Tesina Maturita\' - Voto: 7 PDF

Title Tesina Maturita\' - Voto: 7
Course Teorie della comunicazione
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Pages 18
File Size 844.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 116
Total Views 149

Summary

tesina riguardante i temi e l'analisi trattati nel film Interstellar con collegamenti e riferimenti di varie discipline associate all'epoca contemporanea con l'aggiunta di possibili interpretazioni di un futuro prossimo riguardo le problematiche ambientali...


Description

Introduzione

“ Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango” La seguente citazione è ripresa dal film di fantascienza “Interstellar” prodotto nel 2014 e diretto dal regista Christopher Nolan. Esso invita ad un’importante considerazione circa le sorti del nostro pianeta e di conseguenza dell’intera umanità. Da questa premessa si costruisce la mia tesina, la quale intende delineare un profilo di un possibile mondo abitabile per l’uomo una volta cessata la vita sulla Terra - infatti come sostenuto dall’astronauta Cooper, personaggio e protagonista del film, “L’umanità è nata sulla Terra ma non è destinata a morirci” - e le molteplici visioni e riflessioni riguardanti correnti di pensieri e idee che porterebbero l’uomo ad affrontare un viaggio di questo calibro. Gli studi storico-scientifici individuano i mezzi che hanno condotto alle importanti esplorazioni del xx secolo avvalendosi di molte delle principali teorie della relatività e leggi gravitazionali. Tuttavia il ripensamento di tali leggi scientifiche si concilia a quella crisi delle certezze e di quei fondamenti derivati dalle filosofie nietzschiane. Il percorso di questa tesina, volta ad individuare una nuova casa per l’umanità, propone confronti tra il mondo della fantascienza e il mondo letterario cercando di cogliere, come anche lo stesso immaginario culturale, luoghi ideali alla sopravvivenza dell’uomo. Durante il film vi sono riferimenti impliciti alla letteratura italiana in quanto gli astronauti si interrogano sul ruolo che gioca la natura nello stesso modo compiuto dall’islandese dell’opera di Leopardi. La filosofia di Nietzsche sembra spingersi ad un’identificazione delle caratteristiche di un’umanità più idonea allo spazio abitativo, delineato dalle nuove leggi della scienza. Il suddetto film Interstellar, fornisce quindi un possibile scenario alternativo per la vita dell’uomo al di fuori del nostro pianeta d’origine, creando così in noi una curiosità volta alla ricerca di ciò che potrebbe celarsi al di fuori di quella che viene da noi definita “casa”.

Indice 1- “ L’uomo al di fuori della Terra: le prime spedizioni spaziali. ” 2- “ Teoria della relatività e esistenza dei Wormhole.” 3- “ Le condizioni per un nuovo mondo abitabile: il pianeta di Edmunds. ” 4- “ Visione della natura in Interstellar. ” 5- “ Interstellar: Representation of a Dystopian World.” 6- “ L’influenza della filosofia di Nietzsche in Interstellar.” 7- “ Bibliografia, Sitografia e Filmografia. ”

L’uomo al di fuori della Terra: le prime spedizioni spaziali Il film Interstellar è incentrato sugli avvenimenti di un’epoca storica nella quale l’essere umano è in via di estinzione a causa di persistenti tempeste di sabbia che quotidianamente e sempre più frequentemente si abbattono sulle coltivazioni, rendendo quindi impossibile la coltivazione e di conseguenza la produzione di cibo, fondamentale per il sostentamento di ogni essere umano. La sola soluzione in grado di preservare la vita degli esseri umani è la ricerca di un nuovo ambiente ottimale in grado di ospitare la nostra specie; l’unico mezzo con il quale ciò può essere reso possibile è la spedizione spaziale dell’astronauta Cooper e dei suoi compagni, i quali una volta entrati in un altro universo dovranno attuare delle ricerche su 12 possibili mondi abitabili. La salvezza degli uomini è in mano quindi ad una spedizione spaziale, simbolo di progresso e di ricerca di vita al di fuori della nostra conoscenza. Nella sua storia l’uomo ha sempre avuto il desiderio di spingersi oltre, di cercare una novità scoprendo nuovi luoghi e nuovi ambienti ad esso sconosciuti, prima intraprendendo lunghe spedizioni e viaggi all’interno del proprio pianeta d’origine e una volta costruiti i mezzi necessari, anche al di fuori di esso. La prima spedizione spaziale della storia avvenne il 4 Ottobre 1957 con il lancio del satellite artificiale Sputnik 1 dal cosmodromo di Baikonur ad opera dell’Unione Sovietica.

