Type design&Lettering - Appunti 3 PDF

Title Type design&Lettering - Appunti 3
Course lettering
Institution Istituto Universitario Salesiano Venezia
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Summary

Appunti presi durante il corso di Type Design e Lettering, facendo riferimento alle slides caricate durante le lezioni....


Description

01 - Anatomia del carattere ● ●

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Ogni singolo carattere è connotato da dettagli immediati ed altri individuabili solo dopo un’analisi approfondita. La Tipografia è “l’arte di comporre e stampare libri o altri lavori per mezzo di tipi, cioè di caratteri mobili”. I caratteri mobili sono il sistema che ha originato l’industria grafica. In esso gli elementi stampanti (chiamati grafismi) sono in rilievo, i contrografismi, invece, risultano incavati (rilievografico). La tipografica nasce a partire dalla metà del Quattrocento con l’invenzione dei caratteri mobili da parte di J. Gutenberg. Con la nascita dell’arte tipografica, comincia a formarsi anche un dibattito sulla teoria della progettazione dei tipi. Matematici e artisti approfondiscono il tema di come vadano realizzate le lettere, quali siano le proporzioni da adottare, quali le corrette distanze tra una lettera e l’altra. Tra i primi fondamentali contributi al tema vanno ricordati umanisti, matematici e tipografi. Primo fra tutti Felice Feliciano che nel 1460 egli ricostruisce graficamente e trasmette su carta l’“Alphabetum Romanum”, disegnando l’intero alfabeto latino con lettere alte 8 cm. Poi Luca Pacioli manda alle stampe nel 1509 il “De Divina Proportione”. In esso tratta il tema della sezione aurea e delle sue implicazioni. E ancora Damiano da Moile realizza il “Disegno di lettere romane maiuscole”, primo esempio a stampa, nel XV secolo, di trattazione scientifica sul modo di tracciare le lettere maiuscole. È importante far rilevare come, nel dibattito relativo alla realizzazione di volumi a stampa con caratteri mobili, si stia già affrontando il tema della costruzione geometrica delle lettere sulla base di rapporti matematici tra altezza, larghezza e spessore delle lettere e, al loro interno, delle aste. Questo metodo, all’inizio legato alla costruzione delle sole lettere maiuscole dell’alfabeto latino, viene via via sviluppato e trasferito anche alla costruzione di tipi e alfabeti minuscoli finché nel 1693 l’Académie royal des sciences di Parigi, incaricata di studiare e descrivere le tecniche di stampa e di incisione, stabilisce un rigoroso schema di proporzionalità per le lettere.

02 - Leggibilità ●





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Leggibilità (Readability): Rappresenta il livello di comprensibilità e comfort nella lettura di un brano stampato. Questa caratteristica è determinata dall’organizzazione del carattere all’interno della pagina. Visibilità (Legibility): Rappresenta la chiarezza o facilità con cui i singoli caratteri possono essere identificati. La visibilità di un segno è determinata dal suo disegno complessivo, a sua volta influenzato da molti fattori, come la forma della lettera, lo spessore delle aste, gli spazi e i rapporti di spessore con le altre lettere. L’avvicinamento (tracking o bianco tipografico): Individua la quantità di spazio bianco tra diverse lettere e parole. Per prassi il tracking tra due parole deve essere maggiore dello spazio occupato dalla lettera “i” del font usato, e inferiore di quello occupato dalla lettera “e”. Il tracking è la variazione dell’avvicinamento complessivo tra tutte le lettere (non tra due soltanto). Di solito nei testi giustificati può essere utile variare il tracking, tra +5 e -5 al massimo. Il kerning è una variazione sistematica della spaziatura tra due lettere, per casi particolari. L’interlinea: è lo spazio compreso tra la mediana inferiore di una linea di testo e la mediana inferiore della linea di testo successiva. Tradizionalmente il rapporto ideale tra interlinea e corpo del carattere è pari al 120%. Anche in questo caso l’unità di misura è il punto (pt). La giustezza: si intende la lunghezza della linea di composizione (ovvero la larghezza della colonna di testo), solitamente espressa in millimetri. Nell’arte tradizionale per giustezza si intendeva anche l’uguale altezza delle varie pagine che formavano la composizione. Legature o politipi: glifi creati per ovviare al problema di caratteri che, accostati, si sovrappongono. Peso: è il rapporto tra area inchiostrata e area in bianco della serie di caratteri. Stile (Type style): Rappresenta l’appartenenza del carattere ad una determinata classificazione stilistica.

