Tesina CONI (smef) - Voto: 30/30 PDF

Title Tesina CONI (smef) - Voto: 30/30
Author Gabriele Papalino
Course Storia Dell'Amministrazione E Della Comunicazione Pubblica
Institution Università degli Studi della Tuscia
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Summary

Approfondimento sulla pratica dello sport nel vent'ennio fascista ('19-'39), mediante l'istituzione della SMEF di Orvieto....


Description

La nascita dello Sport come movimento Nazionale: dalla Ginnastica Militare, al movimento associativo nazionale, fino all’istituzione del CONI. Gli scandali d’oggi. L’ORIGINE DELLA GINNASTICA: UN CONCETTO NAZIONAL-MILITARE. La storia dello Sport ha radici profonde. Nel 1892, il barone Pierre de Cubertin (segretario generale dell’Unione Francese degli Sport Atletici), afferma: «[…] A livello europeo le tre capitali riguardanti gli esercizi fisici sono: Berlino, Stoccolma e Londra.»

Nei primi anni dell’800, Berlino sentiva la pressione negli scontri con la Francia durante le guerre napoleoniche; smarrita la fiducia nell’esercito, l’attività fisica permise una rinascita dell’identità nazionale e delle capacità dell’esercito tedesco. In Dottrina della Ginnastica (1864), Friedrich Ludwig Jahn, considerato il padre della ginnastica tedesca, racchiude i principi della materia che sono i classici ideali germanici, che giustificano la lettura della ginnastica come segno di appartenenza alla nazione. Non a caso, questa fu la disciplina che accompagnò tutto il processo di unificazione nazionale. Nel 1813 viene fondato Il Reale Istituto Centrale di Ginnastica che è il punto di partenza dell’ideologia razzista partendo da una concezione ginnica, di sviluppo fisico e anche il luogo dove verrà elaborato il concetto moderno di “ fitness” circa un secolo più tardi (1907), che viene poi diffuso in Olanda, in Germania ed, infine, in Russia (1931) dove diventa “sport per tutti”. Dagli ambienti militari, la pratica ginnica si comincia ad insegnare anche ai figli delle famiglie benestanti: si permette quindi lo sviluppo e la modernizzazione dello Stato, ma anche della classe dirigente del tempo. La ginnastica quindi, è una disciplina che nasce contemporaneamente in Germania e in Svezia e che ha come ideologia di fondo quella tedesca; basata su esercizi ginnico-militari non competitivi, esaltando valori come l’ordine ed il sacrificio. Una concezione completamente diversa da come la intendiamo noi oggi, ossia: l’insieme di movimenti ginnastici eseguiti secondo una progressione logica che tiene conto del loro rapporto causa-effetto. Tutto questo, visto naturalmente, secondo un’ottica atletico-competitiva.

LO SPORT IN INGHILTERRA E NEGLI STATI UNITI. Lo sviluppo dello sport in Inghilterra avviene in modo diverso rispetto ai colleghi Europei, in quanto non è prevista una visione patriottica e militare come nella società tedesca. Individuiamo qui, due filoni: il primo è lo “sportisations” (ossia la trasformazione in codice sportivo delle antiche tradizioni; es. la caccia alla volpe); la seconda prevede l’inserimento della pratica sportiva all’interno delle public schools. Lo sportisations si fa risalire al 1751

