4) le rimanenze di magazzino e lavori in corso su ordinazione PDF

Title 4) le rimanenze di magazzino e lavori in corso su ordinazione
Author Jonny Jo
Course Revisione aziendale
Institution Università di Bologna
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slides sulle rimanenze, valide per il primo parziale...


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Corso di Revisione Aziendale Il bilancio d’esercizio e i principi contabili nazionali (Modulo 1)

Rimanenze OIC 13 Università di Bologna

INDICE

Finalità del principio e ambito di applicazione Definizioni Classificazione e contenuto delle voci Rilevazione iniziale Valutazione e rilevazioni successive Casi particolari Nota integrativa

2

Finalità del principio e ambito di applicazione

3

FINALITÀ DEL PRINCIPIO Il principio contabile OIC 13 ha lo scopo di disciplinare i criteri per la rilevazione (iniziale), classificazione e valutazione (successiva) delle rimanenze di magazzino nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa. AMBITO DI APPLICAZIONE Il presente principio contabile è destinato alle società che redigono i bilanci in base alle disposizioni del codice civile. Nel caso in cui un altro principio contabile disciplini una specifica tipologia di rimanenza di magazzino, la società fa riferimento a quel principio per la disciplina della fattispecie particolare. Il principio non affronta la trattazione degli aspetti connessi ai lavori in corso su ordinazione (OIC 23 “Lavori in corso su ordinazione”).

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Definizioni

5

Definizione Le rimanenze…. Riguardano processi produttivi iniziati e non conclusi alla fine di un esercizio che troveranno compimento in quello successivo mediante: • il realizzo diretto (beni destinati al mercato); • il realizzo indiretto (beni da trasformare).

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DEFINIZIONI Le RIMANENZE di magazzino rappresentano beni destinati alla vendita (realizzo diretto) o che concorrono alla loro produzione nella normale attività della società (realizzo indiretto). Le principali tipologie di rimanenze sono • Materie prime: destinate ad essere direttamente trasformate nel processo produttivo; • Materie sussidiarie e di consumo: destinate a partecipare indirettamente al processo produttivo (es. lubrificanti); • Semilavorati: parti finite di produzione interna destinate ad essere utilizzate in un successivo processo produttivo; • Prodotti in corso di lavorazione: materiali, parti, assiemi in fase di avanzamento; non vendibili separatamente; • Prodotti finiti: giunti al termine del processo di produzione/trasformazione e pronti per essere venduti; • Merci: prodotti acquistati per la rivendita. 7

DEFINIZIONI Il COSTO STORICO è costituito dal complesso dei costi sostenuti per ottenere la proprietà delle rimanenze di magazzino nel loro attuale sito e condizione. Per VALORE DI REALIZZAZIONE desumibile dall'andamento del mercato, ai fini della valutazione delle rimanenze di magazzino, si intende, come regola generale: • il costo di sostituzione per le materie prime e sussidiarie, che partecipano alla fabbricazione di prodotti finiti ; E' il costo con il quale in normali condizioni di gestione una determinata voce in magazzino può essere acquistata o riprodotta. Il costo di sostituzione dei materiali e dei prodotti acquistati si determina sulla base dell’acquisto di quantità normali effettuato in normali circostanze. • il valore netto di realizzazione per le merci, i prodotti finiti, semilavorati e prodotti in corso di lavorazione. E' il prezzo di vendita nel corso della normale gestione, al netto dei presunti costi di completamento e dei costi diretti di vendita (es. provvigioni, costi di trasporto e di imballaggio). 8

Classificazione e contenuto delle voci

9

CLASSIFICAZIONE E CONTENUTO DELLE VOCI  Stato patrimoniale (art. 2424 C.C.) : C) ATTIVO CIRCOLANTE I. Rimanenze 1) 2) 3) 4) 5) 

Materie prime, sussidiarie e di consumo Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati Lavori in corso su ordinazione Prodotti finiti e merci Acconti

Conto economico (art. 2425 C.C.): A) VALORE DELLE PRODUZIONE 2)

Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti

B) COSTI DELLA PRODUZIONE 11) Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Page 10

CLASSIFICAZIONE E CONTENUTO DELLE VOCI

Esempio pratico: Stato patrimoniale

Conto economico

31.12.xx-1

31.12.xx

20xx

R.Iniziali

R.Finali

Variazione rimanenze

(costo di C.E.)

(ricavo di C.E.)