Il programma Sputnik ebbe inizio nel 1948, quando si intuì la possibilità di modificare missili militari in vettori per il lancio di satelliti. L'annuncio del successo del lancio venne dato da Radio Mosca la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1957.

Questa prima spedizione spaziale incrementò il malcontento di un’altra superpotenza mondiale ossia gli Stati Uniti d’America, i quali erano coinvolti appunto con l’Unione Sovietica nella cosiddetta guerra fredda, uno scontro di natura economica, politica e propagandistica tra i due paesi che non arrivarono mai ad un confronto fisico e armato. Successivamente al programma Sputnik, il 12 Aprile 1961, l’Unione Sovietica fu protagonista e organizzatrice di una nuova spedizione spaziale la quale passò alla storia come la prima missione con equipaggio umano di sempre.

La missione spaziale denominata Vostok 1 prevedeva il compimento completo dell’orbita terrestre tramite l’utilizzo di una capsula all’interno della quale vi era il pilota russo Jurij Gagarin, che era in costante contatto radio con il centro di controllo di volo. Infatti, nonostante le sue note abilità di pilota, il controllo della capsula era comandato automaticamente da terra, solo in caso di emergenza il pilota avrebbe quindi potuto prendere il controllo manualmente.

Questa spedizione fece la storia in quanto l’uomo estese i propri confini di esplorazione non solo all’interno di tutto il globo terrestre ma anche al di fuori di esso, ossia nel cosmo.

Successivamente alla spedizione lungo l’orbita terrestre di Gagarin vi fu un’altra simbolica e storica missione spaziale la quale portò per la prima volta un essere umano sul suolo lunare. Il 21 Luglio 1969 i piloti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin a bordo del razzo Saturn V partito dalla base spaziale “Kennedy Space Center” portarono a compimento la missione Apollo 11 che prevedeva l’atterraggio del primo uomo sulla Luna. Durante la spedizione gli astronauti, supportati da attrezzature specifiche, si dedicarono all’analisi e al tracciamento delle caratteristiche del suolo lunare e delle conformità di esso. Inoltre l’astronauta Armstrong piantò sul suolo lunare la bandiera statunitense come gesto simbolico di successo e di riappropriazione di un primato, riferendosi alle prime missioni russe. Essendo infatti nel periodo della guerra fredda, per gli Stati Uniti questo successo servì per riappropriarsi del primato del primo uomo sulla Luna in quanto, il primato del primo uomo nello spazio, apparteneva ai nemici Russi. In un contesto di tensione e di sfida tra le due parti, ciò che deve essere messo in luce è il coraggio e la tenacia dell’essere umano di andare contro i propri limiti e superare i confini più grandi per spingersi sempre di più verso la conoscenza al di la di ciò che può essere alla nostra portata. I primi viaggi spaziali hanno avuto un significato enorme per l’essere umano in quanto specie, simboleggiando una volontà e una capacità di sopravvivenza al di là del proprio pianeta natale. Le missioni Vostok 1 e Apollo 11 hanno infatti donato intraprendenza all’uomo, concedendo la possibilità di iniziare ad esplorare l’universo che ci circonda. Grazie a queste spedizioni infatti l’uomo col tempo e con i mezzi ha imparato a combattere ciò che possono essere le catastrofi naturale imposte dal nostro pianeta e come rivelato da Interstellar, se in una possibile epoca futura la Terra metterà la nostra specie alle corde, noi uomini saremo capaci di reagire e proveremo a cercare la salvezza al di fuori del nostro pianeta, spingendoci oltre verso un nuovo mondo che conosceremo grazie al gesto e al coraggio trasmessoci da questi uomini che hanno sfidato la natura e l’universo vincendo.

