Sviluppo disarmonico - riassunti PDF

Title Sviluppo disarmonico - riassunti
Course Pedagogia generale II
Institution Università Telematica Pegaso
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riassunti...


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Ente accredidato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la formazione del personale della Scuola Direttiva 170/2016

Ente iscritto nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico delle Associazioni Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità dei servizi erogati dagli aderenti (art.2, comma 7 della legge 4/2013)

Lo sviluppo disarmonico dei bambini APC: chiavi di lettura

Ente iscritto all’Anagrafe delle ricerche tenuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (prot. n. 245/29804 del 28/11/13)

Organismo ufficialmente iscritto al Registro dei Rappresentanti di Interessi della Commissione Europea. ID Number: 23164172419-24

Ente iscritto al COLAP per valorizzare le competenze associati e garantire il rispetto delle regole deontologiche, ex L.4/2013

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INDICE 1. Disarmonie di sviluppo nei bambini APC ................................................................................. 4 1.1 Cosa accade in classe ................................................................................................................... 4 1.2 Come reagire con il gruppo classe ............................................................................................ 6 1.3 Come arginare il bullismo in classe ........................................................................................ 10 2. Autostima e demotivazione .......................................................................................................... 13 2.1 Educare all’empatia e alle emozioni........................................................................................ 13 2.2 Come riconoscere una bassa autostima nei bambini e mantenerla positiva..................... 15 3. Problemi di relazione e dinamiche di classe ............................................................................ 17 3.1 Dal punto di vista degli altri: i compagni .............................................................................. 17

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1. D IS A R MONIE D I S V ILU P P O NEI B A MB INI A P C 1.1 Cosa accade in classe I bambini plusdotati (APC o gifted) più di ogni altro bambino hanno bisogno di un ambiente scolastico stimolante, che permetta loro di mantenere costante la voglia di imparare e di conoscere. Spesso i bambini APC sono tormentati dall’insicurezza affettiva, soprattutto a causa della difficoltà a entrare in comunicazione con gli altri. A tal riguardo, si è notato che i bambini più piccoli fanno di tutto per diventare “normali” e rinunciare alle loro straordinarie capacità pur di essere accettati dal gruppo dei pari. L’energia, il grande trasporto con il quale intraprendono i loro studi e ogni loro attività così come il cospicuo intuito, la vivacità, il desiderio di complessità, l’immaginazione, la creatività, l’acuta osservazione e la capacità di ascolto, rendono le persone plusdotate “speciali”, ma nello stesso tempo le espongono a maggiori rischi di insorgenza di problemi emotivo-comportamentali. Questi problemi si complicano quando i bambini APC crescono in ambienti e contesti incapaci di riconoscere le loro specificità. Il primo di questi ambienti è la scuola: se vissuta come inadeguata rispetto alla loro natura, i bambini APC finiscono per volerne restare fuori. Avere in classe uno studente plusdotato significa riuscire a stimolare il bambino ed evitare di farlo cadere nella noia. Sarà dunque necessario mettere in atto comportamenti e modi di insegnare che incitino la sua curiosità e la sua dinamicità. Ciò significa evitare in gran parte che il bambino si abitui a lavorare al di sotto delle sue potenzialità. L’underachievement, che tradotto significa sottorendimento, è il divario che può crearsi tra il rendimento scolastico effettivo e il rendimento potenziale. È quindi un vero e proprio disturbo che si stima colpisca il 16% della popolazione studentesca complessiva. Molti scolari con potenzialità normali, infatti, non raggiungono buone prestazioni scolastiche a causa di deficit specifici come difficoltà di apprendimento, deficit nelle strategie di memoria, disturbi dell’attenzione, e così via. Inoltre, gli alunni che hanno un rendimento inferiore al previsto (i cosiddetti underachiever) vivono situazioni diverse. •

Underachiever “dotati”: Alcuni studenti APC, pur avendo potenzialità cognitive elevate, raggiungono scarsi risultati a scuola. I loro voti, infatti, sono inferiori rispetto alla media e i test di rendimento mostrano come essi abbiano difficoltà a esprimere il loro potenziale. Lo sviluppo disarmonico dei bambini APC: chiavi di lettura

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Underachiever “situazionali”: I risultati scolastici di questi alunni scendono temporaneamente al di sotto del livello atteso, spesso per reazione a difficoltà personali o situazionali, come ad esempio la presenza di un insegnante particolare o a causa di un periodo di crisi personale.