DR / (AV)

Prodotti finiti

150.000

110.000

40.000

riga A2

Materie prime

100.000

120.000

(20.000)

riga B11

Page 11

CLASSIFICAZIONE E CONTENUTO DELLE VOCI

Le svalutazioni dei beni inclusi nelle rimanenze di magazzino sono rilevate, a RETTIFICA DIRETTA dei relativi valori iscritti all’attivo. I ripristini di valore determinano un incremento delle rimanenze finali di magazzino, nei limiti del costo originariamente sostenuto. La voce “acconti” comprende le somme corrisposte ai fornitori prima della consegna dei relativi beni.

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Rilevazione iniziale

13

RILEVAZIONE INIZIALE

• Criterio generale: Il passaggio della sostanzialità dei rischi e dei benefici associati ai beni in giacenza, determina l’inclusione o meno di un bene nelle rimanenze di magazzino. Vi rientrano pertanto: • Beni fisicamente esistenti nei magazzini e nelle aree di produzione dell’azienda (escluse le merci in deposito, in prova, in visione, in c/lavorazione etc); • Beni in viaggio (quando l’impresa ne ha acquisito il titolo di proprietà); • Beni in viaggio (quando l’impresa non ha ancora trasferito il titolo di proprietà ai terzi); • Beni di proprietà dell’impresa presso terzi. Page 14

RILEVAZIONE INIZIALE Al verificarsi del passaggio del titolo di proprietà: Data di spedizione (beni mobili) o • Data di consegna (beni mobili) •

Data di stipula del contratto di compravendita (beni immobili)



Secondo le modalità contrattuali dell'acquisto ed in base al trasferimento dei rischi dal punto di vista sostanziale, non solo formale

ESEMPIO: Le rimanenze includono: Beni presso i magazzini della società (se non ricevuti da terzi in visione, deposito, ecc…) • Beni di proprietà presso terzi in deposito, lavorazione, visione, ecc... • Merce in viaggio se, per contratto, è avvenuto il passaggio di proprietà •

15

RILEVAZIONE INIZIALE

I beni in rimanenza sono rilevati al costo di acquisto o di produzione. Art. 2426, numero 1, codice civile: “Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione interna o presso terzi”. L’articolo 2426, numero 9, codice civile prevede inoltre che “I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione” 16

RILEVAZIONE INIZIALE COSTO DI ACQUISTO + prezzo effettivo d’acquisto + oneri accessori Il costo d’acquisto dei materiali include anche le spese di trasporto, dogana e le altre spese direttamente imputabili a quel materiale. I resi, gli abbuoni, gli sconti e i premi si portano in diminuzione dei costi. Gli sconti citati sono quelli commerciali. Gli sconti cassa sono iscritti al conto economico nella parte finanziaria a causa della loro natura finanziaria. Gli oneri finanziari sono esclusi sia dal concetto di prezzo effettivo di acquisto sia da quello di oneri accessori. 17

RILEVAZIONE INIZIALE COSTO DI PRODUZIONE + Costo d’acquisto; + Costi diretti di produzione + Spese generali di produzione o industriali (costi indiretti) + Oneri finanziari (a determinate condizioni) E’ il costo di acquisto più i costi industriali di produzione. Include i costi direttamente imputabili al prodotto ("costi diretti"); altri costi per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento in cui il bene può essere utilizzato ("costi indiretti o costi generali di produzione"). Gli oneri finanziari possono essere inclusi. I costi di distribuzione sono esclusi dal calcolo del costo di produzione. 18

RILEVAZIONE INIZIALE

Costi direttamente imputabili al prodotto:

Costi direttamente imputabili al prodotto

• costo dei materiali utilizzati (materiale diretto) • costo del lavoro (mano d'opera diretta) • costi per servizi direttamente riferibili al processo di fabbricazione • costi relativi alle licenze di produzione • costi degli imballaggi

19

RILEVAZIONE INIZIALE

Costi indiretti per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto!

Si tratta di spese generali di produzione (industriali) ovvero di spese non attribuibili al prodotto ma necessarie per porre le rimanenze nel loro attuale stato e sito (NO costi eccezionali o anomali): • mano d'opera indiretta • ammortamento cespiti di produzione • manutenzioni e riparazioni • altri costi sostenuti per la lavorazione dei prodotti come i servizi di vigilanza e le utenze

• • •

Costi generali ed amministrativi Costi di vendita Costi di ricerca e sviluppo

ESCLUSI DALLA VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE

RILEVAZIONE INIZIALE

Spese generali di produzione: alcuni esempi

Tipologia di costo

Incluso nel costo di produzione ?