Teoria della relatività ed esistenza dei Wormhole Il film di Christopher Nolan, tratta del viaggio interstellare degli astronauti americani capitanati da Joseph Cooper i quali vengono incaricati di scovare un nuovo possibile pianeta ospitale per la razza umana. Secondo le ricerche effettuate nei laboratori della N.A.S.A. emerge che nel sistema solare dall’uomo conosciuto non vi sono tracce di un possibile pianeta in grado di soddisfare ciò che sono le priorità vitali dell’essere umano, tuttavia durante le loro ricerche gli scienziati notano una perturbazione dello spazio-tempo in prossimità del pianeta Saturno. La perturbazione individuata viene identificata successivamente come Wormhole oppure ponte di Einstein-Rosen, la quale permette di viaggiare da un universo ad un altro: esso infatti risulta essere l’unico mezzo con il quale si può raggiungere un nuovo sistema di pianeti senza attraversare viaggi di proporzioni temporali enormi.

Un Wormhole, anche detto cunicolo spazio-temporale, può essere definito come una sorta di “scorciatoia” tra due universi differenti la quale permette di spostarsi tra essi ad una velocità maggiore di quella impiegata dalla luce per percorrere la stessa distanza nello spazio normale. Esso può essere spiegato comparando la distanza tra i due universi ad un foglio a due dimensioni; se si dovesse percorrere il foglio da un estremo all’altro il tempo di percorrenza sarebbe di sicuro molto elevato, ma se il foglio venisse piegato in due e una sorta di canale lo attraversasse, lo spazio tra i due estremi del foglio sarebbe lo stesso ma con tempi di percorrenza ben differenti. La teoria del Wormhole venne avanzata dal fisico Albert Einstein nel 1935 con l’aiuto di Nathan Rosen ( da qui deriva il nome “ponte di Einstein-Rosen”), tuttavia questa teoria non è mai stata confutata in quanto fino ad oggi in natura non vi è stato alcun segno o ritrovamento che potesse condurre all’esistenza di questi cunicoli spaziotemporali. I cunicoli spazio-temporali possono essere suddivisi in due categorie: - Cunicoli spazio-temporali intra-universo ossia coloro capaci di connettere due porzioni di spazio dello stesso universo permettendo quindi di viaggiare all’interno di esso impiegando minor tempo rispetto ad un viaggio normale. - Cunicoli spazio-temporali inter-universo ossia coloro in grado di creare un passaggio tra due universi differenti, essi potrebbero essere utilizzati per compiere viaggi tra i due universi o per compiere viaggi nel tempo. Un Wormhole quindi, nelle sue funzioni e caratteristiche, non comprende solo la possibilità di compiere viaggi tra universi differenti, ma di poter compiere anche viaggi nel futuro. Secondo la teoria della relatività di Einstein, più la velocità di un oggetto si avvicina alla velocità della luce, più tale oggetto percepisce il tempo in maniera differente vedendolo scorrere più lentamente rispetto al resto dell’universo.

Tutto ciò sarebbe reso possibile dalla velocità dei due estremi del Wormhole: se l’ingresso fosse fermo mentre l’uscita si muovesse ad una velocità simile a quella della luce, un qualsiasi oggetto una volta attraversato esso infatti riuscirebbe a trovarsi avanti nel tempo nonostante per l’oggetto stesso sarebbero passati solo pochi minuti.