quando a Londra nasce il Jockey Club per regolare le corse dei cavalli; quanto all’istituzionalizzazione dei giochi sportivi, la data che si è scelta come principio del processo che ci ha portato a vedere lo sport come lo vediamo oggi, è il 1823 (anno in cui William Webb Ellis istituì, in un college britannico, la regola che nel rugby la palla va portata con le mani). Successivamente, sotto il profilo dello sportisations, si ebbe nel 1788 l’istituzione del Marylebon Club che sottoscrisse le leggi del cricket e nel 1857 viene fondato l’Alpine Club con lo scopo di studiare l’ambiente montano; per quanto riguarda l’altro filone invece, si può dire che le altre public schools sono rimaste affezionate alla concezione calciata e quindi nasce l’istituzione che prenderà il nome di “football association”. Anche nella mentalità inglese si nota un utilizzo dello sport ai fini di uno sviluppo culturale e sociale del paese: uno studio ha riportato che dopo l’istituzionalizzazione dei giochi sportivi all’interno delle scuole, l’ordine e la tranquillità di queste aumentarono notevolmente. Visti i risultati così soddisfacenti, il passo seguente fu quello di istituire lo sport anche nelle università e via via si venne a costituire un nuovo spazio all’interno della giornata; un tempo dedicato né al lavoro, né al riposo: il tempo libero. È proprio così che si vanno a delineare i tratti dello sport britannico: nel 1829 si ha la prima esperienza di “Boats Race” (canottaggio sul Tamigi), dieci anni più tardi due università si sfideranno in una partita di cricket e nel 1850, ad Oxford, si ha il primo meeting sportivo. È soprattutto negli ambienti accademici che si vanno delineando e formando gli sport atletici (atletica leggera, tennis e nuoto), simbolo intrinseco di disciplina. Anche l’America seguirà i passi dei suoi colonizzatori, ma è sempre in Inghilterra che, tra il 1870 ed il 1890, si ha un enorme sviluppo di associazioni calcistiche: nasce la Football Association (undici squadre di football che si riuniscono per stabilire un regolamento effettivo di questo sport), il torneo “Scottish Football Cup”, ha inizio il primo campionato di Lega Inglese, ecc. e tutto ciò si inserisce molto bene nell’ambito sociale: grazie ai fenomeni di urbanizzazione ed industrializzazione, il calcio divenne il primo spettacolo “live”, a cui gli operai assistettero. Non solo il calcio si sviluppò però: nel 1869 nasce il comitato di associazione di nuoto, dal 1877 si aprono i sipari sul campionato mondiale di Wimbledon, nel 1879 nasce la prima federazione di atletica leggera; nel 1880 nasce il comitato per il ciclismo e per la boxe e nel 1895, a New York, si tiene il primo incontro internazionale tra i membri dell’Athletic Club di Londra e New York. Negli Stati Uniti il modo di svilupparsi è lo stesso, solamente il baseball rimane come sport popolare. Il processo sportivo nasce sempre nelle università con lo scopo di “patriottizzare” gli studenti/atleti nella speranza di fornire loro dei valori. Qui, ricordiamolo, gli sport tipici sono il baseball, ed il basketball (diffuso grazie all’Associazione Giovanile Maschile Cristiano-Protestante, YMCA) e il volleyball (generato dall’unione tra tennisti e cestisti). Ecco che bisogna aggiungere allora, una quarta città come capitale dello sport, secondo la riflessione fatta da Coubertin all’inizio del secolo ‘800).

FRANCIA: DALLE ORIGINI, FINO ALL’OLIMPISMO (l’intervento di De Coubertin). In Francia, l’influenza della cultura tedesca e inglese si fece sentire in momenti diversi: la prima fase si ebbe nel primo decennio dell’800, mentre la seconda verso gli anni ’40. Nel 1847 viene istituita, a Joinville, l’École Normale de Gymnastique che nel 1852 rappresenterà il più importante istituto di educazione fisica militare del paese. La disciplina si diffonde molto velocemente. Dopo il 1870 (anno di sconfitta Francese contro la Prussia, a Sedan), nel decennio ‘72-’82 vengono emanate diverse leggi riguardanti il servizio militare obbligatorio, la riforma del sistema ginnastico, l’obbligatorietà dell’esercizio ginnico (soprattutto nelle scuole), ecc. È quindi lo Stato a permettere la creazione di società ginnastiche a scopi patriottici. Si fondono, qui, due ambiti distinti: da un lato lo sport spettacolo, dall’altro quello dell’agonismo. Negli anni ‘80 è l’ippica a fare da padrona, mentre solo nel 1903 si tiene il primo Tour de France che grazie alla sua suddivisione in tappe permette un diffusione dell’ideale nazionalista e repubblicano connettendo centro e periferia. Nel 1887 nasce l’Union des Sociétés Françaises de Course à Pied e successivamente il Comité Pour la Propagation des Exercise Physiques dans l’Éducation, la Ligue Nationale de l’Éducation Phisique, l’Union del Sociétés Françaises des Sports Athlétiques (USFSA, di cui De Coubertin ne sarà segretario generale) e molte altre. Nel 1900 si arriva ad oltre 45.000 associazioni sportive senza fini di lucro. Naturalmente, con l’avanzare del tempo, le associazioni definiscono uno statuto, stilano una gerarchia nelle cariche (presidente, segretario, ecc. esattamente come nell’Amministrazione), si dotano di locali, simboli, bandiere e stendardi; insomma, di tutto ciò che possa far accrescere la notorietà della società sportiva sia a livello locale, che nazionale. Nel 1908 nasce la Federazione Atletica Socialista Francese. Non dimentichiamo che anche i cattolici sono inseriti in questo ambito e, tra la fine degli anni ’90 dell’800 e i primi anni ’10 del ‘900, creano svariate Federazioni Ginnastiche (una delle quali anche Internazionale) che per svilupparsi avranno bisogno di minor tempo rispetto a quelle laiche, ma avranno una minore utenza. È De Coubertin, nel 1892 che, cominciando a pensare come poter internazionalizzare il suo concetto di sport (“[…] lo sport è un’etica di vita.”), afferma la necessità di istituire le Olimpiadi in occasione del quinto anno di attività del USFSA. Viene convocato quindi un Congresso Mondiale di Educazione Fisica presso l’aula magna della Sorbona nel giugno del 1894 a cui partecipano tre commissioni internazionali: una per l’Europa continentale, una per l’Inghilterra e le sue colonie e una per l’America che riprendono l’ideologia classica dello sport leggendolo in chiave etica (generazione del concetto di “olimpismo moderno”). Sempre in questo congresso, viene creato il Comitato Internazionale Olimpionico (CIO) che istituisce le Olimpiadi scegliendo Atene come città che per prima avrebbe dovuto ospitare questa manifestazione (1896), ma soprattutto viene deciso che ogni quattro anni la sede dell’evento sarebbe stata diversa: ciò permise di rafforzare i rapporti internazionali e la pace tra gli Stati coinvolti. Inoltre, grazie all’esplosione del fenomeno delle Esposizioni Universali, la manifestazione garantì una grande messa in scena della modernità tecnologica.