Ammortamenti immobilizzazioni industriali

SI

Costi di distribuzione

NO

Spese di marketing e pubblicità

NO

Canoni leasing operativi su attrezzature produttive

SI

Costi di formazione del personale diretto

NO Page 21

RILEVAZIONE INIZIALE Costi indiretti o costi generali di produzione I costi generali fissi di produzione sono ripartiti sui prodotti utilizzando, generalmente, percentuali prefissate basate sul volume di costi previsto per un livello normale di produzione, oppure sulla base di dati consuntivi. I parametri di distribuzione solitamente usati sono: - le ore dirette di manodopera; - il costo della manodopera diretta; - ore macchina - costo primo (costo dei materiali diretti e il costo della manodopera diretta)

22

RILEVAZIONE INIZIALE

Costi indiretti o costi generali di produzione La ripartizione delle spese generali di produzione deve essere effettuata tenendo conto della capacità produttiva normale perché: 1. L’utilizzo del parametro della capacità massima teorica è irrealistico (la capacità massima non è praticamente mai raggiungibile a causa di fermi per riparazioni, indisponibilità di materiale, altre cause di interruzione non prevedibili) 2. L’utilizzo del parametro della capacità consuntiva può portare al rinvio ad esercizi successivi dei costi di inefficienza del periodo (mancato utilizzo della capacità produttiva normale)

23

RILEVAZIONE INIZIALE

Generalmente esclusi dalla determinazione del costo delle rimanenze tranne se sussistono tali requisiti:

Oneri finanziari

• i beni richiedono un periodo di produzione significativo (ad es. la maturazione o l'invecchiamento) • il limite della capitalizzazione è il valore di realizzazione del bene • la scelta di capitalizzazione degli oneri finanziari è applicata in modo costante nel tempo

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RILEVAZIONE INIZIALE

NOVITA'

 PRIMA: Era consentito (opzione) capitalizzare gli oneri finanziari nel caso di finanziamenti specifici assunti per le rimanenze che richiedano un processo produttivo di vari anni prima di poter essere vendute.  NOVITA': E' consentita la capitalizzazione degli oneri finanziari nel caso di finanziamenti (specifici o generici -rinvio a OIC 16) per le rimanenze che richiedano un periodo di produzione significativo. E' inoltre chiarito che la facoltà di capitalizzare gli oneri finanziari deve essere applicata omogeneamente nel tempo. 41. […] La capitalizzazione degli oneri finanziari è ammessa solo con riferimento a beni che richiedono un periodo di produzione (ad esempio, per la maturazione o l'invecchiamento) significativo. Il limite della capitalizzazione degli oneri finanziari è rappresentato dal valore di realizzazione del bene (sulla misura e sui requisiti per la capitalizzazione degli oneri finanziari si veda l'OIC 16 "Immobilizzazioni materiali"). La scelta di capitalizzare gli oneri finanziari è applicata in modo costante nel tempo (cfr. OIC 29 "Cambiamenti di principi contabili, cambiamenti di stime contabili, correzione di errori, eventi e operazioni straordinarie, fatti intervenuti dopo la chiusura dell'esercizio").

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Valutazione e rilevazioni successive

26

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE Le rimanenze sono valutate in bilancio al MINORE tra • il COSTO DI ACQUISTO o PRODUZIONE e • il VALORE DI REALIZZAZIONE desumibile dal mercato (articolo 2426, numero 9, codice civile). L'applicazione del minore tra costo e mercato per ampie categorie o addirittura al magazzino nel suo insieme NON E' AMMISSIBILE :  rischio di significative compensazioni tra costi irrecuperabili (perdite previste) delle voci il cui costo eccede il mercato, con gli utili sperati ma non realizzati delle voci il cui mercato eccede il costo.

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VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE

METODI DI DETERMINAZIONE DEL COSTO Il metodo generale per la determinazione del costo dei beni è: •

il COSTO SPECIFICO

L’articolo 2426, numero 10, codice civile prevede che “Il costo dei beni fungibili PUO' essere calcolato col metodo: •

della media ponderata (Costo Medio Ponderato) o

• con quelli «primo entrato, primo uscito» (FIFO); • o «ultimo entrato, primo uscito» (LIFO); se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa”. 28

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE

METODO FIFO (First in, First out) Assume che le merci entrate per prime siano state anche le prime ad uscire.  Di conseguenza assume che le merci in giacenza siano le ultime acquistate. Pertanto per la valutazione delle rimanenze di magazzino si assegnano prima gli ultimi costi sostenuti per le ultime quantità acquisite (acquistate o prodotte) nell’esercizio a corrispondenti quantità in giacenza; poi i penultimi costi per le penultime quantità acquistate, e così via fino a coprire tutte le quantità in giacenza.

