Storia dell\'antropologia di Robert Deliège - 2009 PDF

Title Storia dell\'antropologia di Robert Deliège - 2009
Author Roberta Flavia Marani
Course Antropologia culturale
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 21
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Summary

STORIA DELL’ANTROPOLOGIA.L’EVOLUZIONISMO.Nel diciannovesimo secolo l’evoluzionismo assunse grande importanza tanto da assumere l’immagine di ideologia nazionale. Gran parte degli uomini di scienza di questo periodo tentarono di studiare le loro teorie riapplicandole a questo nuovo modo di vedere stu...


Description

STORIA DELL’ANTROPOLOGIA. L’EVOLUZIONISMO. Nel diciannovesimo secolo l’evoluzionismo assunse grande importanza tanto da assumere l’immagine di ideologia nazionale. Gran parte degli uomini di scienza di questo periodo tentarono di studiare le loro teorie riapplicandole a questo nuovo modo di vedere studiato da Charles Darwin. 1 La teoria dell’evoluzione naturale di Darwin. Darwin nacque nel 1802 e morì nel 1882. Egli è sempre stato un grande osservatore e questa caratteristica risultò molto utile durante i suoi viaggi. Una delle sue più grande osservazioni lo portarono ad accorgersi che gli animali delle isole che visitava risultavano molto diversi dagli animali dei paesi europei. Questo gli permise di capire che ogni specie non è sempre uguale e che le specie possano totalmente cambiare la loro fisionomia. Questo pensiero era stato già espresso da Lamarck e Darwin le pubblica nella sua “origine della specie”. Un'altra importante influenza deriva dagli studi di Malthus. Egli infatti disse che gran parte delle specie sono spinte a fare più discendenti di quanti ne sopravvivano. Anche Wallace rimase folgorato dagli studi fatti da Malthus e elaborò una sua visione della selezione naturale, che Darwin lesse ed elaboro a suo modo. Per Darwin la teoria dell’evoluzione consiste nella sopravvivenza di un organismo a scapito di un altro. Inoltre l’ambiente muta senza sosta e spinto da ciò l’organismo è spinto ad adattarsi a varie situazioni e cambiamenti ambientali. Secondo questo processo si può facilmente intuire che l’evoluzione rappresenta un miglioramento verso la perfezione. Secondo Darwin anche l’uomo fa parte di questo processo evolutivo. Questa creò scalpore tra i ricercatori del periodo, che consideravano i crani e le ossa ritrovate tropo diverso dalla nostra conformazione anatomica attuale e per questo non riconducibile a nostri parenti primitivi. 2 L’evoluzionismo in antropologia Questa rivoluzione scientifica intacca varie discipline. Partendo dal concetto che le forme finali degli organismi possono essere considerato quelle perfette, i teorici del periodo decidono di dedicarsi allo studio di quelle popolazioni primitive per riuscire a capire le nostre origini. Ed è qui che entrano in azione gli antropologi. Questi conoscendo l’esistenza di alcune popolazioni che ancora rispecchiano un carattere primitivo sul nostro pianeta decidono di dedicarsi allo studio dell’organizzazione di queste società più antiche. Il concetto di sopravvivenza è un concetto fondamentale per gran parte degli antropologi. Anche se come abbiamo già detto le popolazioni contemporanee possono essere considerate lo stadio perfetto dell’evoluzione queste non vengono poste, da un punto di vista valoriale, su un piano diverso rispetto alle altre popolazioni del passato. 3 Lewis Henry Morgan (1818-1881) Giurista statunitense si è subito imposto come uno dei più grandi antropologi culturali dell’epoca. Morgan deve la sua popolarità a due testi: Ancient society, un lavoro dove tenta di declinare lo sviluppo umano della società e Sistem of consaguinity and affinity of the human family, dove si occupa del matrimonio e della famiglia. Solo per caso però Morgan ottenne molta popolarità. Infatti ebbe molto successo perché ha Ancient society interessò Marx e Engels che fecero conoscere l’opera in giro. In quel periodo di dibatteva molto sul discorso della differenza tra razze, evidenziando come Dio avesse creato diverse razze con diverse caratteristiche e valore. Questo discorso serviva per giustificare la schiavitù. Morgan era contro la schiavitù in quanto pensava che tutte le razze erano uguali. A giustificare la differenza razziale arrivò anche lo studio del biologo Agassiz. Morgan decise di screditare queste valutazione attraverso lo studio delle famiglie attraverso i sistemi di parentela e la terminologia relativa. Morgan tentò di spiegare che tutte gli indiani d’America provenissero dall’Asia. Cerco di dimostrare questo cercando di scoprire se tutte le popolazioni indiane americane avessero lo stesso sistema matriarcale degli irochesi. Morgan classificò i sistemi parentali in due parti. Quelli classificatori quando assimila i parenti collaterali ai parenti in linea diretta. Invece quelli descrittivi usano termini primari non estesi ai parenti descrittivi. Inizialmente Morgan divide gli stadi dell’umanità in due stadi: selvatichezza e civiltà. Poi in Ancient society introduce un terzo stadio: le barbarie. Questi stadi possono essere adattati per tutte le società e che questi passavano inesorabilmente per ognuno di questi.

