Stadi DI Sviluppo DI Erikson PDF

Title Stadi DI Sviluppo DI Erikson
Author sara abbadini
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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STADI DI SVILUPPO DI ERIKSON Erikson individua vari stadi psicosociali che devono essere attraversati dalla persona. Ogni stadio è legato ad un conflitto bipolare e caratterizzano l’intero ciclo di vita dell’individuo (Life-Span Developmental Psychology). Il passaggio allo stadio successivo avviene quando l’individuo riesce a superare una crisi evolutiva, che lo porta ad interagire con la realtà esterna. Lo scopo di questi stadi, per Erikson, è quello di realizzare l’ integrità dell’Io. Lo studioso in questione, inoltre, ritiene che ogni elemento della persona sia già presente prima della sua emersione. Una delle componenti che caratterizza principalmente la psicologia di Erikson rispetto alla psicoanalisi classica, è quella di avere riconosciuto un dinamismo anche ai periodi di vita adulto o senile. Per Erikson il ciclo di vita, pur essendo suddiviso in tappe, viene inteso come un continuum. La crisi, per l’autore in questione, non assumono una connotazione negativa, ma rappresentano una scelta per affrontare una problematica. Il superamento della crisi consentirà all’individuo di emergere con un senso di unità interiore e di porsi alle spalle i problemi. Erikson osservò che anche se tutti i bambini affrontano gli stessi stadi, ogni cultura ha il suo modo di dirigere e promuovere il comportamento del bambino in relazione ai suoi valori. Il contributo fondamentale di Erikson alla psicoanalisi sta nell’avere riconosciuto che lo scopo della vita è quello di ricerca di identità, di dare significato e coerenza alla propria esistenza, mentre per Freud l’esistenza si risolveva nei conflitti che attraversavano l’individuo e nei suoi meccanismi di difesa. Per Erikson la psicoanalisi è un metodo storico, in quanto interpreta i dati che emergono nel contesto clinico in funzione di un’esperienza passata, per cui l’analisi cerca di venire a capo dell’evoluzione psicologica dell’individuo. Il primo stadio della teoria in questione va dalla nascita ad un anno ed è chiamato oralerespiratorio sensorio. Tale periodo si basa sulla possibilità per il bambino di sviluppare una fiducia basica o una sfiducia di base. Nel primo caso il bambino, sulla base del rapporto con la madre fatto di condivisione e regolazione reciproca, accetta nutrimento e protezione a acquisisce fiducia nella

vita. Nel secondo caso, invece, il rapporto con la madre determinerà nel bambino una sfiducia di base. In questo periodo i contatti seguono una modalità incorporativa e la libido si concentra sulla bocca e i sensi. Il secondo stadio va dai due ai tre anni ed è caratterizzato dalla modalità del trattenere e del lasciare andare. In questa fase il bambino impara ad avere il controllo dei movimenti muscolari. Il bambino inizia a sviluppare una differenziazione con l’ambiente: se questo non sarà troppo costrittivo egli svilupperà l’autonomia, in caso contrario diventerà dipendente, insicuro e svilupperà vergogna. Il terzo stadio è quello dello spirito d’iniziativa contrapposto al senso di colpa e va dai quattro ai cinque anni. In questa fase il bambino si mostra curioso verso il mondo esterno e manifesta spirito d’iniziativa. Tutto ciò lo porta a staccarsi dai genitori: se questi ostacoleranno la sua operosità e le sue iniziative egli svilupperà aggressività e senso di colpa; se al contrario i genitori lo favoriranno egli svilupperà voglia di agire e di conoscere. La quarta fase è quella dell’industriosità opposta al senso di inferiorità e va dai 6 anni all’inizio della pubertà. Questo periodo, che corrisponde al periodo di latenza freudiano, è importante per l’apprendimento e la socialità. Il bambino infatti inizia a confrontarsi con i coetanei e a lavorare in gruppo. L’esito positivo di questa fase porterà il bambino a sviluppare un senso di industriosità e competenza. Esperienza negative, invece, porteranno ad un senso di inferiorità ed isolamento. Il quinto stadio è quello dell’identità opposto alla confusione dell’identità e attraversa tutto il periodo adolescenziale. In questa fase l’adolescente si trova davanti il compito di conquistare una nuova identità, diversa da quella infantile. Erikson al riguardo distingue l’identità dell’Io dall’identità del Sé. L’identità dell’Io è il risultato delle funzioni organizzatrici dell’Io nei confronti del mondo esterno, ossia dell’ambiente; l’identità del Sé invece l’unione delle immagini di sé presenti, passate e future. Il rischio insito in questa fase è la cosiddetta diffusione dell’Io, con la tendenza al conformismo e all’assimilazione di modelli esterni. Alcuni studiosi hanno dato nuovi contributi allo studio dell’identità. Secondo Marcia l’identità potrebbe assumere quattro differenti strutturazioni. I soggetti con

identità stabile sono

indipendenti ma allo stesso tempo riescono a vivere relazioni intime, hanno una buona autostima e capacità di resistenza al conformismo.

Nell’identità differita, invece, la persona gode di un elevato funzionamento psicologico, è in grado di apprezzare l’intimità ma non ha ben presente le caratteristiche della sua identità né è in grado di riferire circa i suoi progetti futuri. Marcia poi individua la preclusione dell’identità e l’identità dispersiva. La preclusione dell’identità si caratterizza per il fatto che l’individuo non ha attraversato la fase dell’esplorazione, per cui è soggetto alla manipolazione e alle pressioni sociali. L’identità dispersiva, invece, è propria del soggetto privo di un senso stabile dell’identità, che si sente vulnerabile e che prova difficoltà a vivere relazioni intime. Il sesto stadio preso in considerazione da Erikson è quello della giovinezza, in cui si ha l’intimità opposta all’isolamento. La costruzione dell’identità personale, che caratterizzava lo stadio precedente, dà la possibilità al soggetto di affrontare il compito proprio dello stadio in oggetto, che è quello di realizzare una relazione intima con un soggetto di sesso opposto. Il soggetto che non ha costruito un nucleo di identità personale, invece, non sarà in grado di costruire una relazione intima, per cui si troverà in uno stato di isolamento. Lo psicologo Vaillant, a seguito di studi longitudinali, ha integrato la teoria di Erikson attraverso l’inserimento di due ulteriori stadi. Egli dopo la fase sei, caratterizzata dall’intimità e isolamento, colloca il consolidamento della carriera, che trae frutto dall’acquisizione di competenze e capacità creative ed è contrapposto all’assorbimento del sé, in cui l’individuo è demotivato. Lo stadio sette è quello dell’età adulta, in cui la generatività si oppone alla stagnazione. Il compito di questa fase è la generatività, intesa non solo come procreazione ma anche come trasmissione alle nuove generazioni di valori e speranze. La posizione antitetica è invece quella della stagnazione e concentrazione su di sé. Lo studioso Vaillant dopo questo stadio inserisce la fase del custode di significato, in cui il soggetto pone la sua esperienza al servizio della comunità. Lo stadio otto della speculazione di Erikson è quello proprio della maturità e senescenza, che coincide con l’ultima fase dello sviluppo e in cui l’integrità dell’Io è opposta alla disperazione. L’integrità dell’Io si caratterizza per l’accettazione e la soddisfazione per il proprio ciclo di vita, mentre la disperazione è definita dal senso di fallimento che vi è insito....


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