03 Gli spaccapietre di Courbet PDF

Title 03 Gli spaccapietre di Courbet
Author lidya zolin
Course Histoire Culture Visuelle: Echanges France - Italie
Institution Università degli Studi di Padova
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03 Gli spaccapietre di Courbet...


Description

LETTURAD’OPERA Gli spaccapietre di Courbet

SEZ_12 L’ARTE DEL REALISMO E DELL’IMPRESSIONISMO

Presentazione La raffigurazione del “vero” fu sempre un elemento significativo, anzi qualificante della pittura di Courbet che, contestando i modelli formali del classicismo accademico, non volle mai discriminare i soggetti in base alla loro (presunta) maggiore o minore dignità. Fu per questo che dedicò a due sconosciuti operai di una cava di pietre uno dei suoi più intensi e toccanti capolavori: Gli spaccapietre [fig. 12.10]. Questo quadro fu dipinto da Courbet nel 1849, cioè un anno dopo la pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels. È improbabile che ci sia una relazione diretta fra il quadro e lo scritto; è certo, però, che entrambe le opere, quella artistica e quella filosofica, furono il frutto di un comune sentire. Courbet non poteva ancora essere comunista ma certamente era un socialista, come egli stesso ebbe a dichiarare: «Mi si domanda una professione di fede. Dopo trent’anni di vita pubblica rivoluzionaria socialista, non ho saputo far comprendere le mie idee? [...] Mi sono costantemente occupato della questione sociale e delle filosofie che vi si riferiscono». L’artista aveva sempre avuto a cuore la condizione dei diseredati, dei contadini, dei sottoproletari e questo dipinto è certamente una delle sue prove più convinte. Soggetto del quadro è infatti una coppia di spaccapietre. Il lavoro dello spaccapietre era, tra i mestieri onesti, forse il più umile, faticoso e degradante. Equivalente a quello del minatore ma all’aria aperta, consisteva nello spaccare pietre, nelle cave, con mazze e martelli fino a ridurle alla dimensione di ciottoli. Si lavorava per 11-13 ore al giorno, nei mesi estivi sotto il sole, d’inverno con il freddo e le gelate. Tutti gli spaccapietre avevano mani callose e deformate, gambe storte e rigide, schiena curvata, occhi malati per la polvere e le schegge. Vivevano in abitazioni precarie, senza acqua potabile e servizi igienici, sfruttati dai procacciatori di lavoro con una paga che consentiva loro a mala pena di sopravvivere. Il dipinto di

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Courbet, già esposto al museo di Dresda, è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Ne resta solo una documentazione fotografica. Courbet affrontò questo soggetto anche in altri quadri. Uno di questi, dipinto nel 1849 e oggi parte di una collezione privata svizzera, mostra un solo spaccapietre [fig. 12.11].

Descrizione Un uomo e un ragazzo sono concentrati sul loro duro lavoro. Il più anziano è piegato su un ginocchio ed è mostrato di profilo. L’altro, più giovane, è intento a sollevare una gerla di pietre e viene raf■ figurato di spalle. Entrambi stanno guardando solo i sassi e non alzano lo sguardo; per quel poco che si vede, i loro volti sono inespressivi. Se ne ricava l’impressione di un abbrutimento psicologico oltre che materiale. Ogni dettaglio, anche se degradante, è raffigurato con assoluta precisione, con intento quasi documentario: le toppe sulle maniche della camicia, lo strappo del panciotto, le calze bucate, gli zoccoli consumati dell’adulto; la camicia a brandelli del ragazzo; gli strumenti di lavoro, le gerle, la pala e i picconi, la pentola con il pane. Il paesaggio è spoglio, essenziale e scuro, per mettere in evidenza i due protagonisti. I colori terrosi contribuiscono a comunicare un senso di tristezza e di povertà. La collina copre tutta la parte superiore della tela; solo un piccolo stralcio di cielo blu si può intravedere in alto a destra. Il colle costituisce, insomma, un vero e proprio muro, a causa del quale lo spettatore percepisce gli spaccapietre come intrappolati. La composizione della scena è molto innovativa, considerando i canoni estetici dell’epoca. In primo luogo, essa risulta priva di equilibrio compositivo. Mancando una vera e propria linea di orizzonte, lo spettatore non può percepire un asse orizzontale; al centro della scena si trova poi uno spazio vuoto e non un elemento pieno; rispetto a un ideale asse verticale (che comunque risulta decentrato a sinistra) le due figure non sono né simmetri-

che né equilibrate. Tutto questo risultava inaccettabile al pubblico ottocentesco che, seppur colto, era ancora legato alle composizioni accademiche.

Analisi critica Le due figure degli spaccapietre furono salutate da Proudhon come il primo esempio della nuova arte socialista. Indubbiamente, questo capolavoro di Courbet è un violento atto d’accusa. L’artista è brutale, quasi cinico nel rappresentare i suoi sottoproletari. Rifiuta categoricamente la funzione consolatoria della bellezza, evita con attenzione di idealizzare e nobilitare sentimentalmente un lavoro che di nobile non ha nulla, ma che dev’essere comunque rispettato. Non prova nemmeno a destare la commozione del pubblico, anzi, intende scioccarlo mostrandogli la “verità” della fatica fisica. Così facendo, egli esalta la dignità delle classi subalterne, invita al rispetto del lavoro manuale, denuncia la drammatica situazione sociale dei lavoratori. Il pubblico ebbe una reazione violentissima di fronte a questo quadro: non solo non accettò che un artista potesse dare così tanta importanza a due insignificanti lavoratori (laddove la pittura aveva ben altri compiti, celebrare la bellezza, gli eroi, la storia) ma si scandalizzò, si offese persino, vedendo che Courbet aveva rappresentato i due uomini per quello che erano, come due straccioni. Un critico d’arte scrisse, dopo aver visto il dipinto di Courbet: «si prega il Signor Gustave di voler gentilmente rammendare la camicia e lavare i piedi ai suoi spaccapietre». In tal senso, l’artista aveva ottenuto il suo scopo. I borghesi avevano capito chiaramente che quella sfacciata rappresentazione della povertà era un dito puntato contro di loro e contro le loro responsabilità. GUIDA ALLO STUDIO

1_Qual è il significato politico degli Spaccapietre? 2_Con quale espediente tecnico fu dipinto?

gerla Cesta in vimini o in legno, munita di cinghie per poter essere portata sulle spalle, usata per trasportare materiali vari.

ARTI VISIVE

CAP 1 IL REALISMO IN FRANCIA

↑ 12.10 Gustave Courbet, Gli spaccapietre, 1849. Olio su tela, 1,59 x 2,59 m. Già a Dresda, Gemäldegalerie. Distrutto durante la seconda guerra mondiale.

→ 12.11 Gustave Courbet, Lo spaccapietre, 1849. Olio su tela, 45 x 55 cm. Svizzera, collezione privata.

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