Gli stadi erano sono suddivisi in: 1) Stadio inferiore dello stato selvaggio: l’umanità muove i suoi primi passi e si nutre di frutta e noci. 2) Stadio medio dello stato selvaggio: con il fuoco e la pesca l’umanità si espande nel mondo 3) Stadio superiore dello stato selvaggio: invenzione dell ’arco e delle frecce. 4) Stadio inferiore delle barbarie: invenzione della ceramica. 5) Stadio medio delle barbarie: uso architettonico della pietra 6) Stadio superiore delle barbarie: lavorazione del ferro. 7) La civiltà: comparsa dell’alfabeto fonetico e della scrittura. Secondo lo studioso le differenze tra le varie società sono principalmente differenze legate allo sviluppo. 4 Edward Taylor (1832-1917) Uno dei più grandi teorici dell’antropologia culturale e fu anche il primo docente ad oxford. Taylor è forse uno dei primi a immaginare una vera scienza dell’uomo e definirla proprio antropologia. Egli crede che tutti gli uomini sono uguali in quanto presentano tutti la stessa mente e quindi lo stesso modo di ragionare. L’antropologia di Taylor si basa su quello che viene definito metodo comparativo. Mette infatti in relazione nozioni molto diverse trovando un filo conduttore che porterà a una considerazione finale. È molto importante il testo “on method of investigating the developmebt” che si occupavo delle relazioni tra genero e suoceri, evidenziano la relazione o meno del consorte con i rispettivi suoceri. Egli evidenza come questa situazione sia legata principalmente al posto dove vivono gli sposi e se insieme o staccati con una coppia di genitori. Ma Taylor elabora anche un nuovo modo di vedere le cose legato alla “tecnonimia”. Questo concetto spinge la moglie o il marito a chiamare il proprio compagno con il nome del figlio (es. padre di Giovanni). Questo dipende principalmente da dove abitano e dal contatto o meno con i propri suoceri. Taylor credeva che le popolazioni del passato non credevano in un solo Dio. Il monoteismo arrivò molto più tardi secondo lui. Egli credeva però che le popolazioni primitive basavano una loro iniziale religione sull’animismo. Questo può essere considerato il punto zero della popolazione. Le popolazioni primitive credeva che ogni cosa avesse un’anima. La forma iniziale del pensiero religioso nasce nel momento in cui l’uomo cerca di scoprire le differenze tra un cadavere e un uomo vivo. Il politeismo si sviluppa dal passaggio dalla selvatichezza alle barbarie. Taylor però credeva che la religione si basa su idee completamente falsa e che la Bibbia fosse nata dagli scritti di varie persone che avevano poco a che fare con Dio. Il primo manuale di antropologia fu pubblicato da Taylor nel 1881. In questo testo parte dal presupposto che la scienza che egli difende è ancora incerta. Egli si concentra sull’analisi delle lingue e si arriva a capire che tutte derivano da un ceppo comune. Secondo lui le lingue sono un’immagine dell’evoluzione che parte dal linguaggio animale fino al raggiungimento delle lingue moderne. 5 James Frazer (1854-1941) Se si parla di Frazer è impossibile non sottolineare come lui fosse un antropologo da tavolino. Un uomo che trascorse per quasi 60 anni della sua vita. Eppure morì solo un anno prima di Malnowski considerato il pioniere dell’antropologia moderna. Nel 1875 Smith aveva fatto scandalo per le sue dichiarazioni sulla bibbia che sostenevano che questa fosse stata scritta dagli uomini e non rilevata da Dio. Egli fu chiamato in giudizio e privato delle sue funzioni teologiche e successivamente si trasferì al trinity college dove divenne amico intimo di Frazer. Ed è proprio in questo contesto che decide di dedicarsi alla scrittura del Ramo d’oro. Questo testo descrive una situazione particolare. In un santuario a Nemi, nei pressi di Roma, dedicato a Diana, si permetteva a chiunque di fare il sacerdote solo le riuscissero a raccogliere un ramo d’oro e uccidere il sacerdote precedente. Frazer cerca di analizzare questa situazione cercando di capire perché dovessero avvenire determinate pratiche. Egli inizialmente constata che una tale confusione non ha precedenti nella antichità classica e per questo va ricercata altrove; capisce che l’unico modo per risolvere questo problema è attraverso la comparazione con altre situazione. Prende per esempio dall’istituzione del re sacerdote che era

