Gustave Courbet opere gli spaccapietre, funerale a ornans PDF

Title Gustave Courbet opere gli spaccapietre, funerale a ornans
Author Alessia Ruggeri
Course Storia dell'arte
Institution Università degli Studi di Catania
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Summary

riassunto delle opere di courbet: gli spaccapietre, funerale a ornans e autoritratto...


Description

GUSTAVE COURBET Il capostipite di questa corrente fu Gustave Courbet, uomo di grande spirito innovativo. Nato a Ornans nel 1819 da una famiglia contadina benestante, conduce i primi studi presso il seminario della città natale. Formatosi quasi interamente da autodidatta, inizia la propria attività dedicandosi soprattutto alla copia del vero di alcuni dipinti del Louvre. Ben presto, però, arriva a rifiutare ogni tipo di influenza delle forme d’arte perché pensa che “la pittura può consistere soltanto nella rappresentazione di oggetti visibili e tangibili”. Nel suo primo autoritratto, Courbet si raffigura come un giovane viaggiatore che squadra l’osservatore dall’alto, seduto in controluce sull'erba, in compagnia del suo cane, con il bastone da passeggio e il quaderno degli schizzi. Nel 1861, nonostante sia sempre stato contrario all’insegnamento dell’arte apre una scuola nella quale insegna innanzitutto che “non ci possono essere scuole: ci sono soltanto pittori”, perché crede che l’arte sia individuale, il risultato dell’ispirazione e degli studi di ognuno. Nel 1871, l’artista partecipa all’insurrezione della Comune di Parigi ma viene ingiustamente condannato come istigatore. Costretto a vendere all’asta tutte le sue opere, muore nel 1877 in solitudine in un paesino svizzero dove si era ritirato. GLI SPACCAPIETRE sono due dipinti di Gustave Courbet (due oli su tela)

Courbet si concentra soprattutto sui piccoli fatti quotidiani. È il caso degli Spaccapietre del 1849, ovvero due oli su tela praticamente identici, che descrivono in modo estremamente realistico il duro lavoro degli operai in Francia a metà Ottocento. L’opera più grande, purtroppo, fu distrutta durante i bombardamenti di Dresda della seconda guerra mondiale. L’artista, in entrambi i dipinti, rappresenta un manovale intento a frantumare dei sassi per ricavare ciottoli e ghiaia. In quello perduto di Dresda vi sono due operai: il più anziano è dipinto a destra dell’immagine con il ginocchio sinistro poggiato a terra. Le mani stringono un pesante martello sollevato, con l’intento di rompere il masso. Il volto dell’operaio è nascosto dal cappello che lo protegge dal sole. Il suo garzone, invece, si trova a sinistra ed è impegnato nel trasportare una cesta pesante piena di ciottoli. A destra, sotto un cespuglio vi sono una pentola, un cucchiaio e mezzo filone di pane, ovvero il povero pasto degli spaccapietre. Il mestiere dello spaccapietre era duro, e gli operai impiegati in questa attività erano probabilmente condannati ad esercitarla per tutta la loro vita. Non a caso, quindi, Courbet per rappresentare le tragiche condizioni dei lavoratori più umili scelse questo soggetto. L’artista utilizza un contrasto di luminosità molto intenso, infatti, in primo piano vi sono i due operai che sono illuminati da una forte luce solare, il fondo, invece, è scuro in ombra. Courbet evidenzia molto i dettagli, al contrario della pittura accademica di quel tempo, come gli strappi dei tessuti e la povertà degli abiti. Voleva mostrare immagini scomode e non idealizzate e mettere a nudo ogni risvolto della realtà, pertanto gli spaccapietre erano rappresentati con le toppe nella camicia e nei pantaloni, il panciotto strappato, i calzini bucati; la composizione è

volutamente asimmetrica e antiaccademica. (Tale provocazione fu già adottata da Caravaggio con la sua pittura religiosa). UN FUNERALE A ORNANS Gustave Courbet non conosce le mezze misure, infatti nonostante la sua sete di realismo abbia radici culturali lontane, la sua tecnica è innovativa e personale. Secondo lui “bisogna incanaglire l’arte” (incattivire, renderla reale e cruda) e lo dimostra con evidenza in un funerale ad Ornans. L’opera ha provocatoriamente dimensioni colossali (3,15×6,68m), che erano solitamente usate per dipinti accademici con soggetti eroici o storici. Qui, viene rappresentato invece un umile funerale di campagna, nel borgo di Ornans (luogo di nascita del pittore). Al centro dell’opera si trova la fossa, scavata male, con ai bordi un macabro teschio umano, simbolo della caducità delle cose terrene. Intorno alla fossa si raccolgono le donne e gli uomini del paese, dipinti in atteggiamenti quotidiani. I volti delle persone, così come l’anonimato del defunto rimandano ad una ordinaria e monotona vita di provincia, lontana dai clamori parigini. Il modo in cui sono rappresentati tutti vestiti di nero, che li accomuna e li rende uguali, riconduce ad un egualitarismo (applicato anche nella sepoltura= rito che accomuna e che attende tutti). Courbet organizza la scena in orizzontale volutamente per monumentalizzarla ma, allo stesso tempo interrompe bruscamente l’immagine a destra e sinistra come se volesse cogliere solo una parte della scena. All’immaginaria linea spezzata, inoltre, si contrappone una dolce linea ondulata che delinea la parte superiore degli individui (le teste) dando alla narrazione un ritmo pacato e rassicurante. Per quanto riguarda l’uso di colori nell’opera, esso dipinge il paesaggio e i personaggi con colori terrosi che suscitano ai critici un senso di disgusto alla sepoltura in quella città....


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