Storia della letteratura americana, G. FINK, Cap. Iv Tra due guerre PDF

Title Storia della letteratura americana, G. FINK, Cap. Iv Tra due guerre
Author Sofia Muneratti
Course Storia della cultura anglo-americana
Institution Università di Bologna
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Cap. IV TRA DUE GUERRE (1915 - 1945)...


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Riassunti Storia della letteratura americana – G.Fink – Cap. IV Tra due guerre (1915-1945): 1.Diamanti e code per il pane: Dopoguerra → ricerca privata di un senso e di un luogo → “generazione perduta” definizione di G.Stein. In quel momento c'era bisogno di guarire, attraverso la normalità (normalcy). Dopoguerra: trauma fisico e psicologico, crisi, disillusione, ricostruzione d'identità. Anni '20 → ottimismo, cambiamento, frenesia del vivere. Furono gli anni di Wall Street e del big business: grazie alla catena di montaggio, alla produzione di massa, l'industria automobilistica si era sviluppata; ritorno al laissez faire. Questo ottimismo però era solo di facciata: celava una tensione di sottofondo provocata dal fatto che la guerra era ancora ben presente nell'America. C'era la sensazione che la guerra fosse stata combattuta per interessi altrui. Il senso di disillusione e l'angoscia sono presenti nelle opere di autori (Hemingway, Dos Passos, Faulkner) in cui ritorna in modo ossessivo il tema della guerra come volontà di esorcizzare il ricordo degli orrori vissuti. Il mondo dopo la guerra era la “terra desolata” di T.S Eliot. La normalcy fu ottenuta ad un alto prezzo sociale. Dopo la crisi del dopoguerra ('19-'21) crebbero non solo il tenore di vita e i salari ma anche lo sfruttamento e la precarietà dei posti di lavoro. Intanto: -i neri dal Sud migravano al Nord; industrializzazione e urbanizzazione procedevano velocemente tanto che i contadini continuavano a perdere terreno; la produzione agricola scendeva e i prezzi crollavano. -grandi scioperi nel '19, scoppio di disordini a Chicago → “Red scare”: migliaia di americani furono fermati, perquisiti e arrestati, processati e deportati in Russia; due piccoli partiti comunisti furono costretti a diventare clandestini; '21:Sacco e Vanzetti (anarchici italiani accusati di un delitto non commesso) condannati all'esecuzione capitale. -Red Scare si trasformò in: paranoia, fanatismo religioso, nascita del Ku Klux Klan, sospetto nei confronti di un possibile nemico interno, sindrome dell'invasione. → non si poteva parlare di una vera civiltà americana. Durante gli anni '20 gli Stati Uniti erano però diventati da debitori, creditori: si assistette a un fenomeno di chiusura in sé stessi, voglia di allontanare responsabilità. → senso di disagio esistenziale e tragedia imminente. 24 ottobre 1929: Wall Street Crash. Arriva la crisi che travolge l'Europa e il mondo: squilibri sociali, nascita delle hoovervilles (baraccopoli di legno, lamiera e cartone), code per il pane. La più colpita fu la popolazione di colore, anche se continuava l'esodo di neri che fuggivano dal Sud, dove crescevano i linciaggi e venivano chiuse le fattorie. Vita dei contadini precaria. Nasce la figura dello hobo. Disoccupazione elevata e non solo circoscritta alle classi basse. Dal '33 le misure prese dal governo Roosevelt assorbirono un po' della disoccupazione, grazie a un programma di lavori pubblici. Ma ciò che non funzionava era la struttura economica. Nel '37-'38 ci fu una nuova crisi, la disoccupazione crebbe di nuovo. L'economia si risollevò solo nel '41, con l'entrata in guerra. Questo periodo lasciò tracce profonde nella cultura americana. Cultura anni '30 → complessa e contraddittoria. '33: si insediò il governo Roosevelt e inaugurò il New Deal, modello di ricomposizione reale e ideologica. Comunismo = altro modello → spiegazione complessiva dei fenomeni storico-sociali e il suo richiamo agli ideali di giustizia. Fu però un comunismo frainteso e superficiale, destinato ad alimentare altre disillusioni. 2.La cultura sull'altra sponda: Tra le due guerre: periodo di grande ricchezza espressiva per la letteratura americana. Agli inizi del secolo, nonostante la crescita intellettuale americana, si guarda ancora molto al modello europeo → complesso di inferiorità. In America non si era ancora del tutto favorevoli alla libera fioritura espressiva quindi in molti preferivano essere “ospiti” della cultura del vecchio mondo. Usa:dopo la guerra di secessione si era diffuso il collezionismo, di opere d'arte. 1913, Armory Show: mostra a New York e poi a Chicago e Boston. Negli Usa si videro quadri