Il CIO, aveva nel suo programma l’istituzione del Comitato Nazionale Olimpico (CNO) che avrebbe dovuto avere il compito di assicurare la partecipazione del paese all’esperienza olimpica. Di fatto però, la sua realizzazione non fu così semplice in quanto le grandi federazioni, soprattutto quelle della ginnastica (in Italia), non si sentivano compatibili con i principi dell’olimpismo (sport come fine e non come mezzo) e addirittura si verificarono casi in cui più federazioni di una stessa Nazione non riuscirono a superare le loro tensioni al punto da non presentare la propria squadra alla prima Olimpiade. Fino al 1914 i Giochi Olimpici sono organizzati da un comitato locale ed anche le giurie sono composte da membri locali. Fin dal 1896 (prima olimpiade, Atene) si tiene conto del dilettantismo: si tiene una forte posizione contro ogni forma di professionismo. Nel 1906 si disputano, in Grecia, i Giochi Internazionali Olimpici al termine dei quali si formalizza la rinuncia ad ospitare le prossime Olimpiadi a Roma; il posto viene preso da Londra (1908). Le Olimpiadi di Stoccolma (1912) istituzionalizzano la nota internazionale dell’evento e vengono definiti per questo, “giochi perfetti” (grazie soprattutto all’organizzatore dell’evento). Anche nello sport, come nella vita politica quotidiana, viene fatta discriminazione verso il gentil sesso: sarà possibile, solamente nei giochi Olimpici di Stoccolma, vedere ammesse le donne alla gara veloce di nuoto. In questi anni l’Olimpismo va sempre più a consolidarsi: nei giochi di Londra del 1908 vediamo la prima assegnazione delle tre medaglie di diverso conio, anche se bisognerà attendere le Olimpiadi di Roma (1960) per vedere le medaglie con il nastro in modo da essere appese al collo degli atleti; sempre qui, per la prima volta, l’atleta corre con il nome della nazione a cui appartiene. E poi ancora, la bandiera delle Olimpiadi e del CIO (cinque cerchi di colore differente rappresentanti i 5 continenti su sfondo bianco), viene presentata per la prima volta a Parigi tra il 12-13 giugno 1914, mentre la Fiaccola viene introdotta qualche anno più tardi alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. La prima staffetta sarà corsa solamente nel 1936 in occasione dell’Olimpiade di Berlino. Nel 1916 si tiene, a Parigi, un Congresso per celebrare il ventesimo anno di istituzione dei Giochi Olimpici e si nota che il metodo di Coubertin funziona molto bene sul piano sociale ed internazionale. Un anno prima, il 10 aprile 1915, Coubertin sposta la sede del CIO da Parigi a Losanna (dove ancora oggi risiede); il risultato è la stipulazione di un documento (Carta Olimpica) che sancisce la sede dell’Istituto in Svizzera, racchiude i profili di tutti i componenti che hanno collaborato per la realizzazione di tale progetto, dichiara illimitata la vita del Comitato ed ha come scopi: incoraggiare ed organizzare lo sviluppo dello sport, assicurare la regolare celebrazione dei Giochi Olimpici e renderli portavoce di nobili ideali. Il tutto senza fini di lucro.

