TLC - Cromatografia su strato sottile PDF

Title TLC - Cromatografia su strato sottile
Course Analisi dei farmaci 2
Institution Università degli Studi di Camerino
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Summary

Appunti della lezione integrati con materiale didattico...


Description

TLC – CROMATOGRAFIA SU STRATO SOTTILE E’ un tipo di cromatografia planare, sfruttata per l’analisi qualitativa, quantitativa e come metodo preparativo. I principi di separazione sono l’ adsorbimento e la ripartizione. La fase stazionaria è costituita da silice o allumina su cui aderisce carta da filtro, mentre la fase mobile, ovvero l’eluente, è un solvente o una miscela di solventi ben miscibili fra loro.

PROCESSO: la cromatografia può essere monodimensionale o bidimensionale. o







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Monodimensionale: 1. Prelevare la miscela da separare con un capillare, poi appoggiarlo sulla lastrina all’altezza di 1 cm dalla base. 2. Si mette il solvente nella camera cromatografica, che può essere di due tipi: ascendente o discente: nel primo caso il solvente eluente è posto sul fondo e sale per capillarità, eluendo verso l’alto, con distanze maggiori o minori, le sostanze in base alla loro affinità per il solvente; nel secondo caso il solvente è posizionato in una bacinella ed è a contatto con la lastrina su cui sono state seminate le sostanze nella parte alta: l’eluente cola dall’alto per gravità e trasporta verso il basso le sostanze. 3. Si pone quindi la lastrina nella camera cromatografica, che successivamente va chiusa, e si aspetta per un certo periodo di tempo. 4. A separazione conclusa, segnare con un leggero tratto di matita le nuove e le iniziali posizioni delle macchie e il punto in cui è arrivato il solvente, per rendersi meglio conto degli spostamenti rispetto alla semina iniziale delle sostanze. 5. Per visualizzare i risultati, si ricorre a: Radiazioni UV: se nella lastrina è disperso un indicatore di fluorescenza, sottoponendola sotto i raggi UV è possibile identificare la presenza di gruppi funzionali delle sostanze fluorescenti che hanno assorbito la radiazione. Vapori di iodio: si sviluppano quando sul fondo della camera cromatografica sono posti i cristalli di iodio, che forma complessi scuri sulla lastrina in corrispondenza delle zone dove sono presenti sostanze capaci di legare lo iodio. Reagenti cromogeni: ad esempio permanganato di potassio, vengono spruzzati sulla lastra e danno composti colorati grazie a reazioni selettive con determinati gruppi funzionali. Bidimensionale: si utilizza quando la cromatografia monodimensionale non basta poiché non sempre si riescono a trovare solventi che separano per bene tutti i composti della miscela, e quindi serve per migliorare la risoluzione delle separazioni. Consiste nell’utilizzo di due lastrine per TLC, che vengono seminate entrambe con una goccia della stessa miscela nel modo descritto sopra, ma vengono eluite con due solventi diversi. In questo modo è possibile confrontare il tragitto delle sostanze in miscela quando eluite da due solventi diversi.

PARAMETRI:   

Tragitto percorso dal solvente: la distanza massima percorsa dal solvente verso l’alto sulla lastrina è definito fronte del solvente Tragitto percorso dalla sostanza: la macchia, conclusa la separazione, si è spostata verso l’alto. Il suo percorso viene contato in cm, a partire dal punto di semina. Il fattore di ritardo: si indica con Rf, ed è una misura del percorso della sostanza. Si ottiene facendo il rapporto fra la distanza percorsa dalla sostanza in analisi e la distanza percorsa dal solvente. Valori ottimali sono compresi fra 3,5 cm e 6,5 cm. Al di fuori di questo range è possibile che il solvente non abbia eseguito una separazione ottimale.

Se si vuole confermare l’identità di una sostanza con questa tecnica, si può confrontare l’Rf ottenuto con i dati sperimentali sulla lastrina con quello di uno standard della sostanza che sospettiamo sia....


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