Teologia emis Killa: canzone di approfondimento per il tema affrontato “canzoni leggere” domande pesanti PDF

Title Teologia emis Killa: canzone di approfondimento per il tema affrontato “canzoni leggere” domande pesanti
Author Alice Rossi
Course Teologia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 2
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Summary

La riflessione parte dalla canzone di Emis Killa (2013) per approfondire l’argomento in previsione dell’esame. Questo serve per stimolare la propria capacità di andare oltre le parole in prosa di una canzone...


Description

1

LETTERA DALL’INFERNO (Emis Killa) Caro Dio, mi scuso se sono sparito E' che, ultimamente, lo avevi fatto anche te Non sono qui per litigare ma siamo sinceri Io ti ho cercato in ogni dove, tu invece dov'eri Nella mia vita non sei stato quel che dovresti Il diavolo è stato più bravo, per certi versi Il credo dalla fede, ognuno c'ha la sua Mia madre in chiesa piange sangue, più della tua Non so con quale scusa ti possa difendere La gente scrive preghiere ma forse non ami leggere Nasci in gara per poi perdere Veniamo al mondo piangendo e questo mi ha sempre fatto riflettere Se ti comporti male, ti fai qualche nemico E ci sarà un motivo, se Giuda ti ha tradito Mi hai creato a tua immagine e oggi sono un re Ma la corona di spine tienitela per te Mio Dio Qualche volta che io ti cerco, quando sono nei guai Scrivo una lettera dall'inferno ma non la leggerai Mio Dio Detti legge nell'universo, perché prendi e dai Ma le lettere dall'inferno non le leggi mai Se sei onnipresente e dall'alto ci fissi Se sei onnipotente a 'sto punto te ne infischi Considerando le volte in cui vedi e non agisci forse conviene farci credere che non esisti Nonostante i crocifissi e le preghiere ad alta voce Nessuno è prediletto, ognuno ha la sua croce Non prego quando pranzo e non ti ringrazio Il pane a tavola ce l'ho perché mi alzo, e mi faccio il mazzo Faccio buone azioni ma nonostante questo sul mio conto girano cattive voci Scendi dall'altare, per una volta si può fare Liberarti dagli impegni e liberaci dal male Un Dio che impone i suoi comandamenti, che giustizia è? Un Dio onesto, un Dio che non detta regole Non avere alcun Dio al di fuori di me lo direbbe solo chi è egoista e pensa per sé Mio Dio Qualche volta che io ti cerco, quando sono nei guai Scrivo una lettera dall'inferno ma non la leggerai Mio Dio Detti legge nell'universo, perché prendi e dai Ma le lettere dall'inferno non le leggi mai Mio Dio Mio Dio Quando chiedi se credo in Dio, non rispondo di sì forse è un limite mio, lui mi ha fatto così Quando chiedi se credo in Dio, non rispondo di sì forse è un limite mio, lui mi ha fatto così Mio Dio Mio Dio Qualche volta che io ti cerco, quando sono nei guai Scrivo una lettera dall'inferno ma non la leggerai Mio Dio Detti legge nell'universo, perché prendi e dai Ma le lettere dall'inferno non le leggi mai!

2 Spiegazione Non c’è bisogno di spiegare nulla, Emis Killa non fa giri di parole, arriva al dunque, non ci sono metafore infatti è una canzone, quasi un grido, rivolto con rabbia a Dio. Fa riflettere perché quante volte nella nostra vita preghiamo dio e non ci viene mai dato mio che chiediamo? Ma molte volte sbagliamo a scambiare una preghiera a Dio con richieste inutili, quasi delle pretese, cose sicuramente non fondamentali per la nostra vita. Con questa canzone mi è venuto in mente il film ‘Una settimana da Dio’ dove, in una scena particolare, il protagonista sente le preghiere delle persone: è li che ti rendi conto quante cose inutili chiedono le persone dal diventare più ricchi ad avere la capacita di conquistare una donna o anche diventare più alti o fare della propria vita un successone. Queste sono preghiere? Emis Killa si rivolge dicendo ‘Qualche volta io ti cerco, quando sono nei guai.. scrivo una lettera dall’inferno ma non la leggerai’: si pone a dio, si rivolge a Dio con un tono quasi presuntuoso e chiede aiuto a dio solo se si trova in difficolta mentre nel resto del suo tempo, quando sta bene e non ha problemi, non chiede nulla a dio quindi non lo cerca, è come se non esistesse. Se ne frega e se ne dimentica completamente, ignorandolo e non ringraziandolo per ciò che gli é stato donato fino a quel momento. Lui stesso ammette di non ringraziarlo quando dice ‘non prego quando pranzo e non ti ringrazio’. L’ultima parte della canzone pero ha un risvolto importante perché forse si accorge del suo limite umano in questo mondo ‘forse è un limite mio’ e proprio questo dovrebbe bastare a far riflettere sul fatto che proprio perché siamo limitati e umani abbiamo bisogno di un Dio o per rimanere sul vago, un Entità, un essere superiore a cui rivolgersi perché da soli non riusciremmo a compiere le nostre vite. Ma se dovessimo interpretare il pensiero di Emis sotto un altro punto di vista? E se al di la della sua rabbia leggessimo una riflessione più profonda? Quando afferma ‘Considerando le volte che vedi e non agisci’ dov’è Dio in certi momenti? Quando un genitore vede il proprio bambino morire per una malattia rara? Perché proprio lui? Perché succedono queste cose nel mondo se Dio esiste?. La canzone è molto dura ma rispecchia, forse la religiosità dell’uomo oggi: troppo preso dalla materialità dei problemi della vita, avente poco tempo da dedicare alla spiritualità però il suo ripetere ‘Mio Dio’ è forse un desiderio di mettersi in contatto con Lui, di avere o di riprendere un rapporto con Dio cercando di capire i motivi per i quali il mondo non sempre va come dovrebbe andare nonostante abbia la Protezione di Dio....


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