Vygotskij - LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE PDF

Title Vygotskij - LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE
Author Teresa Meccio
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE...


Description

VYGOTSKIJ APPROCCIO STORICO-CULTURALE Vive in Russia tra la fine del 1800 e il 1930 (contemporaneo a Piaget), morendo a soli 38 anni. Appartiene alla psicologia russa quindi è scoperto tardivamente, anche se le sue scoperte sono di estrema rilevanza: le sue opere infatti sono conosciute in Occidente solo a partire dagli anni sessanta dopo la prima traduzione in inglese di Pensiero e Linguaggio. Il suo approccio, che ha l’obiettivo di costruire una psicologia modellata sui principi del marxismo, è definito storico-culturale (=gli individui nascono e crescono all’interno di un percorso storico durante il quale è veicolata una cultura specifica > la storia di ciascuno plasma lo sviluppo). In generale, la sua idea si contrappone a quella di Piaget nella visione di uno sviluppo dell’intelligenza secondo stadi universalmente validi (non esistono per V.) perché il concetto di sviluppo cognitivo dipende ed è esclusivamente determinato dall’interazione dell’individuo con gli oggetti. Vygotskij sostiene invece la relatività dello sviluppo cognitivo in rapporto alla cultura di appartenenza del singolo e al suo contesto storico di riferimento (la cultura ci plasma sulla base del contesto storico che viviamo).

CONCETTI BASE È considerato il fondatore della scuola storico-culturale. Inoltre studia lo sviluppo psichico delle funzioni psichiche superiori (es. ragionamento) e l’influenza delle variabili culturali sui processi cognitivi. A ciò aggiunge il concetto di ambiente/contesto, per il quale gli esseri umani sono inseriti all’interno di un tessuto sociale, e di conseguenza, il comportamento umano non è decodificabile e interpretabile al di fuori di un contesto (l’ambiente influenza il comportamento) > bambino-in-un-contesto (analizzare il contesto in cui vive il bambino), per cui il bambino non è un organismo universale e costante che opera nel vuoto e la mente è, per sua natura, sociale. Quindi il contesto socio-storico-culturale definisce e plasma ogni bambino e la sua esperienza. Ma l’influenza è bidirezionale per cui, nello stesso tempo, i bambini esercitano un’influenza sul contesto: a causa di questa interrelazione, osservare il bambino e ignorare il contesto distorce la nostra concezione sulla natura delle persone: focalizzarsi solo sul bambino induce a cercare in lui le cause del comportamento piuttosto che nel contesto. Individua quindi la relazione individuo-ambiente come cardine dello sviluppo cognitivo, relazione che è sempre mediata dalla cultura. Solo nell’interazione sociale è infatti possibile comprendere i comportamenti umani in quanto essa media la produzione di oggetti e strumenti, e i loro uso: attraverso il lavoro infatti, attività sociale per eccellenza, l’uomo diventa promotore del proprio sviluppo psichico. A testimonianza di ciò, la storia umana inizia con la trasformazione della natura per opera dell’uomo, cambiamento attraverso cui l’uomo si storicizza.

LA FILOGENESI DELLE FUNZIONI PSICHICHE SUPERIORI Il Marxismo, che influenza Vygotskij, afferma che: ⇨ L’uomo trasformando la natura con il suo lavoro trasforma anche se stesso > implica bidirezionalità in quanto l’ambiente facilita l’espressione di un comportamento e a sua volta l’individuo con un comportamento influenza l’ambiente ⇨ Il linguaggio è nato come messo di interazione sociale e rende possibile la coscienza Vygotskij dunque critica il modello di cognizione piagetiano disconoscendo i suoi stadi come avulsi dal contesto socio-storico-culturale, contrapponendo a tale modello quello dell ’interazione sociale: rapporto, mediato dalla cultura grazie al linguaggio, trasmesso di generazione in generazione, tra individui interagenti in piccoli gruppi. Inoltre distingue:

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● Strumenti tecnici (strumenti) → sono strumenti oggettivi e materiali rivolti al mondo esterno per produrre un cambiamento ● Strumenti psicologici (“organi artificali” = segni) → sono rivolti all’interno per influenzare (regolare e controllare) il comportamento, capaci di favorire nell’uomo un miglior adattamento all’ambiente. Quando si interagisce nell’ambiente fisico con altre persone si utilizzano strumenti materiali (tecnici > dai più semplici attrezzi di pietra alle macchine più sofisticate) o psicologici (simboli > il linguaggio, gli strumenti di calcolo, i disegni, i diagrammi, la scrittura, le discipline scientifiche, l’arte…), strumenti come organi artificiali grazie ai quali l’uomo ha modificato il proprio adattamento all’ambiente. Nell’uomo dunque si stabilisce una duplice relazione: con il mondo fisico (strumenti materiali) e con il mondo sociale (strumenti psicologici). L’interazione con altri esseri umani e gli strumenti psicologici rende possibile la formazione delle funzioni psichiche superiori a partire dalle attività psichiche inferiori. ▪ Attività psichiche inferiori → sono condivise con gli animali, come la comunicazione basata su suoni e movimenti espressivi, il comportamento istintivo, l’apprendimento mediante condizionamento ▪ Attività psichiche superiori → possibili grazie agli strumenti materiali e psicologici, supportando le nostre funzioni cognitive, come il ragionamento, la possibilità di esprimere la propri volontà, l’uso di un pensiero logico, l’uso di processi di attenzione volontaria, di concetti astratti, della memoria logica, della pianificazione delle azioni in vista di un progetto Quindi le funzioni psichiche superiori non sono predeterminate (quelle inferiori si), non sono il risultato della sola evoluzione biologica ma dello sviluppo storico delle società umane.

ONTOGENESI DELLE FUNZOIONI PSICHICHE SUPERIORI Gli esseri umani contemporanei sono il prodotto di due sequenze: 1. Evoluzione biologica 2. Storia sociale e culturale Quindi l’aspetto fondamentale dello sviluppo è l’acquisizione degli strumenti materiali e psicologici della società culturale di riferimento attraverso l’ istruzione e l’interazione con altre persone. L’acquisizione di nuovi strumenti culturali avviene sempre all’interno di interazioni sociali secondo le modalità definite dalla legge di sviluppo delle funzioni psichiche superiori. Ogni funzione psichica superiore compare sempre due volte nel corso dello sviluppo infantile: 1) Prima appare come attività collettiva e sociale, ossia funzione interpsichica 2) Successivamente appare come attività individuale, ossia funzione intrapsichica Esempio: effetti del linguaggio sullo sviluppo cognitivo = apprendimento del linguaggio consente di comunicare con gli altri, di discutere, di regolare il loro comportamento chiedendo che facciano o che gli diano qualcosa e di essere a propria volta regolati. Le attività interpersonali o interpsichiche sono poco per volta interiorizzate e diventano individuali o intrapsichiche; ad esempio, il bambino comincia ad usare il linguaggio per regolare il proprio comportamento e programmare le proprie azioni: ● Prima parlando da solo a voce alta, giocando o disegnando ● Il linguaggio viene interiorizzato e verso i 7/8 anni non ha più bisogno di parlare a voce alta perché dispone di un linguaggio interiore Il linguaggio interiorizzato consente al bambino di pensare a ciò che sta facendo o che ha intenzione di fare e rende possibili anche altre attività psichiche:

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⇨ Analizzare differenti punti di vista, come se si dovesse motivare il proprio a interlocutori che non o condividono e sollevano obiezioni ⇨ Si effettua individualmente e interiormente un’attività che prima si sapeva svolgere solo in modo esterno e sociale, parlando con gli altri ⇨ Il ragionamento, ossia un’attività intrapsichica, deriva dall’interiorizzazione della discussione Lo sviluppo delle funzioni psichiche superiori consiste in apprendere e interiorizzare le attività sociali. Nello sviluppo delle diverse abilità è possibile distinguere due livelli: 1. Attuale → si valutano adesso le capacità del bambino, comportamenti interiorizzati 2. Potenziale → si valutano le abilità ancora latenti e in formazione Lo scarto tra attuale e potenziale si individua partendo dal livello attuale. Si parla allora di zona di sviluppo prossimale e di scaffolding: il bambino raggiunge una competenza grazie all’interpsichico che diventa intrapsichico; bisogna dunque potenziare lavorando sull’interpsichico che diventa intrapsichico.