impressionisti e grazie a questa mostra venne creato un nuovo e più ampio mercato per l'arte moderna. Inoltre si favorì lo sviluppo di un'arte americana, tesa a rappresentare geometricamente il paesaggio urbano e industriale. Gertrude Stein (1874-1946) → abolizione delle tonalità e delle individualità nei suoi esperimenti letterari. Scomposizione linguistica cubista. Fin dal 1903 fu a Parigi come collezionista e scrittrice, la Stein è un'artista che esemplifica la stretta interazione nel campo delle arti tipica del modernismo. La sua casa di rue de Fleurus divenne un importante salotto per tutti gli artisti americani che vivevano a Parigi. La Stein era nata negli Usa da una famiglia ebrea della borghesia imprenditoriale. Lei e il fratello cominciarono ad acquistare quadri di pittori famosi e non. Dalle sue frequentazioni artistiche lei voleva trarre ispirazione per il suo lavoro letterario. 1903 → stesura di Q.E.D o Things as They Are: usa il punto di vista privilegiato (center of conciousness) attribuendolo alla protagonista Adele; tema dell'individualità borghese di fronte alle leggi del mercato (incarnata da Helen, che vorrebbe tutto: amore e denaro). 1905 → Three lives: sperimentazione di tipo cubista, riprende il triangolo del precedente romanzo in chiave etero e ambientandolo tra la borghesia nera di una città americana. Usa il present continuous nei dialoghi per esprimere lo svolgersi del pensiero. Innovazioni stilistiche. 1933 → The Autobiography of Alice B. Toklas : libro che allargò di molto la sua fama. Congiunge americanità e sperimentazione. Hemingway trascorreva molto tempo nel salotto della Stein, mentre la Toklas intratteneva sua moglie e le mogli degli altri artisti ospiti. Erano molti gli americani presenti a Parigi; l'espatrio un fenomeno vasto e diversificato. Djuna Barnes: (1892- 1982) autrice di Nightwood (1936), romanzo che si svolge per buona parte a Parigi, che per le donne americane è la città del peccato, della sporcizia, della perversione e della bestialità. La Barnes è considerata atipica nel panorama degli espatriati: il suo esilio è anzitutto metaforico. 3.Sherwood Anderson: il “narratore di storie”: Sherwood Anderson (1876 – 1941): è innanzitutto uno scrittore di riferimento per altri scrittori. Le sue prime opere, Windy McPherson's Son (1916) e Marching Men (1917) parlano della crisi che si abbatte su personaggi sottoposti alle pressioni violente di una società che sta cambiando e dei tentativi di risolverla, individualmente e collettivamente. Tema della solitudine e dell'individuo soffocato dagli imperativi economici della società nelle sue aspirazioni e pulsioni erotiche → tema centrale in Anderson il cui ruolo funge da cerniera tra prima e dopo. Nei suddetti romanzi però questo tema non è adeguatamente espresso, perché non è il romanzo la vocazione di Anderson, che si rivela essere un “narratore di storie”. La sua opera più importante fu Winnesburg, Ohio: 26 racconti costruiti attorno ad altrettanti momenti della vita di alcuni cittadini del Winesburg, amata/odiata smalltown simbolo dell'America. Questi racconti risultano organizzati in una trama unitaria ed equilibrata dato che sono collegati da uno stesso registro (realismo opaco in cui irrompe improvvisamente l'irrazionale), stesso tema (solitudine in uno scenario fisso, bisogno e incapacità d'essere, nascere interiore di molte verità che diventano una verità sola e ossessiva che affiora nella stranezza, nella follia momentanea dei personaggi) e un personaggio-chiave (George Willard). Winnesburg, Ohio → svolta indubbia: si situava già sul terreno del modernismo. La struttura del racconto costruito attorno all'alternarsi di crisi ed epifanie, pur segno di cambiamento e innovazione, costituisce anche il limite di Anderson perché produce una sensazione di disagio. 4.Francis Scott Fitzgerald: miti e successi del fallimento: Francis Scotto Fitzgerald (1896 – 1940), comincia a scrivere negli anni '20, tanto da divenirne portavoce. I suoi primi 4 libri sono caratterizzati dall'autobiografismo. This Side of Paradise (1920), Flappers and Philosophers (1920), The Beautiful and Damned (1922), Tales of the Jazz Age (1922) → incarnano un sogno americano fatto di ricchezza, bellezza, esuberanza giovanile e felicità. Tutto ciò però mostra l'avidità e il rischio di veder andare in fumo i propri sogni, in primis la giovinezza, con terribili conseguenze. Il tutto è però vissuto dai suoi