L’AVVENTO DELLA GINNASTICA IN ITALIA: DAL TIRO A SEGNO, ALLA “FASCI”. Arriviamo però all’Italia. Il nostro Paese si dota di un sistema ginnastico ereditando caratteristiche sia dall’esperienza tedesca (in quanto, proprio come in Germania, il Ministro della Guerra applica questa disciplina nelle branche dell’esercito), che da quella Francese (la quale vede l’istituzione dell’attività ginnastica all’interno delle scuole magistrali). Tutto questo fu reso possibile dal carattere aperto alle riforme del Rè Carlo Alberto e dello Statuto omonimo. Naturalmente, il centro dell’attività non poteva che essere Torino: qui Casati, con la sua riforma (legge 13 novembre 1859 n. 3725), dichiarò obbligatoria l’introduzione dell’attività ginnica all’interno delle scuole secondarie di ogni grado e classe di appartenenza, affermando che il professore di educazione fisica debba essere scelto direttamente dal Capo dell’Istruzione (naturalmente passeranno anni prima che questa legge venga applicata poiché, trovandoci ancora nel 1851, le risorse politiche ed amministrative erano maggiormente concentrate sull’unificazione del paese). Il programma scolastico del 1862 affermava: «La potenza di una Nazione risiede in un buon assetto finanziario ed una notevole forza fisica del suo esercito. Un buon legislatore, per il bene del proprio paese, dev’essere in grado di ottenere il massimo sviluppo di questa senza nuocere alla stabilità di quello. Il raggiungimento di tale obiettivo, consiste in una giusta dose di educazione militare conferita assai prima dei vent’ anni in modo da preparare una buona gioventù in vista di diventare esercito.»,

ossia la ginnastica educativa di Obermann di tipo militare, che entra nelle scuole pubbliche. Rudolf Obermann, il 17 marzo 1844, fonderà a Torino la Società Ginnastica, ufficializzandone le funzioni di fatto già presenti da tre anni; dal punto di vista sociale ed istituzionale, è importante notare che questa Società è strettamente legata al sistema politico Nazionale. Tra il 15 ed il 17 marzo 1869, a Venezia per due anni e successivamente a Torino, si tiene il congresso delle società di ginnastica che danno origine alla Federazione di Ginnastica Italiana (FGI). Per evitare equivoci di natura politica le società nascenti in questo periodo dichiarano di essere totalmente estranee a qualunque lotta di tipo politica. Il movimento ginnastico si sviluppa con la nascita di innumerevoli società; tuttavia, assistiamo ad una rottura di tipo dottrinale: il primo filone, vede al suo vertice il già citato Obermann, mentre dall’altro lato sorge una figura nuova: Emilio Baumann. Quest’ultimo, considerato il padre della ginnastica italiana, viene istruito dal teorico Obermann negli studi superiori ed approfondisce gli studi laureandosi in medicina approfondendo il concetto di “psicocinesia”; egli infatti sostiene: «La ginnastica svedese vede solamente il fisico dello scolaro, punta solamente sulla definizione di questo; al contrario la mentalità tedesca, punta alla formazione psicologica e caratteriale del ragazzo)». È durante il V Congresso nel 1874 che la Federazione di Ginnastica si spacca e la corrente capitanata da Baumann prende il nome di Federazione delle Società Ginnastiche Italiane (FSGI). Nonostante l’ascesa della Sinistra storica alla guida del governo (1876) e le riforme