insieme re, sacerdote e mago. Nelle società primitive a volte un sovrano dio malato deve essere ucciso in modo che la sua anima sia catturata e salvata. Si può inoltre pensare che l’uomo fosse l’incarnazione dell’albero e che quindi egli abbia il dono di far crescere i frutti e i sementi. È nella sua teorie della religione che Frazer esprime il meglio di se. Egli divide la storia dell’umanità in tre parti: magia , religione e scienza. Egli afferma che all’alba dei tempi l’uomo tenda a utilizzare la magia per affrontare eventi soprannaturali. Inoltre si pensa che questa sia legata ad una teoria della causazione cioè si sottolinea come ad ogni evento ne sia legato un altro. Qui si può notare un carattere correlato con la scienza. La magia infatti può essere considerata la sorella bastarda della scienza. La magia si basa su due principi, la legge della similarità che spinge il mago a riprodurre una cosa pensando di poterla imitare e la legge del contatto che ci porta a pensare che le cose che si mettono in contatto anche una sola volta continua a rimanere in contatto anche dopo essere state separate. Frazer sottolinea però che queste credenze siano fallaci e chi ci crede è vittima di illusioni. Successivamente a questo periodo abbiamo il periodo della religione che nasce nel momento in cui gli uomini capiscono che non possono più controllare la natura. Si rendono conto che tutto è sottomesso a un potere superiore che non si può dominare. Successivamente però la natura , anche se continua a non essere controllata, può essere classificata ed è proprio in questo momento che nasce la scienza. 6 La critica diffusionista La corrente diffusionista si distingue per una concezione molto particolare a quello di cui avevano parlato gli evoluzionisti. Secondo loro è sbagliato considerare parlare d’invenzione nel momento in cui l’uomo ha scoperto il fuoco, il ferro, la religione ecce cc. Non si è inventato niente ma piuttosto si sono solo scoperte delle cose. 7 Importanza e limiti dell’antropologia evoluzionista Le argomentazioni evoluzionista sono quasi scomparse del tutto in questo periodo, principalmente perché gli evoluzionisti non si accontentavano di questo e pensavano che queste crescessero parallelamente allo sviluppo delle tecniche di produzione dei materiali.

