4. Dalla rivoluzione russa alla nascita dell\'Unione Sovietica PDF

Title 4. Dalla rivoluzione russa alla nascita dell\'Unione Sovietica
Course Storia Contemporanea
Institution Università telematica e-Campus
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Summary

Dalla rivoluzione russa alla nascita Sovietica La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale al fianco aveva aggravato le condizioni del popolo e diffuso un profondo malcontento. del 1915 si erano susseguiti in tutto il paese scioperi e proteste, causati dalla mancanza di beni di prima e...


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Dalla rivoluzione russa alla nascita dell’Unione Sovietica La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale al fianco dell’Intesa aveva aggravato le condizioni del popolo e diffuso un profondo malcontento. Dall’autunno del 1915 si erano susseguiti in tutto il paese scioperi e proteste, causati dalla mancanza di beni di prima necessità e dal vertiginoso rincaro dei prezzi, a cui il governo sapeva rispondere solo con la repressione. Nel febbraio 1917 (c.o.), scoppiarono nel paese delle sommosse alle quali aderirono anche le truppe incaricate di reprimerle (Rivoluzione di febbraio). Si formò così un nuovo governo di ispirazione liberale, presieduto dal rappresentate della Borghesia L’vov, che indusse Nicola II ad abdicare (15 marzo 1917). Unico ministro della sinistra era il socialdemocratico Kerenskij. Mentre lo zar e la sua famiglia venivano arrestati, nel paese si delineavano due poteri: quello del governo provvisorio (sostanzialmente conservatore); - quello dei soviet, formati da delegati eletti da operai, soldati e contadini. Il leader dei socialisti bolscevichi era Lenin, rientrato in patria dall’esilio nell’aprile 1917, sostenne la necessità di trasformare la rivoluzione “borghese” di febbraio in rivoluzione proletaria, guidata dai soviet e mirante alla creazione di una società comunista ( tesi di aprile). Nel frattempo, si diffondeva in tutto il paese il disfattismo nazionale, segno della crescente stanchezza verso la guerra. Nel mese di maggio il governo decise che il conflitto sarebbe proseguito. In giugno però, l’offensiva lanciata contro i tedeschi si rivelò disastrosa e fu travolta da una controffensiva. Gli insuccessi sulla linea del fronte minarono sia l’autorità delle gerarchie militari sia il prestigio del governo; all’interno del paese di verificò una nuova ondata di disordini. L’apice fu raggiunto a luglio, quando i bolscevichi aderirono a quest’insurrezione, la quale però fu soffocata dalle truppe fedeli al governo, che attuarono una dura repressione anche dei bolscevichi. Lenin, accusato di essere un agente al servizio dei tedeschi fu nuovamente esiliato. L’vov venne sostituito da Kerenskij , il quale continuò nel suo impegno a proseguire la guerra. Tuttavia durante l’estate non cessarono le agitazioni nella capitale e in tutto il paese. Si moltiplicarono le organizzazioni sindacali, contadine, professionali, che ora potevano agire alla luce del sole grazie all’affermazione della Libertà di stampa e di associazione. In questa situazione, con un governo che si trovava in stato di permanente conflittualità con i soviet, le forze di destra ripresero fiato. In questa situazione critica il generale Kornilov, rappresentante delle forze della destra, tentò un colpo di mano contro il nuovo governo. Lenin, a sua volta, decise di approfittare della debolezza di kerenskij per conquistare il potere, e rientrando clandestinamente riuscì a far accettare la sua linea a tutto il partito: la notte tra il 24 e il 25 ottobre (calendario russo) la “ guardia rossa” occupò il Palazzo d’Inverno, sede del governo dando inizio alla cosiddetta rivoluzione d’ottobre. La sommossa mirava all’allontanamento di tutti gli elementi borghesi dall’apparato di potere politico, alla formazione di un governo rivoluzionario di operai e soldati, alla cessazione della guerra. La rivoluzione d’ottobre sfociò nella formazione di un nuovo governo rivoluzionario sovietico, basato cioè sui soviet. Alla guida del nuovo stato fu posto Lenin, il quale venne affiancato da un Consiglio dei commissari del popolo di cui facevano parte anche Lev Trotskij e Josif Stalin, e dunque il governo era chiamato Consiglio dei commissari del popolo. Fra i primi atti compiuti dal governo fu lo scioglimento dell’Assemblea costituente voluta da Kerenskij, da poco eletta e in cui i bolscevichi si trovavano in netta minoranza. Lenin stipulò poi con Austria e Germania, a durissime condizioni, la pace di Brest-Litvosk (1918): la Russia uscì così dal primo conflitto mondiale, ma subì gravi perdite economiche e territoriali (Polonia, Lituania, province baltiche e una parte della Bielorussia e il riconoscimento dell’indipendenza della Finlandia e dell’Ucraina). Questo sacrificio era visto da Lenin come indispensabile se si volevano concentrare le energie nella difesa del governo appena sorto. Nasce il monopartitismo bolscevico.

Il nuovo governo, nonostante la fine della guerra, era tutt’altro che stabile. Nel 1918 scoppiò infatti una sanguinosa guerra civile fra i “ rossi”, sostenitori del regime dei soviet, e i “ bianchi”, di cui facevano parte tutte le forze antibolsceviche. Temendo la diffusione della rivoluzione fuori dai confini russi, anche le potenze dell’Intesa intervennero in aiuto dei bianchi. Per tutta risposta, nel 1918 la famiglia imperiale fu trucidata dai bolscevichi, mentre l’anno successivo Lenin istituì la Terza Internazionale, finalizzata a diffondere su scala mondiale la rivoluzione proletaria. Fu creato poi un esercito, l’ Armata rossa, che entro il 1921 riuscì a sconfiggere gli avversari. Negli anni della guerra civile Lenin intraprese un programma di controllo forzato su tutta la produzione, specialmente quella agricola, chiamato comunismo di guerra (1918-1921): le derrate alimentari furono confiscate, fu vietato il commercio privato e fu anche stabilito il controllo operaio sulle fabbriche. Alle resistenze dei contadini, colpiti dalla crisi agricola e da carestie, il governo comunista rispose con due repressioni, attuate per mezzo della Ceka, polizia di stato utilizzata contro i “nemici della rivoluzione”. Di fronte all’insuccesso del “comunismo di guerra”, a partire dal 1921 Lenin diede corso alla Nep (Nuova politica economica). Essa prevedeva il parziale ripristino del libero commercio, l’aumento dei prodotti disponibili per il consumo, la prospettiva di profitti privati e una maggiore libertà per i contadini. Nel corso della Nep venne intrapresa la lotta all’analfabetismo, che si accompagnò però alla repressione verso ogni forma di credenza religiosa e a un rigido insegnamento marxista nelle scuole. Nel 1922 venne creata l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss), che venne dotata di una Costituzione (31 gennaio 1924). L’ordinamento dello stato prevedeva che il potere legislativo fosse affidato al Consiglio o Soviet supremo dell’Unione , quello esecutivo al Consiglio dei commissari del popolo e quello giudiziario alla Corte suprema dei soviet. Intorno al 1922-1923, cominciò a manifestarsi un conflitto tra Lenin e Stalin sugli sviluppi del partito, dello stato e della rivoluzione, in Russia e fuori di essa. Lenin tuttavia era già gravemente malato, e morì poco dopo, nel 1924. La sua successione scatenò un conflitto interno, da cui sarebbe uscito vincitore proprio Stalin....


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