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Serie (Typeface): Rappresenta una singola variazione di una famiglia. Famiglia o variazione seriale (Type family): Rappresenta l’insieme della variazioni riguardanti il tono (dal chiarissimo al nerissimo), la larghezza (dallo strettissimo al larghissimo), l’inclinazione (tondo o corsivo), l’ornamento (filettato, ombreggiato…) di un determinato carattere. ● Polizza (Type font): Rappresenta un insieme di segni aventi uno stesso disegno e stile. Costituiscono una polizza le lettere alfabetiche, i numeri, i segni di punteggiatura, i segni diacritici, i segni speciali o simboli necessari per particolari utilizzi (infografica). ● Tipometria: è il sistema di misurazione dei caratteri tipografici e di tutti gli elementi che formano la composizione e l’impaginazione di un testo. La misura del corpo di un carattere viene espressa in punti tipografici e si identifica con la lettera “c” puntata. ➔ Classificazione dei font: Esistono differenti classificazioni relative ai caratteri. ➔ Per restare nell’ambito italiano ricordiamo quella proposta da Giuseppe Pellitteri nel suo Atlante tipologico nel 1963 che li divide in dieci categorie basandosi sui terminali delle lettere. ➔ Un altro tipo di classificazione, forse la più diffusa in Italia, è quella proposta da Aldo Novarese nel 1956. Anche in questo caso si utilizzano, per la distinzione, i tratti terminali del piede dei font, dividendoli in dieci distinte famiglie secondo una caratterizzazione storica, estetica e del disegno. 1. Lapidari (Augustea): Grazie con un angolo di 30° e hanno una base completamente piatta. La loro origine di costruzione è basata sul quadrato del “capitalis quadrata”. 2. Medioevali o Gotici (Fraktur): caratterizzate da forme angolose e allungate, con grazie definite “a punta di lancia rivolta verso il basso”. 3. Veneziani (Garamond): Le grazie, derivate da quelle dei Lapidari, sono più arrotondate e la linea di base, anziché essere piatta, è leggermente concava. Vengono inoltre accentuate le differenze di spessore tra le aste verticali e quelle oblique. 4. Transizionali (Baskerville): nascono a cavallo tra il 1600 e il 1700 in Francia, sono caratterizzati da grazie orizzontali, quasi mai inclinate, che si raccordano con le aste verticali con una piccola curva e l’asta ha una base con un andamento lineare, quasi completamente piatto. 5. Bodoniani (Bodoni): dimostrano uno spessore esasperato tra le aste e le grazie, quest’ultime molto sottili e completamente piatte. 6. Scritti o Calligrafici (Zapfino): imitano la scrittura a mano. 7. Ornati (Rosewood): font con decorazioni utilizzati come capilettera o come fregi ornamentali. 8. Egiziani (Rockwell): sono caratteri molto pesanti, in grado di essere letti anche a distanza. 9. Lineari (Helvetica). 10. Fantasia: i font che non possono essere classificati nelle categorie precedenti.

02 - Correzioni ottiche ●







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Definizione del carattere tipografico: un carattere tipografico (typeface in inglese) è un insieme omogeneo di segni alfabetici, numerici e di interpunzione progettati in modo coerente per essere utilizzati insieme per la riproduzione di un testo. Ogni lettera è costituita da: nero (tratti) + bianco (controforme). Le forme bianche, generate dai tratti neri, hanno la funzione di mantenere equilibrati i tratti neri (non si può modificare l’una senza influenzare l’altra). Ci sono alcuni problemi di natura percettiva che è bene conoscere per disegnare correttamente una font. Bisogna affidarsi all’occhio e non alla matematica per valutare la correttezza delle forme e l’equilibrio necessario per rendere funzionale un alfabeto. La chiave sta nel ritmo tra bianchi e neri. Nella scrittura così come nella tipografia i bianchi e i neri si susseguono in un insieme ritmico. La lettura infatti è resa possibile dall’interruzione dell’identità ritmica della riga, che permette di distinguere le parole in unità ritmiche. L’occhio umano percepisce diversamente uno spessore orizzontale, ed uno identico ma verticale (Aste orizzontali più sottili delle aste verticali). Aste rette più sottili delle curve / Baricentro spostato sopra la metà geometrica / La parte superiore delle lettere ha un maggior peso ottico / Anche la posizione dei tratti è studiata per sembrare

otticamente al centro / Apici e curve sporgono in alto e in basso, rispetto all’altezza delle forme squadrate / L'occhio si concentra nella parte interna della lettera /