personaggi con lucidità. Fitzgerald sposò nel 1920 Zelda Sayre, la “Southern Belle”, e con lei divise uno stile di vita: esistenza come un lungo cocktail party, visibilità, stravaganza, esibizionismo, scandalo. Anche la sua professione di scrittore assunse un nuovo stile. Lavora per un po' in un'agenzia di pubblicità. Infelice esperienza teatrale. The Great Gatsby (1925) → insuccesso di critica e buco finanziario. Jay Gatsby, uno dei nuovi eroi d'America, compie una parabola esemplare: dal sogno dell'outsider di provincia alle disillusioni di un mondo apparentemente innocente e sfavillante ma in realtà ben più complesso. Stile denso, spoglio, sorvegliato, molto simbolico. Nonostante i problemi di alcolismo e i disordini mentali di Zelda, dal 1930 aveva iniziato a pubblicare racconti a caccia di denaro facile. Tender Is the Night (1934) → aveva puntato ad una maggior complessità strutturale e stilistica. The Last Tycoon (1941) → affresco del mondo di Hollywood. Fitzgerald mette al centro la consapevolezza dello stile artistico di chi vorrebbe fare della propria vita la propria opera d'arte. 5.Ernest Hemingway: l'invenzione autentica: Ernest Hemingway (1899 – 1961). Ha saputo raccontare molte bugie, e con abile e accattivante falsa ingenuità. “Il compito di uno scrittore è quello di dire la verità” “La sua fedeltà al vero dev'essere così totale che la sua invenzione, nata dalla sua esperienza, deve risultare più autentica di qualsiasi documento”. Lo scarto tra verità e finzione è ben presente in Hemingway, il cui capolavoro è proprio la creazione del personaggip Hemingway. La sua opera è intrisa delle esperienze biografiche: infanzia nel Michigan con un padre medico che lo spinge alla boxe, alla caccia e alla vita all'aperto; apprendistato giornalistico; arruolamento come volontario a 18 anni, servizio di guidatore di ambulanze in Italia durante la prima guerra mondiale; espatrio parigino; suicidio del padre nel 1928; impegno politico e la guerra di Spagna.. → Hemingway può trasformare tutto ciò in una struggente love story sullo sfondo della guerra (A Farewell to Arms,1929). Ci sono in Hemingway echi di Conrad o Kipling, atmosfere decadenti o estetizzanti. Alcuni hanno cercato di trovare nel machismo di Hemingway delle insicurezze. Ricerca maniacale della parola giusta; estetismo di fondo corretto però da una touhgness americana, da un'ironia profonda e dall'economia stilistica (narrazione del non-detto). Ciò soprattutto nei romanzi degli anni '20 e per le prime raccolte di racconti. Nell'ultimo Hemingway troveremo un languore, la stanchezza del vecchio combattente (Across the River and into the Trees, 1950), la nobile retorica dell'apparente sconfitta e delle vittorie morali (The Old Man and the Sea, 1952). Anche lui, come il padre, muore suicida, atto dovuto ad un senso di fallimento e di disperazione. 6.William Faulkner: le parole cancellate: William Faulkner (1897 – 1962): necessità di distruggere o svuotare dall'interno le parole che per lui sono un duttilissimo strumento di lavoro. Perciò riempie le sue storie di supposizioni, dubbi, monologhi incrociati. C'è in Faulkner la volontà modernista di imbrogliare le carte e la cattiveria di chi tratta li lettore come tratta le donne e i negri, ossia malissimo, nonostante abbia rappresentato l'intolleranza e i linciaggi con più efficacia di chiunque altro in Light in August, 1932 e abbia saputo creare un meraviglioso personaggio femminile con la Caddy di The Sound and the Fury (1929): in questo romanzo c'è poi la splendida “mammy” Dilsey che riunisce gli stereotipi femminli e razziali. Nel raccontare in prima istanza la decadenza della famiglia Compson c'è del sadismo: -vaneggiamento di un 33enne con la mentalità di un bambino -salti temporali non sempre denunciati dall'uso del corsivo -più personaggi con lo stesso nome

