attività,nel gruppo democratico se l’agente sociale è il gruppo nella sua totalità e unitarietà,il leader anche se presente è irrilevante e quello che incide è l’interazione tra i membri stessi,il reciproco riconoscimento e la reciproca responsabilizzazione. Frustrazione: la frustrazione è forte laddove il comportamento del leader è autoritario,con gli autocratici apatici c’è un’accettazione rassegnata della incapacità,con successiva interiorizzazione,negli autocratici aggressivi la sottolineatura della propria incapacità si traduce in lotte riportate all’esterno del gruppo. La situazione cambia in democratici e permissivi,nei permessivi la reazione è di pacatezza mentre nei democratici troviamo la trasformazione della frustrazione in punto di forza,una risorsa, per tutto il gruppo. Lavorano maggiormente sulla relazione tra membri mettendo in gioco strategie per combattere la frustrazione come la COOPERAZIONE. Da qui capiamo bene come un elemento molto negativo possa essere trasformato in uno positivo. RISULTATI: confermano un’interdipendenza tra ruolo del leader,il clima sociale del gruppo(come si riflette sulla storia dello stesso),influenza comportamenti sociali dell’intero gruppo e del singolo che, attraverso i tratti sociali dell’identità, vanno a riflettersi sulla personalità dello stesso. Esiste una strettissima relazione tra la sua storia individuale - la percezione della situazione del gruppo - la condotta del gruppo.

Il gruppo a cui la persona appartiene e la cultura in cui vive ne determinano il comportamento e il carattere. 1.5 RICERCHE PROCESSI DECISIONALI Quando Lewin attiva i due studi sui processi decisionali parte sempre dallo stesso presupposto: “come si può innescare il cambiamento sociale?” Siamo ancora a ridosso della seconda guerra mondiale. Lewin si interessa sia della presa di decisio...


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