03 - Elementi di tipografia digitale ●



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Aspetti pratici sull’uso del computer come strumento linguistico: Codifica dell’alfabeto dei caratteri, codifica dei glifi (font), gestione della tastiera, scelta dei programmi applicativi capaci di gestire le peculiarità delle lingue. I sistemi informatici vengono impiegati per produrre testo. Esistono codici che rappresentano i caratteri mediante numeri binari, la relazione tra caratteri e numeri binari si chiama codice dei caratteri. La IBM definì il primo codice di caratteri: EBCDIC = Extended Binary Coded Decimal Interchange Code. Il codice di caratteri più diffuso è lo standard 7-bit ASCII, il quale è limitato a 128 caratteri; viene dunque spesso esteso con un bit (8-bit ASCII), ma l’estensione non è standard. Pro e contro di ASCII: Codice semplice e rappresentazione compatta vs Nella versione estesa non è standard e non gestisce caratteri di lingue non latine. Esiste inoltre l’Unicode: codice a 16 bit sviluppato nel 1989 per testo multilingua, a cura di aziende in gran parte USA. Contiene caratteri che bastano per la maggior parte degli alfabeti noti. Risulta tuttavia insufficiente per il Cinese, il Giapponese, il Coreano: il comitato UNICODE per questi linguaggi ha adottato la traslitterazione detta “Han unification”. Un font tipografico digitale contiene molte informazioni, oltre ai glifi di un certo alfabeto Un font digitale è un programma che viene eseguito da un interprete chiamato “rasterizzatore”. Il rasterizzatore è una funzione del sistema operativo che si occupa di stampare i caratteri a video o su stampante. In genere, un documento può usare solo i font tipografici esistenti nel sistema operativo in cui viene usato. Eccezione: i documenti PDF portano con sé le font di cui hanno bisogno. Dal disegno del glifo al file del font: disegnato → digitalizzato → digitalizzato con contorno attraverso curve di berzier.

04 - Applications: l’identità visiva istituzionale MART (Museo d’Arte Rovereto Trento Botta) ●









Attenzione sull’uso del carattere tipografico nei grandi esempi di immagine coordinata e si prende in analisi la corporate di una istituzione che produce un servizio astratto, la cultura. L’autore di questa identità visiva è Pierluigi Cerri (visto con Casabella e ha fatto una rivoluzione silenziosa: inseriva il nr tra la penultima e l’ultima lettera, nello spazio). Futurismo e Futurismi, il carattere tipografico diventa protagonista (coerenza tra contenuto e il contenitore), ma anche Mostra Lingotto. Tratta le lettere come COSE. Caso studio: Guzzini (di Cerri). L’utilizzo della combinazione delle lettere attraverso rotazione-traslazione e il restyling leggero del logotipo attraverso il carattere come perno progettuale. Riduce leggermente il logo, come fosse un apice o marchio registrato. Rivoluzione dimensionale, non formale. Botta realizza il MART come una struttura inserita all’interno dell’ambiente: uso pietra locale, ferro, vetro e forme alla bauhaus. Elemento connotativo di questo spazio architettonico è la sua superficie vetrata, la copertura con una trave reticolare con un oculo centrale. Copertura tronco conica. La copertura anticipa il museo come luogo di incontro. Cerri: grafica e carattere. Il logotipo si caricherà di una nuova concezione identificativa: l’ironia, il pubblico si deve avvicinare all’arte senza timore, il museo è luogo di incontro e divertimento mentale. Tutto parte dal naming, MART, composto solo da lettere: dal naming nascono le suggestioni di una serie di headline straordinarie....


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