-cambio di nome da parte di alcuni personaggi. Ostinata volontà di Faulkner di negare la propria vocazione decadente. Annullare e cancellare le parole preziose e suggestive che si affollano insistenti nelle sue pagine, che cercano invece di essere rudi e spoglie. → è forse la sua grandezza. The Sound and the Fury racconta la storia della famiglia Compson in 4 sezioni, di cui 3 inaffidabili perché -1)riporta le sensazioni di un ritardato mentale; -2)vaneggiamento di Quentin, che sta per suicidarsi; -3)ragioni, furie, risentimenti di Jason, non obiettivo; la 4^ è affidata a un narratore esterno ma molto legata alla figura protettiva della vecchia serva Dilsey e quindi risulta insufficiente. Questo disordine e mancanza di struttura sono considerati simbolo della modernità di Faulkner e della crisi che nella sua opera distrugge il romanzo tradizionale e il mondo di cui è espressione. 7.Romanzo e racconto: mappatura dell'America: La guerra aveva segnato una frattura tra un prima e un dopo, almeno per chi aveva combattuto o era stato prigioniero. Per chi torna dalla guerra non è facile riprendere il dialogo con un'America rimasta al riparo dalla guerra e ancora illusa di poter rimanere nella serenità della vita di provincia. La frattura fra genitori e figli minaccia di segnare in modo irreversibile uno dei temi per eccellenza del romanzo americano, quello dell'adolescenza e quello dell'iniziazione. Quando il tema generazionale si unisce a quello delle minoranze o dei ghetti degli emigrati, la frattura genitori-figli appare più netta. Nonostante non manchino riconoscimenti e omaggi ai valori difesi dalle vecchie generazioni, la letteratura americana post Mark Twain è una letteratura in prima persona scritta dai figli. L'autore più rappresentativo è Thomas Wolfe (1900-1938) che ricostruisce infanzia e adolescenza del suo alter ego in Look Homeward, Angel (1929) e giovinezza e apprendistato letterario in Of Time and the River (1935) mentre invece cercherà di rendere diverso da sé stesso George Webber, dei suoi altri 2 romanzi che usciranno postumi. Fa lo sforzo enorme di riportare sulla pagina le paure infantili, i difficili rapporti con la famiglia, la scoperta del sesso, i pregiudizi, l'instabilità emotiva. La sua opera risulta anche estremamente rappresentativa perché la vocazione autobiografica che la contraddistingue è in realtà l'esigenza di arrivare ad una sorta di autobiografia dell'America. Cercando sé stesso cerca il proprio paese. Un caso analogo è rappresentato da Henry Miller (1891 – 1980), che ambienta i suoi libri più celebri nel sottosuolo parigino (Tropic of Cancer, 1934) prima di incontrarsi con la Grecia dei miti e di ritornare alla detestata America, che condannerà. Miller è uno scrittore essenzialmente americano. Doveva restare a lungo inedito nel suo paese perché i suoi libri venivano immediatamente condannati per oscenità. Solo negli anni '60 sarebbe diventato popolarissimo fra i giovani beat. Una volontà di trasgressione così ostentata non poteva non risultare eccessiva nell'America del tempo. Ma l'inquietudine e il desiderio di fuga dominavano. Anche la provincia sembra un mondo di destini squallidi, ignorati; non mancano nemmeno ingiustizie e pregiudizi e gli “altri-benpensanti” non possono alleviare la dura legge della solitudine a cui sono condannati i disadattati e i ribelli. Alla fine degli anni '30 la piccola città perde ogni connotazione negativa o claustrofobica e s'identifica con il perduto eden americano. Alla smalltown si contrappone la realtà nemica e complementare della metropoli. John Dos Passos (1896 – 1970), in Manhattan Trasfer unisce le meraviglie moderne della città a quelle mitiche del passato. La città moderna però ci condanna a una vita convulsa grazie alle innovazioni tecniche. È una cultura basata su choc e collisioni e non su un continuum spaziotemporale. L'uomo di città, nel traffico o alla catena di montaggio ubbidisce a un nuovo e urgente bisogno di stimoli. Dos Passos conclude la sua trilogia U.S.A con 42nd Parallel (1930), 1919 (1932) e The big money (1936) costruendo un affresco metropolitano. La metropoli dell'emigrato è nemica soprattutto quando ci si può perdere. Anche qui però la scrittura e la memoria possono ritagliare spazi confortanti all'interno di una realtà alienata e ostile.