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VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE

FIFO (First In, First Out):

177 133 9 5 166 122 8 4

20

200

199 15 111 7 3

F. I. 1

1

F. O.

188 144 100 6 2

Page 30

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE FIFO – esempio di calcolo Data

Operazione

Quantità

P. U.

Importo

01-gen Giacenza iniziale

6.000

0,26

1.549,20

10-feb

(1°) carico

3.000

0,27

805,80

14-apr (2°) carico

2.000

0,28

568,20

10-giu

4.000

0,27

1.094,80

(3°) carico Totale

10-set

10-ott

Scarico = 6.500

(4°) carico

11-nov Scarico = 3.000 31-dic Totale

15.000

4.018,00

-6.000 G.I.

0,26

-1.549,20

-500 (1°)

0,27

-134,30

0,29

289,20

-2.500 (1°)

0,27

-671,50

-500 (2°)

0,28

-142,05

0,28

1.810,15

1.000

6.500

Page 31

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE

METODO LIFO Il metodo LIFO tende a contrapporre costi correnti (più recenti) a ricavi correnti (più recenti). Assume pertanto che le merci entrate per ultime siano state anche le prime ad uscire.  Di conseguenza ipotizza che restino in giacenza in magazzino le quantità relative agli acquisti o alle produzioni più remote, valutate pertanto al costo di tali acquisti o produzioni. Il metodo LIFO ha due varianti:

32

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE

METODO LIFO (continua) Il metodo LIFO “continuo” si applica per ogni singolo movimento (acquisto o vendita). Pertanto per la valorizzazione delle rimanenze finali di magazzino si assegnano i costi relativi ai primi acquisti a corrispondenti quantità in giacenza, poi i secondi e così via fino a concorrenza delle quantità in giacenza. Il metodo LIFO “a scatti” non permette di ottenere risultati definitivi quando è applicato nel corso dell’esercizio per la valorizzazione degli scarichi del magazzino e pertanto il valore degli scarichi deve essere ricalcolato dopo la valutazione delle rimanenze finali.

33

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE METODO LIFO (continua) Per il metodo Lifo “a scatti” pertanto è necessario: - Confronto fra le quantità di fine esercizio con le quantità inizio esercizio relative ad ogni voce, successivamente: 1. Se quantità finali sono uguali alle quantità iniziali: il valore delle giacenze è pari a quello dell’anno precedente. 2. Se quantità finali sono maggiori alle quantità iniziali: il valore delle giacenze è pari a quello dell’anno precedente più il valore dell’incremento delle quantità - corrispondente ad uno “Strato (o classe) Lifo”- calcolato normalmente al costo medio ponderato o al Lifo.

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VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE

LIFO (Last In, First Out – NON ammesso dagli IAS/IFRS):

20

177 133 9 5

L.I. 200

166 122 8 4 199 15 111 7 3

20

F.O.

1

Quantità piùremote

188 144 100 6 2

Page 35

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE LIFO continuo – esempio di calcolo Data 01-gen 10-feb 14-apr 10-giu

Operazione Giacenza iniziale (1°) carico (2°) carico (3°) carico Totale

10-set

Scarico = 6.500

Totale 10-ott (4°) carico 11-nov Scarico = 3.000 31-dic

Totale

Quantità 6.000 3.000 2.000 4.000 15.000 -4.000 -2.000 -500 8.500 1.000 -1.000 -2.000 6.500

P.U. 0,26 0,27 0,28 0,27

Importo 1.549,20 805,80 568,20 1.094,80 4.018,00

(3°) (2°) (1°)

0,27 0,28 0,27

-1.094,80 -568,20 -134,30 2.220,70

(4°) (1°)

0,29 0,29 0,27 0,26

289,20 -289,20 -537,20 1.683,50 Page 36

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE LIFO a scatti – esempio di calcolo: PRIMO ANNO - le quantità in giacenza possono essere valutate discrezionalmente: •

al CMP



al LIFO continuo

DAL SECONDO ANNO - si possono verificare tre possibilità 1.

Q. FIN. = Q. INIZ.

2. Q. FIN. > Q. INIZ.

Stessa valorizzazione Es. precedente (Q. pari a quella di inizio Es.) x (costo a quella data) (Incremento di quantità) x (CMP acquisti dell’anno)

3.

Q. FIN. < Q. INIZ.

Si valorizza applicando i costi e le quantità delle singole classi di LIFO più remote componenti le Rim. all’inizio dell’Es.

Page 37

VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE COSTO MEDIO PONDERATO Il costo medio ponderato considera le un...


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