Underachiever “cronici”: Il sottorendimento di questi alunni va avanti da molto tempo ed è quindi inferiore alle loro reali potenzialità. Dagli anni 80, si è inoltre iniziato a fare distinzione tra soggetti con un sottorendimento generale, e soggetti con un sottorendimento in specifiche materie (ad esempio, italiano o matematica).

Molte ricerche hanno evidenziato come l’underachievement compaia nelle ultime classi elementari o nelle prime classi medie. L’insorgenza del fenomeno avviene, infatti, nei maschi in un’età compresa tra gli 8 e i 9 anni. Si manifesta nelle donne, invece, in età compresa tra i 12 e i 13 anni. In generale, è possibile affermare che gli studenti underachiever hanno una scarsa percezione e un basso concetto di sé. Hanno inoltre scarsa fiducia nelle proprie capacità scolastiche e un’eccessiva paura del successo e del fallimento, con alti livelli di ansia da prestazione. Gran parte degli studi sull’argomento dimostrano che gli underachiever hanno rapporti difficili sia con i coetanei sia con gli adulti. In particolare, questi ragazzi adottano atteggiamenti ostili e aggressivi soprattutto nei confronti dei loro genitori e insegnanti. Alcuni alunni underachiever, invece, esprimono la loro rabbia e aggressività in maniera passiva: per manifestare la loro ribellione, rimandano continuamente i loro compiti o li eseguono senza prestare alcuna attenzione. La studiosa americana Withmore, inoltre, ha individuato altri tre tipi di underachiever. Il primo tipo è composto da studenti che parlano troppo, fanno i “clown” in classe, sono ribelli, irrequieti, distratti, trascurano regolarmente il lavoro da svolgere. Il secondo tipo è composto da studenti disinteressati, costantemente annoiati, che si rifiutano di partecipare a qualsiasi attività. Non provano neppure a fare i compiti, sono del tutto indifferenti all’insuccesso e si concentrano con fatica. In altre parole sono i tipici studenti che sembrano sognino a occhi aperti. II terzo tipo è la combinazione degli altri due. Si tratta di alunni imprevedibili, il cui impegno negli studi è incostante. Infatti, le loro prestazioni scolastiche sono a volte eccellenti, mentre altre volte sono negative. A livello di interazione sociale, possono avere molti amici ma anche essere aggressivi e ritirati.

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L’underachievement è un problema complesso. Le cause della sua insorgenza sono infatti diverse. Molto spesso, underachievement dipende da carenze nelle abilità generali di studio o da difficoltà in alcune discipline, come nella matematica o nella lettura. Ad esempio, uno studente che legge con difficoltà, nonostante l’età, può sviluppare un concetto negativo di sé e dunque una bassa autostima poiché ha difficoltà ad apprendere dai libri. In classe quindi cercherà il più possibile di evitare di leggere a voce alta, e metterà in atto comportamenti anomali e diversivi che peggioreranno ulteriormente la sua prestazione scolastica. Allo stesso modo, uno studente può ottenere un risultato inferiore alla sua preparazione a causa dell’ansia che si manifesta durante un esame o compito in classe. In conclusione appare chiaro come il fenomeno dell’underachievement — del sottorendimento — sia un fenomeno soggettivo da non sottovalutare poiché comunica il disagio che l’alunno underachiever vive e manifesta con condotte anomale. È quindi necessario intervenire precocemente prima che l’underachievement si strutturi come disturbo della personalità, capace quindi di ostacolare sia il normale sviluppo scolastico che l’equilibrio emotivo dello studente underachiever.

1.2 Come reagire con il gruppo classe Creare in classe un buon clima è fondamentale affinché ogni bambino possa sentirsi a proprio agio. «Ogni individuo ha bisogno di appartenenze e di riferimenti, ha bisogno di riconoscersi e di sentirsi riconosciuto. Nasciamo all’interno di una comunità a cui pian piano sentiamo di appartenere»1. Quindi un buon clima di classe permette ai bambini di sentirsi parte di un gruppo e questo aumenta il loro riconoscimento e il senso di appartenenza. «I bambini hanno bisogno del gruppo e ciò che più importa all’inizio è non sentirsi escluso»2. Il docente ha il compito di aiutare i bambini in questo compito relazionale, deve supportarli nella ricerca delle strategie che permettano loro di vivere bene sia in classe sia nella vita di tutti i giorni, una volta terminata la scuola. Quindi un clima di classe positivo aiuta i bambini a relazionarsi con gli altri, a sentirsi quindi apprezzati. Far parte di un gruppo sociale (in questo caso la classe) soddisfa il desiderio di riconoscimento che ciascuno sente di dover appagare, e dal quale dipende la crescita della propria autostima.