Quest'epoca di trasformazioni e crisi conosce anche la nostalgia del vecchio mondo agricolo. 3 scrittrici esemplari, diversissime tra loro: -Willa Cather (1873 – 1947) -Pearl S. Buck (1892 – 1973) ambientato nella Cina del nord tormentata da carestie e guerre locali. -Margaret Mitchell (1900 – 1949): la più commerciale, autrice del famoso Gone with the wind, 1936, ambientato nel Sud messo in ginocchio dalla guerra di Secessione. Queste 3 scrittrici hanno in comune l'amore per la terra, il legame con la civiltà contadina, nonostante sia inscenato in luoghi e tempi diversi. Scenari non idillici. Nei primi 2 casi violenze e difficoltà sono parte integrante e non vengono dissimulate, ma a riscattarle provvede la natura stessa, la terra che non perdona e non tradisce. I valori della terra si incarnano in figure di donna. A Lost Lady (1925) di Willa Cather:ambientato nel Nebraska dei pionieri, nelle praterie e in un villaggio semiabbandonato del Colorado, una cittadina fantasma nata attorno ai binari della ferrovia transcontinentale e abbandonate man mano che ci si spostava verso Ovest dove vive, insoddisfatta, l'eroina del libro. È il declino della “Signora perduta”, una Bovary americana, le cui trasgressioni e tradimenti vengono capiti da una scrittrice. Intanto avviene la morte del vecchio West, col sogno dei pionieri, rozzi ma pur sempre preferibili ai politicanti corrotti che li avrebbero sostituiti con l'industrializzazione del suo paese. Nelle pagine di Pearl S. Buck è ancora più forte il legame tra donna e terra. Costruisce un monumento alla sopportazione e al silenzioso eroismo femminile con la figura della contadina cinese O-lan, in The Good Earth (1931) seguito da Sons (1932) e A House Divided (1935). La scrittrice compone anche un ardito montaggio tra il rito agricolo della semina e la fecondazione di una donna. I figli e la continuazione della specie invece non interessano a Scarlett O'Hara, protagonista del libro di Margaret Mitchell. Rifiutando di ammettere la propria sconfitta, Scarlett non si ferma a rimpiangere i bei tempi andati, le dolci piantagioni di cotone, i canti degli schiavi, i balli e i pic-nic e i corteggiamenti di un mondo spazzato “via col vento”: Scarlett vuole sopravvivere e non ha troppi scrupoli morali. Eppure non dimentica mai quello che le ha insegnato il padre, che la sua forza viene dalla terra nativa, Tara, la piantagione da cui può attingere nuova linfa. A Tara deciderà di tornare anche alla fine, quando viene abbandonata dall'uomo che veramente ama e si rende conto di “aver conquistato il mondo ma perduto la sua anima”. Questo amore per la terra e le radici è una delle ragioni dell'incredibile e planetario successo del romanzo, e del film tratto dal libro. Con la Mitchell siamo passati al mito del Sud, che è un mondo a parte. La dimensione del grottesco diviene predominante in molti altri scrittori del Sud, come Erskine Caldwell (1903 – 1987). I suoi 2 romanzi, Tobacco Road (1932) e God's Little Acre (1933) ci immergono in un mondo di poveri bianchi del Sud ridotti a condizioni animalesche, spinti da bisogni primari come cibo e sesso: non pensano più coltivare la terra ma sono pronti a lottare fra loro come bestie per un sacco di rape o a vendere figli adolescenti. Privilegiando il grottesco o la pornografia si è finito per dimenticare la forte denuncia sociale di Caldwell grazie alla figura di Will, l'operaio che fa impazzire le donne ma può anche fermare le macchine. In Europa Caldwell è stato preso più sul serio: il suo Tobacco Road è stato definito l'unica opera americana dedicata alla miseria contadina vista e ricostruita secondo il punto di v...


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