Tuttavia in Interstellar la percezione del tempo che caratterizza il viaggio degli astronauti non è dovuta alla velocità della navicella spaziale o dallo slittamento temporale dei due estremi del Wormhole, bensì dal campo gravitazionale creato dal buco nero “ Gargantua” (immagine sovrastante). Secondo la legge della relatività generale di Einstein infatti un buco nero al suo interno possiede una forza gravitazionale talmente ampia la quale è in grado di attrarre verso di se qualsiasi tipo di forza o oggetto (anche la luce una volta arrivati al centro del buco nero viene attratta dalla gravità la quale le impedisce di uscire dal cosiddetto orizzonte gravitazionale), creando così una singolarità gravitazionale e una conseguente deformazione dello spazio-tempo facendo si che il tempo in prossimità della linea dell’orizzonte gravitazionale scorra più lentamente. Come mostrato nel film infatti quando Cooper, Brand e un terzo astronauta scendono sul primo pianeta, il quale è all’interno del campo gravitazionale di Gargantua, la loro spedizione dura in totale 3-4 ore ma una volta tornati sulla navicella madre scoprono che per il quarto pilota rimasto a bordo sono passati più di 20 anni (ciò è possibile in quanto la nave madre, rimasta lontana dal campo gravitazionale del pianeta, non è stata coinvolta dalla deformazione spazio-temporale causata dalla gravità del buco nero). La singolarità che caratterizza Gargantua viene successivamente teorizzata da Nolan come uno spazio penta dimensionale chiamato “Tesseratto” il quale riproduce all’infinito la stanza della figlia di Cooper e al cui interno il tempo risulta una dimensione fisica. Cooper successivamente infatti riuscirà a comunicare con la figlia tramite la gravità, la quale non dipende dalle dimensioni dello spazio e del tempo in quanto è in grado di attraversarle, rivelandosi così il fantasma citato a inizio film. Christopher Nolan nel suo film intende fornire un’interpretazione personale su un possibile mezzo con il quale l’uomo potrebbe riuscire a lasciare il proprio universo e fornisce anche una visione personale su possibili scenari riguardanti la singolarità gravitazionale di Gargantua.

Egli si rifà alle teorie della relatività e agli studi sull’esistenza dei Wormhole per descrivere un viaggio al di là delle capacità e dei mezzi odierni di cui l’uomo dispone, infatti qual’ora si riuscisse a provare l’esistenza di questi cunicoli spazio-temporali bisognerebbe, prima di intraprendere un viaggio di tale portata, effettuare specifiche ricerche per individuare i materiali adatti per la costruzione di mezzi in grado di resistere alle forze gravitazionali ai quali essi verrebbero sottoposti durante l’attraversamento del Wormhole. Ciò che viene quindi fornito dal regista non è un’interpretazione basata esclusivamente su verità assolute ne una semplice invenzione, ma un’applicazione pratica delle teorie di Einstein le quali in futuro potrebbero risultare l’unica chiave per la salvezza dell’umanità.

Le condizioni di un nuovo mondo abitabile: il Pianeta di Edmunds “L’umanità è nata sulla Terra ma non è destinata a morirci” Questa frase pronunciata da Cooper nel film Interstellar implica la possibilità della sopravvivenza della razza umana purché essa sia disposta a trasferirsi lontana dal suo pianeta d’origine. In Interstellar gli astronauti raggiungono in prossimità di Saturno un Wormhole, ossia un passaggio penta dimensionale, il quale rende possibile l’approdo di Cooper e compagni in un altro universo composto da una stella collassata con all’interno un buco nero e 12 possibili mondi abitabili. La missione degli astronauti prevede l’esplorazione di tre mondi possibilmente abitabili e l’eventuale recupero dell’astronauta inviato sul mondo ritenuto più idoneo per costruire una nuova casa per l’umanità. Il primo mondo preso in analisi dal gruppo di astronauti viene chiamato “Pianeta di Miller” ( i pianeti prendono il nome dell’astronauta che vi ha messo piede per primo) il quale essendo troppo in prossimità di Gargantua risulta subire uno slittamento temporale dovuto alla deformazione spazio-temporale causata dalla forza di gravità attrattiva del buco nero, inoltre l’intera superficie è costituita da uno strato d’acqua alta circa mezzo metro la quale, tramite un moto ondoso, ogni circa due ore forma un’onda di proporzioni enormi che è in grado di spazzare via qualsiasi cosa. Il secondo pianeta visitato è quello del Dottor Mann, lo scienziato più importante dell’intero progetto di ricerca di una nuova casa per l’umanità. Egli nelle sue ricerche afferma che il suo pianeta è caratterizzato da un clima decisamente più freddo rispetto a quello della Terra e che l’aria non è del tutto respirabile in quando i livelli di ossigeno risultano troppo bassi. Tramite delle spedizioni però egli sostiene che vi è una superficie del pianeta nella quale è possibile respirare e coltivare, facendo così partire la creazione di una nuova casa per l’uomo. Tuttavia si scopre che ciò che viene riferito da Mann non sono altro che menzogne per favorire il suo recupero da parte di Cooper e compagni rivelando così la vera natura del suo pianeta, ossia un pianeta arido, spoglio e sterile. Nelle scene finali, utilizzando una fionda gravitazionale in prossimità di Gargantua, mentre Cooper si lascia cadere all’interno del buco nero, l’astronauta Brand viene lanciata verso l’ultimo pianeta senza le condizioni per poter poi affrontare un viaggio di ritorno. Dalle ultime sequenze del film si intuisce che il “Pianeta di Edmunds” è proprio il pianeta tanto cercato dagli astronauti, esso infatti possiede tutte le caratteristiche per ospitare l’essere umano, ma ciò che non viene descritto da Nolan sono appunto le caratteristiche necessarie che questo pianeta deve possedere per poter accogliere la vita. Per il sostentamento della vita sul Pianeta di Edmunds bisogna innanzitutto partire dalla composizione chimica dell’atmosfera la quale dovrà essere simile a quella della Terra per permettere agli uomini di respirare senza l’aiuto di specifici macchinari: essa dovrà essere formata da una miscela di gas presenti in natura anche sulla Terra ossia azoto ( N 2 ), ossigeno ( O2 ), biossido di carbonio ( CO2 ) e vapore acqueo. Risulta fondamentale che tra gli elementi sopra indicati vi sia il fenomeno dell’equilibrio dinamico il quale permette di mantenere costanti le percentuali dei vari gas nonostante essi vengano costantemente o prodotti o consumati come ad esempio il biossido di carbonio e l’ossigeno, senza questo fenomeno infatti basterebbero pochi mesi per finire completamente le scorte di ossigeno dell’intero pianeta arrivando così a formare su esso un’atmosfera composta solamente da anidride carbonica. Analizziamo ora i vari elementi e le loro caratteristiche principali :

