YVES Klein (2) - Copia PDF

Title YVES Klein (2) - Copia
Course Storia dell'arte
Institution Accademia di Belle Arti di Brera
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TESINA SU YVES KLEIN...


Description

YVES KLEIN Klein nacque a Nizza il 28 aprile 1928 da Fred Klein, pittore paesaggista con uno stile postimpressionista e Marie Raymond, una tra le prime pittrici informali di Parigi. Dal 1942 al 1946, Klein frequentò l’Ecole Nationale de la Marine Marchande e la Ecole Nationale des Langues Orientales, dove cominciò a praticare il judo. In questi anni si avvicina alla pittura, scoprendo il valore simbolico del colore puro, realizzando le prime opere monocromatiche: il famoso cielo azzurro del 1946 e le impronte delle sue mani e dei suoi piedi nel 1947.1 La sua passione per l’arte è fortemente influenzata dall’amicizia con Fernandez Arman, pittore e scultore, e da Claude Pascal. Trasferitosi in Inghilterra, per un breve periodo, inizia a lavorare presso il corniciaio e doratore Robert Savage. Tra il 1948 e il 1952 fece molti viaggi in Italia[1], Gran Bretagna, Spagna e Giappone, finché nel 1955 si stabilì a Parigi in maniera definitiva, dove tenne una "personale" al Club des Solitaires. I suoi dipinti monocromi vennero esposti alla Galerie Colette Allendy e alla Galerie Iris Clert di Parigi nel 1956. Klein morì a Parigi di infarto del miocardio nel 1962 a soli 34 anni, poco prima della nascita del figlio. Fu tra i fondatori, nella prima metà degli anni Sessanta, del movimento dei nouveaux realistes e il suo nome è legato in particolare all'uso del blu, colore che racchiudeva la ricerca spirituale e lo spazio infinito, in cui tutto era contenuto. Spinto dall'idea di "liberare il colore della prigione della linea", Yves Klein diventa monocromatico perché è per lui l'unico modo per dipingere e per "vedere ciò che l'assoluto ha visto" . 2 Lui credeva che i suoi quadri monocromi fossero dotati di ragionamento e che rappresentassero un avvenimento poetico. “Sono giunto a dipingere il monocromo […] perché sempre di più davanti a un quadro, non importa se figurativo o non figurativo, provavo la sensazione che le linee e tutte le loro conseguenze, contorno, forme, prospettiva, componevano con molta precisione le sbarre della finestra di una prigione.”3

1 https://www.amartemoderna.com/it/artista/yves-klein/ 2 http://www.yvesklein.com/fr/biographie/ 3https://www.iltermopolio.com/archeo-e-arte/nel-blu-dipinto-di-blu-kleinyves-klein-e-il-suo-internationalklein-blue

Da sempre affascinato dal concetto di infinito e di assoluto, cercò di capire come questi si relazionassero con il concetto di spazio. Realizzò più di mille tavole in sette anni di lavoro con l’obiettivo di utilizzare i singoli pigmenti puri, in modo che il colore non perdesse la luminosità una volta unito a un legante, non solo per una questione meramente estetica, ma anche per un fatto concettuale: la ricerca di una corrispondenza con la misura umana. Nel 1955 iniziò ad utilizzare come fissativo, un prodotto chimico chiamato Rhodopas che, secondo Klein, consentiva al colore di acquisire una vita propria divenendo un individuo evoluto. Col tempo avvertì l'esigenza di superare lo studio delle nuances per concentrarsi su un unico colore, il blu, che doveva unificare il cielo e la terra e dissolvere l'orizzonte. Il blu invita a intraprendere un viaggio nel profondo: guardandolo infatti il nostro sguardo si perde nell’infinito poiché la materia del colore I. K. B si anima di un movimento interno permanente. 4 Nel 1956 creò «la più perfetta espressione del blu», privo di alterazione, da lui brevettato col nome di International Klein Blue (IKB, =PB29, =CI 77007), che però non fu mai messo in produzione. Il blu: la verità, la saggezza, la pace, la contemplazione, l’unificazione di cielo e mare, il colore dello spazio infinito, che essendo vasto, può contenere tutto. Il blu è l’invisibile che diventa visibile. Non ha dimensioni. E’ oltre le dimensioni di cui sono partecipi gli altri colori”( Yves Klein) Il blu era il risultato di una ricerca il cui fine era quello di permettere al pubblico, una volta entrato in contatto con l’opera, di liberarsi delle pre-impostazioni imposte dalla società.5

Yves Klein IKB 3, 1960 4 https://www.artwave.it/arte/artisti/come-profondo-il-blu/ 5 https://www.frammentirivista.it/yves-klein-ricerca-spirituale-blu/

Precursore della Body Art, Yves Klein è noto per usare come un pennello vivente il suo stesso corpo: ed è con questa tecnica che realizzò le Antropometrie , legate alla passione di Klein per il judo,in cui alcune modelle, si "intingevano" nel colore e poi si stendevano su tela lasciando così una «traccia di vita», come la definiva l’artista. Le forme del corpo erano ridotte al tronco e alle cosce, e veniva prodotto un simbolo antropometrico, cioè relativo al canone delle proporzioni umane che per Klein era l'espressione più intensa dell'energia vitale immaginabile. A volte la realizzazione dell'opera diventava anche performance pubblica, come l'evento formale del 1960, avvenuto davanti a una grande folla, con il sottofondo della Symphonie monotone e di cui fu realizzato un video.