1 De Rienzo E., Star bene a scuola si può?, Ed. Utet Università, 2006, p. 26 2 Ivi, p. 122

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Per far sì che i bambini si sentano riconosciuti dai compagni è importante che il docente sia predisposto ad accogliere i propri allievi: ogni bambino deve sentirsi ascoltato, capito e dunque accolto per com’è. L’accoglienza da parte del docente deve permanere per tutto il periodo scolastico. In questo modo è possibile creare un clima positivo e di fiducia all’interno della classe, affinché ogni bambino si senta libero di esprimere se stesso. Occorre quindi fare in modo che i bambini siano a proprio agio a scuola; occorre inoltre dare loro la possibilità di confrontarsi con gli adulti, senza che nessuno tenti di prevaricare sull’altro: è soltanto attraverso il dialogo che ognuno può trovare sé stesso. Sia classe che a casa, i bambini devono percepire la solidarietà dell’adulto; devono sentirlo al loro fianco, partecipe dei loro momenti di difficoltà, capace di farli propri e disponibile ad affrontarli con loro. Non sempre però un bambino riesce a trovare questo tipo di clima in classe, soprattutto nel caso di un bambino APC, il quale il più delle volte si sentirà “intrappolato” e non compreso né dai compagni e né dai docenti. Sentendosi frustrato, il bambino APC si isolerà e manifesterà la sua rabbia con comportamenti disfunzionali, aggressivi quindi e oppositivi. I bambini APC possono manifestare la loro aggressività in diversi modi. Mordere, colpire, schiaffeggiare, dare calci e pugni, sputare sulle persone, sugli animali o sugli oggetti sono soltanto alcune delle azioni che essi compiono per dimostrare tutta la loro frustrazione. In altre circostanze, i bambini APC usano parole e frasi per offendere, insultare o ferire l’altro. La loro aggressività, in questi casi, assume le sembianze di offese verbali. Altre volte, i bambini APC, per aggredire qualcuno, decidono di ignorarlo completamente, a volte per ore e giorni. Naturalmente maggiore è l’intensità dell’aggressività manifestata dal bambino, più frequenti saranno le situazioni conflittuali sia con gli adulti (familiari e insegnanti) sia con i coetanei, compromettendo sempre più i suoi processi d’integrazione e di socializzazione. I bambini che utilizzano questo tipo di comportamenti rifiutano qualsiasi richiesta che venga loro rivolta in modo sistematico e categorico. A volte, tuttavia, sono proposte che dovrebbero essere per loro piacevoli e congeniali. Con queste condotte il bambino desidera rallentare o boicottare le esigenze e i bisogni di chi, in quel momento, vuole far soffrire. Quando un bambino con condotte aggressive è inserito a scuola, il suo comportamento provoca scompiglio nella classe e, a volte, anche negli altri ambienti dell’istituto; la scuola diventa per lui un luogo di minacce, insulti, aggressioni, danneggiamenti e provocazioni. Gli atteg-

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giamenti impulsivi e violenti portano questi bambini a reagire in modo collerico e rabbioso di fronte a contrarietà anche minime, così come lo inducono a picchiare i compagni e gli adulti e a rompere gli oggetti propri e altrui. Quando la tendenza a isolarsi non si è sviluppata nel bambino per il semplice piacere di stare soli, ma per una difficoltà a stare con gli altri, a entrare in relazione con loro e creare interazioni piacevoli, è necessario comprendere e aiutare nell’immediato il bambino. È necessario a tal riguardo lavorare su aspetti specifici. •

Potenziare la sicurezza in se stesso. Bambini con una buona autostima e una solida fiducia nelle proprie capacità (anche relazionali) hanno meno timore di fare nuove amicizie. A volte i bambini hanno paura di conoscere persone nuove perché credono di non essere all’altezza delle loro aspettative o di fare brutte figure e di non essere abbastanza simpatici. Cercare di aiutare i bambini a sviluppare una buona visione di sé, nelle proprie capacità diventa, dunque, fondamentale.



Potenziare l’empatia. È importante che il bambino APC sappia comprendere e gestire sia le proprie emozioni sia quelle altrui. Una corretta educazione emotiva aiuta a sviluppare buone capacità empatiche per creare relazioni sane e costruttive.



