Tirso de Molina PDF

Title Tirso de Molina
Author Alessia Ferrari
Course LINGUA SPAGNOLA
Institution Università della Calabria
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Summary

Tirso de Molina...


Description

Tirso de Molina È lo pseudonimo di Gabriel Telléz, nato a Madrid il 24-03-1579 e morto al Almazon, il 12-04-1648. È uno dei massimi drammaturghi spagnoli del Barocco, fu discepolo di Lope De Vega che conobbe come studente ad Alcalà. Nel 1600 entra nell’ordine della Moral, nel 1606 prende i voti come sacerdote, studia arte e archeologia. A Toledo rimane molto tempo, poi va in Galizia, a Salamanca e a Lisbona. Nel 1612 ha venduto tre sue commedie: forse una prima edizione del “Vergonzoso en Palacio”, del 1615 è Don Gil de las calzas verdes ed in quel periodo scrisse satire e commedie che gli crearono non pochi problemi con il clero. Si ritira nel monastero de l’Esterquel in Aragona. Tra il 1616 e il 1618 è a Santo Domingo, dove insegna teologia all’università per tre anni ed è uno dei rappresentanti del suo ordine sacerdotale. Egli conosceva temi sul periodo della conquista che utilizzerà nelle sue commedie. Nel 1618 torna a Madrid dove tra il 1624 e il 1633 pubblica le “fontes de sus canedas”. Si tratta di commedie profane che gli costano l’esilio a Siviglia. Nel 1625 la junta de reformación, lo punisce con una reclusione nel monastero di Cuenca, per aver scritto altre commedie profane. Nel 1626 torna a Madrid ed è commendatore, nel 1632 e 1639 è in Catalogna dove dedica al suo monastero “la Historia general de la orden de la Marcel” Nel 1639 papa Urbano ottavo gli concede il grado di Gran Maestro. I dissapori con gli altri preti del suo ordine gli provocano l’esilio a Cuenca nel 1640. Muore ad Almacan nel 1648. Nelle sue opere conosciamo una sessantina di pies drammatiche, tuttavia nel prologo della terza parte delle sue opere concrete, leggiamo che nel 1634 aveva scritto circa 400 opere. È stato definito uno degli autori più importanti e prolifici del Barocco. Anche se l’attribuzione di molte opere è ancora dubbia. La sua opera drammatica si caratterizza per una complicazione di argomentazioni, la difficoltà è seguire la storia, come in “Don Gil de las calzas verdes” i personaggi di Tirso hanno una profondità psicologica che è raro trovare in autori del teatro dello stesso periodo. Tirso, infatti, dispone di una sensibilità verso l’universo femminile. Basti pensare alla Reina Maria de Molina, nella “Prudencia en la mujer”. Esistono drammi come “la trilogia di Santa Juana”, e i drammi biblici come “la vida y muerte de Herodes” Poi ci sono i romanzi di natura cortigiana, come piesas dramaticas y poemas de distinta tematica. Lo stile di Tirso è concettista, gioca molto con il lessico e ciò si evince dalle sue ultime opere. Le sue opere più importanti sono state messe in dubbio per quanto riguarda l’autore e queste sono “el condenado por desconfiado” e “el burlardor de Sevilla” Egli costruisce il suo dramma mettendo insieme due motivi tradizionali: il seduttore, cioè l’ingannatore delle donne da un lato e la cena con il defunto dall’altro. Il tema principale sono le burle di Don Giovanni verso le donne. È presente il codice d’onore contemporaneo all’epoca. È come se Don Giovanni peccasse di continuo, senza pensare al fatto di ricevere il castigo divino. In realtà, Don Giovanni, pensa di avere ancora del tempo per pentirsi e vive il proprio presente. Tuttavia, rimarrà vittima di una delle persone che aveva preso in giro. La morale dell’opera è che la salvezza cristiana la ottengono solo coloro che si confortano con la fede e non con il peccato. Il dramma, secondo Lope, si struttura in 3 jornades: abbiamo il prologo, el nudo, cioè il nodo (la parte centrale) e el desenlace, cioè la conclusione. Nella prima jornada troviamo il dialogo in cui si presenta il conflitto: nel palazzo del re di Napoli, Don Giovanni si sostituisce nella personalità di Don Octavio, inganna la duchessa Isabella e mette in difficoltà lo zio ambasciatore. Poi, fugge dall’Italia. Naufraga sulla costa di Zonagona e inganna la pescadora Zibea. Nella seconda jornada troviamo il re che cerca di trovare una soluzione per placare quello che aveva fatto il Don Giovanni ed ofre al duca Octavio la mano della duchessa Don a Ana, innamorata del Marchese de la Mofa e decide di far sposare Don Giovanni con Duchessa Isabella. Do na Ana è la vittima della terza presa in giro. Don Giovanni si sostituisce alla personalità del Marchese, prende in giro Do na Ana e uccide il padre di Don a Ana, cioè il commendatore. Tenta la fuga e inganna la pastorella Aminta nel giorno del suo matrimonio con Batricio, proprio nella casa del padre della sposa. Nel terzo atto tutti i personaggi presi in giro da Don Giovanni si ribellano e vanno dal re per chiedergli giustizia, ma il tradimento di Don Giovanni può essere castigato solo dalla giustizia divina. La punizione per tutto quello che ha fatto avviene durante la cena dell’oltretomba, con la statua del commendatore che porterà con sé negli inferi. Tipico di quest’opera è il nuovo modo di fare commedia. Infatti abbiamo: -tre atti

-il tragico e il sarcastico insieme -le unità aristoteliche di tempo, spazio e azione non vengono rispettate. Fray Louis de León Nasce a Belmonte (Cuenca) nel 1527. Entra nell’ordine degli agostiniani di Salamanca, città dove studia e diventa professore di Sacre Scritture. Nel 1572 è accusato di fronte all’inquisizione di alterare il significato della Bibbia senza sottomettersi al volere della controriforma, senza sottomettersi alla vulgata (traduzione in latino della Bibbia). Ma in realtà, Fray Louis era di origini ebraiche. Accusato di aver tradotto il Canter de los cantares, che all’epoca era stato proibito dal concilio di Trento, dopo aver trascorso cinque anni nel carcere, fu assolto dal tribunale. Torna a Salamanca, dove insegna fino al 1591. Lui è un conoscitore della teologia, della Bibbia, e conosceva il latino e il greco, tant’è che scrisse alcuni commenti in latino. Insieme ad altri intellettuali compie una critica alle traduzioni latine della Bibbia che rispettano poco la versione ebraica....


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