ZONA DI SVLUPPO PROSSIMALE È la distanza tra il livello attuale di sviluppo così come è determinato dal problem solving autonomo e il livello più alto di sviluppo potenziale così come è determinato attraverso il problem solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci. L’adulto esperto o il compagno più esperto risolve il problem solving nell’interpsichico trasformando il potenziale in attuale → processo di apprendimento. Tuttavia V. distingue tra apprendimento prescolare e scolare poiché solo con la scuola si introduce la zona di sviluppo prossimale; in particolare individua due livelli di sviluppo: 1. Sviluppo effettivo, risultato del completamento di specifici cicli evolutivi; definisce le funzioni psichiche giunte a maturazione 2. Sviluppo potenziale, determinato attraverso il problem-solving non autonomo ma sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci Inoltre, lo sviluppo procede dialetticamente (tesi + antitesi = sintesi), e non termina con la maturazione dei processi cognitivi, ma permane tutta la vita. Questa visione conflittuale dello sviluppo richiama quella piagetiana di equilibrazione; tuttavia, mentre in Piaget attivo è il bambino, in un contesto passivo, V. attribuisce un ruolo decisivo all’educazione scolastica, alla guida degli adulti, alla collaborazione tra le persone, agli strumenti psicologici => non esiste uno sviluppo unico ma differenti processi di sviluppo in culture tra loro diverse > visione sociostorica dell’uomo e della vita: sono le forze ambientali a dirigere e modellare lo sviluppo del bambino e delle sue capacità cognitive. Una persona più competente collabora con il bambino per aiutarlo a muoversi da dove si trova adesso a dove può trovarsi con un aiuto attraverso suggerimenti, informazioni, fungendo da modello e con spiegazioni, domande che indirizzano il bambino sulla giusta strada, con la discussione, la partecipazione collaborativa, l’incoraggiamento, il controllo dell’attenzione del bambino. Gli adulti dunque si offrono come modelli di riferimento per il bambino, aiutandolo a perfezionare le sue abilità (deve imparare ad apprendere, sopravvivere, relazionarsi). Gli adulti forniscono contesti facili da usare che aiutano i bambini a perfezionare le abilità necessarie per sopravvivere e ottenere buoni risultati nel tipo di cultura in cui sono immersi. “La zona di sviluppo prossimale definisce quelle funzioni che non sono ancora mature, ma sono in un processo di maturazione, funzioni che matureranno domani ma sono al momento in uno stadio embrionale. Queste funzioni potrebbero essere chiamate i ‘fiori’ degli sviluppo piuttosto che i ‘frutti’ dello sviluppo. Il livello reale di sviluppo caratterizza lo sviluppo mentale retrospettivamente, mentre la zona di sviluppo prossimale caratterizza prospettivamente lo sviluppo”. 3

La zona di sviluppo prossimale è possibile sono interagendo socialmente; può riferirsi a ogni situazione in cui un’attività sta portando il bambino oltre il suo attuale livello di funzionamento. Quindi essa piò operare nel gioco, nel lavoro, negli studi scolastici. Discrepanza tra comprensione e produzione (ripetizione meccanica): la nuova abilità deve essere compresa dal bambino, anche se non la sa padroneggiare autonomamente; l’adulto fornisce il supporto necessario affinché il bambino diventi capace di produrre abilità che è in grado di comprendere. Il bambino sa fare da solo ciò che prima era in grado di fare solo con la guida dell’adulto => l’abilità è stata interiorizzata. L’intervento educativo dunque deve basarsi sul livello potenziale, e gli insegnanti ed educatori devono modulare l’intervento differenziando la quantità di supporto necessario in funzione della velocità di apprendimento degli allievi. Il contesto è essenziale per la valutazione delle abilità cognitive del bambino: ogni individuo possiede un potenziale intellettivo individuale che non viene messo in luce se si utilizzano strumenti di misura esclusivamente individuali (Simon e Binet). I test intellettivi misurano il funzionamento mentale di un individuo ma senza considerare che le funzioni mentali si stanno sviluppando e devono essere osservate proprio nel processo di costruzione e cioè nelle attività di collaborazione tra pari (apprendimento collaborativo e reciproco).