scolastiche emanate dal Ministro Coppino (1877), non si può di certo dire che il sistema ginnastico, in questo periodo, sia al paro con gli altri Stati confinanti. Tuttavia la definizione ed il perfezionamento del sistema arriverà nel giro di un decennio grazie agli stretti rapporti che Luigi Pelloux (allora Presidente del Consiglio dei Ministri, 1898-1900) ebbe con il Re Umberto I, che permisero una riunificazione della Federazione Ginnastica Nazionale. Oltre alla precedente citata legge Coppino, è da ricordare anche l’omonima legge promossa dal Ministro De Sanctis (7 luglio 1877 n°4442) che sancisce l’obbligo della ginnastica educativa in tutte le scuole di ordine e grado a partire dalla seconda elementare poiché: “per diventare soldato, l’uomo deve essere formato e questa formazione non si attua né in tre né in sette giorni: richiede del tempo”1. Il 29 maggio 1888 la Federazione di Ginnastica Nazionale tiene il primo congresso a Modena con presidente generale Luigi Pelloux, presidente onorario Re Umberto I e Baumann come cassiere; dal 1889 in poi, verranno organizzati con regolarità i concorsi ginnico-atletici nazionali. È importante sottolineare la differenza di compiti tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la precedente Federazione citata: mentre il primo garantisce l’esecuzione dell’attività ginnica per la gioventù della scuola, la seconda sviluppa la materia o per chi ha abbandonato gli studi o per gli adulti in generale magari professionalizzando anche la figura degli atleti. Questa linea di continuità che si venne a creare tra i due precedenti Istituti, generò la nascita del sistema di Tiro a Segno voluto già in precedenza da Garibaldi a cui presero parte Minghetti e Rattazzi (Ministri dell’Interno) su iniziativa di Bettino Ricasoli, ma in fondo voluta anche dallo stesso Luigi Pelloux. Le prime gare nazionali si celebrarono a Torino nel 1863 ma bisognerà attendere il 1882 per vedere l’Istituto del Tiro a Segno Nazionale sottoposto alla vigilanza del Ministero della Guerra e del Ministero dell’Interno: entrambi si occupavano rispettivamente della parte tecnica e amministrativa dell’ente. La disputa per accaparrarsi l’intero ente ci fu e durò anche a lungo ma alla fine vide prevalere il Ministero della Guerra; farà il suo ingresso anche il Ministero della Pubblica Istruzione facendo intervenire gli studenti nelle gare. Se da una parte, la legge del 1882, scosse un po’ gli animi all’interno del mondo della ginnastica, dall’altra diede origine alla formazione dell’Unione dei Tiratori Italiani (UTI) nel 1894, che nel 1910 diventa Unione Italiana di Tiro a Segno (UITS) dimostrando un carattere più agonisticosportivo nonostante resti evidente la sua lieve inclinazione politica. Il 29 agosto 1893, il ministro Ferdinando Martini, nomina una commissione che prende il nome “per l’Educazione Fisica” presieduta dal senatore Francesco Todaro; qui, l’intervento di Angelo Mosso che scrive: «Bisogna considerare l’educazione fisica una disciplina costituita da due parti: una è la ginnastica che consiste nell’insieme di esercizi svolgibili in palestra, l’altra è l’agonismo che riguarda invece le gare e lo spirito di competizione». L’obiettivo generale, non ce lo dimentichiamo, era quello di generare ginnasti, atleti e buoni soldati 2. Avverrà anche il tentativo di includere le donne nell’attività ginnastica, istituendo nel 1896, il Comitato Centrale della Relazione parlamentare del 1873 (ca.) nella quale viene ricordato che, in Danimarca, l’obbligatorietà della ginnastica risale al 1804. 1

Federazione di Ginnastica Femminile (CCFGF) presso la città di Roma, ma al 1901 il movimento è ancora ristretto per via delle poche società presenti sul territorio Italiano. Il ministro Nasi, nel 1902, convoca una commissione che nell’anno seguente stilò una relazione che racchiuse il contenuto del R.D. 22 dicembre 1910 n. 959, il quale afferma: «[…] gli esercizi fisici devono essere finalizzati a rinvigorire il corpo e formare il carattere […] per questo siamo ad istituire: un obbligo di mezz’ora al giorno di educazione fisica presso ogni scuola primaria d’Italia e tre ore settimanali presso ogni scuola media del Regno»; con tale decreto è previsto inoltre che tutti gli studenti delle università finalizzate all’insegnamento, qualunque esso sia, debbano frequentare un corso semestrale di Educazione Fisica presso ogni Facoltà di Medicina d...


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