LA SCUOLA FRANCESE. La Francia è uno dei paesi dove l’antropologia assume un valore maggiore, anche se ha difficoltà ad adattarsi al modo di ragionare di Malinowski. Certamente il pensiero comtiano è uno di quelli che ha influenzato il pensiero degli antropologi di questo periodo. 1 Il pensiero antropologico di Emile Durkheim (1858-1917) Emile Durkheim nacque nel 1858 ad Epinal e muore nel 1917. Durante la sua carriere riesce anche ad ottenere una cattedra alla sorbona. Tra i pensieri che più hanno dato successo a Durkheim troviamo la distinzione tra sacro e profano. Nelle “ regole del metodo sociologico” Durkheim enuncia un insieme di elementi di base della sociologia. Egli cerca in tutti i modi di eliminare la componente biologica e soprattutto di far emergere la specificità del sociale. Il suo studio sulla società pone al centro i fatti sociali. Questi fatti sociali assumono un essenza totalmente oggettiva. Durkheim inoltre parla anche di rappresentazioni collettive , viste come stati di coscienza, che però non possono essere legati ai fatti sociali. Al centro degli studi di Durkheim quindi c’è la società e non si trova spazio per tutto ciò che è individuale. Perché anche se si inizia a studiare l’individuo come essere autonomo questo deve essere in qualche modo legato a un fatto sociali. Partendo da un suo carattere fondamentale affidato alla società vengono considerate quelle superiori per i suoi studi, ma egli non sottovaluta l’importanza di tutte le classi. Però la sociologia ha sottolineato un omo di evidenziare la società totalmente astratta. Questa concezione si oppone a quella data della comunità in cui il noi è molto più importante dell’io. Durkheim prevede una divisione delle società basate su due tipi di solidarietà diversa: quella meccanica e quella organica. Quella meccanica si basa su sentimenti comuni e su legami interpersonali più forti, mente quella organica si basa su rapporti principalmente lavorativi. Durkheim sottolinea inoltre come la società moderna sarebbe più solida in quanto essendo molto più incentrata sugli individui, questi

hanno un rapporto più vincolante tra loro cosa che con la solidarietà meccanica non c’è , ed è sostituita da rapporti molto più labili. Tra tutte le opere di Durkheim “ le forme elementari della vita religiosa” è quella che ha suscitato maggiore interesse tra gli etnografi. Egli ritiene che la religione sia un fenomeno sociale. Egli crede che la magia sia più legata a qualcosa di privato, mentre la religione a qualcosa di comunque istituzionale. Ma secondo lui nel tempo questi due elementi coesistono. Egli si oppone anche all’idea che la religione sia legata ad una determinata divinità( buddhismo). Parla di religione riferendosi all’opposizione tra sacro e profano. Il primo è legato a qualcosa di distaccato mentre il secondo a qualcosa di più legata alla routine quotidiana. Partendo dal presupposto che tutte le religioni hanno lo stesso valore egli decide di analizzare il totemismo degli aborigeni, considerandolo come la religione primaria, che simboleggia il clan di origine di queste popolazioni. I totem inoltre hanno il ruolo di separatori del sacro dal profano. Infatti alcuni oggetti di uso comune in queste società , per essere utilizzati durante i riti sacri sono segnati dal totem del proprio clan. Secondo Durkheim ogni società ha bisogno di qualcosa che permette di ricordare il proprio legame con la divinità. Con il nipote, Marcel Mauss, egli scrive “ su alcune forme primitive di classificazione”. Esponendosi in una prospettiva evoluzionista i due affermano che all’inizio gli uomini vivevano in uno stato di aggregazione con il proprio totem. Una problematica legata a queste teorie porta a considerare lo studio di questi due basato su qualcosa di troppo generale e legato a concetti dell’umanità molto vasti. Una delle questioni su cui si basano gli studi di Mauss e Durkheim è capire cosa spinge gli uomini a classificare la società. Prende come esempio lo studio degli aborigeni che sono spinti a dividersi in base a grandi fratrie. Queste sono comunque composte da gruppi totemici. In queste tribù la classificazione delle cose avviene come quella delle persone. Durkheim poi si occupa dello studio degli Zuni e si accorge che questi classificano tutto partendo da tutti i completi elementi dell’universo e i clan seguono questa esatta classificazione. (vedere il libro) I cinesi basano la loro classificazione su dati spaziali. Infatti questi dividono lo spazio in quattro parti legate ai punti cardinali e ad ogni spazio legano un animale e ad un colore. A loro volta tra i spazi dei punti cardinali ci sono altre divisioni spaziali. In questo modo Durkheim e Mauss sembrano dire che società complesse hanno un modo di classificare molto complesso. Secondo loro alla base di queste classificazioni non ci sono gli elementi naturali ,come pensava frazer, ma le categorie sociali. Questo testo è considerato un classico dell’ etnologia. 2 Marcel Mauss (1872-1950) Egli era nipote di Durkheim, nacque nel 1872 a Epinal. I due ebbero inizialmente un legame molto stretto fino a quando Mauss decisi di intraprendere nuovi studi, oppresso dal rigore morale dello zio. Differentemente dallo zio Mauss non h mai scritto grandi opere. Il primo obbiettivo di costui e di occuparsi di fattori etnografici. Egli era perciò un empirista e dimostrò sempre disprezzo per tutto ciò che era legato alla filosofia. Sebbene egli non abbia viaggiato molto si può notare un alto livello di empatia con le popolazioni di cui si è occupato. Scrive il saggio “ saggio sulle variazioni stagionali degli eschimesi”. Lui pensa che possa bastare l’analisi di una semplice situazione antropologica per analizzare un determinato concetto. Anche il saggio sul dono è molto importante. Questo testo parte principalmente dalla volontà di criticare il carattere utilitarista dell’uomo . secondo Mauss la prima forma di scambio economico è il dono e non il baratto. Il dono è incentrato su tre elementi: dare, ricevere e avere. L’obbligo di dare si trova principalmente in quelle società che non tesaurizzano. Il dono genera necessariamente reciprocità, ed è completamente eliminato il concetto di profitto dagli scambi primitivi. In Polinesia quindi la cosa scambiata contiene lo Hau che sarebbe un potere spirituale interno a noi che è legato al kula, la rappresentazione della nostra volontà di dare e ricevere. Mauss ha una visione del dono che tenta di contrastare la visione economica, esprimendo un forte legame tra le comunità. Ma