LE ORIGINI SOCIO-CULTURALI DEL FUNZIONAMENTO MENTALE UMANO L’interazione tra bambino e adulto sul piano interpsichico (da mente a mente) viene internalizzata nella mente del bambino, ossia sul piano intrapsichico (all’interno della mente) > ciò che è esterno diventa interno. In questo senso il pensiero è sempre sociale e riflette la cultura. L’internalizzazione dei processi sociali può essere osservata durante lo spostamento attraverso la zona di sviluppo prossimale. Il pensiero è riflesso dell’interazione sociale calata nel contesto storico e culturale specifico. Durante questa interazione ciò che si apprende si interiorizza. FUNZIONAMENTO MENTALE MEDIATO DA STRUMENTI FORNITI DALA CULTURA Cultura storica della mente: l’invenzione di strumenti nel corso della storia di una cultura apporta cambiamenti nel modo di pensare delle persone che appartengono a quella cultura. Dunque, culture diverse enfatizzano diversi tipi di strumenti (ad es. verbali o non verbali), di capacità (lettura, matematica o memoria spaziale) e di interazione sociale (istruzione scolastica o apprendisti) a causa di diversi bisogni e valori culturali. L’uomo moderno è il risultato di tre periodi evolutivi: 1. Trasformazioni determinate dall’evoluzione che hanno plasmato l’uomo 2. Periodo storico-culturale che trasforma l’uomo da primitivo a moderno attraverso il lavoro 3. Ontogenesi dello sviluppo psichico che trasforma il bambino in adulto In particolare, il linguaggio è lo strumento psicologico più importante: libera dall’esperienza percettiva immediata e permette di rappresentarsi il non visto, il passato (ricordato dalla mamma) e il futuro (sul quale proiettiamo i nostri desideri e le nostre prospettive, in cui il bambino è proiettato dal papà). Infatti pensiero e linguaggio sono in relazione dinamica: comprensione e produzione del linguaggio trasformano (non solo influenzano) i processi di pensiero. Secondo Rogoff, ogni aspetto della cultura influenza lo sviluppo del bambino: la cultura esprime così il modo in cui un gruppo risponde alle difficoltà poste dai bisogni evolutivi degli individui. L’inculturazione è dunque il processo mediante il quale il bambino interiorizza progressivamente e naturalmente gli elementi della cultura propri della società nella quale è nato, secondo una propria rielaborazione.

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RAPPORTO PENSIERO-LINGUAGGIO Per Piaget, nelle prime fasi di sviluppo il pensiero e il linguaggio sono egocentrici, ovvero non adattati alla realtà e non comunicabili agli altri. Per Vygotskij, invece, il primo uso del linguaggio è di tipo sociale e comunicativo; in seguito il linguaggio attraversa una fase egocentrica (il bambino commenta verbalmente le proprie azioni); infine si trasforma in linguaggio interiore o pensiero verbale. SVILUPPO COGNITIVO E APPRENDIMENTO Per Piaget, l’alunno apprende quando lo sviluppo cognitivo lo mette in condizione di farlo (finché il bambino non conquista il terzo stadio, fa fatica ad apprendere) → per apprendere bisogna aspettare le tappe dello sviluppo cognitivo, che sono determinate. Per Vygotskij l’alunno apprende se stimolato dall’insegnante e ciò promuove il suo sviluppo cognitivo → non mette in discussione i tempi dello sviluppo ma non considera il bambino più di tanto autonomo e aggiunge alla concezione stadiale il concetto di zona di sviluppo prossimale.

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