Un'altra tecnica utilizzata era quella delle Registrazioni di pioggia che Klein realizzava guidando nella pioggia a 70 miglia all'ora, con una tela legata sul tetto dell'auto, oppure accostando la tela al tubo di scappamento del veicolo per dipingerle con i fumi.

Del periodo blu fanno parte le opere composte da spugne sature di varie dimensioni, montate su tele dalla superficie ruvida, che intrise di blu, rievocavano il fondale dell'oceano o qualche pianeta sconosciuto.

Sculpture éponge sans titre, 1959

Tutte le opere più importanti di Klein sono legate al senso del vuoto, uno stato di nirvana, privo di influenze materiali e quindi un luogo in cui si può vedere la realtà per quella che è. La sua preoccupazione non era non quella di colmare una lacuna, ma di impossessarsi dell’immateriale per renderlo percettibile e vivibile. Si tratta di una concezione ripresa dalla filosofia Zen, in cui l'arte è una forma di espressione della stessa. L’obiettivo era quello di creare Zone Immateriali di Sensibilità Pittorica, unendo arte e filosofia, dove gli oggetti erano rappresentati dalla loro assenza per far capire al pubblico il senso dell’astratto. In un'altra sua opera performativa vendette spazi vuoti in città in cambio di oro puro con lo scopo di far sperimentare agli acquirenti Il Vuoto. Si trattava di una transazione ideale, che si basava sull'idea che soltanto con il metallo più puro si poteva pagare l'esperienza del vuoto; per compensare questa vendita, Klein gettò nel fiume Senna parte dell'oro e il metallo rimasto venne usato per realizzare l'Ex Voto: pigmento rosa carminio, blu IKB e foglie d’oro, tre lingotti d’oro e sette foglietti con una preghiera. l'opera fu donata nel febbraio 1961 al Santuario di Santa Rita da Cascia, santa dei casi impossibili e disperati, ma solo nel 1979 fu riconosciuta per quel che era in realtà 6, grazie allo scultore Armando Marrocco che a quel tempo lavorava alle vetrate del Santuario. 6 http://www.davideartgallery.it/blog/yves-klein-antropometrie-blu-immateriale.html

Klein, Ex-Voto per Santuario Santa Rita da Cascia, 1961

Klein si occupò anche di fotografia e molto famoso è il fotomontaggio Salto nel Vuoto ( Saut dans le Vide)

Klein viene fotografato mentre, con le braccia tese verso il basso, salta da un muro. L’immagine è particolarmente evocativa della tensione umana verso l’infinito, un tema molto attuale in quegli anni caratterizzati dai primi viaggi spaziali. Saut dans le vide fu pubblicata come un attacco da parte di Klein alla NASA, che avrebbe dovuto dimostrare che le spedizioni lunari erano hybris e follia. L’artista ha lavorato anche con gli elementi primari, aria, acqua, fuoco, alla ricerca di un metodo creativo “collettivo”, in cui insieme ad altri artisti, o al pubblico, si praticava collettivamente

la immagination pure (la immaginazione pura), un ritorno ad uno stato primordiale e che rappresentò l’ultima fase dell’evoluzione verso l’immateriale. Yves Klein fu un artista molto amato e importante del Nuovo Realismo, per questo è esposto in numerosi musei e gallerie, ad esempio al Museo del Novecento di Milano e un suo quadro (RE 46 del 1960) è tra le prime cinque vendite di Christie, nel settore dell’arte contemporanea, solo dopo Andy Warhol. Negli ultimi trent'anni il patrimonio artistico di Yves Klein è stato gestito dalla Galerie Gmurzynska di Zurigo.

«Il pittore deve creare costantemente un solo unico capolavoro, se stesso.» (Yves Klein)

Sitografia https://www.amartemoderna.com/it/artista/yves-klein/ http://www.yvesklein.com/fr/biographie/ https://www.frammentirivista.it/yves-klein-ricerca-spirituale-blu/ http://www.davideartgallery.it/blog/yves-klein-antropometrie-blu-immateriale.html https://www.artwave.it/arte/artisti/come-profondo-il-blu/ http://www.artspecialday.com/9art/2018/04/28/yves-klein-le-monochrome-blu/ https://www.iltermopolio.com/archeo-e-arte/nel-blu-dipinto-di-blu-kleinyves-klein-e-il-suointernational-klein-blue https://www.stilearte.it/yves-klein-anthropometrie-de-lepoque-bleue-1960-...


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