principalmente l’errore di Mauss consiste nel dare un interpretazione del dono troppo legata ad una concezione primitiva senza rappresentarla nella società moderna colpendo le sfaccettature e il ruolo in questo nuovo mondo. Mauss inoltre è uno dei primi a proporre una nuova concezione di sociologia del corpo umano, considerando il ruolo , le abitudini e la cultura che cambiano la sua concezione da stato a stato. Inoltre Mauss è stato inoltre il primo a fornire una prima immagine di habitus, cioè un modo di comportamento sociale che varia da società a società. Ed è proprio legandosi a questo discorso che elabora il pensiero sulla diversa concezione del corpo. Con lo stesso spirito di osservazione si dedica alla scrittura de “ l’espressione obbligatoria dei sentimenti” dimostrando che anche questi non rispecchiano la volontà di determinate persone ma molto spesso sono solo delle concezioni e abitudini prettamente sociali. Per esempio negli aborigeni non si puo piangere quando si vuole, ma le manifestazioni dei sentimenti rispondono a una temporalità precisa. Nel saggio sulle variazioni stagionali degli eschimesi egli cerca di svelare che la morfologia sociale dipende solo dalle condizioni materiali dell’esistenza. Gli eschimesi non abitano il centro terra delle loro regioni. Le loro tribù non sono solide e molto spesso nascono discussioni tra di loro. Per gli eschimesi sono molto più importanti gli insediamenti, composte da varie tribù, che si uniscono in diversi periodi dell’anno a seconda della stagione. Per questi insediamenti tutto cambia a seconda della stagione. Nel periodo estivo la religione ha un valore inferiore e infatti viene meno praticata a differenza della stagione invernale in cui si registra una maggiore attività degli sciamani. Anche la famiglia cambia. Infatti nel periodo estivo questa è composta da un numero inferiore di persone, mentre durante l’inverno questa si allarga molto. Durante l’estate le persone sono molto più egoiste rispetto l’inverno. 3 Robert Hertz (1881-1915) Il lavoro di hertz ha ispirato sicuramente più gli antropologi che i sociologi. Egli fu un pioniere delle studio delle società occidentali, come testimonia lo studio suo San besso. Studio di un culto alpestre. In questo testo si occupa anche di un carattere religioso staccandosi completamente dal carattere Durkhemiano in quanto questo causa sia rivalità che solidarietà. Secondo lui il culto è necessario per il superamento dell’ideale. Egli inoltre dimostra come il racconto di questo è stato cambiato da quello che prevedeva la chiesa. In questa visione non è importante la spiritualità ma una particolare potenza divina che scaturisce una comunione con il mondo di...


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