Condividere e collaborare. A volte i bambini APC si isolano perché faticano concretamente a tollerare la frustrazione del condividere e collaborare. Insegnare loro l’importanza di queste due competenze risulta fondamentale. Può essere utile aiutarli a sperimentare concretamente cosa significa collaborare per un obiettivo comune, attraverso dei giochi o delle attività svolte insieme.

A volte i bambini plusdotati possono essere così presi da sé stessi e dalle proprie idee da trascurare gli altri e le prospettive altrui, con ripercussioni sui rapporti interpersonali. Ciò di conseguenza può renderli poco inclini ad assumere un atteggiamento flessibile, mostrando ad esempio difficoltà ad abbandonare i propri piani o progetti per adattarsi ai cambiamenti che avvengono intorno a loro. I bambini particolarmente talentuosi, abbiamo visto, a volte possono risultare presuntuosi e poco cordiali a causa di alcune modalità comunicative. Ad esempio, alcuni possono avere la tendenza a evitare il contatto visivo o a non mostrare alcune espressioni facciali, oppure possono essere poco pazienti e tendere a non prestare ascolto alle

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richieste altrui. Diviene quindi necessario aiutare il bambino ad assumere un atteggiamento più accogliente e meno rigido. Un metodo utile in classe, con il bambino APC e non solo, è l’apprendimento cooperativo, una valida strategia didattica ma anche un perfetto strumento di socializzazione. Si tratta nello specifico di un metodo capace di coinvolgere il piccolo gruppo al fine di valorizzare il singolo. Ogni alunno contribuisce al raggiungimento di uno scopo comune, in base alle proprie abilità e in questo modo ne risentono positivamente sia le qualità dell’apprendimento che l’esercizio della cooperazione fra i membri del gruppo-classe, grazie all’opportunità di confronto. In una situazione di questo tipo, il bambino plusdotato non solo impara a confrontarsi con i suoi compagni in modo più diretto, ma ha l’opportunità di imparare a gestire la frustrazione che sperimenta ogni volta che deve attendere, rispettando così i tempi e i modi di fare altrui. La frustrazione, infatti, è un elemento che accompagna frequentemente le quotidianità di questi bambini che per reazione allontanano e liquidano gli altri, mentre in situazioni di apprendimento cooperativo il contenimento è più efficace proprio perché associato alla possibilità di produrre qualcosa, insieme. I gruppi cooperativi, però, vanno formati con criteri ben precisi. Il bambino APC non deve percepire di essere solo funzionale ad aiutare l’altro meno bravo, ma deve sentirsi realmente valorizzato per ciò che è capace di fare, dando un contributo innovativo e complementare a quello degli altri. Se i gruppi vengono creati per far sì che il bambino dotato “aiuti” soltanto gli altri, senza trarne vantaggi, si avrà un effetto controproducente. È chiaro come la vita di questi “piccoli geni” non sia affatto semplice, in quanto nei contesti di apprendimento vanno riconosciuti e aiutati a far emergere sempre più il loro potenziale, mentre nelle situazioni relazionali vanno supportati nell’apprendere come gestire al meglio le proprie emozioni e nell’individuazione di modalità comunicative funzionali. Lo sforzo principale che si richiede al bambino APC è mediare tra le proprie esigenze e competenze e quelle altrui, gestire la frustrazione e fare i conti con le richieste e i limiti del contesto, che non significa omologarsi agli altri ma semplicemente utilizzare adeguatamente le proprie risorse per relazionarsi in modo vantaggioso con gli altri. Diventa necessario spiegare al bambino APC che le abilità sociali sono fondamentali ma che non si imparano velocemente, è necessario metterle in pratica quotidianamente.

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1.3 Come arginare il bullismo in classe Un bambino APC può ben presto assumere un doppio ruolo in classe. In base all’età e alla classe frequentata e soprattutto in base al prevalere di alcune caratteristiche individuali, può diventare un bullo o una vittima di bullismo (situazione questa più frequente). Nel dossier La scuola di Basilicata e il Bullismo — Linee di azione, redatto dall’Ufficio Scolastico Regionale di Basilicata, viene riportata la seguente definizione di bullismo: «È una forma di violenza attivata da un singolo o da un piccolo gruppo rispetto alla classe scolastica […]. Consiste in una specifica modalità di relazione tra uno o più soggetti (individuo, gruppo o stato) che si avvale della propria superiorità per danneggiare un sogg...


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