Vittorio Alfieri Sonetti PDF

Title Vittorio Alfieri Sonetti
Author ️Renato Cogliati
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Summary

APPUNTI SUI SONETTI DELL'AUTORE. COMPRENSIBILE E MOLTO INTERESSANTI DA LEGGERE...


Description

Le Rime si presentano come un corpus poetico sostanzioso, diviso in due parti. Una prima raccolta, edita nel 1789, contiene oltre cento componimenti, composti tra 1786 e 1788. Il primo sonetto risale però al 1776. Una seconda raccolta contiene i componimenti scritti tra 1789 e il 1798, ma viene pubblicata solo postuma nel 1804. Il sonetto predomina tra le forme poetiche, ma sono presenti anche odi e canzoni. La predominanza del sonetto accentua il senso di una poesia d'occasione, vista come diario in itinere, che permette di cogliere il percorso poetico dell'autore. Alfieri, infatti, segna la data e il luogo, ma non il luogo dove è stato composto, ma quello in cui egli si è sentito ispirato. L'influenza principale delle rime è Petrarca, ma non viene emulato nella lingua e nello stile. Viene usato come modello da Alfieri per la necessità di esprimere il proprio sentire in forma poetica. Sol o,f r aimest imi eipensi er i(èunsonet t odel l er i me) . I l sonet t oèdat at o4gennai o1785,i nPi s aal mar e,i l poet as i r affigur a i nr i v aal mar ei nc ompagni adel suocav al l o.I l mar eèi nt empes t a, s pessonegl i scr i t t i di Al fier i l anat ur a hat r at t i cupi ,not t ur ni esel v aggi , c hes i possonodefini r er omant i c i .I l cuor edel poet aèpi enodi “ al t a mal i nconi a” ,sent i ment oc heèdol c eegr adi t o,per c hépr ov oca di ment i canz adi s éedel l epr opr i epeneecr eanel l ament el ’ i l l us i onedi es ser ei ncompagni adel l apr opr i aamat a.Al l amal i nconi as onodedi cat i di v er si componi ment i del l ar accol t a,l amal i nconi aèi l sent i ment o di “ mes t i z i a” ,t r i st ezz a,sensodi i nsoddi s f az i one,desi der i osempr e i nappagat o,aquest os t at od’ ani moi poet i t edes chi r omant i cidar annoi l nomedi “ Sehnsucht ” ,eSucht«br ama». Quest apoesi aèunesempi odei r i echeggi ament i pet r ar ches chi che abbondanonel l eRi me.Dalqui nt oal l ' undi c esi mov er sosi affol l ano mot i v i ,i mmagi ni ,cadenz edel Pet r ar ca,t r at t i sopr at t ut t odai s onet t i del Canz oni er echeespr i monoi l pr es ent i ment odel l amor t edi Laur a.Un t onot i pi cament eal fier i anoè,i nv ece,nel l apr i maquar t i naenel l ' ul t i ma t er z i na,par t i col ar ment enelpat et i co,dr ammat i c oat t accodel pr i mo v er soenel l ' ul t i mo,cosi densod' affet t or accol t oedol ent e.L ' i ni z i o

s embr ar i chi amar ei l pet r ar chescoSol oepens oso;maès omi gl i anz a s ol t ant oappar ent e.I l sonet t odel Pet r ar caèunal uc i da,di s t accat a conf es si one,mapursempr ei nt i mament eper v asadi dol ent emal i nconi a, s ol l ev at adal l apoesi aasi mbol odi unav i t aedi undes t i no;qui ,i nv ece, abbi amoi l r i cor dopr eci s odi un' or aobl i osa,vi ss ut ai nunos paz i oei nun t empodet er mi nat i ,r i ev ocat ocont ener ez z as t r uggent e,conun dol c i ssi moer omant i c oabbandonoal l agi oi adel sogno.Rar ament e Al fier i hat r ov at ounamusi cacosìi nt i maeper suas i v a,chebenees pr i me l amal i nconi api enad' i ncant odi quel soav e,v agof ant ast i car e.

Commento” tacito orror di solitaria selva” Le Rime di Vittorio Alfieri hanno carattere fortemente autobiografico (costituiscono, infatti, una sorta di diario in versi) e rappresentano l’interiorità contrastata del poeta in modo spesso violento ed esasperato con un linguaggio aspro, vicino a quello delle tragedie. Al dominante tema amoroso, sovente si affianca quello politico, soprattutto nel distacco polemico e titanico dalla mediocrità dominante. Furono stampate in due edizioni: la prima da Alfieri stessa nel 1789, la seconda, postuma, nel 1804. Con il sonetto Tacito orror di solitaria selva , una forma metrica estremamente tradizionale della letteratura italiana, entriamo in un clima pre-romantico: la foresta solitaria e terribile procura al poeta uno stato di beatitudine non soltanto mentre vi entra realmente, ma anche solo ricordandone la permanenza passata. Questo tema della memoria diventerà, qualche anno dopo, dominante nella produzione poetica di Leopardi. È tipicamente romantica la corrispondenza tra l’io lirico del poeta e il paesaggio che lo circonda e, proprio in questa identificazione con un ambiente che gli è congeniale, Alfieri trova la pace e la beatitudine. Alfieri, nelle terzine, in cui si passa da un tono emotivo a uno più argomentativo, asserisce, poi, di non essere misantropo,ossia di non disprezzare gli uomini in generale, ma piuttosto l’epoca pavida, priva di eroismo e virtù e asservita ai despoti in cui si trova, suo malgrado, a vivere; ed ecco il motivo per il quale la selva gli è particolarmente cara:

poiché gli consente di isolarsi e di non pensare ai mali del tempo presente, dunque il suo tormento interiore trova ora anche una giustificazione “storica”. È un fiero e “superiore” isolamento rispetto alla mediocrità comune, che si adatta particolarmente alla fortissima personalità e alla mentalità agonistica di Alfieri. La ricerca dell’isolamento dell’io lirico era già presente in Petrarca, ma certamente le differenze tra i due poeti e le due epoche sono molto profonde: tanto i versi petrarcheschi erano pacati e limpidi, quanto quelli alfieriani risultano aspri, vibranti, tendenti al titanico e al sublime derivante proprio da ciò che è orrendo (quel delighful horror teorizzato, proprio in questi anni, dall’inglese E. Burke). È calzante, a tale proposito, una definizione del critico Momigliano su Alfieri: «La sua poesia – lirica o tragica – non è sentimentale contemplazione di se stesso, ma rivelazione, scoppio, impeto di furore». Lo conferma anche lo stile aulico, denso di retorica, prevalentemente ipotattico, che rispecchia la tensione contenutistica. In Tacito orror di solitaria selva troviamo, infine, chiari echi del modo di procedere dantesco, soprattutto nella creazione dei due neologismi “rinselva” e “inselva”, entrambi contenenti al loro interno la parola-chiave “selva”, ma il significato da attribuire alla selva è completamente opposto rispetto alla Commedia: là era luogo di smarrimento e perdizione morale, qui è luogo di pace, quiete e beatitudine. Un ulteriore richiamo all’Infernoè nel “buon sentier”, che richiama evidentemente la “diritta via smarrita” dantesca....


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