- Azoto: elemento che dovrebbe risultare il più presente nell’aria del nuovo pianeta, esso è un gas poco reattivo che raramente interagisce con rocce o minerali, tuttavia la sua presenza è fondamentale per lo sviluppo della flora in quanto se fissato da batteri chiamati azotofissatori è in grado di sintetizzare composti necessari al metabolismo delle piante. Un altro principio fondamentale di questo gas è l’attenuazione dell’azione ossidante dell’ossigeno. – Ossigeno: elemento fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo in quanto senza una percentuale di esso nell’aria non ci sarebbe la possibilità di respirare, esso sulla Terra si può trovare sottoforma di molecole biatomiche ( O2 ), triatomiche ( O3 ) e atomi singoli ( O ), l’ossigeno possiede un forte potere ossidante e interviene in tutti i processi di combustione, inoltre se ci fosse la possibilità come sulla Terra di trovarlo sottoforma di molecole triatomiche esso permetterebbe la formazione di uno strato di Ozono il quale farebbe da barriera protettiva contro i raggi ultravioletti che si infrangono contro il pianeta di Edmunds. – Biossido di carbonio: elemento prodotto dagli esseri viventi durante la respirazione, viene utilizzato dalle piante durante la fotosintesi, esso come funzione più importante influenza la temperatura dell’aria e del suolo in maniera determinante assorbendo le radiazioni rilasciate dalla stella del sistema e trattenendo il calore irradiato dalla superficie del pianeta. – Vapore acqueo: fondamentale per la formazione di nubi e precipitazioni senza le quali il terreno del pianeta di Edmunds non potrebbe essere fertile per la coltivazione e la crescita di una flora, esso può essere prodotto dall’evaporazione di bacini idrici pre-esistenti sul pianeta e dalla respirazione e traspirazione degli esseri umani. Una volta definiti i canoni per l’idoneità dell’aria e dell’acqua del pianeta, bisogna soffermarsi sulle caratteristiche del suolo il quale dovrà essere fertile per favorire le coltivazioni e stabile per poter fare da base a possibili costruzioni. Le caratteristiche di un suolo idoneo allo sviluppo della vita si rifanno a quelle del suolo terrestre in quanto come mostrato dal regista del film, il pianeta di Edmunds risulta essere molto simile alla Terra: la composizione chimica del suolo dovrebbe essere composta da percentuali elevate di ossigeno e silicio le quali combinate con piccole percentuali di alcune tipologie di met...


Similar Free PDFs